Dedicato a chi non si dimentica
E poi ci sono quelle poesie che non hai
mai letto.
Ti ho lasciato credere che celassero sospiri
e imbarazzanti frasi d’amore.
Poi, tu te ne sei andato.
Ora mi manca il tuo bussare alla
finestra,
quando venivi da noi, la sera,
per informarmi, dicevi,
perché le donne devono sapere.
E tu, maschilista come mai,
pure mi portavi dentro casa il mondo,
e le pareti della cucina diventavano
chiare.
-Non lavare i piatti! – dicevi
-Ascoltaci! E’ importante. -
E parlavamo di politica, di sindacato,
di economia,
e infine, sempre di storie d’amore.
E si rideva … si rideva …
Ora ci sono queste poesie che non hai
mai letto,
e mi manca la possibilità di dartele,
come mi mancheranno, l’estate vicina,
le sere calde, passate all’aperto,
sotto l’albero, in cerchio, davanti casa
mia.
Mancanze
Voi, che andate via:
dentro di noi l’immagine vostra,
più che un ricordo.
Noi che restiamo:
ogni volta più soli.
Chi potrà mai perdonarmi?
Chi potrà mai perdonarmi,
se non sarò io, per prima , a darmi perdono?
Libera, e tuttavia sempre monca,
una parte di me è andata via,
cercando, invano, l’altra in catena.
Pure, mi ricordo di un tempo,
in cui mi carezzavano i capelli
e avevo ancora lo sguardo sereno.
Ora mi nascondo, proteggendomi,
ma, ad inseguirmi, non sono che io sola.
Chi potrà mai perdonarmi,
se non sarò io, per prima, a darmi perdono?
L’appello
Nascosta, se ne stava Bellezza,
Pensandosi dimenticata,
da me, che per lei vivevo
-Bisogna proprio dirle, le cose, - pensai
-esplicitarle sempre.
Vieni!- invece, le dissi,
e lei volò ad abbracciarmi.
All’appello, ora c’erano tutti,
ma gli altri mi sembrarono assenti.
Noi due c’incamminammo insieme,
e ancora procediamo controvento.
Verso dove? Io non lo so dire.
Però, questa è la mia direzione,
la mia antica-unica strada.
Se davvero c’è concessa la strada,
sulla crosta del sogno, incedendo!
Uno di questi giorni
Uno di questi giorni, me ne andrò,
dove non si muore mai,
e non sarò più, né figlia,
né madre, né me stessa.
Camminerò, lungo una grande strada,
tra alti alberi dalle verdi chiome,
e, in fondo, vedrò,finalmente, il cielo.
Uno di questi giorni, me ne andrò,
perché, se resto, mio sarà l’inferno.
Ma io voglio, invece, la mia strada,
tra alti alberi, e dritta fino al cielo.
La scoperta
Infine arrivai.
E mi accorsi d’essere già stata in quel
luogo.
Avevo percorso tutti i suoi sentieri,
ne avevo varcato mille volte i confini.
Senza saperlo, ero vissuta lì, tutta la vita.
Ma la scoperta fu improvvisa.
Senza più paura ero salita in alto
e, oltre una fitta rete di sottili
strade,
m’apparve, inatteso, il grande prato
verde.
Io non
ho parole da darti
Io non ho parole da darti
che possano raggiungere la tua anima.
Potrei cercarle calde, come raggi di
sole,
dolci, come bimbi addormentati,
violente come il fragore della tempesta,
belle come il primo amore.
Potrei scoprire parole
con dentro la voce del mare
come ascoltate da grandi conchiglie.
Per te potrei urlare, sussurrare,
cercare il tuo linguaggio, se non è il
mio,
sillabare, riempire il mio parlare di
silenzio.
Ma non ci sono parole da darti
che possano raggiungere la tua anima,.
se, chiuso al mio ascolto,
ora,tu non vuoi incontrarmi.
Questa voglia di dire
Ancora ,mi lacera l’anima,
questa voglia di dire.
Poter partorire in eterno!
Solo così, saprei di esistere,
perché la morte, ci prende tutti,
lentamente, ogni giorno.
Aiutatemi,o voglio essere ascoltata!
Il tempo, si sta consumando:
Aiutatemi: quanto mi rimane?
Ancora scegliere
E, mentre già mi manca,
il resto che rimane,
di nuovo dovrò scegliere.
Troppo poco, mi pare,
la strada da percorrere,
e cerco chi m’insegni,
ad essere me stessa,
senza privarmi d’altro.
Nero
Arrivi silenzioso,
inavvertibile ombra
dei miei paesaggi.
Non mi accorsi di te
Se non quando
Mi mancò la luce.
Infido colore parassita,
d’altri colori ti nutri.
Ma, pure maledicendoti,
l’arcobaleno a te s’inchina
e ti chiama “re della notte”.
Forse sa di te altre storie
E non a torto ti vuole
Profeta di albe rosa,
buio che, nascondendo,
separa il nulla dall’esistenza.
Pure sei nelle cose:
già ti ho visto definire forme,
dare corpo ai colori.
Dunque:porti vita
o
morte?
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