SIMONA
(SEMPRE MAMMA MI DISSE -LE BOTTE SO’ COME LA GUERRA ,
MEGLIO PASSA’ PE’
FESSA ,
C'ARMANE’ STESE ‘NTERRA!)
Simona
si sentiva diversa dalle altre, non si considerava una tessitrice.
Aveva
accettato di partire perché desiderava un po’ di tranquillità,
con questo viaggio sperava di trovarla.
Ora che la nonna non c’era più, e tutti la ritenevano pazza, aveva più che mai bisogno d’allontanarsi.
con questo viaggio sperava di trovarla.
Ora che la nonna non c’era più, e tutti la ritenevano pazza, aveva più che mai bisogno d’allontanarsi.
Procedeva silenziosa, con passo deciso e
svelto. Camminando macinava pensieri. Ed era così immersa in questo suo
soliloquio silenzioso, che non si era neanche accorta del sole, ormai salito in
cielo la lunghezza di una canna, e del mattino fattosi chiaro, tanto che ormai
si vedevano fin lontano le curve bianche della strada che saliva. Nitida fino
in cima, serpeggiante tra verdi alberi e ancor più verdi prati. Il colore che
preferiva. Tutta l’infanzia ci aveva passato nel verde.
Il colore della speranza, si dice. Ma lei ci aveva vissuto da disperata.
Però c’era la nonna. Se la portava appresso, raccontandole favole magnifiche. Un’attrice davvero. Sapeva fare pause e sospiri che la tenevano appesa alle parole, tanto che quasi aspettava davvero che passassero i sette passi e le sette morti, che volasse via l’uccellino d’oro dalla gabbia, e la fanciulla andasse sposa al re. Sempre incantava. La nonna dalla chioma tutta bianca, che si era fatta tagliare pari, sopra le spalle, dalla nipotina. Perchè un po’ le piaceva andare contro corrente. La nonna, che le aveva permesso di sopravvivere alle botte del padre, il quale ci teneva tanto a darle una buona educazione.
Il colore della speranza, si dice. Ma lei ci aveva vissuto da disperata.
Però c’era la nonna. Se la portava appresso, raccontandole favole magnifiche. Un’attrice davvero. Sapeva fare pause e sospiri che la tenevano appesa alle parole, tanto che quasi aspettava davvero che passassero i sette passi e le sette morti, che volasse via l’uccellino d’oro dalla gabbia, e la fanciulla andasse sposa al re. Sempre incantava. La nonna dalla chioma tutta bianca, che si era fatta tagliare pari, sopra le spalle, dalla nipotina. Perchè un po’ le piaceva andare contro corrente. La nonna, che le aveva permesso di sopravvivere alle botte del padre, il quale ci teneva tanto a darle una buona educazione.
Sua mamma era svanita quando era ancora piccola.
Morta, le dissero. All’ospedale. Ma non l’aveva vista andare via.
Dissero che era partita all’alba, mentre lei ancora dormiva.
Non la vide tornare mai.
Morta, le dissero. All’ospedale. Ma non l’aveva vista andare via.
Dissero che era partita all’alba, mentre lei ancora dormiva.
Non la vide tornare mai.
Certo
che di botte ne aveva prese anche quella poveretta, e la vecchia nonna l’aveva
difesa un po’ fiaccamente, perché chi gliele dava era pur sempre suo figlio.
La nonna, che tipa! Ma quante favole le sentì
raccontare! Da saziarsene abbondantemente. Da farne una scorpacciata. E, mentre
narrava, la vecchia infilava collane di peperoni rossi e verdi, a corno di bue;
peperoncini piccanti a pallina o a punta; aglio bianco e aglio nostrano; trecce
di cipolle, corone di erbe aromatiche essiccate, mozzarelline affumicate, salsicce
di carne e salsicce di fegato. Anche salsicce matte. Così le parole delle
favole prendevano colori e sapori, secondo l’intreccio che la vecchia di volta
in volta faceva, seduta sulla sua sedia di paglia, all’aperto, con uno
strofinaccio sulla testa per ripararsi dal sole, senza guardare Simona, ma
tenendosela tuttavia accanto.
Quando
morì, Simona cominciò ad avere quel tic strano, quella smania d’infilare anche
lei aglio, cipolle, peperoni e quant’altro.
Non riusciva più a fermarsi: infilava perfino fiori, conchiglie, vermi, fette di pane, fogli di quaderni, pagliuzze e sterco secco.
E cominciarono a dirla matta.
Non riusciva più a fermarsi: infilava perfino fiori, conchiglie, vermi, fette di pane, fogli di quaderni, pagliuzze e sterco secco.
E cominciarono a dirla matta.
Per
questo la bella ragazza, con le curve giuste da far girare gli uomini, stanca
di dimostrare che la testa non l’aveva persa, pur non considerandosi una
tessitrice, volle partire con le altre.
Eh!...distaccatamente dolorosa...ma bella, bella, bella !
RispondiEliminagrazie! :-)
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