UN RITORNO ( in quinta rima)
Di nuovo a farmi male. In un ritorno,
lacero il corpo e l'anima accarezzo ,
voglio placarla, è notte, ma il mio giorno,
quasi senza ragione va lontano,
e se l'attendo, forse attendo invano.
Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
o credo solo d'essere un po' stanca.
... Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
ogni mio sogno messo lì a covare.
Io sono stanca sempre di aspettare.
E' storia scritta in pagina ora bianca,
ma che cos'era...ormai passato è il giorno!
la colpa, forse è d'essere un po' stanca.
Giro la ruota e torno a camminare.
Il mio cammino è lungo fino al mare.
UN RITORNO
Di nuovo a farmi male. In un ritorno,
lacero il corpo e l'anima accarezzo ,
voglio placarla, è notte, ma il mio giorno,
quasi senza ragione va lontano,
e se l'attendo, forse attendo invano.
Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
o credo solo d'essere un po' stanca....
Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
ogni mio sogno messo lì a covare.
Io sono stanca sempre di aspettare.
E' storia scritta in pagina ora bianca,
Giro la ruota e torno a camminare.
la colpa, forse è d'essere un po' stanca.
Il mio cammino è lungo fino al mare,
e che cos'era...ormai passato è il giorno!
SE HO SVUOTATO L'ANIMA
Se ho svuotato l'anima dal pianto,
poco ora resta: un canto sottovoce,
la sfumatura lieve di un colore...
non un sol grido forte, una passione,
o dei singhiozzi, senza che si sappia
come e da dove nasca il movimento,
se sia tormento o solo un'emozione.
Se ho svuotato l'anima, la perdo.
Storia del principe spocchioso
e di Cenerentola racchiusa in una nicchia.
Così un bel dì, guardandosi allo specchio,
Cenere, disse:- Adesso basta, invecchio!,
Rivoglio indietro tutto, vita e cocchio,
lividi ho al viso e pure nero un occhio. -
-Quando diventerò molto più vecchio,-
(Cenere, disse:- Adesso basta, invecchio-)
-
grande avrò il rammarico, la macchia,
d'aver picchiato te, amor mio, parecchio.-
Così, un bel dì,guardandosi allo specchio,
Cenere:- Adesso basta, sono macchia!-
si disse :- Adesso basta, sono sfracchia,
rivoglio indietro tutto, vita e cocchio.
-Rivoglio indietro tutto: vita e cocchio,
(lividi ho al viso e pure nero un occhio)
non questo pazzo principe che picchia
e poi mi tiene chiusa in una nicchia.
Il Fato a volte tutti i sogni accrocchia,
così un bel dì, guardandosi allo specchio,
Cenere danzò bella, bella un mucchio.
La bianca luna rise dentro il secchio.
Storia del principe spocchioso
e di Cenerentola racchiusa in una nicchia.2
-Quando diventerò molto più vecchio,-
Le disse lui - (ora però, per me è pacchia)
grande avrò il rammarico, la macchia,
d'aver picchiato te, amor mio, parecchio.-
Così, un bel dì,guardandosi allo specchio,
Cenere:- Adesso basta, sono macchia!-
si disse :- Adesso basta, sono sfracchia,
lividi ho al viso,e vedo molto invecchio.-
Rivoglio indietro tutto: vita e cocchio,
non questo pazzo principe che picchia
e poi mi tiene chiusa in una nicchia.
Il Fato a volte tutti i sogni accrocchia.
La luna bianca rise dentro il secchio,
Cenere danza ancora nello specchio.
ALTRA ESERCITAZIONE
FIORI SUI MANDORLI
E Carnevale porta la sua croce,
come cicala brucia la sua voce,
come cicala brucia i suoi colori,
dentro un sol quadro:tutti li divori!
Nell'aria sparge cenere e coriandoli.
Fenice aspetta fiori sopra i mandorli.
E Carnevale porta la sua croce,
fatta di legno segno che si brucia.
FRASI DISTRATTE
Nell'eco di frasi distratte,
rivivo un momento lontano,
ricordi che affiorano piano,
parole perdute e un po' matte.
E suoni e profumi e poi corse:
-Chi arriva per prima!- Un gioco.
Sorrido, poi penso- Per poco
un dono ho goduto, ma forse...
son cose pensate e mai fatte.
Pensieri ora, come farfalle
ricordo;eran bianche, eran gialle...
alcune eran rosso scarlatte.
STRAPPO LE SCORZE
VIEN PRIMAVERA
Vien Primavera e nuova linfa porta,
cerchio su cerchio girano i miei giorni,
di fiori belli colma ha la sua sporta,
cerchio su cerchio conto i suoi ritorni.
Vien Primavera e volan gli unicorni,
onda sull' onda naviga una magia,
come alla festa tutta ora t'adorni
per gioia cedi a qualche bella follia.
Vien Primavera e questa non è la mia,
di primavere verdi ho i seni pieni,
inutilmente cerco con nostalgia,
posso soltanto trovarne i veleni.
Vien Primavera, guarda, l'ho già scorta,
anzi la sento dentro, freme il cuore,
non bussa, questa volta ,alla mia porta,
e la mia gioia persa è nel dolore.
Cos'è la poesia?
Cercare il senso o forse solo un fiato,
suppone cose, vite definite,
perchè cercare credo sia sbagliato,
suppone luoghi dove le ho smarrite.
Cercare dentro aperte vene vita,
(la linfa o sangue, tutto scorre uguale)
trovare solo nostra la ferita
... riderci tanto fino a farci male.
Cosa cerchiamo? Cosa? Solo ascolto!
Tra sassi e mare, amare, amare, amare.
E quel respiro dato che ci è tolto.
Cosa cerchiamo? Solo non star soli.
Tra sassi e mare, amare,amare, amare.
E una carezza calda che consoli.
LA BELLEZZA DENTRO LE PAROLE
Da allora sono bella, da quel giorno
in cui il tuo sguardo vide il mio volto,
era nascosto dentro un mio racconto
e lo vedevi chiaro tu leggendomi
La mia bellezza dentro le parole,
la bellezza dentro storie inventate,
che da me sono nate e poi soffiate
che da te sono state poi baciate.
TU NON GUARDARE ...
Tu non guardare in fondo all'anima mia,
ti prego, togli lo sguardo, risparmiamelo.
Provo pudore, temo verità
nascoste, povere mie verità.
Sterile donna sono, i seni ho stretto,
costretti dentro fasce come infante,
ma ho bisogno d'aria e movimenti,
o di cadere forse, sbucciarmi ora,
le mie ginocchia o mani, o gambe, o viso.
Da quanto tempo, ferita non sono,
ma nel mio corpo celo tagli veri!
Altri, nascosti, sanguinano invano
dentro il profondo, c'è lì l'anima mia,
che rannicchiata è, e si nasconde.
Tu non guardare fin lì, ho pudore.
Esperienze
Sono allungata e fingo d'esser morta
non muovo membra, nè spingo la porta,
trattengo pure l'alito nel petto,
voglio provare morte che fa effetto.
Però mannaggia ... (Etciù!) al mio starnuto
mi muovo tutta e morte n'è venuta.
Così m'arrendo e dico- Non importa,
non c'è esperienza fatta da una morta!
Caldo il mio corpo, bacio la tua mano,
scorre il mio sangue, ti carezzo piano,
Sono allungata, morbida sul fianco
d'amarmi tanto, guardami, sei stanco?
Morte e poi vita, cambiano le carte,
un anno viene e l'altro se ne parte.
E CAPODANNO
E Capodanno viene e non ha capo,
io credo più, che lunga abbia la coda,
più della stella ( dicono a Natale),
della cometa guida , sul Presepe.
E Capodanno gira la sua ruota,
noi, marionette o bimbi pur danziamo,
con la speranza in cuore o disperiamo,
con una chance nuova e il fiato corto.
E Capodanno viene e il tempo passa,
o invece resta fermo e forse aspetta,
aspetta un segno nostro che sia eterno,
che scaldi il cuore vivo di un inverno.
E Capodanno c'è, ma pare storia,
che viene scritta troppo e poco letta,
noi tutti siamo, sì ,protagonisti,
ma soli niente scrivere possiamo.
VOGLIA D'ALTRO
Avere voglia d'altro, forse coccole ,
ma fare tutto come fosse niente,
e se l'ignoro cresce il mio bisogno,
e dentro il vuoto cade il sentimento.
Avere voglia d'altro, e non morire,
è come avere un po' voglia di amare,
restare ferma, quasi per guardare,
l'acqua del fiume correre al suo mare.
Avere voglia d'altro e non capire
che tutto è qui, già nelle mie mani,
che il mio domani brilla tra le dita,
e che preziosa è questa mia vita.
LA BESTIA
Cullo la bestia, dorme ora quietata,
innocua, come bimbo è nel mio seno.
La mia bestia ora dorme.
Anzi, sparita sembra nella nebbia,
smembrata sta, nell'ombra sua arretrata.
La mia bestia è sparita.
Piango la bestia, l'amo il mio animale,
che mi ferisce, rugge e mi sconvolge.
La mia bestia, sì, l'amo.
L'APPLAUSO
Belli che siamo! Belli e tanto bravi!
D'animo giusto, eppur ... sentimentali,
(e tralasciamo pure come urlavi,
le parolacce tue fondamentali).
Ma nella luce, sotto i riflettori,
ci trasformiamo, siamo grandi attori!
Belli che siamo! Belli e generosi!
Artisti estrosi e ...sentimentali,
senza nessuna vile bile... hermosi!
Tutti dovrebber essere tali e quali.
Ma sol ci rode quell' applauso preso
dall'altro brocco attore senza peso.
Le mie ceneri al mare
La veste toglierò,
le mie ceneri al mare.
Di me che ne sarà?
Le mie ceneri al mare.
La strada cambierà,
le mie ceneri al mare.
Sarà la mia avventura ,
le mie ceneri al mare.
Un po' paura avrò,
le mie ceneri al mare.
Il gabbiano verrà,
le mie ceneri al mare.
Lontana volerò,
le mie ceneri al mare.
...che Natale
Ma che Natale è quando c'è la guerra,
anche se dici che non è la nostra?
Ma che Natale è quando c'è la fame,
anche se dici d'essere già sazio?
Ma che Natale è se vedo la morte,
che vela quella stella alta nel cielo?
Ma forse c'è il Natale dei perdenti,
di chi ha il peso in cuore e l'esistenza
ha faticosa, eppure vuole andare,
perchè non vuole sempre disperare.
Ma forse c'è il Natale, per amare.
VUOTO D'AMORE
Come macigno, il mio vuoto d'amore,
l'anima prende e in baratro sprofonda,
come metallo pesa sopra il cuore,
sarebbe bello fosse solo un'onda!
Come una giostra che disegna le ore,
arriva l'alba dalla notte fonda,
lacrima lascia di sale un sentore,
amara scia, seppure non profonda.
Farsa o tragedia è tutta questa vita,
se piangi o ridi - smettila, non serve!
Viviamo tutti dentro una ferita.
Goditi l'alba , che ora splende e ferve.
Presto! Fa' presto! Che tra un po' è finita.
E sii felice, senza più riserve!
M'E' SCAPPATA L'IRONIA
M'è scappata l'Ironia,
in un soffio s'è fuggita,
io credevo fosse mia,
lei, invece, è andata via.
Mi ha fatto - Marameo!
Se m'acchiappi son babbea,
non accetto, io, comandi,
sono libera da amanti.
Chi mi vuole, non m'afferra,
sono "moi" che lo sotterro,
e ricasco sempre in piedi,
se tu pure non ci credi.-
Sono dunque rassegnata
il mio spirito è patata,
se volevo figurare,
non lo posso ora più fare.
M'è scappata l'Ironia
m'ha lasciata con Follia,
triste e mesta con i morti,
che non hanno tutti i torti.
(primo Acrostico)
M'- innamorai, seguendo un buon profumo,
I - nutilmente, rotta cambiai in corsa,
L- a scìa aveva un fascino inconsueto.
V- iva sembrava, come mi chiamasse,
I- nsegui- disse- me,vienimi dietro,
A- scolta il cuore, quello non t'inganna,
D-agli fiducia, gioia lei ti porta,
... I- ndicheratti strade e meraviglie,
M-i raccomando credici davvero,
I-mmensamente, sempre, sempre, sempre,
C-omprendi bene- nuovamente aggiunse,
H-o faticato molto migliorandomi,
E- finalmente -disse -ora ci sono,
L-à dove il sole nasce e non tramonta.
E-ccomi sono Milvia Di Michele!
Come sono e non sono
Di me dirò, non quella nello specchio,
ma come vuole l'anima mostrarsi,
le gote rosse, bimba e non invecchio,
negli occhi grandi, sogni in luce sparsi.
Le rughe sono segni ormai scomparsi,
agile sono, canto pur parecchio,
morbida e calda, donna che sa amarsi,
vado alla fonte, porto fiori in secchio.
Ma dunque dico, come sono invece,
fragile mamma, moglie e tante attese,
una che sogna un mondo dentro un cece.
Ma dunque dico- Piacerà in mia vece!-
Sento d'avere ben poche pretese,
e questa cosa, danna la mia "spece".
Tempo e neve
Tempo che vola, come neve scivola,
acqua corrente va in mille rivoli,
bianco sì, come neve pura, rotola,
si sporca pure, tra sassi imbrattandosi,
scusa se rido un poco, sdrucciolandomi,
ma vedi, il tempo cambia e poi si liquefa,
resta la danza e tutta la sua musica,
delle ore, note che suonando cantano,
allegra sono,rido e dovrei piangere,
pensando io, cosa brutta e sciocca arrendersi
al tempo reso sporco inarrestabile.
grazie ad Adriano Pierulivo che mi ha ispirato
( un nome, una garanzia)
C'è poi....
C'è poi, questa tristezza che mi prende,
strani momenti quieti, in solitudine,
come sentissi voce che m'offende,
come volessi vinta l'inquietudine.
Forse l'anima mia molto pretende,
ma niente strappa a forza l'abitudine
di creare fantasmi e storie orrende
che m'affollano dentro a moltitudine.
Così mi sento ancora sola, ancora...
con dentro quasi voglia di morire,
cercando e mai trovando una dimora.
Così m'illudo e penso di partire,
scoprendo, quando poi sorge l'aurora,
che questa è solo voglia di fuggire.
NOI DUE
Noi, per destino, mai saremo insieme,
pure se le ali abbiamo aperte in volo,
insieme, colti da sogni e pensierì.
Noi due che dell'amore abbiamo il seme,
ma non terra d'autunno, che ari solo,
spezzati come fossimo bicchieri.
Ma aspettami sull'orlo del cammino
aspetta me,che a te verrò vicino.
Che fragile
Che fragile mi veda, caro
amico,
niente vuol dire, credi,
proprio niente,
trovare so una forza che non
dico,
che scuote anche chi fa l'
indifferente.
Che fragile mi senti, amico,
pure
la mente mia sarà un vulcano
vivo,
scintillerà, inventandosi
avventure:
ricordi quando, morta mi
sentivo?
Che fragile mi dici, amico
caro,
io mi ribello,
silenziosamente,
procedo avanti,(passo e passo
amaro),
seguendo un sogno mio
controcorrente.
Che fragile cammini tra la
gente,
così cammina chi non vuol
cascare,
tranquilla sto, non mi agito
per niente,
non tremo, e mai vorrò farti
tremare.
Vero è che resta, scura, la
paura
di ferirmi, togliendo a questo
cuore
tutti i suoi veli, senza più
pudore.
Vero è, che fuggo, schiva, dal
tuo mondo,
che mio non sento, quasi da
straniera
in ombra sto, nascosta e
forestiera.
Vero è, che dell'amore avrei
bisogno,
per "scutularmi"questa
timidezza,
magari di una semplice
carezza.
Vero è , che la mia anima si è
persa,
che per paura come un gatto
scappo,
forse sto per scoppiare come
tappo.
Le spine e La rosa
Di notte, le spine
nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:
passione con
rossa follia.
Abbracciami forte, che
sia
fuggita paura dal seno,
s'acquieta la mente mia
racchiusa nel nido
sereno.
Tu, mio dolce-amaro
veleno...
tu, ape di questo bel fiore...
Potessi io amarti di
meno
senza sentirmi chi muore!
Di notte, le spine
nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:
passione con
rossa follia.
Credevo fosse calda
malia
quest'ansia che a notte m'assale
suo nome però è gelosia
di un
“atomo opaco del male”.
E penso e ripenso a
che vale
cambiare l'amore in pazzia:
la vita è un gran
Carnevale,
coriandoli sparsi per via.
Di notte, le spine
nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:
passione con
rossa follia.
Torna l'alba e torna
l'armonia
danza e gira il cerchio di ore,
lascia al buio, il dì, sua
bugia
notte muore e ritorna l'amore.
Come rosa che apre
il suo fiore
sopra ramo fiorito di verde
rido al corpo del dolce mio
amore
nel suo volto il mio sguardo si perde.
Di notte, le
spine nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di
ore:
passione con rossa
follia.
Scorre il tempo
Scorre il tempo crudele,
Rondò per una stella cadente
Sopra la sdraio, stesa
su di un telo,
respiro a lungo l'aria del mio mare
a naso in sù, guardando
verso il cielo
sogno e credo, leggera, di volare.
Dal mare al cielo e dal cielo al
mare:
Che meraviglia! Che dolce magia!
Volo e mi pare quasi di
danzare:
godo e ridendo dico: ma è follia!
Giro e volteggio piena
d'allegria
tra bianche nubi e una prima stella,
s'è fatta sera, mi prende
nostalgia,
della mia terra, che pure è tanto bella.
S'azzurra il cielo
e brilla una fiammella,
poi mille e mille, trapuntano la volta:
Dammi una
scheggia, piccola mia stella,
una sola, chè mia sfortuna sia
tolta
Sopra la sdraio, stesa su di un telo
vedo cadere una stellina al
mare
vola per me leggera come un velo
luce che muore e dolce da
guardare.
Come in corda
Come in corda pizzicata d'arpa
nasce
musica dalla mia follia
passo di danza con piede senza scarpa
così il
ballo di questa vita mia.
Come pianto la musica si perde
cercando va
l'età sua più verde
arpa, scarpa, la musica, la vita
girano intorno dentro una
ferita.
Come in corda pizzicata d'arpa
scappa Cenerentola senza scarpa
senza carrozza e senza i bianchi cavalli
musica senti e pur piangendo
balli.
Un foglio bianco
Un foglio bianco, qui,
sul tavolino,
aspetta un mondo che Maria colori,
di rosso,verde,giallo e
di turchino,
che ci racconti storie dei suoi amori.
.
Ride Maria,
perchè non ha timori
e racconta di un bacio e una carezza ,
presi,
s’incantano due ammiratori:
Maria ride, e il loro cuore spezza.
L’uno
dei due, vinto da tristezza,
chiede alla bella – donami un sorriso!
Maria
l’ascolta, piena d’allegrezza
e tutto le s’illumina il bel viso.
Un
foglio bianco ora è un Paradiso
perchè dentro risplende un bel
gioiello
-Dona a me pure , dammi il tuo sorriso!
Si lagna e prega ora
anche Marcello.
Risponde lei, guardando il giovincello
-Piangi ma non
sai che il tuo destino
colore ha , e come un fiore è bello
dolce amore
mio, caro Arlecchino!
Quanto amore
Quanto amore
soffocato
Quanto amore
che va via
Quanto amore
disperato
Quanto amore da
follia
Quanto amore
bimba mia
Quanto amore
che si perde
Quanto amore e
così sia
Quanto amore
ancora verde
Quanto amore
intorno arde
Quanto amore
che t' illude
Quanto
amore per bastarde
Quanto amore da
palude
Quanto amore
che t'illude
Quanto amore
tuttavia
Quanto amore
mia Gertrude
Quanto amore
dato via
Rinfresca
Voglia di sciarpa, giacca e stivaletto
di bel calore dentro il caminetto,
nelle giornate corte e smorte e buie
quando pigrizia allenta i movimenti.
Ma lo scandire stanco d'ora in ora
so che intristisce l'anima e la mente,
allora penso al seme nella terra,
nel ventre dove il cuore suo rinserra.
Gabbia e gabbia-Nella
La gabbianella, // nella sua gabbia,
-Love me, yes, love me ! // vuole volar,
ma la sua gabbia // non ha le sbarre,
- Love me, yes, love me!- // lei lo può far.
-Apri le ali!- // - Love me, yes, love me!-
-E nell'azzurro // su salirai-
Ma la gabbiana, // gabbia non molla,
dentro è tranquilla // ora che sa,
ora conosce // la libertà!
gabbia di sogno // gabbia leggera
...era d'Inverno// ora è Primavera!