Ora Martin sono stanca di percorrere la via dei segni e dei
colori. Fermiamoci un attimo , sediamo e riposiamo: senti? Il mio angelo suona
una dolce musica, ascolta!
E’ la voce di un violino:
Dentro la mia anima vive
un suono di violino.
Mi commuove, mi prende:
come farò a fartelo ascoltare?
La musica che ho dentro
ha maschera di ferro
e chiodi aguzzi che feriscono.
Perciò vai pure via
se hai paura del dolore.
Io ho la mia musica ,
il suono di un violino
che vibra, dolce più del miele
più dell’amore che ti portai
quando ancora ero innocente.
Di un violino che mai seppi,
mai saprò suonare.
( mdm- poesie del tempo)
La musica è una bella strada da prendere per raggiungere un
altrove felice, ma io non la conosco. So il sapore del silenzio, delle pause, della
sorgente del suono. Perché a volte il linguaggio delle parole non basta, e
allora bisogna fermarsi come stiamo facendo ora, amico mio, e lasciare posto
alla musica che nasce quando la lingua si ferma e attende. E’ dal silenzio che
ha origine e in profondo silenzio va ascoltata.
Il mio angelo suona, e si riempie l’anima mia.
Un giorno .. ascoltando una
musica
La mia mano non vuole un tracciato preciso, se ne va a spasso sul foglio bianco con la sua matita in mano. Sono felice, quando il segno corrisponde al ritmo variabile delle pause e delle note.
Non è troppo poco essere felici per questo?Nel cuore, mi pare davvero tanto.
Forse è la corrispondenza la vera fonte possibile di felicità.
Ora la musica si è fatta struggente, il violino pare piangere e vagare in cerca di un compagno di cui ha nostalgia.
Ecco, lo ha visto. E si è come risvegliato. No. Lo ha perso di nuovo, definitivamente.
L a solitudine del suo pianto è infinita e dolcissima. Pudica nel suo leggerissimo sussurrare.
Ma ecco che piangono con lui tutti gli altri violini indaffarati a consolarlo. Ed io non arrivo più a far corrispondere le mie parole al turbine della musica che va crescendo.
Già è finita. Già sono arrivati gli applausi,senza che io abbia finito la mia descrizione. Dovrò trovare uno strumento più adatto, forse fissare i miei pensieri con un registratore. Per dare gli stessi tempi alle parole ed al suono.
Ora è tornata la musica e di nuovo disegno. Le linee adesso sono segni rapidi, quasi coltellate che ammazzano il bianco.
Senza nessuna pietà, insisto con variazione soltanto. Ma la foga è la stessa, anzi un crescendo. Poi l’apice, poi il silenzio.
Torna la calma e tornano le curve dolci su una pagina pazza. Scarabocchi irregolari che tuttavia contengono una periodicità non sempre evidente.
Ma il tema c’è. Lento, lentissimo. Il segno si abbassa, è quasi una linea continua. Un tracciato piatto per una morte senza rumore.
Si rianima di colpo. Torna a cantare il suono di una tromba. Si svegliano tutte le altre. Io disegno cerchi su cerchi: fuochi di artificio …
Un attimo:mi sorprende il silenzio.
Totale.
( da” giocando
con le parole”-mdm)
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