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sabato 14 aprile 2012

CRONACA DI UN'ALIENAZIONE QUASI FELICE ... (Martin…sono tornata)


 
Martin, sono tornata di nuovo. Ma non per amore, non per fiducia. Per confusione. Io sono tornata perché sono confusa.
Con chi potevo confidarmi, se non con te? Tuo è questo ruolo consolatorio, mio custode! A te affidai i miei personaggi, e ora ti affido me stessa.
 Tu sei l’unica creatura puramente generosa che io conosca.
Io so con quanta cura badi ai miei personaggi!
Dammi un po’ di quell’amore, ascoltami!
Io vivo in una situazione di follia, sradicata dalla Realtà, anzi ancora immersa nella Realtà da tutti condivisa. Ma sono trasparente, invisibile, inascoltata.
Ho con me una chiave: che me ne faccio se non  so dov’è la porta? .                                                                                                  
Ma ti racconto tutto dall’inizio, dal giorno della Rivelazione.




La Rivelazione

Mi svegliai ch’era notte, con la voglia struggente di comunicare. Avevo scritto ore e ore, poi ero crollata per la stanchezza:Il computer sul letto aperto ed io… mi abbandonai al sonno con ancora nella testa l’ultimo personaggio appena entrato nella mia  storia. Mi svegliai? Sì, era un risveglio e non un sogno, chiariamolo subito, io non farnetico, io vivo. Ma tu Martin lo sai, mio dolce amico, vivi anche tu in altro modo da quello “ normale”, anzi a te è negata l’esistenza stessa, anche se io non ho voluto dirtelo per proteggerti : non meritavi un tale dolore. Per questo non ti feci recapitare la mia lettera.
Dunque mi svegliai. Sola. Ero improvvisamente isolata dal mondo Reale, si era esteriorizzato quello della mia fantasia e in quello mi trovavo immersa e sommersa: ero affogata nella folla dei miei personaggi scritti o pensati soltanto, immaginati. Personaggi che non erano altro che una parte di me proiettata non verso l’esterno, ma dentro la mia mente, fingendo per me e trasformando il verosimile nel mio nuovo vero.
Sola. Anche piacevolmente. Sai che amo starci. In solitudine non mi annoio mai, anzi mi piace la sensazione di libertà che mi procura, è un piacere che vorrei far sentire, comunicare,  ma a chi? A chi?
Forse l’unico appiglio con il reale mi era dato dal mondo virtuale, dai numerosi “amici” con cui comunicavo tramite internet e che perdevo con un “plic” del mio PC mezzo fuso e tuttavia in qualche modo identificabili e dentro una loro concretezza, anche se spesso sfuggente.
Mi svegliai ed ebbi paura .Non della solitudine, ma della perdita del senso.
Quale senso? Già quale? Questo mi chiesi : esiste un senso? Esiste una realtà?
Pensai alla mia voglia di parole scritte, di creare attraverso loro: forse contenevano la spiegazione del processo di alienazione che iniziava. Forse erano profezie, premonizioni di quel che ora mi accade. La vogliamo considerare una Rivelazione?                                                                                                                                
Quella mattina mi parve così, ma cosa mi portava in questa direzione?
Martin , vienimi vicino, cammina un po’ con me! Mi sto perdendo! Mi perdo!



LA CHIAVE

Ho una chiave. Martin: tu sei il custode delle porte: dimmi che me ne faccio?                       
Se ho una chiave, tu m’insegni che ci sono delle porte, però prima dovrò comprendere in quale mondo sono imprigionata  e perché , e chi mi tiene prigioniera.
Immagino forse di abitare in un Limbo, questa potrebbe essere una buona ipotesi. Anche se ce ne sono altre plausibili: potrei essere morta e non saperlo, potrei vivere in un’altra dimensione ed avere un accesso solo “ di lettura” a questo mondo, potrei essere alienata per troppa fantasia o carenza affettiva, potrei aver compiuto un atto tremendo ed aver dimenticato la mia identità in conflitto con il mio senso di colpa, potrei aver accettato un gioco estremo, dove si manipolano le menti.
Ma partiamo dall’ipotesi di trovarmi in un Limbo. Dovrebbero viverci altri: che senso avrebbe un Limbo solo per me ? ( ammesso che chiedersi  il senso aiuti)  Inizio da qui,inizio da te che sei con me: dunque abiti pure tu qui!
Tu, e chi ancora? Pure A e Zeta e i Perfetti , tutte le tessitrici, e le fate e i folletti, tutte le mie invenzioni con me? Ma non portarmi da loro, lasciamoli tranquilli: vieni con me!
Ora vedrai con i tuoi occhi! Voglio che tu capisca.
Vedi quell’uomo? Sapessi quanto mi è caro! Con lui ho costruito la mia vita.
Lo sto guardando , ma è indaffarato nelle sue cose e con i suoi interessi.
Molto indaffarato,  e non mi vede!
Guarda, gli sto chiedendo un bacio, lo accarezzo, mi spoglio... non sono bella? Non merito di essere scaldata con mani d’amore?  Quante volte l’ha fatto!
Però ora lui non mi vede! Strabuzza gli occhi per un’immagine digitale di bella donna e non sente il mio profumo,  il mio calore.
Sono isolata dalle sue emozioni .
Ed è peggiore dell’invisibilità. E mi brucia molto di più. Ed è così con tutti: i miei cari, la gente per strada, dentro i negozi, al cinema .Ognuno mi cammina vicino, senza vedermi, senza sentirmi.
Che devo fare?  Lasciar perdere? Rassegnarmi a vivere con i miei personaggi?
Certo, sono le mie creature, mi piace molto la loro compagnia! Le adoro e sono anche un po’gelosa di loro,  ma voglio che vadano libere per la loro strada.
Ormai le ho partorite, ora sono fuori da me, non sono più mie.
Mi resti tu, tu e il mio angelo. Con me c’è sempre un angelo dalle grandi ali . Forse è  già qualcosa,  già abbastanza.                                                                                                                                                  
 Solo mi manca il non poter abbracciare: tu sei un’ombra, l’angelo è immateriale!
La fisicità, mi manca la fisicità.
Io ho un corpo, sento la mia consistenza che vuole il contatto di altre consistenze.
Anche se a volte mi estraneo e sono oltre e la perdo.
E perdermi cos’è?


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