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martedì 8 aprile 2014

I SAPORI DELLA SOLITUDINE



 

Domenica. E finalmente sono sola in casa.
Neanche mangerò, per non sporcare nemmeno un piatto.
Berrò forse solo un po’ di latte.
Che bella sensazione di pace!
Che sollievo questo silenzio che si dilata di stanza in stanza: silenzio consolatorio.
I miei pensieri sono liberi di costruirsi, intrecciarsi, portarmi da un luogo a un altro, da un tempo a un altro.
Che mi manca?
In tanti hanno paura della solitudine, io no. Sono altre le solitudini che temo.
Mi capita di sentirle nel cuore e nell’anima, scoppiarmi dentro disorientandomi e facendomi sembrare la realtà un sogno.
Mi accade quando scopro che le persone con cui vivo non mi raggiungono, né io comunico con loro.
Confusioni di egoismi e invadenze mi circondano, mi frantumano senza pietà. Ognuno vede solo se stesso e la sua affermazione e ci si calpesta l’un l’altro, ma senza cattiveria.
La disperazione è altra cosa.
Per questo amo il silenzio e sto bene da sola.
Ho imparato da tempo il suo sapore.
Era un’altra epoca, un altro ambiente.
Avevo attorno colline e non mura, alberi e ruscelli al posto dei balconi.
E poi acqua ed erba … erba … erba.
C’era una grande intesa tra me e la natura.
Mi pareva di essere un po’ terra e un po’ cielo, un po’ foglia tremante, o tronco ruvido di quercia.
Nostalgia.
Voglia di tornare in luoghi persi, persa ormai definitivamente anch’io.
Pure quello è ancora il mio vero territorio,è il mio humus.
Lì affondo ancora le mie radici per crescere.
Terreno fertile, annaffiato non d’acqua piovana, ma da lacrime pudiche mai versate,
scaldato non dal sole, ma da affetti certi e dolci ricordi.
Solitudine piena.
Certo, questa di oggi è altro.
E’ assenza di dolore, è pace. Somiglia a casolari abbandonati, a templi corrosi dai secoli, pure ancora viventi e testimoni di una storia mai del tutto superata.
L’altra era acqua di cascata, frescura d’ alberi, incanto.
Era attesa di grandi eventi, vitalità a stento repressa e trattenuta, come corsa frenata di focosi cavalli.
Ma le epoche della nostra vita hanno stagioni diverse e non c’è speranza di ritorno.
Odio questo accontentarmi, questo accettare rassegnato.
Uscirò. Saluterò la gente per strada, anche quella che non conosco.
Poi arriverò al mio mare.
Ricorderò cosa cerco e mi manca.
E, di nuovo, non saprò dirlo ad alcuno.
Sola, come sempre, ma colmi i miei occhi d’azzurro e di luce.
 
 
 



IL VIAGGIO


 

 

 


 

 

 

 

PREMESSA: IDEE COMUNICANTI


 
Cos'è un'idea dovrebbe dirlo Enrico, è lui l'esperto. O almeno è lui che parla sempre di idee. Quello che io so è che mi diverte molto averle. E forse ancora di più comunicarle. Però, per comunicarle, bisogna essere "menti comunicanti", vasi senza pareti divisorie precostruite, docili al loro passaggio, pronti a livellarsi per comprenderle insieme. Bisogna che funzioni l'insieme, che sia costruito in modo da far scorrere la linfa dentro elementi assemblati in modo compatibile. Ci sono delle amalgame possibili, altre meno. Tuttavia credo che potremmo provare. Forse nonostante la nostra evidente diversità siamo contenitori compatibili e potremo scrivere una storia come " flusso di coscienza" , ognuno la sua...e vediamo cosa  nascerà. Inizio? Io ho con me il mio bagaglio e vado a prendere il treno, parto per Bologna, anno 1972...ho vent'anni e la vita davanti. E voi, Cecilia ed Enrico...dove eravate a vent'anni? Se prendete anche voi il vostro treno per recarvi a quella meta...avremo contemporaneamente vent'anni in tre. Impossibile? Niente è impossibile!

 

 



IL VIAGGIO

 
(CE') Sì, facile per me parlare dei miei 20 anni, un po' meno, forse sviscerarli; ma sono con un piede ormai sul treno e felice di raggiungervi... Un treno che va a ritroso nel tempo e mi riporta all’agosto dei miei vent’anni e qualche mese: una vita davanti ma anche una dietro ormai vissuta, ormai andata. E davanti a me ci sei tu, coi capelli grigi che mentono i tuoi anni e non ti coprono la fronte come ricordavo, ma sono all’indietro come se un colpo di spazzola li avesse leccati in quel modo. Quasi non ti riconosco. No, non riesco a riconoscerti. Non voglio riconoscerti. Tutto si ferma: il tempo, il mio passo per salire quei pochi gradini, il mio sguardo, il fiato; il cuore.

La paura di entrare in quella stanza mi assale, mi terrorizza e ne resto fuori: con tutto il mio bagaglio, resto davanti a una porta che nuovamente si chiude, perdendo l’occasione per un saluto. C’è il sole: ovvio, è agosto ! Un sole caldo, luminoso, che avvolge ogni cosa come fosse un guanto. E l’aria è afosa come solo la Pianura Padana può. Mi siedo sui gradini e attendo. Ripenso al giorno prima. Ripenso alle cose che non ho fatto, alle parole che non ho detto, a quelle che non ho ascoltato. C’è un immenso spazio vuoto dove le immagini e i ricordi si sovrappongono per poi abbandonarmi come una cattedrale nel deserto, senza senso o identità.

Sono giorni frenetici, infiniti, che a volte vorresti solo silenzio, ma non puoi; altre volte vorresti qualcuno su cui appoggiarti, stanca ormai di quella lunga corsa, ma non c’è. Non c’è nessuno perché non sai chiedere, perché non sai nemmeno tu cosa chiedere, perché nessuno ti ha mai insegnato a chiedere. Nemmeno l’ascolto, nemmeno il silenzio. Nemmeno la presenza. Non sai. Non so. Guardo, osservo, ma non c’è comunicazione fra esterno ed interno. I muri sono troppo alti. Pareti precostruite, appunto. Nessun margine. Nessun dialogo. Solo pensieri che si susseguono irrimediabilmente, creando un vortice dentro di me.

Qualche giorno dopo. Sto andando verso Bologna. Non è distante, ma il viaggio sembra non finire mai. Bologna la dotta, la grassa e la rossa. Bologna è una grande città; l’unica con grandi palazzi, tribunali e una stazione che ha fatto storia, suo malgrado. L’unica con un inceneritore.

"Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli Col seno sul piano padano e il culo sui colli" Risuona nella mia mente una canzone. E ancora: "Perché a vent’anni è ancora tutto intero A vent’anni si è stupidi davvero Quante balle si ha in testa a quell’età" ..Le fa eco un’altra. Stesso autore, stessa età. Stesso viaggio. Guardo dai finestrini il paesaggio, come ho sempre fatto: da dietro un vetro tutto appare comunicante, continuativo nel suo scorrere veloce. L’orgoglio fa la sua parte e ci fa apparire piccolo il mondo intero. Occasioni perse, sfumate.

Non ho voluto salutarti quel giorno; non ho risposto al tuo saluto per stupido orgoglio. Salgo sul treno che mi riporta ai miei vent’anni per incontrare nuove idee, nuove persone; per ritrovare quella parte di me stessa rimasta ferma, prenderla per mano e accompagnarla nel viaggio. E ora che ho già un anno più di te, mi soffermo ad ascoltare il vento, a nutrirmi di colori; non per colmare un vuoto, ma perché da quel vuoto cerco di rinascere un po’ ogni giorno.

 

(MIL)Sto andando a Bologna. Non sono sola, eppure mi sento sola. Con me le mie due amiche, e con loro le madri. E' notte fonda. E' la prima volta che prendo il treno, ma fingo di conoscere l'ambiente (imparo presto io). Vorrei un bagaglio più pesante, come quello delle mie amiche. Farei volentieri la fatica di portarlo. Non so ancora la facoltà che sceglierò, ma tanto io non avrei dovuto nemmeno iscrivermi e salire su questo treno. Non è questo il mio posto. Ma amo studiare... io ho sete di sapere. ....Finalmente non vomiterò più, ora so che ce la farò. Questo lo so. In seguito mi spiegheranno che sono" border line"  perchè ho voglia di superare i confini! ...E' un termine sciocco, i miei confini sono il fosso di Caprara da un lato e Spoltore dall'altro. Un cerchio attorno a me di qualche chilometro...volerlo superare vuol dire essere "border line"? So che il mio cerchio continuerà a stringermi, a bloccarmi le gambe, ma almeno avrò l'illusione d'entrare nel mondo. Mi sento già meglio, anche più bella. A casa lascio poco di me, non mi conoscono, non sanno chi sono. Sanno solo quello che vogliono ch'io sia. Però porto con me molto...e quello che porto non è nella mia valigia. Per un istante m'appare il suo sorriso. Crede in me... ma io?

I piani del tempo si accavallano, ho vent'anni due volte su dimensioni diverse. Vent'anni, e questa volta forse m'amo. Sono un monile prezioso come ogni giovane che si struttura, ma intarsiata dalla vita, sto tornando indietro nel tempo con storie scritte addosso, come strade sottili percorse sulla pelle. Mi aspettano due incontri, li avrò quando saremo pronti, quando verrà il momento. Ma siamo tutti e tre in cammino . Ed è come se già ci fossimo incontrati. ..Ragazzi... dove siete arrivati? Io ho ancora graffi di rovi addosso, la mia terra si è vendicata del mio abbandono, non sa che tornerò quando sarà il tempo delle more. Mi aggiro tra le mura di Bologna...i manifesti sono " urla di carta sui muri"... le parole di Guccini esprimono quel che sento ... Ancora ho dentro il sussurro del vento, i silenzi, o le chiamate dei miei cari da oltre le colline. Ma queste carte mi parlano del resto del mondo, mi collegano al corso storico dell'umanità, mi immettono nel mio tempo. Già inizia il distacco. Nascondo dentro me la quiete dell'eternità del tempo.

(CE')

Questi sono i segni, segni del tempo che come acque fluiscono attraverso fessure e prendono la forma del contenitore, a volte scarpa troppo stretta che non contiene ma fa male. Siedo a gambe incrociate sotto a un melo…in realtà sono nella mia stanza, ma non fa niente: la fantasia, così come il pensiero, non ha limiti…

Non c’è tempo, né spazio. Lo spazio è ciò che permette al tempo di materializzarsi; lo spazio siamo noi. Immersi in un mondo fatto di cristallizzazioni del passato e alla ricerca continua dell’altro noi. Vasi comunicanti che trasfondono idee, emozioni, percezioni. Noi siamo il luogo in cui avvengono le manifestazioni: spazio e tempo; psiche e soma.

Solo un’ora di treno per Bologna, regionale; ma è sempre difficile partire e arrivare in quella stazione dove tutto quel rumore mi è rimasto dentro; tutti quei visi, quella polvere da non respirare nemmeno. Ho vent’anni, o poco meno; il boato mi rimbomba dentro, l’’onda d’urto rade al suolo le mie poche difese, lasciandomi a terra, senza più vita. Ho vent’anni e ti sto accompagnando in un viaggio senza fine dove ogni cosa sarà bruciata lasciando spazio solo ai ricordi e ai saluti non concessi; ai sensi di colpa.

Trattengo il respiro; salgo.

Scelgo sempre il posto vicino al finestrino; direzione di marcia (si sa mai !), lato campi: so essere abitudinaria a volte.

Ho vent’anni, o poco più e porto con me uno zainetto. Mi piaceva studiare ma non ho proseguito; parlo poco, mi nascondo dietro camice improbabili, invisibile anche a me stessa. Saprò essere all’altezza ? Come mi accoglieranno ? Cos’ho da offrire ai miei amici, solo le mie paure ? Non ho bisogno di una valigia; lo zainetto mi basta… ci son dentro le mie paure e le mie speranze, le mie delusioni e la mia maturità.

"A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non cambierò mai... mai ...
A modo mio quel che sono l’ho voluto io"

Mi piace viaggiare in treno. Chiudo gli occhi mi lascio trasportare. Il vociare non mi disturba; lo stridere del macchinario sulle rotaie nemmeno. Mi disturba però quella donna che da quando siamo partiti non fa altro che parlare a voce alta ! Nel sedile di fronte a me ! E non capisco nemmeno quel che dice ! Il mio sguardo inferocito la fulmina. Abbassa la voce. Ma solo per pochi minuti. Va beh, non fa niente… Torno a guardare i casolari che si rincorrono nei campi. Fra poco sarò a Bologna.

I nuovi incontri mi hanno sempre spaventata. Ma da un po’ di tempo a questa parte,meno. Da quando ho compreso che se ho paura che qualcosa accada, allora accade. Cristallizzazione delle idee, il passato in cui siamo costantemente immersi; come l’acqua, come la scarpa; a volte troppo stretta. Così sale la tensione, la osservo; in fondo è un punto di riferimento e sorrido di me stessa.

Sono a Bologna; stazione. Scendo. Rabbrividisco. M’incammino e imbocco via dell’Indipendenza, i portici, il teatro, la Cattedrale. Le torri laggiù, alla mia sinistra. Piazza del Nettuno con la sua fontana…Piazza Maggiore !

"Ho visto anche degli zingari felici
in piazza Maggiore a Ubriacarsi di luna,
di vendetta e di guerra".
Sì, Piazza Maggiore…..

Gente che va e viene, parlotta, si ferma per una foto, guarda incantata sotto il portico. E c’è gente seduta sulle scale della basilica, come sempre, qualcuno suona la chitarra, qualcun altro legge; qualcuno è semplicemente assorto. Mi siedo sulle scale del Santo Petronio e aspetto, assorta. Mi sembra di riconoscere qualcuno fra tutta questa gente.

O forse, più semplicemente, conosco un po' meglio me stessa.

Non sono credente, Dio mi perdoni; ma i luoghi di culto mi affascinano e attraggono come non poco. E’ un’attrazione fatale, una forza inspiegabile che ha qualcosa di … divino. Quindi entro in San Petronio come entrassi in biblioteca: in religioso silenzio. Mi siedo in una delle ultime file di banchi (giacché non sono credente) e resto lì, così, in adorante meditazione. Ho tante idee, ma anche nessuna; ho tanti progetti, ma anche niente. Soprattutto ho vent’anni … ma anche no. Non sono credente, ormai non credo più in niente. Forse smisi di credere a quattro anni, quando non mi presero il gelato giurato, dopo che per tutto il tratto Torino-Reggio me lo avevano promesso. Un modo per distrarmi dal mio dolore. O chissà … in fondo son molti i modi di distrarsi, di alienarsi. Ognuno ha il proprio. Per me sono stati i sogni, l’inventare storie e racconti, per un po’; poi è stata la musica … in fine ho dovuto fare i conti con me stessa. C’è chi si aliena con la pittura (vedi Van Gogh) e chi con lo studio e il sapere; chi con il lavoro e chi con l’isolamento. Chi con il bere e chi con il fumo; e chissà quanti ancora. Ho conosciuto varie persone più o meno alienate e una di queste parlava solo di sesso. Bella come distrazione ! Direte voi … Se non che, quando qualcosa o qualcuno diventa morboso e cerca di trascinarvi nella propria paranoia, non è più divertente. Questa amica tesseva la sua rete come un ragno e puntualmente qualcuno vi cadeva dentro. Si faceva "dei film", come si dice qua, e quando uno si fa dei film, qualcosa proprio non va.. Fortunatamente mi accorsi di quanto mi stesse usando per i propri scopi e chiusi l’amicizia. Già, "amicizia" … Ma l’amicizia, in fondo, cos’è ? Io non l’ho mai capito; o meglio, mi son spesso dovuta ricredere … io che non sono credente ! Dio mi perdoni ancora una volta.

Spero che Milvia ed Enrico me lo sappiano spiegare e dimostrare. E allora il mio zainetto sarà un po’ più leggero. Milvia ed Enrico: amici di un giorno, amici di sempre.. perché, in fondo, il tempo è relativo. A volte per realizzare idee, progetti e sogni si ha proprio bisogno di conoscere persone speciali; come loro. Esco. Non sono credente. Mi siedo nuovamente sui gradini ed attendo.

 

Mil

Io sono già a Bologna, da ieri sera. Questo è il mio primo giorno lontano da casa. Ho paura di perdermi senza i confini naturali a cui sono abituata. Ci sono strade e mura che mi paiono uguali, non come le colline e gli alberi che rendono i luoghi diversi. Ma Bologna è facile da capire, ha un cuore in due torri, e raggi di strade a raggiungere ovunque luoghi dove la gente cammina, fino alla periferia. Tutti sembrano sicuri e tranquilli. Mi fermano venditori vari e persone che chiedono soldi. Rido di me, mi dico che l'ho scritto in faccia che vengo dal paese. In questi secondi miei vent'anni però so muovermi meglio, anche se me la godo meno per aver perduto il senso della meraviglia. Sono sola, nessuno mi ferma, questa volta cammino conoscendo bene la strada.. Mi chiedo ancora se io stia facendo bene, un'ennesima volta. Io sono quel che sono per tutto il mio cammino, e non accettarlo è una specie di suicidio, non rifiuto niente...ma questa volta porto in viaggio soltanto una parte di me, ho scelto la migliore, la più promettente ...che altro dovevo fare?...- Accontentati di aver vissuto-, dico all''altra parte di me, implorando... E procedo monca, ben sapendo tuttavia che nei sotterranei sottili del mio corpo viaggerà insieme a me, clandestina.

Dicono che vent'anni sia un'età bellissima, lo pensavo anch'io prima di tornarci e ricordare. Vanno affiorando teneri approcci, non solo di corteggiatori. La gente tutta è gentile con chi è giovane, quasi sempre ha uno sguardo indulgente e affettoso nel guardarli. Pare veda in loro lo specchio di sè, l'immagine di quando era più bella. Questo rende la gioventù piacevole e orgogliosa...ma... Affiorano anche ferite inferte alle spalle, quando ancora non hai imparato a difenderti, ad apprezzarti tu stessa. Ai giovani serve il complimento come acqua sui fiori, altrimenti appassiscono al sole cocente d'estate. A volte invece ci si cammina sopra... e allora è il deserto. Io sono stata sia complimentata che calpestata... ora resta di me qualche ramo salvato per caso, che alla prima pioggia è rinvigorito e si è fatta pianta infestante.
Nessuno più mi tocchi...nessuno!

Enri

Finalmente sono arrivato a Bologna... in colpevole ritardo. Ho mangiato le lasagne e poi subito a letto... ho 20 anni ma sono stanco lo stesso. Le mie amiche sono già arrivate, domani ci vedremo. Ma dove? Non abbiamo ancora fissato. Devo chiamarle! Dove ci vediamo? Abbiamo un viaggio nel tempo da fare... non vedo l'ora di partire insieme a loro.

Ho sempre amato le idee perchè noi siamo solo tramite le idee. D'altronde è per questo che il nostro viaggio parte da Bologna... dove ho studiato, dove le mie idee hanno preso corpo insieme a quelle delle mie amiche.

A 20 anni una sola cosa importa: trasformare le proprie idee in realtà. Capire il mondo, controllarlo, crearne di nuovi. Forse il viaggio che sta per cominciare riguarda proprio questo... forse i miei 20 anni sono proprio questo.

E' ora di partire. Le idee ci aspettano, non facciamole attendere...

Ho come la sensazione di aver dimenticato qualcosa... non un'idea, le idee si incontrano per strada, non si dimenticano.

Mi sento incompleto ma forse sono solo giovane...

Non ha importanza. Io vivo nel futuro... nel futuro non si dimentica. Adesso devo dormire un po'. Domani Milvia e Cecilia mi aspettano.

Dormire... una parola! Domani comincia il viaggio nel tempo. Partiamo da questi 20 anni... per dove non lo so.

 

(MIL) Sono a piazza Maggiore... ho il fiato mozzo. Ci sono arrivata vagando sovrappensiero da via Zamboni, senza aspettarmi la visione di questo spazio che m'appare immenso ... Il gigante Nettuno si sorprende di me che m'incanto. Cammino leggera,senza provare fatica, immersa in un'atmosfera rarefatta. Ho la strana sensazione di essere invisibile agli altri, ma forse è solo perchè non conosco nessuno...in via Zanolin...nel convitto dove sono stata, lì forse troverò ancora qualche suora...ma io non le ricordo più... Ricordo gli incontri con le amiche, le discussioni...e quel prete con cui mi piaceva parlare, anche se non sono credente... andrò lì...il numero? Non importa saperlo, le gambe andranno da sole, oltre la stazioncina dismessa, sulla strada che poi porta alla facoltà di agraria o ai giardini Margherita...almeno mi pare...lì  dove voleva portarmi per forza quel tipo viscido che mi aveva abbordata . (disse all'amico...guardala..ha i capezzoli che le bucano la maglietta..e io mi sentii sporcata..ancora sporcata)
Passo davanti a un ristorantino con la vetrata sulla strada...qualcuno sta mangiando una lasagna e pare felice di farlo..potrebbe anche essere Enrico, ma io l'ho visto solo in foto e non saprei riconoscerlo, questo qui pare forse più giovane. Ha alzato per un attimo lo sguardo, incrocia il mio con un interrogativo dentro, poi si rituffa nel piatto. Come faremo a incontrarci? Cecilia la conosco, ma ora che aspetto avrà? Lo stesso? Mi sorprendo a dubitare anche della mia immagine, vorrei guardarmi in uno specchio, non riesco a scorgermi nelle vetrine.

Proseguo scendendo lungo via Zamboni, fino alla porta, poi giro cercando viale Zanolin...ecco il bar della stazioncina, ci venivamo spesso noi ragazze del convitto....rallento un po' intimorita... eccolo!... L'edificio è ben conservato, ma non c'è movimento, né luci accese, nè qualcuno che esca o che entri...non ho il coraggio di suonare, mi è impossibile farlo.

...Non posso! Torno indietro a passo accelerato, riattraverso porta Zamboni. Decido di andare verso la Montagnola...è lontano, ma ci sarà il mercato ancora, mi piace andare per mercati. Improvvisamente realizzo che sono qui da ieri sera...mi chiedo - dove ho dormito?- E' strano che io non abbia dormito, nè mangiato...eppure sto bene, io mi sento proprio bene. Le strade del centro sono più affollate di quelle di periferia...m'inquieta la gente !  le persone mi paiono quasi provenire da epoche diverse, non le trovo compatibili e amalgamate, si sommano ai miei occhi, ma in modo falso e apparente. Lo so che nelle grosse città si mescolano facilmente diversità di fisionomie, ...ma non noto solo differenze di questo tipo, io avverto diversi mondi, altri contesti ambientali, altri tempi...il tempo... Mi pare di ascoltare mamma dire....si cammina e si va lontano più con la testa che con le gambe! Era saggia mia madre, anzi più che saggia...era visionaria, aveva sensibilità estreme.

(ENRI’) Sono sazio... sazio ma pur sempre in ritardo. Mi avvio verso l'abazia di S. Petronio. Là ho appuntamento con le amiche se la memoria non mi inganna. Mi ha ingannato talmente tante volte... non so quanta fiducia meriti. Mi è sembrato di vedere Milvia... forse è stata solo un'illusione. A 20 anni ci si nutre di illusioni. Per le strade di Bologna ho la sensazione di essere tornato nuovamente studente... inconsciamente accelero il passo, come ai vecchi tempi... come se ci fosse un'aula che mi aspetta. Ho preso tutto, sono pronto... ho persino una cartina! Ma il nostro è un viaggio nel tempo, non nello spazio... cosa me ne faccio di una cartina? Servirà, servirà... devo fidarmi del mio istinto! Ho 20 anni!

(MIL) Di noi tre ventenni sono io la più matura e questo mi facilita la comprensione del nostro viaggio.., che non avverrà mai ...che è già iniziato. Non potremo mai viaggiare come previsto, noi tre camminiamo su rette parallele, separati all'infinito.Solo Internet ci ha uniti..solo un social network. Eppure già procediamo insieme comunicando quel poco che ci è concesso...noi abbiamo vestito la nostra idea con il sentimento della fiducia, perchè noi siamo amici. Virtualmente, ma siamo amici e ci fidiamo l'un l'altro. Abbiamo sovrapposto le nostre rette immaginando una possibilità di esplorazione comune nel tempo e nello spazio e, se c'è l'idea ... Enrico m'insegna che l'impossibile diventa possibile. Allora... cominciamo? La Montagnola può aspettare, io m'avvio all'appuntamento.

(ENRI’) Sono pronto! Possiamo partire! Cerco di farmi coraggio, lo so... non si è mai veramente pronti per un viaggio. Figurarsi per un viaggio nel tempo. A 20 anni oltretutto... Ho viaggiato tanto nello spazio, mai nel tempo. Sarò all'altezza? Sono insicuro, la mia esperienza non servirà. La mia cartina non servirà! Ma come? L'ho appena comprata! Proprio per questo non servirà! Questo vuol dire però che scoprirò qualcosa di davvero nuovo! Sono davvero contento! Perchè nasconderlo... E' incoscienza? Forse... ma cosa importa! Cammino di fretta tra la gente. Non pensavo ci fosse tutta questa vita a Bologna un qualunque sera. Con questo tempo uggioso poi! Non me la ricordavo così... non so, forse solo una sensazione. Forse stanno viaggiando anche loro nel tempo e nello spazio. Forse... ma non credo lo sappiano. No, non ne sono consapevoli come me! Forse... Quando tornerò voglio raccontare a tutti il mio viaggio. Voglio che tutti mi ascoltino e che ripartano insieme a me verso una nuova meta, verso una nuova consapevolezza. Non solo il buio e la nebbia... ora anche il vento. Buon segno! Forse domani il tempo cambierà! Quale miglior presagio per una viaggio nel tempo? Eccole!! Davanti a S. Petronio! Ciao Milvia!! Ciao Cecilia!!

(CE’) Ora vi vedo; vi riconosco ! L'atmosfera sembra più rarefatta, la luce come in una vecchia foto a colori degli anni settanta. Tutto è più sottile, eterico; tutto è inspiegabile...solo percepibile (mi han sempre detto di fidarmi delle mie percezioni: ora sto iniziando a farlo). E' un invito al viaggio che non posso eludere perché fa già parte di me, perché sono già in viaggio … forse sono io stessa il viaggio, ognuno di noi è un viaggio. Vasi comunicanti che anche nella differenza di esperienze travasano informazioni e sensazioni; vasi comunicanti che pur nella lontananza trasudano attenzione e comunicabilità. Ed è un viaggio che scorre tra i capillari, quelli che trova liberi, aperti, disponibili. Anche se con idee differenti o contrarie comunichiamo ed è questo il principio e la sostanza del nostro viaggio. Ben ritrovati amici …!

(MIL) Il battito del mio cuore pare impazzito...ecco Cecilia seduta sui gradini della cattedrale di S.Petronio, sento il suo sguardo, mi ha scorta...non posso tornare indietro..mio Dio ...che aspetto ho? Se solo m'avessero conosciuta cinque...sei anni fa...allora avevo un aspetto più gradevole e la gente era ben disposta verso di me guardando il mio viso...ma ora...ora...questi anni stanno facendo la differenza...però Cecilia dice sempre che devo piacere a me stessa, non agli altri.. Bella consolazione! Io non mi piaccio, ho bisogno di conferme, anche se so conquistarmi le mie conferme...ma se non arrivano ...se non arrivano allora mi sento ingoiare dalle sabbie mobili. Enrico deve essere quel giovane che ora le sta andando incontro a passo svelto...lui è lo scienziato del trio, in chat mi spiega tutto, ascolta le mie domande e poi razionalmente spiega...e non sa che allora mi sembra quasi di essere una scolaretta che si affaccia alla vita... che ho molto meno di questi miei secondi vent'anni. Fuggo? No... non voglio fuggire...è troppo bella questa "cosa" che vogliamo fare... Cosa è un termine che non amo usare quando scrivo...significa tutto e niente... come questo viaggio...per questo è così  giusto ora  dire"cosa"... perchè tutto è possibile che accada. Accelero il passo che entra in sintonia con il pulsare del mio cuore ..li chiamo con il pensiero...- .Cecilia...Enrico... aspettatemi...ci sono anch'io...vengo ...vengo! Come avessero ascoltato mi vengono ora incontro, non ci diciamo niente..ridiamo soltanto.



(CE’-ENRI’-MIL) (estratto da una chat comune)

Ho sognato, ma non ricordo cosa. Chissà, forse il ricordo riaffiorerà: i sogni sono così e a volte li ricordi, a volte no; altre volte ti vengono in mente dopo qualche giorno, oppure mai. Ma questo riaffiorerà! Allora faremo attenzione. E’ stato un sogno molto importante! Un pò tutti i sogni sono importanti; poi, qualcuno più, qualcuno meno Ma questo molto più di quanto si possa immaginare. E' preziosissimo. Abbiamo fatto lo stesso sogno ? Forse… A volte succede; due vite possono incrociarsi nella realtà, nel sogno e chissà in quante altre dimensioni. Nel tempo...e senza tanti ritardi: al momento opportuno. Perché il tempo è una di queste dimensioni e il sogno fatto...forse non era un sogno. Il tempo è maturo...

 

(MIL) Eccoci! Finalmente ci stiamo incontrando! Non è questo l'inizio del nostro viaggio, ma è la prima tappa, abbiamo già dimostrato che si può viaggiare nello spazio in un tempo modificabile secondo i nostri desideri... questo lo possiamo ormai affermare...ma nel tempo? Noi siamo tornati ai nostri vent'anni e riuscirci potrebbe essere considerato un buon risultato...ma labile... indefinito. Non sappiamo nemmeno noi come ci siamo riusciti... e se fosse un'illusione? Un peccato di hybris? Bisognerà fare molta strada insieme prima di venirne a capo.

...Ma che m'accade? Un vortice ( ah..questa giornata ventosa! )... mi risucchia indietro. Attraverso all'incontrario di nuovo via Zamboni..viale Zanolin...il treno... le coltivazioni di frutta in riga... ecco il mare..il mio mare... E gli anni mi tornano tutti addosso. Sono di nuovo qui, davanti alla mia tastiera, a scrivere una storia in cui credevo e che solo per un attimo mi ha vista traballare...soltanto un po' d'incertezza...un dubbio. E' stata la paura dell'incontro a generare il vortice, a mangiarsi tutto...e ora il mio viaggio? ......il mio viaggio? Inizio di nuovo a scriverlo... io parto di nuovo...aspettatemi! Cecilia ed Enrico...vi prego aspettatemi! Voglio venire anch'io. Io voglio partire.

 

(MILENRICE)(estratto da una chat comune)

Partire per un viaggio.

Il tempo è maturo per cominciarne uno. Per fare un viaggio bisogna trovare la porta, una chiave..e oplà!

Una volta ho fatto un sogno, ma non era un sogno, era una visione, un sogno ad occhi aperti: io sogno sempre...anche adesso. C'era una botola ed oltre la botola c’era un tesoro che splendeva, ma non trovavo la chiave; poi mi sono accorta che non serviva la chiave perchè la botola in realtà non c'era. Ma il tesoro era la botola o ciò che essa nascondeva? Forse entrambe le cose.. C'è chiave e chiave e porta e porta. Si può sbagliare e dopo.... son cavoli amari, ma il tesoro forse sta nell'oltrepassare il presente e la superficie e l'apparenza, quindi nell'aprire la botola; aprendo la botola apriamo noi stessi, liberiamo la nostra parte vera. Botole o porte o chiavi sono nella nostra mente; limiti e paure e chissà cos'altro !

Mi rilasso pensando al viaggio... ma come si fa a partire? Sto pensando come e dove iniziamo il viaggio e cerco degli imput scientifici sui quali poi lavorare di fantasia;l'unica cosa razionale che mi viene in mente è una completa libertà di movimento, spiegabile solo alla fine..o anche no. Credo che il viaggio comincerà in modo assolutamente naturale (che non significa in modo reale) perché non so quali nozioni ci servono. Ognuno sceglierà la sua meta..poi vediamo cosa nasce.

Il viaggio nel tempo deve riflettere un desiderio; potremmo anche non dirlo; La prima cosa che noi facciamo, una volta venuti al mondo, una volta sperimentato lo scorrere del tempo, è desiderare. Più che desiderare è un bisogno. Il bimbo strilla perché ha l'impulso della fame Il desiderio può essere così forte da distorcere lo spazio tempo... ma non sappiamo ancora il perchè. Distorce anche la nostra visione delle cose; ciò che desideriamo è cosa preziosa per noi, ma forse non per un altro; intanto il desiderio ci fa visualizzare il nostro oggetto. Se desideriamo vedere come si vive in un'epoca...noi vediamo l'epoca: il desiderio sta al pensiero come la massa sta al corpo, la forma alla materia. Lo scienziato ha scoperto come modellare la materia facendo leva sulla forma, sul desiderare. Abbiamo scoperto che il desiderio ed il bisogno deformano lo spazio tempo, ma non riusciamo ancora a capire il come. Abbiamo affinità nel desiderare, siamo compatibili, siamo vasi comunicanti quindi ci proviamo a capire. Il viaggio nel tempo è la manifestazione fisica del viaggio nel desiderio; ma riusciremo a capire alla fine come ciò avviene? Come opera il desiderio? E' decisamente più facile capire come la massa deforma lo spazio. Il desiderio opera come il cervello sul corpo, fa muovere passi, guardare. In questo caso, però, nel caso del viaggio nel tempo, noi vogliamo muovere le masse esterne a noi, quindi dobbiamo contattare il cervello dell'universo, comunicare con lui per muovere i paesaggi. Come la massa deforma lo spazio, questo però non lo sappiamo. Noi sappiamo che il desiderio deforma lo spazio tempo, ma non sappiamo ancora per bene come; l'unico modo per capire è viaggiare all'interno del tempo: chissà se alla fine comprenderemo il segreto dietro al desiderio. Allora cambia un po' tutto e ci serve un mezzo per viaggiare nel tempo. Questo mezzo è il desiderio stesso... Così come alla massa non serve un mezzo per deformare lo spazio. In fondo lo stiamo già facendo: se ci siamo incontrati è perché lo abbiamo voluto, desiderato. E mentre stiamo alla finestra, ci siamo incontrati a Bologna. Sembra solo immaginazione ma non lo è; noi davvero abbiamo deciso di vederci a S.Petronio. Siamo incerti su come sia potuto succedere, ma sappiamo che è stato il desiderio a portarci là … non sappiamo come. E ci siamo visti con le nostre storie, anche con la nostra bugia che ci fa immaginare di avere vent'anni. L'unico modo che abbiamo per capire è viaggiare nel tempo; vedere dove ci porta il viaggio: alla fine capiremo come il desiderio agisce sul tempo e sulle nostre vite. E gli anni ce li diamo noi, non il tempo. Possiamo contare solamente su noi stessi. Le altre persone non hanno idea di cosa abbiamo scoperto. Forse quello che scopriremo, un giorno, al nostro ritorno, potrà essere utile anche per loro.

Quando sono felice io non penso a mangiare ...sono guià sazia...e per me la felicità è legata alla curiosità e alla creatività. La felicità equivale alla possibilità di manifestare la propria creatività: è un atto felice. La felicità è questo per me; questa è la realizzazione massima del proprio io: non può che essere così. Anche quando creiamo cose tristi l'atto creativo è in sé felice, è nascita, è ottimismo, fiducia. Die Freude am Denken: la gioia del pensiero. I nostri discorsi sono circolari, hanno dei ritorni ogni tanto, dei nodi: dobbiamo risolverli prima che vengano al pettine e si spezzino. I nodi non vedono l'ora che noi arriviamo a scioglierli; li salviamo dal loro orribile destino dando loro un'altra possibilità. Ci vuole delicatezza però e calma e tempo per scioglierli. La storia dei nodi è intricata, un intreccio terribile; a volte a lieto fine, a volte no. Salviamo i nodi prima che arrivi il pettine...

 

(MIL) Eccomi di nuovo in cammino... mi sposto velocemente, già sono oltre il bivio, oltre Spoltore. Ecco Silvi... Cecì...sono a Silvi! E se provassimo un primo tentativo di viaggio nel tempo? Di poco, appena un mese... torniamo a un mese fa...quando tu, cara Cecilia sei venuta a Silvi...racconta a Enrico di quando ci siamo incontrati ...io..tu... i nostri cari... Portalo qui...raggiungetemi voi...coraggio! Io vi aspetto sotto la torre di Cerrano, è una bellissima giornata luminosa di quasi autunno, il sole è meno caldo di un mese fa, ma il tramonto...oh..il tramonto fa dormire la Bella Addormentata su un letto di fuoco! Racconta tu ad Enrico di cosa sto parlando...presentale la Bella Addormentata. Ora sarò io ad aspettarvi, ormai calma e tranquilla, Bologna ci ha già visti tutti e tre, è tempo di lasciarla alle spalle... torniamo ad agosto, in un altro spazio... venite!

(CE) Arrivo in volo; plano pian piano sfiorando il Corno Grande; Campo Imperatore: Immenso ! Sembra di essere … non lo so, non ci sono parole per descriverlo ! E’ pianeggiante ma circondato dalle alte vette; e pascoli di mucche e cavalli e pecore: loro sono gli abitanti di questo paradiso, loro i padroni. Sì, ecco, un Paradiso, ma questa volta con la lettera maiuscola. Boschi di querce ricoprono i fianchi di queste montagne e vallate e colline. Vien voglia di lasciarsi andare, di abbandonarsi rotolando e facendo capriole come da bambini. Vien voglia di arrendersi, supini, a guardare silenziosamente il cielo che, attraversato da nuvole capricciose, rivela la sua limpidezza e la sua infinità. Mi sollevo e guardo. Di fronte a me le montagne assumono forme umane. Siedo a gambe incrociate sotto un ulivo ed osservo come la natura giochi costantemente con la nostra mente sorrette entrambe da un dialogo di fantasie. E allora lascio che il ricordo affiori, pian piano e sento le parole che descrivono le montagne paragonandole alla donna dormiente: il viso, col naso e il mento, il petto col seno e la mano appoggiata come ad ascoltare il proprio respiro nel sonno. Non ci sono altre parole; solo l’ascolto dei suoni … Riprendo il volo; la Torre di Cerrano è verso est, sulla spiaggia della omonima riserva naturale. La montagna si fa collina; la collina pianura ed è subito mare. E’ veloce il passaggio, ma pieno di ricordi e sensazioni che mi vivono dentro. Lascio impronte sulla sabbia, più o meno profonde e il mio passo è lento. Mi bagno nel mare; guardo i gabbiani: uno è appollaiato su di un cartello con la scritta "Limite balneabile"; l’altro sotto, che si lascia galleggiare e trasportare dalle onde. La Torre di Cerrano svetta solitaria sulla spiaggia, circondata da un ciuffo di pini marittimi; è un punto fermo davanti ai miei occhi che ad ogni passo pare si avvicini. O mi avvicino io: non importa, ciò che conta è il viaggio per raggiungerla … Una figura esile e tremante brilla di gioia alla base delle imponenti mura. Stringo la mano di Enrico e ci avviamo verso di lei, verso Milvia. La musica delle arpe ci accompagna.

(MIL) Eccoci insieme, accovacciati davanti al mare...ed io penso alle porte che aprono i confini del tempo. Il mare! Il mare non credo sia una porta d'ingresso, ma qui tutto inizia e tutto ha fine.

D'OBLIO

Sorpresa lieta è riuscire a vedere
 le strane strade fatte dalla sabbia,
 e la rabbia ci scivola disciolta,
in quelle calde sere d'ozio,
che tutto annebbia e tutto ingabbia.
Mare quasi una favola.
Liscio come una tavola.

Degli interni paesaggi rovesciati
guardo il segno e la vita rubo e prendo,
serbando la sua immagine raccolta negli occhi.
Ma baciati dall'onda, che li bagna e va morendo,
lascio i calchi ingannevoli,
fermi e pure mutevoli.

Io, su strade di sabbia, vado al mare,
che d'amare mi parla ...come un dio,
che ha parole d'amore. E più d'oblio.
( MIL)

Il mare è la porta dell'origine, della fonte della vita. Il mare è l'oblio del passato, è il ritorno, è l'approdo. Per non far prosciugare una goccia, bisogna versarla al mare... così comprese Siddharta... Così ti scrissi, e tu Enrico m'hai risposto .... "ma una sola fa traboccare il vaso... una sola viene ricordata...la goccia che per prima esce dal vaso è come colui che per primo esce dal pozzo... e vede finalmente il cielo azzurro. -Cos'è più importante che solo la goccia veda o che tutto il mare rispecchi l'azzurro?" -"L'importante è quella goccia che per prima riesce a vedere, sono dalla parte della goccia.Che fantastica storia la vita di quella goccia! Forse vanno di pari passo,la goccia e il mare.Il mare è una grande goccia e la goccia è un grande mare. Forse la goccia è felice proprio perché è riuscita a vedere questo...che fa parte del mare ...che ha in sé il mare ..il cielo..il tutto. "La goccia è l'individuo... il mare la massa" "...l'universo e la parte...gira e rigira sempre lì...sempre lì ...e tutto nel tempo, dentro lo scorrere o meno del tempo...IL SIGNOR TEMPO! Ma le porte...le porte... esistono le porte? A me pare di averne trovate alcune, nei quadri ( Cecilia..il tuo acquerello di questa torre in un giorno caldo d'agosto...cos'è se non una porta?)... nei libri ( non sono porte che conducono a mondi sconosciuti?)....nella musica... ( la chiave di violino...nel nome suo c'è già questo senso)... Ma sono delusa, è tutto banale! Queste sono porte alla "portata" di tutti,mentre io immaginavo sentieri magici, avventure fantastiche e misteriose... Voglio un po' di sogno... di sogno. Però questo mare che abbiamo di fronte è bello più di un sogno.

(CE) Sì, è proprio bello questo mare; un mare di idee, un mare di pensieri, un mare di opportunità; un mare di tranquillità. Però ora sono stanca, molto stanca. Il viaggio è stato lungo e impegnativo … almeno per me. Credo che mi fermerò qui, ad ascoltare, guardare, a lasciare che tutto scorra secondo i propri tempi e i propri spazi. Secondo i propri desideri. Ho bisogno di tempi e spazi anch’io. A volte occorre trovare del coraggio per arrendersi: io mi arrendo. Sarà il freddo che sale dalla terra, sarà l’età; sarà che conosco i miei desideri e so che vengono da dentro e dentro ritornano. Sarà che non ho più voglia di combattere le guerre di altri; non ho più voglia di guerre. Sì, questo mare è bello; più di un fa diesis, più di un pezzo di pane, più di un sogno. Questo mare è bello come una farfalla in volo e se è calmo, è bello come una farfalla appoggiata su un fiore. Ma avete mai notato una farfalla appoggiata su un fiore ? Ferma, immobile; o almeno sembra. Tutto è un po’ così "o almeno sembra". Anche i sogni, anche i viaggi; quelli che ci portano lontano e quelli che ci tengono vicini. Quelli che ci portiamo dentro. Perché "siamo un po’ così" anche noi, con il grande desiderio di emanciparci, di allontanarci da ciò che ci duole, di tagliare i ponti … per poi tornare a ricercare le nostre radici. Questo mare è bello come un piatto di minestra, come una finestra che si apre su un cortile poi a sera si chiude; questo mare è bello come ognuno di noi che guardiamo con occhi meravigliati una bellezza che si specchia nei nostri vent’anni. Perché a vent’anni è tutto, chi lo sa.

 

(ENRI’) Finalmente incontro Milvia e Cecilia a S. Petronio! Finalmente le mie amiche! Un abbraccio, un bacio… ritrovare le persone che conosci da sempre… ora sono più sicuro, ora mi sento più tranquillo. Abbiamo viaggiato tanto per arrivare fin qui… abbiamo attraversato tanto spazio e tanto tempo. Siamo stanchi… non importa! Il desiderio ci ha fatto viaggiare nello spazio-tempo, come trottole impazzite… alla fine siamo riusciti ad incontrarci a Bologna… alla fine siamo riusciti ad incontrarci a 20 anni. Forse proprio perché lo desideravamo… proprio perché Bologna è stata importante per noi, proprio perché i 20 anni erano importanti per noi. Sono fiero di noi! Ho portato tutto quello che mi serve… i calcoli tornano. E’ il desiderio che ci muove attraverso lo spazio ed il tempo… non so il perché tuttavia, non so il come, non so come tornare indietro, non so se voglio tornare indietro. Avevamo desiderato, ci eravamo persi nello spazio tempo… l’unico modo per capire come uscirne era ritrovarci e proseguire insieme il nostro cammino. Questo è l’unico modo per capire cosa desideriamo, per capire dove stiamo andando, per capire la verità. Ci riusciremo? Non so… andiamo adesso!! Ci penseremo durante il viaggio… Sarà il viaggio stesso ad indicarci la soluzione. Dobbiamo avere fiducia! Il viaggio stesso ci permetterà di capire come il desiderio deforma il tessuto dello spazio e del tempo… come deforma la nostra vita. La nostra esperienza ci aiuterà? Ci aiuteranno lo spazio ed il tempo già percorsi fino ad ora prima di incontrarci finalmente a Bologna? Credo di sì… abbiamo viaggiato fin qui spinti dal desiderio… questo ci aiuterà a capire. Il desiderio ci aiuterà a capire. Capire come il desiderio influenza lo spazio-tempo, come il desiderio influenza la nostra volontà, come il desiderio influenza la nostra vita… da dove cominciare? Dal desiderio ovviamente. Mi ricordo quando studiavo… il modo migliore per capire come funziona un sistema è sollecitarlo nel modo più intenso possibile… quasi fino a romperlo se possibile. Questo ci fornirà magicamente il maggior numero di informazioni possibili… Quando ancora studiavo? Ho forse mai smesso? Smetterò forse? E allora desideriamo! Desideriamo!! Il resto verrà… il più naturale dei desideri… rendere immortali le proprie idee e con esse i propri nomi… peccare di hybris… peccare di libertà… Lo sapevo… lo sapevo!! Qualcosa ci ha catapultato in un mondo dove la nostra libertà non è apprezzata… in un tempo in cui la nostra libertà è invidiata… siamo liberi di desiderare, siamo liberi di pensare… siamo invidiati, additati… dove siamo? Quando siamo? Non so… a noi scoprirlo. Il desiderio ci ha portati in un tempo ed in uno spazio in cui quel che noi desideriamo è assente, proibito…in cui quel che noi pensiamo è vietato, bollato… in cui la libertà è solo un sogno. Forse un desiderio ci spinge proprio là dove quel desiderio è assente… forse un’idea ci porta proprio là dove quell’idea è odiata… Come il vuoto attira il pieno, come il negativo attira il positivo… come una specie di principio di equità cosmica… forse comincia a capire. Vedremo… prima cerchiamo di intuire dove siamo… solo a quel punto potrò avere conferma delle mie idee… almeno per ora. Già… dove siamo? Tuttavia solo quando usciremo da questo spazio e da questo tempo, solo quando viaggeremo ancora, potremo capire se è davvero così… se è sempre così. Vedremo dove ci porteranno i desideri e le idee.

(CE’) Dove siamo … ? Forse siamo in una palude, dove avanzare risulta terribilmente faticoso; dove ad ogni passo sembra che i tentacoli di qualche strano mostro ti portino già, verso il basso, all’interno delle sue fauci. E l’umidità, mescolata all’odore di zolfo che sale dagli inferi, ti toglie il respiro e ogni rumore è un probabile nemico. Forse ci troviamo in un incubo, il peggiore dei nostri sogni. O forse …

"La rabbia è una forma di energia", mi è stato detto; "così come la paura, l’invidia e ogni altra emozione: siamo noi che decidiamo come incanalare queste forme di energia, dando loro un nome". L’energia non ha confini, non ha limiti. L’energia, quella pura, è tempo e non tempo, è spazio e non spazio; è materia e non materia. L’energia viaggia, si muove, si ferma pur mantenendo movimento; vortica, sprizza, schizza, esplode, implode. L’energia è tutto e niente; materia e antimateria; è una cosa e il suo esatto contrario. L’energia corre lungo tunnel di spazio e di tempo pur restando nel qui ed ora. L’energia vive di vita propria, ma anche di vita altrui; vive e non vive. L’energia è la nostra rabbia, il nostro amore, la nostra paura, la nostra invidia … i nostri desideri. Il desiderio è energia, dunque ? L’energia è desiderio. È quell’attimo infinitesimale fra la veglia e il sonno, fra la vita e la morte. Quell’attimo del quale tanto desideriamo essere testimoni ma che ci sfugge. E allora, forse, l’unico modo per viverlo, è lasciarsi andare, lasciarsi vivere. Forse. L’energia non ha nome né forma. Per questo assume qualunque nome, qualsiasi forma, in qualsiasi tempo. I confini si dilatano fino a scomparire; tempo e non tempo coincidono, spazio e non spazio sono un unico punto fino ad annullare quel punto. Stringo le vostre mani amici; penso a ciò che desidero e lascio che questo desiderio segua la propria strada;un piccolo cerchio: forma bidimensionale. Formiamo un piccolo cerchio stringendoci per mano e riempiamolo coi nostri sogni, coi nostri desideri; con la nostra energia; fino a formare una sfera: forma tridimensionale. Diamole vita e viaggeremo nello spazio-tempo: dimensione sincronica. Così i sogni e i desideri non saranno più solo nella nostra mente ma avranno una loro forma, un loro tempo, un loro spazio … e anche l’esatto contrario. Ora siamo in volo, in cammino. Ci stiamo muovendo lungo una linea circolare spiralica. Siamo in viaggio in un tempo che non ha tempo e in uno spazio che non ha spazio, dove parole, giudizi e pregiudizi, dove categorie, etichette e invidie non hanno più ragione d’essere. In questo viaggio noi siamo tutto e lil contrario di tutto; noi siamo il viaggio. E in un susseguirsi cadenzato, rivediamo volti, immagini, luoghi noti , desiderati e sconosciuti. Riviviamo sensazioni e tempi. Possiamo andare oltre. Vite passate, future; mondi lontani. Presente. Dimensione sincronica. Forme di vita si affacciano al nostro finestrino di viaggiatori; strane forme di vita. Mi piacerebbe conoscerle; vorrei conoscerle. Ecco il mio desiderio. Che gioia infinita che mi dà questa scoperta, questa conquista di me ! Una gioia che è energia, che è mezzo e anche carburante di questo viaggio. Siedo nuovamente a gambe incrociate e vi ascolto, Amici miei, miei compagni di viaggio.

(MIL) Parliamoci chiaro ragazzi...c'è viaggio e viaggio, e ci sono modi diversi di viaggiare. Non illudiamoci, il percorso che è possibile fare nel tempo non somiglia a quello che si fa nello spazio. Almeno fino ad oggi. Nello spazio si viaggia fisicamente, attraverso il nostro corpo e con mezzi adatti che hanno una struttura conosciuta. In cielo si va con gli aerei ( anche aerostati o missili se vogliamo)... in mare con le navi ( includiamo in questa categoria pedalò, canoe, navi da immersione ecc)...in terra abbiamo bisogno di ruote (due o tre o tantissime che siano ), o di guide di acciaio. Anche se c'è un viaggio che ognuno di noi fa due volte nella sua vita e di cui non si sa niente, non è possibile esserne consapevoli e potremmo ipotizzare che avvenga fisicamente nel tempo. Parlo della vita e della morte, qualcuno crede nella reincarnazione e sarebbe come credere a uno spostamenro nel tempo. Ma noi non possiamo tenerne conto, noi già siamo nati e vogliamo vivere...a lungo e felicemente. Allora? Cosa voglio dire? Allora io credo che siamo sulla buona strada perchè cerchiamo alternative, perchè non possiamo che fare questo, andare oltre una visione logica e razionale, ma rigida e chiusa. Il nostro Albert arrivò a concepire la relatività perchè era un sognatore, un visionario... ecco noi dobbiamo avere visioni. Anche senza essere geni..e poi cos'è un genio? Ricordi Enrico quando discutevamo della teoria delle stringhe..delle undici dimensioni scoperte finora? ( almeno io questo avevo letto, ma tu ne sai molto di più) Ecco noi siamo dentro una sfera, punti immersi nel tutto, non accontentiamoci di guardare una retta da percorrere, ma gl'infiniti raggi che partono dal suo cuore e al suo cuore tornano dalla superficie raggiunta. Un raggio..di sole..di luna...di un'idea! Una scia sottile e bianca sul mare che va verso l'orizzonte. Un pensiero che da una siepe arriva all'infinito. O un dolore da attraversare, una gioia da vivere, una scoperta, un'amicizia.. Ed ecco che il viaggio non è schiacciato a terra, non è un cartoon, ma si gonfia e prende vita a tutto tondo. E lì dentro, nel nostro viaggio c'è anche il tempo, e noi ci entriamo dentro.

O un sogno..sì, ecco un sogno, lì dove il tempo danza e mischia le sue carte dando agli avvenimenti un altro ordine, un ordine che segue la via delle emozioni, ..la via che è l'unica, irripetibile per ognuno di noi, fatta di esperienze, ma anche di amori, di gioie, di sofferenze, speranze...desideri. Cè... facciamo il nostro piccolo cerchio...hai ragione tu... uniamo le nostre vie in un unico sentiero comunicante

Abbiamo il nostro cerchio...comunichiamo. Ma che sia un cerchio elastico, non chiuso, che raccolga e accolga la vita tutta intera...la vita! Io ho un segreto. Non vi ho detto che ho già fatto esperienza di viaggio nel tempo. In realtà più che viaggiare, il mio tempo io so fermarlo, quindi quando torna a muoversi, mi ritrovo catapultata in un'epoca futura, saltandone le tappe intermedie. E per questo so cosa significa essere proiettati non solo altrove, ma anche in un altro tempo. Mi è sempre capitato di restare sospesa, di sentirmi oltre il tempo, per momenti di durata indefinibile, fino a che poi finalmente un richiamo, uno stimolo mi riacchiappava l'anima e il corpo per agganciarli nuovamente allo scorrere normale e banale delle ore. Sommando le mie pause, gli attimi in stand-by, potrei aver dormito cent'anni... come la Bella Addormetata nel bosco. Dentro un magnifico e misterioso bosco. Ma non è questo il mio segreto ...il mio segreto riguarda la vita e la morte. Vi ho detto che per me morire potrebbe essere una porta oltrepassata verso un altro tempo... ebbene...io sto morendo. Direte..tutti stiamo morendo, ma io procedo più velocemente. Sono malata, ho ancora poco tempo...di questo mio tempo. Quindi, ora che lo sapete, aiutatemi ad usare questo dono che ho, perchè vi parrà strano, ma per me è un dono che mi porta a godere più a fondo ogni momento ...tutti i momenti che potrò ancora avere. Forse questa mia consapevolezza del finire potrà tornarci utile, forse niente accade per caso e doveva accadere tutto come sta accadendo. Una porta...un ingresso o un'uscita? Noi sapremo trovarla.

(CE’) È un dono, sì. Un dono se lo si vive come tale. Un dono saper assaporare quell’ultimo tratto di corridoio che ti separa dalla stanza in qui eri, da un mondo nuovo, sconosciuto. Oppure familiare. Un mondo nuovo o un non mondo. Qualcosa che molti esorcizzano… Sei un dono per noi, cara amica. Ognuno di noi è un dono. Si dice: "il maestro accompagna fino alla porta, ma è l’allievo a dover varcare la soglia". Ecco, non sono una maestra ma so come arrivare alla porta e oltrepassarla, anche solo per un breve attimo. Ora so anche con che mezzi e con che cosa voglio arrivarci. Ora so tante più cose. Ma anche niente. Sono distesa e posso solo vedere il soffitto o il cielo. Tutto è concentrato in quel punto infinitesimale (come prima) in cui veglia e sonno, vita e morte, arrivano a coincidere. Sembra un tunnel, dove le pareti stringono, ma ti aggrappi e concentri su quell’unico punto che forse fa parte del tunnel stesso, oppure ne è la fine o l’inizio; dove il tempo corre più veloce del tuo respiro che, pian piano diventa sempre più fioco. E poi … ? E poi lo osservi, lo ascolti quel respiro che ormai non ti appartiene più e ritrovi anche lì quell’attimo infinitesimale dove tutto cambia. In un respiro, il passaggio fra inspirazione ed espirazione; fra il portare dentro e il lasciare andare. Fra la vita e la morte, fra la veglia e il sonno. Lascio andare perchè decido di lasciare andare, perché per la prima volta nella mia vita sono cosciente e nulla può più spaventarmi: in questo c’è una bella differenza. Ho colto quell’attimo, forse fuggente, carpe diem, ed ora fa parte di me. Ve lo dono. Mi piace guardare e fotografare gli alberi; vedere i rami che si stagliano nel cielo e dai quei rami filtrare la luce dell’ignoto o forse di qualcosa che conosciamo bene ma di cui non vogliamo parlare. Mi piace fotografarli e sentirmi come loro, quasi empaticamente , un albero, anch’io. Perché una foresta, un bosco, è un organismo vivente.

(MIL)

Una porta nel tempo...un buco...il segreto del movimento è tutto lì, nei buchi. Buchi sono i nostri occhi per vedere, le orecchie per ascoltare... e la bocca e tutto ciò che ci permette di avere funzioni vitali. La vita entra attraverso buchi... Enrico ride- Viviamo in una gruviera!- Ridiamo insieme io, lui e Cecilia. -Però...però...- insisto- davvero ovunque ricorrono buchi, fori e passaggi verso qualcosa...ma nel tempo?Dove sono i buchi?- Ed Enrico ... -sia nel tempo che nello spazio... che poi sono la stessa cosa...- - ... il tempo e lo spazio non sono solo delle coordinate? Qui ci serve il tuo aiuto, Enrì... - Sì, per muoversi sopra lo stesso oggetto...- - Le maglie del tempo dove si allentano? Se il tempo lo immaginiamo come una griglia ondulata...- - dove c'è poca materia si allentano...e dove c'è poco desiderio...- Mi pare una spiegazione psicologica, non scientifica.. - ...gli spazi ...i buchi...quali sono?- - I buchi si trovano dove c'è tanta massa e tanta energia...- - I buchi neri? Praticamente i buchi neri sono più chiusi della materia stessa- -Quelli sono un tipo di buchi...- -Quindi non sono aperture, ma vortici che risucchiano...e gli altri...quali sono? - Non sono altro che tanta materia addensata...ci sono i buchi bianchi... e i tunnel...possiamo viaggiare nel tempo e nello spazio... ce n'è per tutti i gusti... buchi sotterranei...basta che tu abbia energia a sufficienza... - Ad avercela!- - E' peggio non avercela... chi contrasta poi l'aumentare dell'entropia? Senza energia non siamo nulla...non siamo altro che energia... - Sì...ma come si fa ad incalanarla?- -Per quello servono le idee... - -Forse il viaggo nel tempo è un viaggio interiore. Ci trasformiamo...e se trasformiamo noi stessi viaggiamo più nel tempo...se agiamo nello spazio compiamo un viaggio esteriore...- -Secondo me il dentro ed il fuori non esistono... siamo ovunque ed un tutt'uno... c'è una certa probabilità che io adesso sia seduto accanto a te ad esempio...io sono seduto acanto a te e a Cecilia!- -Sì...ti vedo..sei qui, ma non sei seduto...volteggi!- - Un vecchio problema/adagio di un mio anziano professore di fisica... qual è la probabilità che almeno un atomo che ha fatto parte del mio corpo ora faccia parte del vostro ?- -Bassina- -Più probabilità di quello che immagini- -Sì..perdiamo cellule continuamente ....fanno un bel giro...ascolta... immaginiamo che c'è un corpo che chiameremo universo...dentro l'universo c'è un motore che chiameremo tempo, attorno al motore c'è la macchina che chiameremo spazio, estensione del tempo... -E l'energia? Il tempo e lo spazio litigano tra loro perchè vogliono tutta l'energia per loro!!- -L'energia ..chi ci crede è Dio- -Che egoisti!!- -Per chi non ci crede è un soffio...oppure l'idea...certamente l'energia è un dono... non la prodiciamo noi ...o forse sì?- -Il credere è un concetto non necessario per spiegare ciò che accade... rasoio di Occam...- -Sì è una scelta facile per far quadrare il cerchio...non ci interessa- -L'energia è il mostro che guida la macchina... il mostro di argilla...- -E chi è il mostro? La meraviglia? La curosità...il desiderio?- -Il desiderio!- -Gira e rigira ... totniamo lì...il desiderio lo produciamo noi ... nessuno può desiderare per un altro,ognuno lo fa da sè- -Noi siamo le cellule del mostro... che lo compongono senza esserne coscienti...- -Perché sento il bisogno di avere tutta la visuale del problema? Non mi basta sapere di essere una cellula!Io vorrei essere anche il mostro...averne coscienza- -Vuoi vedere le cose dal'alto...è più facile capire che la terra è sferica se la guardiamo dall'esterno... -Dall'alto...da dentro...il mostro potrebbe esere semplicemente l'universo...il creato e si ritorna all'origine, al perchè... -Per sapere il perchè dobbiamo uscire...finchè stiamo dentro al sistema che studiamo non ha senso chiederselo...- -Da quale porta?- Dalla vita e dalla morte, verso il passato o verso il futuro... però questo lo facciamo continuamente, solo che non ci pensiamo- -No questa volta fuori dal tempo e dallo spazio...- -Il divenire cos'è, se non questo..attraversare le porte del tempo e dallo spazio... vivendo, o lasciandoci vivere...non agendo, come galleggiando sull'acqua -Riusciremo a trovare un'uscita?- -Forse è l'uscita che trova noi...mia madre mi diceva che si va più lontano usando il cervello che le gambe...io credo che più lontano ancora si va con il cuore o l'immaginazione...con il desiderio come dicevamo...- -Sì, il desiderio...di cui cervello e cuore sono semplici manifestazioni...- -Che può essere anche accoglienza, non necessariamente prendere...apertura alla vita, agli altri...forse saremo raggiunti dalla Verità, non è detto che dobbiamo essere noi a farlo...basta che c'oncontriamo...- -Sono tutte manifestazioni del desiderio...che deformando il nostro mondo ci spinge necessariamente a viaggiare...- Cecilia intanto ha ascoltato tutto il tempo, lei ha il dono di saper ascoltare...poi ci fa vedere un video... c'è possibilità che ci siano condizioni per forme di vita in altri punti dell'universo... -dunque ... non siamo soli...dico io!- E lei..-No, non siamo soli!-

(CE) Come un bosco è formato da tanti alberi…ogni albero da rami, corteccia, foglie; migliaia di insetti lo popolano e altri esseri viventi lo visitano quotidianamente. E poi molecole, e cellule; atomi. Parti infinitesimali di un unico organismo vivente. Chissà se l’albero è cosciente di essere albero oppure bosco … Siamo in viaggio; e da molto tempo; forse senza nemmeno essercene accorti. Desideri, idee; cuore gambe, cervello. Tutto contribuisce a farci muovere, a percorrere ogni giorno quel pezzetto di viaggio; che non è necessariamente "dalla nascita alla morte", ma qualcos’altro. Ora ci teniamo per mano e le nostre energie si fondono; come le cellule … come il respiro. Condividiamo continuamente l’aria, il respiro: ciò che sto respirando io, in questo momento è la stessa cosa che ha respirato qualcuno prima di me e che respirerà qualcun altro dopo di me. In frazioni di attimi avvengono scambi vitali. Ricordo quando ne presi coscienza: mi fece un po’ schifo subito; pensare che l’aria che sto respirando è stata dentro ai polmoni di un altro prima di arrivare nei miei … poi, iniziai a trovare la cosa affascinante, fino a ritrovarmi nel bosco di sequoie e sentirmi una sequoia anch’io. Ci teniamo per mano dunque. E come un bosco, siamo anche noi un organismo vivente. Ognuno con il proprio zainetto, con i propri strumenti ma con questa energia che è carburante e comburente contemporaneamente, riproducendo se stessa, in un ciclo infinito, che solo noi possiamo fermare. Una reazione a catena, ma controllata. Finestre, porte; tunnel, buchi. Metafore della vita e della morte. Metafore dell’esistenza; dell’essere e non essere. Senza bisogno di scomodare Amleto. Teniamoci per mano, mettiamo in circolo la nostra energia e facciamo un passo. La soglia, pian piano appare sotto i nostri piedi, quasi a materializzarsi. Sento il mio cuore battere più forte, forse anche i vostri, forse è un unico cuore: paura ? Emozione ! Ricordo: la paura è un emozione; l’emozione una forma di energia. Ci stiamo muovendo nello spazio tempo !

(MIL) Il desiderio...il desiderio... E' lì il segreto, il mistero del motore della vita? Però ascoltiamo bene quel che dice Cecilia...la saggia Cè! Noi viviamo di empatia, cerchiamo il resto, l'esterno a noi, come per tuffarcisi dentro. La nostra felicità sta in questo, nel ricongiungimento con il resto che ci è stato tolto il momento stesso in cui ci è stata data la vita...la nostra unicità è figlia della separazione. Allora il desiderio non è fondamentale, il desiderio è semplicemente funzionale a questo, è un mezzo. Forse il futuro è già qui. Forse siamo robot programmati e il " desiderio" non è che un comando come lo è pure lo spirito di sopravvivenza, forse di umano ci resta soltanto il dubbio, la ricerca e i sentimenti. Ma il desiderio è un sentimento! Non so uscirne, non ne uscirò mai, e il mio viaggio sarà un lungo peregrinare... Credo però d'aver afferrato una cosa, il viaggio è in solitudine sempre e allo stesso tempo è con tutto il mondo. Il" nostro" viaggio non è solo nostro, noi non possiamo farlo in tre come fossimo tre puntini da congiungere... un triangolo e basta. Noi siamo mondi e congiungiamo i nostri mondi, con noi vengono i nostri cari, le nostre idee, il nostro passato e il nostro futuro atteso, con noi si muove tutto il resto fino ai limiti dell'esistenza, il nostro piccolo viaggio ha l'anima di una valanga, è rivoluzione, e evoluzione. Noi siamo l'universo.

Allora... volete venire con me nel mio passato? Ho bisogno di voi per modificarlo...oh, non preoccupatevi! Solo qualcosa, solo un'interpretazione che è rimastà lì, dove si è formata e ci affonda le radici e cresce e s'allunga fino ai giorni nostri. Questo viaggio è possibile farlo, possiamo farlo anche nel vostro passato se volete, se vi va. Mi vergogno a raccontarlo... non che sia un episodio imbarazzante, ma non ci faccio una bella figura ed io ho bisogno di fare sempre bella figura. Ero pure grande...avrei dovuto sapermi comportare meglio, in fondo avevo già i miei sedici anni. Ma a volte gli episodi si accavallano e io lo subii rivivendo disamore,mortificazioni, attese precedenti, e quell'episodio si caricò d'altro, di tutto il mio vissuto. Sapete? Se c'è una cosa che facio volentieri è scrivere ...ma lo sapete, lo sapete! Eppure ... ecco ero al secondo liceo ed avevamo una supplente giovane giovane che quando facevamo il compito in classe faceva copiare regolarmente e io, pur prendendo i miei otto e più per quello che scrivevo di testa mia, ero stufa di veder prendere nove a scopiazzature da testi d'autore. Così mi venne la bella idea di farlo pure io, mi portai un enorme librone di letteratura e, siccome non ero abituata a farlo, lo feci cadere nel bel mezzo del silenzio della classe con un rumore che non poteva passare inosservato. Una cosa comica! L'insegnante che già da tempo cercava di recuperare autorevolezza, colse a volo l'occasione e mi ritirò giustamente il compito facendomi uscire fuori dalla classe. Fin qui tutto normale, e se io fossi stata serena avrei dovuto mettermi a leggere un giornaletto e aspettare la fine delle ore di compito, invece...invece... mi vergognai così profondamente da non riuscire ad accettare la situazione, mi venivano alla mente i complimenti dei miei maestri delle elementari, i miei compaesani tutti orgogliosi di me e delle mie borse di studio, l'emozione di mia madre quando andava a parlare con i professori e tornava raggiante, poi il segreto di sentirmi una bimba cattiva e che nascondevo facendo sempre la bravissima ... e iniziai a piangere..a piangere prima piano, poi sempre più forte, singhiozzando disperatamente. Avrei voluto morire...sparire... o almeno tornare indietro, ma non potevo rimediare, ormai era come essere morta, non si poteva tornare indietro. Nessuno venne a consolarmi, io non ero da consolare, avevo imbrogliato. Sulla pagella fecero la media con il due e mi misero un sette che in fondo non era male. Ma mi rimase la vergogna di aver così pianto. E imparai a non piangere più, come i neonati che se non li ascolti piangere, alla fine poi rinunciano e non lo fanno più. Ma piangere è un linguaggio e dentro il pianto c'è una richiesta improcrastinabile, che se la soffochi non potrà più essere espressa. Oggi io ripenso al mio pianto e a quel che c'era dentro. Ripenso al mio sentirmi diversa per avere una casa senza bagno, il vestito sgualcito, non potermi comprare le calze nuove... ripenso ala fatica che mi costava adeguarmi ai miei compagni che avevano un altro tenore di vita e un altro prestigio, alle battutine acide della professoressa di ginnastica che voleva comprare il mio quadro e ironicamente mi diceva...ma proprio non ti servonoi soldi..perchè non vuoi vendermelo? Ripenso alla fatica di meritarmi la possibilità di studiare, perchè alle mie sorelle era stato negato... alla vergogna di aver fallito...di non meritare niente. Ecco vi ho portato con me, non dite niente, questo episodio lo avevo rimosso e mai raccontato. Se l'ho fatto con voi, questo è già molto, l'ho scardinato dal passato, gli ho tolto la vergogna. Ho cambiato il mio passato guardandolo con voi.

(CE) In ognuno di noi cìè un bambino Che siede con le ginocchia sbucciate In un angolo della casa piangendo: l’adulto che doveva prendersi cura di lui lo ha tradito, abbandonato, forse umiliato. Il pianto gli toglie il fiato, singhiozza, l’adulto è sempre più infastidito e gli urla "Taci !". Cala il silenzio, Anche dentro il bambino. I giorni passano, il bambino cresce Diventa adolescente, adulto e periodicamente rivive il senso di abbandono, di umiliazione. "E’ un’ingiustizia !" dice, e si batte per i più deboli affinchè non si sentano abbandonati, derisi né umiliati. Ma il bambino continua a piangere silenziosamente, in un angolo del suo cuore.

(MIL) Una porta...mille porte...ed una l'abbiamo già varcata. E' una porta leggera, mutevole nei suoi colori e nella forma, un filo lungo nero che s'intreccia e crea immagini, evoca suoni, racconta storie di ogni tempo, anche inesistenti. L'abbiamo varcata e percorso a fatica un po' di quel sentiero che ci siamo trovati di fronte... a fatica, ma ci muoviamo sempre più agilmente. E' un sentiero quasi magico, ma non è l'unico sentiero, la nostra porta s'apre su una moltitudine di sentieri che si intrecciano, confluiscono l'uno nell'altro. Scrivendo percorriamo la strada del nostro viaggio, andiamo da un posto ad un altro, da un tempo ad un altro, da una storia ad un'altra. Una porta ... mille porte...ma questa mi pare la più bella, la migliore via di comunicazione. Sarà perchè mi somiglia, mi è affine.., sarà perchè un po' ci so fare con le parole. Se sapessi far musica suonerei...suonerei il mio violino...una dolce voce ha il mio violino, quasi umana. E se sapessi ballare..o sapessi volare...se sapessi amare...o desiderare... Una porta...mille porte... ed una l'abbiamo già varcata insieme.

Nel passato ...s'intrecciarono allora i fili...e la tela venne tessuta. S'intrecciarono come queste strade che tessono il tempo e lo spazio e lo nutrono di sentimenti e di vita. Ora noi abbiamo il nostro canovaccio, nient'altro che un canovaccio multidimensionale su cui costruire le nostre storie...io porto con me un amico speciale... ragazzi, vi presento Martin...senza di lui non vado da nessuna parte, lui è l'angelo dei miei personaggi, il loro custode. Voi portate qualcuno? Con Martin sono andata altrove, non in un tempo preciso ... ho seguito strane idee, mondi futuribili...o semplicemente fantastici. Mi piace sentire la sua presenza quando viaggio, è leggera, comprensiva, protettrice...un amante della mia mente. E mi ascolta sempre, anzi brama i miei pensieri, di quelli si nutre e vive. Ed io vivo per lui, per regargli le mie creature... se no a chi?

(CE) Ciao Martin, è un vero piacere conoscerti ! Sei un compagno prezioso per il nostro gruppo perché sai prenderti cura come nessun altro della nostra amica. No, cari, io non porto nessuno se non me stessa; ma anche tutto ciò che ho vissuto e tutte le persone che ho incontrato e che, volenti o nolenti, mi han lasciato qualcosa di loro e io, volente o nolente, ho lasciato qualcosa di me a loro.

(MIL) Ancora una volta...ancora lo stesso errore di sempre. La mia foga di sviscerare, cercare, approfondire mi fa perdere la visione di partenza, la più semplice, quella della mia dimensione. Ho cercato di nuovo di vedere, speculare a raggi X... e ho guardato il cuore, i polmoni, le ossa... ma il sorriso, lo sguardo, il profumo della pelle...dove li ho lasciati? Oggi sento il bisogno di riconquistarmi la semplicità della visione, rivesto strato dopo strato il corpo della mia realtà, e vado accorgendomi che consistono in mille punti di vista, dubbi, infiniti problemi. Ecco ritorna la forma della bocca, il lobo delle orecchie..il collo pallido con quel neo sulla destra, il verde dell'iride mischiato di lilla, le palpebre... il corpo è finalmente tutto intero, prima nudo, poi pudicamente vestito di veli leggeri...e balla alla luce del sole...o della luna...apparentemente senza musica, perchè quella non l'ho vista cercando e rovistando nel profondo ... ma è musica che si sente se chiudi gli occhi e t'abbandoni. Quello che m'è sfuggito riguardo al nostro viaggio e che è in fondo anche banale è la considerazione che noi viaggiamo contemporaneamente in più modo e i più luoghi. Mentre noi siamo insieme a percorrere il nostro sentiero, ci troviamo anche altrove, in altri luoghi e in altri tempi, con altre persone. Questo dato di fatto non sconvolge il nostro cammino, lo davamo per scontato, ma se ci riflettiamo un po' e ne diveniamo consapevoli...che meraviglia! E'una rivoluzione... ognuno di noi è coniugato al plurale e porta con sè la sua molteplicità...è sempre più complicato viaggiare insieme...ma sempre più affascinante.

(MIL) Oggi Martin mi ha parlato... a volte lo fa, anche se raramente. Mi ha detto che noi dobbiamo stare attenti... noi che scriviamo il nostro viaggio. Dobbiamo riflettere. -Che può accaderci mai?- gli ho chiesto- Cosa temi?- - Non temo per voi,- mi ha chiarito- temo per le creature che mi affidi...per la vostra storia...voi non ancora sapete...- -Cosa non sappiamo?...E' semplicemente un racconto Martin caro, un' invenzione fatta insieme, siemo tre amici virtuali e giochiamo con la fantasia...- -E' una vita - ha replicato fermo - e ha un potere ormai, può crescere o cancellare le sue parti... può decidere anche di morire!- -Martin, dici cose assurde! Un libro non si fa da sè- -Assurde? E sei tu a dirmi questo? Tu che mi hai creato pensandomi..che mi parli?- Martin ha ragione, lui dice sempre cose vere. Allora dobbiamo seguire il nostro viaggio/racconto con grande attenzione...ormai c'è, ha una sua vita...aiutiamolo a crescere, ha paura di farlo

Miei compagni di viaggio ... mi sono persa...vi ho perso... o forse stiamo solo prendendo il nostro spazio per sperimentare meglio. Il nostro viaggio non finità mai perchè è impastato di vita, non ha nemmeno un inizio...il nostro viaggio non esiste. E mentre dico questo elaboro già il lutto della sua perdita..che terribile perdita! Allora io mi metto in stand-by... io mi metto in pausa...come un campo in maggese... (e i contadini sanno bene come far produrre la terr) ...il riposo è indipensabile per tornare fecondi. Anche la natura lo sa e per questo ci ha donato il bisogno di dormire, la stanchezza che chiede il riposo, il piacere del silenzio... Il nostro viaggio è stato... è un gran bel viaggio... di qualsiasi cosa si sia trattato o ... si tratterà!

FINE ?


CECILIA - ENRICO - MILVIA
............



 
...ma non è la fine.... cercavamo le Indie e abbiamo trovato l'America, amici miei abbiamo trovato l'America.
Il nostro viaggio è un'idea che non è ancora nostra, ma già c'è...è un continente posto lungo la nostra strada che ancora  scorgiamo...è  dentro e fuori di noi...è microcosmo e macrocosmo... è l'uno e il molteplice.
Il nostro viaggio è tutto da percorrere.... il nostro viaggio è la nostra vita.



...........


Da una chat in comune....

 

Cecilia Bonazzi

...in fondo siamo di passaggio...quindi, in viaggio

 

Milvia Di Michele

un passaggio da un mistero ad un altro da un punto chiamato inizio allo stesso punto chiamato fine

ciao Cecì

ciao Enrì

 

Cecilia Bonazzi

...punti che congiunti formano una linea, non necessariamente retta...

 

intersecanti..

 

Milvia Di Michele

un cerchio

 

Cecilia Bonazzi

Può essere

 

Milvia Di Michele

nella mia immaginazione questo vedevo inizio e fine che si congiungono

ma dentro c'è tutto il mondo,

... anzi una sfera,

perché è profondo...macrocosmo microcosmo...infiniti paralleli

 

Cecilia Bonazzi

il mondo è tondo...?

 

Milvia Di Michele

filosoficamente la sfera simboleggia la perfezione,

è il tutto

gli universi debordAno ogni tanto credo...ricordi?...le porte

...poi Enrico ci dirà dei buchi neri

e della teoria delle stringhe

della materia e dell'antimateria

invece ora in Accademia discutono su un accento di un verso..e pare si discuta dell'universo

 

Enrico Meli

Forma e sostanza... il solito dilemma...



Milvia Di Michele

la filosofia è il nostro pane

la scienza ci confina sempre...

ciao Enrì


Cecilia Bonazzi

Ciao Enrì

Pane ?...Ok, porto della mortadella....


Enrico Meli

La filosofia è una sorta di mamma per la scienza...


 

Milvia Di Michele

pane e mortadella..il solito dilemma....

le salisicci essiccate io



Enrico Meli

l'ha cullata e le  ha fatto fare i suoi primi passi...


 
Cecilia Bonazzi

...mammamia !

Enrico Meli

ora si gode la pensione...

salsicce!!!

 
Milvia Di Michele

la filosofia è la mamma di tutto,

anche delle religioni

ora ha .........l'alzheimer

m'ero scordata come si scrive

Cecilia Bonazzi

http://www.youtube.com/watch?v=velSwM5f7CE


Milvia Di Michele

allegretto sento

balliamo?...

Cecilia Bonazzi

...chiaramente...non sono nè filosofa, nè scienziata; mi improvviso DJ

Milvia Di Michele

io ho un amico D.J

... molto filosofo

..vedi? siamo tutti filosofi

Enrico Meli

Usciamo?

Milvia Di Michele

Enrì.... però dacci nozioni di scienza

Enrico Meli

Inseguiamo qualche idea?


Milvia Di Michele

bene

non usciamo di testa

Cecilia Bonazzi

http://www.youtube.com/watch?v=7SjnzXZ0Xho


Milvia Di Michele

eccoti!

Cecilia Bonazzi

...eccoci !

Cecilia Bonazzi

Buona notte...qui è ormai buio...

Enrico Meli

Anche qui è buio ormai...

Vediamo tutti e tre la stessa luna?

Milvia Di Michele

sì siamo tutti e tre lunatici

..mi sa che aggiungo qualcosa di questa chat al nostro racconto

Enrico Meli

Ma la luna è la stessa?

Milvia Di Michele

il dito no

Cecilia Bonazzi

...io vedo uno dei miei gatti a pancia in su che mi guarda come a dire "Ho sonno, spegni che si dorme"....

Enrico Meli

bello!!

quando tu indicherai la luna, lo sciocco guarderà il tuo dito...

Milvia Di Michele

io ho il marito già a letto

lo vado a rimboccare

Enrico Meli

guarda bene se la tua luna è uguale alla mia...

Enrico Meli

e a quella di Cecilia...

 
Milvia Di Michele

fa freschetto

lo facciamo?..

Enrico Meli

anche qui fa freschino...


Milvia Di Michele

io vado davvero

Enrico Meli

lo faccio...


 
Milvia Di Michele

poi torno e vi dico


 
Enrico Meli

ora apro la finestra e chi s'è visto s'è visto...

Milvia Di Michele

...ma è bellissima

è quasi piena e molto luminosa

Enrico Meli

vista!!! vista!!!

 

Milvia Di Michele

com'è la tua?

Enrico Meli

l'hai vista prima tu...

Milvia Di Michele

tonda e luminosa, la mia


Enrico Meli

la mia era un pochino più vecchia della tua...

perchè l'ho vista un po' dopo...

Milvia Di Michele

corre il tempo

vi saluto

per me è ora..e Cecilia mi pare che è già andata

...buona notte Enrico..e anche a te Cecilia