Martin, sono tornata di nuovo. Ma non per amore, non per fiducia.
Per confusione. Io sono tornata perché sono confusa.
Con chi potevo confidarmi, se non con te? Tuo è questo ruolo
consolatorio, mio custode! A te affidai i miei personaggi, e ora ti affido me
stessa.
Tu sei l’unica creatura
puramente generosa che io conosca.
Io so con quanta cura
badi ai miei personaggi!
Dammi un po’ di quell’amore, ascoltami!
Io vivo in una situazione di follia, sradicata dalla Realtà, anzi
ancora immersa nella Realtà da tutti condivisa. Ma sono trasparente, invisibile,
inascoltata.
Ho con me una chiave: che me ne faccio se non so dov’è la porta?
.
Ma ti racconto tutto dall’inizio, dal giorno della Rivelazione.
La
Rivelazione
Mi svegliai ch’era notte, con la voglia struggente di comunicare.
Avevo scritto ore e ore, poi ero crollata per la stanchezza:Il computer sul
letto aperto ed io… mi abbandonai al sonno con ancora nella testa l’ultimo
personaggio appena entrato nella mia
storia. Mi svegliai? Sì, era un risveglio e non un sogno, chiariamolo
subito, io non farnetico, io vivo. Ma tu Martin lo sai, mio dolce amico, vivi
anche tu in altro modo da quello “ normale”, anzi a te è negata l’esistenza
stessa, anche se io non ho voluto dirtelo per proteggerti : non meritavi un
tale dolore. Per questo non ti feci recapitare la mia lettera.
Dunque mi svegliai. Sola. Ero improvvisamente isolata dal mondo
Reale, si era esteriorizzato quello della mia fantasia e in quello mi trovavo
immersa e sommersa: ero affogata nella folla dei miei personaggi scritti o
pensati soltanto, immaginati. Personaggi che non erano altro che una parte di
me proiettata non verso l’esterno, ma dentro la mia mente, fingendo per me e
trasformando il verosimile nel mio nuovo vero.
Sola. Anche piacevolmente. Sai che amo starci. In solitudine non
mi annoio mai, anzi mi piace la sensazione di libertà che mi procura, è un
piacere che vorrei far sentire, comunicare, ma a chi? A chi?
Forse l’unico appiglio con il reale mi era dato dal mondo
virtuale, dai numerosi “amici” con cui comunicavo tramite internet e che
perdevo con un “plic” del mio PC mezzo fuso e tuttavia in qualche modo
identificabili e dentro una loro concretezza, anche se spesso sfuggente.
Mi svegliai ed ebbi paura .Non della solitudine, ma della perdita
del senso.
Quale senso? Già quale? Questo mi chiesi : esiste un senso? Esiste
una realtà?
Pensai alla mia voglia di parole scritte, di creare attraverso
loro: forse contenevano la spiegazione del processo di alienazione che
iniziava. Forse erano profezie, premonizioni di quel che ora mi accade. La
vogliamo considerare una Rivelazione?
Quella mattina mi parve così, ma cosa mi
portava in questa direzione?
Martin , vienimi vicino, cammina un po’ con me! Mi sto perdendo!
Mi perdo!
LA CHIAVE
Ho una chiave. Martin: tu sei il custode delle porte:
dimmi che me ne faccio?
Se ho una chiave, tu m’insegni che ci sono delle porte, però prima dovrò comprendere in quale mondo sono imprigionata e perché , e chi mi tiene prigioniera.
Se ho una chiave, tu m’insegni che ci sono delle porte, però prima dovrò comprendere in quale mondo sono imprigionata e perché , e chi mi tiene prigioniera.
Immagino forse di abitare in un Limbo, questa potrebbe
essere una buona ipotesi. Anche se ce ne sono altre plausibili: potrei essere
morta e non saperlo, potrei vivere in un’altra dimensione ed avere un accesso
solo “ di lettura” a questo mondo, potrei essere alienata per troppa fantasia o
carenza affettiva, potrei aver compiuto un atto tremendo ed aver dimenticato la
mia identità in conflitto con il mio senso di colpa, potrei aver accettato un
gioco estremo, dove si manipolano le menti.
Ma partiamo dall’ipotesi di trovarmi in un Limbo.
Dovrebbero viverci altri: che senso avrebbe un Limbo solo per me ? ( ammesso
che chiedersi il senso aiuti) Inizio da qui,inizio da te che sei con me:
dunque abiti pure tu qui!
Tu, e chi ancora? Pure A e Zeta e i Perfetti , tutte
le tessitrici, e le fate e i folletti, tutte le mie invenzioni con me? Ma non
portarmi da loro, lasciamoli tranquilli: vieni con me!
Ora vedrai con i tuoi occhi! Voglio che tu capisca.
Vedi quell’uomo? Sapessi quanto mi è caro! Con lui ho
costruito la mia vita.
Lo sto guardando , ma è indaffarato nelle sue cose e
con i suoi interessi.
Molto indaffarato,
e non mi vede!
Guarda, gli sto chiedendo un bacio, lo accarezzo,
mi spoglio... non sono bella? Non merito di essere scaldata con
mani d’amore? Quante volte l’ha fatto!
Però ora lui non mi vede! Strabuzza gli occhi per
un’immagine digitale di bella donna e non sente il mio profumo, il mio calore.
Sono isolata dalle sue emozioni .
Ed è peggiore dell’invisibilità. E mi brucia molto di
più. Ed è così con tutti: i miei cari, la gente per strada, dentro i negozi, al
cinema .Ognuno mi cammina vicino, senza vedermi, senza sentirmi.
Che devo fare?
Lasciar perdere? Rassegnarmi a vivere con i miei personaggi?
Certo, sono le mie creature, mi piace molto la loro
compagnia! Le adoro e sono anche un po’gelosa di loro, ma voglio che vadano libere per la loro
strada.
Ormai le ho partorite, ora sono fuori da me, non sono
più mie.
Mi resti tu, tu e il mio angelo. Con me c’è sempre un
angelo dalle grandi ali . Forse è già
qualcosa, già abbastanza.
Solo
mi manca il non poter abbracciare: tu sei un’ombra, l’angelo è immateriale!
La fisicità, mi manca la fisicità.
Io ho un corpo, sento la mia consistenza che vuole il
contatto di altre consistenze.
Anche se a volte mi estraneo e sono oltre e la perdo.
E perdermi cos’è?
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