"IL FINITO" ( Giacomo, perdonami!)
Quanto cara mi fu quell'aspra vita,
e il perso corpo, che lì dentro al mondo,
con l'ultimo respir lo sguardo cede....
Ma morendo e capendo," interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete"
io nel mio cuor mi sento; ecco mi pare
d'aver quasi paura. E quando il nulla...
fa me dormir tra le sue braccia, io il suo
infinito silenzio a poco a poco
vo similando: e mi trattien l'eterno,
nè la morta stagione o il presente
che vive, io sono in lui. Così, in questa
immensità s'annega l'esser mio;
" e il naufragar m'è dolce in questo mare."