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giovedì 20 giugno 2013

RITORNI







RITORNI

-E' che sono innamorata sempre della stessa persona...-

-Bene!-

-No, dottore, bene un bel niente..-

-Perchè mai?-

-Perchè....ora le spiego, io sono sempre stata innamorata, che io ricordi, c'è stato sempre qualcuno che mi ha fatto battere il cuore: il figlio del mio maestro di scuola, il cantante visto in televisione, il figlio d'emigranti venuto in vacanza dall'America, il mio professore di disegno, quello di filosofia, il musicista triste che non mi degnava di uno sguardo, l'amicone che raccontava barzellette sceme...insomma...sempre-

- Ma mi pare siano persone diverse!-

-Qui sta il problema, sono sempre la stessa persona, cambiano i particolari del corpo, il tono della voce, l'età, qualche altra caratteristica insignificante...sì, insignificante, perchè io sento che sono sempre la stessa, stessissima persona-

-Si spieghi meglio..-

-E' che io la riconosco, si veste in modo diverso...sa intendo l'immagine che ha, non certamente solo il vestito...ma è quella persona, sempre la stessa-

-Forse lei s'innamora di caratteri simili...-

-No!! E' la stessa, le dico, la stessa... è quella persona che mi fa battere il cuore da sempre!

Potrebbe morire, ma tornerebbe, potrebbe svanire, ma tornerebbe...c'è per sempre-

-Non so che dirle...a lei va bene così?-

-Non saprei...e a lei?-

-A me? Io sono il suo analista!-

-No...lei è il mio amore...è tornato ancora!-








UN RITORNO


Di nuovo a farmi male. In un ritorno
lacero il corpo e l'anima carezzo ...
voglio placarla, è notte, ma il mio giorno
quasi senza ragione va lontano,
e se l'attendo forse attendo invano.


Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
e ho solo voglia di lasciarmi andare....
Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
ogni mio sogno messo lì a covare...
io sono stanca sempre di aspettare.


E la mia storia strappo e guardo intorno,
cosa narrava... credimi ho scordato,
se la tristezza annera ogni contorno,
il mio cammino è lungo e lungo ho il fiato,
io sto guarendo ... giorno dopo giorno!

domenica 9 giugno 2013

Ottavine e non solo

 
 
 
 
 
DIVERTENDOMI 




 
 
 

 
LA BEFANA 
 Befana...befanina...
finita hai la benzina?
La scopa con motore
va solo con il cuore,
va con la fantasia
e un poco d'allegria,
ragion per cui la quale,
sarà ben poco male,
se senza carburante
a noi farai badante...
badante deh!..Di cosa?
Di cosa ben preziosa,
di un'anima fanciulla
lasciata nella culla...
lasciata? No... perchè?
Io l'ho qui ancor con me!
 
AUTUNNO

E similmente, come fossi foglia
sazia di sole, tinta d'oro e rame,
cado!... Leggera, come avessi voglia
di scivolare verso il mio letame...
humus, terriccio putrido, ma soglia
dove la vita nasce dal ciarpame.
La mente cede, il corpo mio riposa...
A Primavera, giuro, sarò sposa!
 

 UNICITA'

Arranco e arranco come accade a tutti,
Gloria e Vittoria fanno un gran baccano
e vanno via quando abbiamo lutti,
resta soltanto Amor preso per mano.
Arranca il branco, dentro siam distrutti,
se camminiamo a vuoto tutto è vano...
io guardo l'altro che m'affianca e vedo
unico come ognuno, e questo credo.

DIRE ADDIO

Per troppo amore forse mi son persa,
quando pensavo quasi di volare,

quando credevo d'essere riemersa,
ma non sapevo ancora camminare,
l'anima duole ancora e viceversa,
la mente saprà avanti ben guardare,
se la fiducia è persa, ho imparato
a dire addio a quello ch'è passato.
 
  UN VECCHIO ALBUM

Un vecchio album che giro e sto a guardare,
dentro ci sono foto un po' sbiadite,
storie di vita tutte da sfogliare,
di bei momenti oppure di ferite,
quadri d'amore, immagini un po' amare.
Torna il passato a galla nelle vite
  e affiora tutto come sopra il  mare.
Così è il ricordo, l'onda dopo l'onda...
che si dilata e il cuore ci s'affonda.
 
 
IMMAGINE OTTOBRINA

 
Ah, questo corpo! Come mi tradisce!
Dentro mi porto l'anima bambina,
ma nello specchio guardo e mi ferisce
una diversa immagine ottobrina.

 
Se mi restava luce nello sguardo,
per la stanchezza sento che la perdo,
eppure...eppure...guardami ballare!
Tu, solo tu, potrai saperlo fare!




OTTO VERSI


 In otto versi cosa posso dire,
non so nemmeno quanto vuoi sentire,
con gli occhi forse parlo pure meglio,
ma sei lontano molto, più di un miglio,
amore, amore, bello e tanto caro,
ti chiami Mario , credo oppure Alvaro,
comunque sono tanto innamorata,
da un anno, un mese ... forse una giornata!

 


DEL DISINCANTO



Del disincanto canto e disamore,
ecco si ferma gelido il mio cuore,
pure batteva come fosse folle,
amore chiese e amoreggiare volle.
Ma se oggi sosta, il battito s'arresta,
tutto è svuotato, fine della festa!
La meraviglia prende il mio pensiero,
mi pare a un tratto aver trovato il vero!

Del disincanto canto ed intanto,

il cuore ho dentro a pezzi e il volto affranto,

tutto è bugia e tutto verità,

andiamo avanti e ... tralla-llero-là!



 

LA MIA CASA

Avrò una casa, giuro, la mia casa,
lì dentro giorno e notte ballerò,
avrò le stanze bianche come d'ali,
e finalmente lieve volerò,
le porte quali sguardi sopra il mondo,
e le finestre quadri di un' artista,
libera sarò, viva e felicissima,
che sensazione sento, ma è bellissima!

 
OH! Non ci sono soldi, nè soldini...
e non sono cavalli i miei topini,
ho in testa strani e folli miei pensieri,
nascono e credo siano tutti veri...
ma avrò una casa, giuro, anzi già c'è,
riflessa nello specchio vedo me,
non è gran cosa, è casa che s'invecchia...
mi strizza l'occhiolino e poi si specchia.

 

 
 
DISSE VERITA'



Disse la Verità...mo' viene il bello,
libera sono adesso dal fardello,
tornerò sopra ancora tutta a galla,
leggera volerò come farfalla.
Povera cara, semplice...un gingillo,
del fiore il cuore o anche un pistillo,
e non sapeva...trovò in strada un bullo,
che la palpeggiò tutta per trastullo,
e posso pure mettere un bel bollo,
sul testamento fatto e che v'ammollo...
scrisse piangendo : vado in un bordello,
è triste, però dite...cos'è bello?

 

 

 IO FUGGO

Una finestra s'apre nel virtuale,
di nuovo evado e penso... meno male!
Io fuggo questo vuoto mio deserto,
quest'uscio salva, pare spazio aperto!
 E' primavera tornano api e sole...
t'aspetto al chiuso, portami le viole!
 Le hai colte fresche, subito da un sito,
ti sei graffiato pure qualche dito!


 
 
 GOCCE DI LUCE

Quanto mi manca, amore, un po' d'amore!
E quanto bramo calde tue carezze!
Io ti sto accanto e filo le mie ore,
e la coperta resta solo pezze.
Piange la luna, fredda stranamente...
gocce di luce scendono a me sposa,
trovano il fondo buio della mente,
s'accende il sogno...io resto silenziosa.
 
 
 
 
SENZA ROMANTICISMO
 

Scrivo controcorrente e contro niente,
senza romanticismo, ma è avvilente...
se seducente sono è per gli ormoni,
e se m'arrabbio ho forse gli orecchioni,
la mia emicrania vuole un po' il silenzio,
che tu poi credi come " io ti licenzio",
se sono anemica  svengo ... ed è amore?
Ma vieni adesso a stringermi sul cuore!

 
 

UNA POESIA LETTA

 

Una poesia letta prende forma,
si stacca come quadro dalla tela,
acquista curve vive e duri spigoli,
scultura pare e vita poi diventa,
respiro fondo, attimo immortale,
opera d'altri fattasi ora nostra,
mentre ascoltiamo e mentre la guardiamo.
Una poesia letta...diventa perfetta!


 


IL RAMO DI MELO

Sono legami le nostre radici,
ibridi siamo di terra e di cielo,
sono legami gli amori e gli amici,
appesi siamo a un ramo di melo.
Chiedo al passato -Lasciami ora entrare
in strade nuove, quando e se mi pare...
il tempo passa , poco me ne resta,
della mia vita svanisce la festa.

 
 




IL RISVEGLIO

E lentamente prendo conoscenza
della realtà che vive e s'apre intorno,
mi sto svegliando dunque... e resto senza
tutti i miei sogni e il corpo disadorno.
Era previsto, eppure il mio risveglio
non mi ha trovata pronta e preparata,
 più della morte attesa, certo è meglio!
ma non mi serve vivere svuotata.
E lentamente muovo i primi passi,
a piedi nudi sopra aguzzi sassi.

 

 

 VITA RACCONTATA

Vita e racconto, o vita raccontata,
quando è narrata, penetra l'eterno,
fissato è il sogno, fermo ogni momento,
aperto un mondo, solo immaginato.
Vita e racconto, l'una dentro l'altro,
quella che scorre e pulsa e infine muore,
l'altro che accoglie in seno il suo respiro,
e del respiro traccia il segno scuro.
 
 
 
IN EQUILIBRIO ...
 
 In equilibrio fragile vagando,
vado in cammino lento per il mondo,
e non m'accorgo come, emozionando,
la cognizione perdo ch' è rotondo.
In equilibrio, le ali vado aprendo,
e non mi pare vero... sto volando!
Se m'alzo in volo, forse sto capendo.
Oh vita...vita! Guarda! Non mi arrendo,
di giravolte in cielo, sto godendo.


 
 QUESTA E' LA PACE ...

Questa è la pace, che non mi sconvolge,
questo silenzio pieno, che m'avvolge,
che mi conosce e m'ama, finalmente,
e sua è la mente, ch'era la mia mente.
Questa è la pace, nata tra i miei pini,
quelli con gli aghi, messi ad orecchini.
Ero una bimba e quanto lei m'amava ...
magiche storie, al vento raccontava.
 
 
 
 QUASI GIGANTI

Quanto mi pare vana l'apparenza,
l'affanno vuoto, l'esserci comunque,
per un consenso l'anima... ma senza
ditemi a cosa vale! Una qualunque
lode, ci gonfia il petto, altro sembriamo,
quasi giganti, e a pezzi il cuore in mano,
ma noi restiamo sempre ciò che siamo,
solo un pallone gonfio, oppure un nano.
 
 
 
ATTIMI PERSI
 

Attimi persi, dove vi trovate...
lasciati andare senz'essere amati?
Chi vi ha raccolto, quale cuore fate
felice, e i baci d'oro li ha trovati?
Magia svuotata, bolle ormai scoppiate,
tempo fuggito, d'attimi impastati...
Attimi persi! Le orme cancellate
fanno la strada ai sogni miei mancati .


 
 
UNIVERSO PARALLELO
 
Come sirena nuoto tra belle onde,
però non trovo pace senza amore,
in riva al mare resta ed il mio cuore,
lì s'è quietato, e più non mi risponde.

 
Come sirena, terra mi confonde,
fa tralasciare strade aperte in fiore...
ma dove vado, senza te mio amore?
Dove cammino trovo acque profonde.

 
Ti cerco dentro un mondo parallelo,
tentando invano di strapparne il velo

 

Come sirena navigo onde tonde,
e il mio destino sprezzo (è traditore!)
Mi toglie il cuore, toglie a me l'odore,
come a una rosa...e l'anima nasconde.

 

RICORDI APPESI

Favola dolce, scritta per bambini,
pentola ricca, colma di bei giochi,
ricordi persi e sembrano ora rochi,
canto stonato, ch'era d'uccellini.

Come su scena, faccio mille inchini
alle memorie antiche , vivi fuochi
che risvegliati sono, ma per pochi
istanti brevi ,lievi e birichini.

Infanzia cara, persa, amata e amara...
tempo felice, mito e magia rara!

Ecco, è passata l'ora dei bacini,
caldi momenti andati insieme ai crochi,
chiazze di viola, colti già e ora fiochi
ricordi appesi, a modo di orecchini.
 

 
 
SCHIUMA DI MARE

Schiuma di mare a galla sopra le onde,
lievi pensieri, intorno tu diffondi ...
orme pesanti, vanno via in gran fretta,
schiuma di mare, amica mia diletta!
Lento il mio tempo scorre via e poi passa,
lento mi pare, e dentro mi sconquassa,
ieri era maggio e c'erano le rose,
agosto viene e bruciano le cose.


 
 VIAGGIO MELODICO

  Come partire è questa melodia,
  un sottofondo magico al mio viaggio!
  Ci vuol coraggio, o solo fantasia,
lasciarsi andare, appesa a questo raggio
di sogno d'oro, sogno che mi tendi
tu, che alla vita ridi e non t'arrendi.
Le note vanno come l'acqua al mare,
liquide e belle... fammele guardare !
 
 
 
DOVE VANNO LE LUCCIOLE

( scritta "ideando" con Enrico Meli...grazie Enrico!)

Dove vanno le lucciole... chi sa?
Sanno solo che morte arriverà,
scappano perse dopo mietitura,
fuggono prese da una gran paura,
e se ne vanno senza lasciare scia...
vanno, ma pare quasi una magia,
... perchè ogni estate sono ancora qua
dove l'olivo d'oro aspetta già.
L'olivo vive cento anni e altri cento,
sempre produce l'oro ed ha l'argento,
triste però nel buio e lungo inverno
vuole la lucciola con sè in eterno...
Questa la nostra storia : luce ed oro,
siamo legati, amico e mio tesoro,
sul pane stesi lacrima d'olivo,
me la donasti, pure se dormivo:
patto fedele, amici per la pelle...
da allora vivo tanto quelle stelle,
ma quando agosto viene e cadon giù,
muore una stella, ma non muori tu!
- Lucciola, lucciola!- piange l'olivo...
era d'autunno e notte, ed io morivo!

 
LA COZZA NEL POZZO
( scritta "ideando" con Enrico Meli...grazie Enrico!)
 
Chi mi sa dire perchè e quale mistero ...
si cela dentro un pozzo fondo e nero?
Salta una rana, ha visto che una cozza
ha perso il mare e vive in una pozza
di fango tetro e d'acqua puzzolente...
non può fuggire, e le sembra avvilente
la condizione attuale in cui si trova.
La rana ride e pensa: che si muova!
Poi, intenerita, scende fino in fondo,
e insieme, chissà come,via nel mondo!
La via d'uscita è sopra, oppure sotto,
a niente serve piangere a dirotto!
 
 
 
 AZZURRI

Sulle mie cinque dita della mano
conto i miei amici, quelli su cui conto,
sempre e comunque, sempre e anche dovunque .
Però, nell'altra mano che m'avanza,
ci sono ancora dita di speranza:
tre per qualcuno nuovo che sa amare,
e gli altri a quelli azzurri come il mare.
-Come...azzurri?- Provateci a pensare!
 
 
 GIORNO DI ESTATE E DI VENTO

Oggi è un giorno d'estate con il vento,
ranocchio dice- Principe divento!
Ride il mare coprendolo di schiuma,
scrive una storia piccola una piuma,
in mano trema trepida d'amore,
ranocchio verde, rosso è per ardore.
Questa è giornata tiepida di vento
nata per far miracoli o spavento!
 
 
 
 LUCI NELLE BOTTIGLIE

Figli del nostro tempo siamo e soli,
appesi a mille chiodi i nostri voli,
immerso abbiamo tutto il nostro sogno,
dentro bottiglie vuote per bisogno
di una speranza ancora e in mezzo al mare,
vagano mille luci da cullare.
Figli del nostro tempo siamo e soli,
i nostri sogni chiusi e senza voli.

 
ACQUA CHETA
Chi può mai dire cosa ci sia in mente
di chi, tranquillo, ride facilmente?
Come acqua cheta fa poco rumore,
e tu lo credi privo dell'ardore ...
Così ci pare, un pianto, commovente,
invece è scena, indice di niente.
Quando davvero credi di capire,
rischi soltanto, forse, di finire
dentro una massa grigia, che s'accoda
ad un pensiero stupido e alla moda.
Chi può mai dire quanto il cuore pesi...
a tutti quelli zitti, vinti e arresi? 
 
 
 VIAGGIO MELODICO
Come partire è questa melodia,
un sottofondo magico al mio viaggio,
ci vuol coraggio o solo fantasia,
lasciarsi andare, appesa a questo raggio
di sogno d'oro, sogno che mi tendi,
tu, che alla vita ridi e non t'arrendi.
Le note vanno come l'acqua al mare,
liquide e belle...fammele guardare!
 
 MAGIA BUCATA

E poi t'accade dicano: puoi farlo!
Però i pensieri sono andati via
fuggiti come avessi dentro un tarlo
che m'ha bucato tutta la magia.
Questo è il momento, l'ora del mio treno...
in bocca resta solo del veleno.
Ma cos'è questa fosca mia tortura
che mi fa amare ciò che m'impaura?
 
 

SAPORE DI MORE
 

Niente è mai come immagini che sia,
niente di ciò che accade ha una magia,
per questo, dentro una pagina bianca,
disegno e prendo tutto ciò che manca
alla mia vita senza più sapore,
disegno e torno al tempo delle more...
ma non mi basta e il frutto ch'è negato
mi fa gridare ...aspettami! (E' passato!)


 
PAROLE

Le mie parole, tutte le parole,
sono strumenti, tasti per le dita,
non le lasciamo come morte e sole,
diamole ascolto , diamole la vita!
Nasce un'orchestra, e musica diventa
la storia scritta chissà quando e dove,
voce raccolta perchè poi si senta,
ai misteriosi bordi dell'altrove.
 
 
 
ERA FELICE
 Era felice, disse, ma s'uccise,
una sottana rossa lei si mise,
si gonfiò come fosse il mio pallone,
buttato, come lei ,dal suo balcone.
Perchè lo fece? Questo non si sa,
s'è sfracellata e dirlo non potrà.
Era felice, come quando l'onda,
mi porta a galla, e tutta poi m'affonda.



 RIDICOLO E' L'AMORE..

-Ridicolo è l'amore quando è sera,
e scendi come il sole all'orizzonte,
ridicolo è sentire le passioni,
esagerate e forti tentazioni.
Ed è una svista, o niente, la tortura,
che la sua pace chiede nell'ardore.
Il tempo andato è inutile copiare.
Ridicolo è l'amore,se si muore-.

La voce saggia m'incita e mi guida,
ma il cuore poco ascolta e forte grida:
Finchè il mio sangue scorre nelle vene,
tu, Tempo, invano metti le catene.
Amore è tutto, e Amor ho nella mente,
il resto niente conta, è inesistente,
e finchè avrò respiro, saprò amare,
nel mal d'amore, voglio naufragare!


 

ALZHEIMER

- E' solo incontro? Chiamalo destino,
strada tracciata, e quando non so dire,
ma noi artecifi, o semplici pedine,
già c'eravamo, in quell'alba rosata -
Disse l'amata, essendosi scordata,
che, lì vicino, aveva suo marito,
e non ferito, perchè pur l'amava,
lui l'ascoltava,e sempre l'ascoltava.
 
 
 
 
 COME PREGHIERA


 Posa la mano tua sui miei capelli,
carezza i miei pensieri ora arruffati,
si spiegheranno al vento come vele,
docili come panna che tu spalmi,
quando cucini torte ai compleanni,
e sono andati via così mille anni ...
Di chi? Di figli sparsi per il mondo.
Posa la mano tua sui miei capelli!

 

Indovinello:
(perché non voglio Guido)
 
 Le botte che m'hai dato mi fan male,
il rosso sangue cola dalla bocca
ed ho un sapore brutto come legno,
spinato era il ramo fatto a cerchio,
tu suoni con la lira e mostri affetto,
un rombo e finita è ormai la festa,
non Guido voglio, e mi gira la testa.



 
 
 GLI SPOSI( SOLE E LUNA)

Compagna dolce mia, timida e pallida,
è giunta l'ora, il tempo di un bacio e alzati,
tieni il mio dono e portalo con te,
tu bella più che mai, ma poi volubile,
mistero dolce e a volte anche lugubre,
amante per gli amanti, ma lo sposo
fuggi ritrosa e lo fai sospirare,
eppure senza- Vedi?-Non puoi stare.
 
 
 
ESIGENZA

-E' mia esigenza!- dissi, e poi sorrisi,
e, finalmente, fui di me contenta,
ma l'altro udì, senza capire niente.
Solo io sapevo quanto il mio silenzio
fosse durato, e tutto il mio tacere,e...
le porte chiuse ad ogni mia emozione.
Ma quello udì, senza fare attenzione.
-E' mia esigenza!- è come ribellione.
 
 
 
 
I BACI CHE MI HAI DATO
 
 Poi d'improvviso, il gioco ecco si è rotto,
il carillon è muto , e ferma resta,
la ballerina senza più ballare.
Pare sospeso il tempo e ghiaccio il sangue.
Cento anni...cento, devono passare?
Cent'anni sono già tutti passati,
sono volati, principe, volati!
Erano troppi i baci che mi hai dato.
 
 
 
 
UN POSTO NORMALE
 
 Eppure basterebbe un solo passo
fatto più in là, dove si vede il mare,
spostarsi verso un posto più normale,
che non stanca la testa e spossa il cuore.
Invece, guarda, resto dentro un fosso,
senza gridare neanche a più non posso,
e meno male,credici,che sale
la mia risata giusta, che m'assale.
 
 
 
LA PIOGGIA VA...

E' struggimento o chiamalo rimpianto,
il sentimento lento che mi prende,
mentre la pioggia batte sopra i vetri,
e pare quasi piangermi nell'anima.
E guardo dietro, a strade ormai percorse,
e mi riprendo un solo sogno almeno.
La pioggia va sull'anima lavandola,
io stringo forte un caro sogno libero.
 
 
CARICATURE

 Caricature siamo e niente più,
caricature futili e chi sa,
se noi avevamo forma arcana d'angeli,
un tempo, tanto tempo e tempo fa,
  poi diventati brutti per segnacci,
come ferite inferte in bianco marmo.
   Angeli solo un dì, almeno domani,
riprenderemo forma degli umani?

 FRAGILITA'

Fragilità, come vorrei tu  fossi
bolla leggera, libera nel cielo...
al sole ruberei un raggio rosso
per poi legarlo al suo piccolo stelo
e, come un fiore nato dentro un fosso,
io l'offrirei nascosto nel mio velo.
Fragilità, che darti ora non posso,
perché fugge leggera verso il cielo.

ESTATE IN CITTA'

Lenta una musica anima la piazza,
ora, assolata e vuota, pare dorma...
musica culla , e pare anima pazza,
che va vagando dentro mura antiche.
M'abbronza e brucia l'afa dell'estate,
i piedi ho gonfi ed il sudore addosso,
dovrei lagnarmi, giuro che non posso,
questa stagione adoro da una vita.

 
 MORIR D'AMORE

"Morir d'amore", canta la canzone,
e non di morte parla, ma d'amore.
L'ascolto zitta e dentro il cuore ride,
perchè mi sento mordere da morte,
perchè mi sento mordere da vita,
mentre lo specchio tutto mi s'è rotto,
e più non vedo il viso mio s'è vecchio,
e se non vedo penso averlo bello.

  Io canto piano piano il ritornello...
"Morir d'amore" come pare bello!
 
 
 
CASSANDRA E PRIMAVERA

 
Si è rarefatta l'aria tutt'intorno,
sbiancano linee,i segni e le figure,
pare un fantasma questo nuovo giorno,
perso tra riti e futili paure.
E' paesaggio d'anima,o presagio,
ma la natura infiora adagio adagio.
Cassandra vaga e Primavera nasce...
chi, delle due, bimba, cresce in fasce?

 
 
 FALCE DI LUNA

Perdere vita e incedere, vuoi, ancora...
ridere, al volo incredulo dell'ora.
E, quando a sera, muoiono le luci,
io chiedo sempre- Dove mi conduci,
mia bianca Luna, falce ,che dal cielo,
scendi nel pozzo e strappi il drappo nero?-
Dorme il Dio Tempo, fugge l'apparenza,
dentro i miei sogni, vivo l' esistenza.
 


LA VOCE DEL MARE
 
Soffia uno strano vento di tempesta,
l'anima è barca fragile di carta,
sbavano le onde e tutto il mare rugghia,
il tempo sbatte e vomita la vita.
E, quando credi tutto sia perduto,
guardi lontano oltre il movimento.
-Fermati tempo, ferma la tua corsa
rischiara gli occhi e guarda l'orizzonte,
lì c'è la fine nostra e c'è la fonte!-

Si rasserena l'acqua e poi s'azzurra,
il mare -vieni!- dice, anzi sussurra.
 
 
BACI VERDI
 
 
Cullo me stessa, come fosse figlia,
 col tempo imparo a tenderle una mano:
- Ti stringo piano, bimba mia non nata,
senza paura, canta una canzone,
che quando canti sento un'emozione,
e tremo ancora, come quelle foglie,
che sopra i rami, quando è Primavera,
di baci verdi coprono i germogli.-



PENELOPE
Dentro un vestito stretto e disadatto,
incatenata, l'anima non muore,
ma si protende verso l'infinito,
cercando luce, scorre in vene e pelle.
Filo di seta, bozzolo lucente,
dentro un vestito stretto e disadatto,
come farfalla, lotta per volare.
Il Tempo tesse e Penelope disfa.

 

 

FIORI SUI MANDORLI

E Carnevale porta la sua croce,
come cicala brucia la sua voce,
come cicala brucia i suoi colori,
dentro un sol quadro:tutti li divori!
Nell'aria sparge cenere e coriandoli.
Fenice aspetta fiori sopra i mandorli.
E Carnevale porta la sua croce,
fatta di legno segno che si brucia
 
 
 
E SE HO SVUOTATO L'ANIMA

E se ho svuotato l'anima dal pianto,
poco ora resta: un canto sottovoce,
la sfumatura lieve di un colore...
non un sol grido forte, una passione,
o dei singhiozzi, senza che si sappia
come e da dove nasca il movimento,
se sia tormento o solo un'emozione.
E se ho svuotato l'anima, la perdo.


 TESSERE AMORE

Tessere amore, è tessere parole,
quelle belle,( tu vali... sei preziosa )
quelle che disse, timido e perduto,
lui, che baciò il tuo volto, il ventre e il seno,
e poi, ridendo, toccò tutte le stelle,
e le raccolse e chiese- Sono belle?-
Tessere amore, è pur dire qualcosa...
un filo d'oro, il velo tuo da sposa.
 

 La mezza luna nera


Sono soltanto mezza luna nera,
la faccia opposta a quell'altra ch'è vera,
se suo è il sorriso, sua tutta la luce,
io sono triste e mai mi darò pace,
come Cirano sempre ardo d’amore,
ma all’ombra resterò per molte ore:
ascolterai ogni mio suggerimento,
a me resterà solo il mio tormento.

Ma verrà un giorno, sì un bel giorno verrà,
che un forte abbraccio noi due riunirà!

 

ROSA D'AUTUNNO
 
Una rosa d’autunno
guardandosi allo specchio
s’accorse un po' paurosa
d’esser bella parecchio
-bè?- disse allora maggio-
cosa stai a titubare?
ci vuole del coraggio
se tu non vuoi invecchiare.

mercoledì 5 giugno 2013

Bianche e leggere...


BIANCA
 
 
 
 
 
 
 
Tutt'ART@ di Maria Laterza



 
Bianche e leggere sono le mie vesti:
di me che importa quel che infine resti!
Da un sogno nata o da spuma di mare,
il mio destino mi farà volare,
se pur non poggio i piedi miei per terra,

qualcuno sempre c’è che mi riafferra,
e stringe e stringe i veli fra le dita,
vuole coprire un rosso di ferita.
Sì sono sogno, bruma mattutina,
sono d'angelo piuma, son fatina
che t’accompagna al ciglio della strada,
che ti sostiene sempre ovunque vada.
Vedi? Sul bianco, spiccano i colori...
-bello è vedere nascerci su i fiori!-
Bianca è pure la nebbia che cancella,
dalla vita il dolore, e la fa bella.
Bianca è quella purezza restituita,
quando pensi che ormai sia già finita,
che procedendo, hai del tutto perso
l’azzurro cielo, ora non più terso.
Se aprire vorrai il cuore tuo al sogno,
del bianco della pace avrai bisogno,
del bianco puro e allegro della neve
che, coprendo il reale, scende lieve.
E bianca ancora è questa mia presenza,
che sa di latte e non puoi farne senza.
Bianco è infine l'abbraccio di colori,
tutti li ho in me, riunendone i cuori,
poi, si tuffano lieti nella panna ...

-Zitto! Ora stanno facendo la nanna.

sabato 1 giugno 2013

IL MIO AMICO




IL MIO AMICO
( scelto per essere pubblicato dalla casa editrice  Aletti)
 
Io ho un amico.
Lo vado a trovare ogni venerdì, dopo il lavoro. Se è bel tempo, ce ne andiamo a spasso nel giardino dietro l’ospedale, e parliamo un po’. Certe volte nemmeno parliamo, ma ci sorridiamo soltanto.
Il mio amico è un po’ diverso dagli altri amici. Lui vede cose che altri non riescono a scorgere.
Alcune volte coglie fiori dal pavimento e me li regala, altre parla con il mio cagnetto, che porto sempre con me, perché me ne hanno dato il permesso.
Ma ci parla davvero, anzi abbaia, modulando la sua voce secondo il discorso che fa. E Bobby risponde a tono.
Una volta, invece si è accoccolato impaurito tra le mie braccia, con un’espressione piena di terrore, gridando:
-Lì... lì... mi vuole ammazzare! Guarda lì, dietro la tenda, ha un coltellaccio in mano!-
Io non riuscivo a vedere niente, ma sentivo la sua paura, allora l’ho stretto tra le mie braccia, e ho cantato la canzoncina che gli piace tanto, però sottovoce e lentamente:
-Questa di Marinella è la storia vera…
Quando la canto, lui si tranquillizza sempre. Non si accorge che è una canzone triste, ne sente solo la dolcezza.
Dolcezza! Il mio amico ha bisogno di questo, della medicina più efficace di qualunque altro farmaco.
Io ho un amico e il mio amico ha me.
E' bello condividere con lui emozioni e sentimenti.
Le mie braccia sono sempre pronte ad accoglierlo e rassicurarlo, quando quello che è “normale” per altri, per lui è motivo di paura. E lui si fida di me, si lascia abbracciare e coccolare. Mi ascolta.
Caro amico, che porti dentro di te i segni della tua diversità! Non so che cosa esattamente tu riceva e abbia ricevuto da me in questo lungo periodo in cui siamo diventati amici .
Voglio invece spiegare ciò che ho ricevuto e ricevo io.
Ero appagata, ma spesso annoiata: vita normale, buon lavoro, partitine con gli amici, il mio cane, la mia casa, i miei affetti.
Ma talvolta un poco di malinconia… là in fondo al cuore, dove nessuno poteva vederla.
Malinconia del mio "io" di piccola bambina.
Ecco quello che il mio amico del venerdì mi dona, con lui ritrovo il mio piccolo "io" di bambina.
Lui si fida di me, e io di lui.
Mi vuol bene e anch'io gliene voglio, non lo giudico e non mi giudica, non vede forse le mie qualità, ma neppure i miei difetti.
E’ un amico e basta.
Il venerdì, a ogni incontro, sento il mio cuore battere dalla gioia, i miei nervi distesi, riacquisto la purezza di quando ero piccola, e ritrovo la serenità.
Venerdì scorso siamo rimasti in camera. Faceva freddo, scendeva pure qualche fiocco di neve.
Sergio, il mio amico, ha detto - Guarda quella porta a forma di arcobaleno, entriamo? -
Ed io ho visto la porta, c’era davvero!
Allora, senza rifletterci un attimo e senza meravigliarmi, l’ho preso per mano e il mio amico mi ha donato la possibilità di entrare in un mondo meraviglioso.
E’ stato come se l’arco dell’ingresso fungesse da trasformatore: il paesaggio era diverso, ma anche noi lo eravamo.
Sergio è subito apparso sicuro di sé: gli occhi luminosi, e sul volto un sorriso sincero e invitante. Ha afferrato la mia mano e ci siamo inoltrati lungo un sentiero bianchissimo, che si estendeva in mezzo a prati fioriti e grandi alberi frondosi, sovraccarichi di frutti dai mille colori.
Un profumo inebriante di fiori, di frutti, di primavera mi riempiva i polmoni, ma la cosa più sorprendente era il senso di serenità che riempiva la mia anima in questo paesaggio da fiaba.
Siamo arrivati a uno spiazzo attorniato da peschi enormi e ci siamo seduti su una panchina posta proprio sotto un albero fiorito.
-Vedi, amica mia - mi ha detto Sergio guardandomi negli occhi e tenendomi le mani: -Questo è il mondo dove vivo davvero e qui mi rifugio ogni volta che posso.-
E ha continuato con una voce chiara e profonda che non avrei mai immaginato di poter sentire da lui:
-Sono costretto a vivere in ospedale e, se non fosse per te che mi sei amica e che mi hai capito, nessuno si ricorderebbe di me.
-Qui, ritrovo me stesso, posso vivere le mie emozioni che, di là, sono oscurate dalle convenzioni e dall’ignoranza degli altri diversi. Non esistono i diversi, amica mia! Siamo tutti uguali, ognuno di noi ha un posto-rifugio come questo.
C’è chi lo vive ovunque e chi, come me, meno fortunato, deve cercarlo dentro l’anima ogni volta che vuole rinfrancarsi dal mondo degli altri.-
Ora, ero io a essere fragile, avevo voglia di piangere, queste parole, e l’espressione di infinita dolcezza con cui Sergio mi guardava, mi facevano tremare il cuore.
Finalmente ho capito!
Ho compreso appieno il mio amico bambino e anche il mio desiderio di tornare all’età della spensieratezza, quando nulla poteva intaccare quell’allegria che mi era naturale. Nulla, se non la paura che ogni piccolo ha quando si trova di fronte all’ignoto o subisce ingiustizie.
Ecco perché mi rende felice andare a trovare il mio amico, dargli fiducia e quell’affetto di cui pare assetato, e lui, senza saperlo, mi ricambia intensamente e con più forza.
Attendo il venerdì con impazienza, e comprendo l’insegnamento che la volpe
impartisce al Piccolo Principe sul valore dell’amicizia.
Solo che noi due ci siamo “addomesticati” a vicenda, siamo entrambi sia principe, sia volpe.
Venerdì scorso, so bene che siamo tornati nella stanza dell’ospedale, ma non so dirvi dopo quanto tempo.
Bobby non era venuto con noi, lui non ne aveva bisogno.
Era rimasto ad attenderci, buono buono, accucciato nella camera di Sergio, ai piedi del suo letto.
Non so dirvi nemmeno come abbiamo fatto a riattraversare la porta arcobaleno, mi sono resa conto di averlo fatto guardando il volto del mio amico. La trasformazione esteriore era di nuovo accaduta. Aveva il suo solito sguardo impaurito, che racconta e mostra una fragilità mai sconfitta.
Ma per il mio cagnetto non era cambiato niente, per Bobby non c’era niente da “cambiare”.
Si è svegliato e ha scodinzolato come sempre, con amore, per la gioia di vederlo.
( scritto per Fantasia in Rete, in collaborazione con Daniela Bonifazi, Francesco De Gaetano, Lalla Tosi e la sottoscritta Milvia Di Michele)