Ritrovarsi, senza sapere come, nella
stanza del bianco è un piacevole
stordimento.
La stanza del bianco
Bianco come il sogno che più mi manca.
Lieve piuma le mie carezze sul tuo volto.
Neve fresca la tua mano sulla pelle.
Ma nebbia nella mente è la tua assenza.
E sogno resta, il mio dolce sogno bianco.
( da quadri-mdm)
BIANCA
Bianche e leggere sono le mie vesti:
di me che importa quel che infine resti!
Da un sogno nata o da spuma di mare,
il mio destino mi farà volare,
se pur non poggio i piedi miei per terra,
qualcuno sempre c’è che mi riafferra,
e stringe e stringe i veli fra le dita,
vuole coprire un rosso di ferita.
Sì sono sogno, bruma mattutina,
sono d'angelo piuma, son fatina
che t’accompagna al ciglio della strada,
che ti sostiene sempre ovunque vada.
Vedi? Sul bianco, spiccano i colori...
-bello è vedere nascerci su i fiori!-
Bianca è pure la nebbia che cancella,
dalla vita il dolore, e la fa bella.
Bianca è quella purezza restituita,
quando pensi che ormai sia già finita,
che procedendo, hai del tutto perso
l’azzurro cielo, ora non più terso.
Se aprire vorrai il cuore tuo al sogno,
del bianco della pace avrai bisogno,
del bianco puro e allegro della neve
che, coprendo il reale, scende lieve.
E bianca ancora è questa mia presenza,
che sa di latte e non puoi farne senza.
Bianco è infine l'abbraccio di colori,
tutti li ho in me, riunendone i cuori,
poi, si tuffano lieti nella panna ...
-Zitto! Ora stanno facendo la nanna.
Ecco il mio
angelo! E’ tornato!
-Che fai, qui, bell’angelo bianco?
Siedi e riposi perché sei stanco?
O aspetti qualcuno che ti è caro
e vuoi che il cammino non gli sia amaro?
(da la magia nel tiretto)
Nella stanza del bianco mi rinnovo,si
cancellano i segni del tempo, torna la mia innocenza ! Così diventa possibile
aprire una pagina nuova da colorare.
Bianco
lunare...
Chiaro di
luna
Si dilata
una musica nella notte: voce di un pianoforte che si espande nell’aria come
un’antica cantilena. Le sue note musicali sono onde di mare che mi cercano.
Piangono la mia assenza. Scrutano dentro la
nebbia del tempo perso, insistono non rassegnate. Mi raggiungono.
Come cerchi
d’acqua dilatati, acqua calma di lago.
- Dov’eri?
Dov’eri? - Mi chiedono.
- Dov’eri? -
E mi lascio
abbracciare.
Rallento il
respiro, le note mi penetrano il cuore, placano la mia anima, mi conducono
dentro il mondo dei sogni.
Mi affido.
Fonte e riva, questa musica tesse ricami attorno a me e dentro di me.
Anch’io mi sento suono e silenzio. Dondolio
magnifico.
Culla dolce.
Mi sdraio sulle onde e vado lontano, verso l’orizzonte.
Che pace!
Carezze musicali. I miei pensieri diventano dolci.
Struggimento felice.
“ Chiaro di luna". Beethoven.
No, non è
morto, è nella sua musica, è tra noi che sopravviviamo.
Non muore
chi emoziona così. La sua magia vive.
Siediti
accanto a me, restiamo in silenzio. Ascoltiamo.
Questa
melodia sa dire cose belle, fa affiorare il meglio di noi.
Dimentichiamo
quel che oggi abbiamo vissuto. Questa è la vera vita, questo momento breve e
allo stesso tempo infinito.
-Senti? - La
notte ha ritrovato la sua magia.
E la luna
bianca entra e illumina la stanza, che si apre a paesaggi dipinti di nostalgia,
evocanti l’infinito notturno.
Luna grande,
a volte coperta da voli d’uccelli migranti, o da artigli di rami secchi e
contorti. - Quali gli uni? Quali agli altri? -
O da nuvole
bluastre, di evanescenze sfumate.
O da vapori,
fantasmi stratificati in una notte che sa di mistero.
Stringi le
mie dita tra le tue: vorrei che tu le suonassi, come tasti di un pianoforte.
A cercare
melodie profonde, essenze vitali, intese.
Insieme
restiamo incantati, persi, o forse in un porto sicuro. Non importa saperlo.
Stiamo bene
noi due, e questa musica.
Non te lo dirò mai, ma starei bene anche da
sola. Perché questo piacere, questo godimento non è mio e non è tuo, nasce
dalla vita come da un’arpa pizzicata nel suo cuore.
Sì, lo so
che è il suono di un pianoforte, morbido e dolce, cammina le vie della notte e
del sogno. Del mistero.
Bella la
luna! Dei colori di un angelo si è vestita, e gioca a nascondersi tra le ombre.
No, non
gioca, la melodia lo rivela. Le scansa e le penetra perché di noi è innamorata,
e vuole raggiungerci.
-Vedi? -
Questa melodia sa dire davvero cose belle, che vedono più in là delle immagini
e delle parole.
Che
meraviglia questo tocco, queste modulazioni che variano, ma mantengono una
delicatezza, che se io potessi averla sempre, non chiederei altro, sarei sazia
per sempre. L’anima mia sarebbe piena.
-Mi
comprendi? - Certamente! E il merito non è mio.
E’ della
musica. Accade se apriamo le porte e aspettiamo. Tranquilli e in silenzio.
Basta
attendere. E arriverà dentro di noi la rivoluzione.
Oh! Niente
di clamoroso, di eroico. Niente fracassi.
Lenta scende
in noi e ci rimpasta, ci trasforma, ci lava gli occhi.
Come fa la
poesia, come l’arte tutta.
Come le
emozioni, quelle vere.
Ma sto
parlando e pensando troppo. E sciupo l’attimo.
Sono gelosa
di questo mio sentirmi persa nell’ascolto, soffro a staccarmene.
Resta qui
con me, ma in silenzio.
Non sprechiamo questo dono.
Mi sento
come conca, non d’acqua, ma di dolce e languida armonia.
E in mente
ho il mare, la sua voce, i suoi ritorni.
Ma anche il
signor Tempo, il Mistero. Che non sarà mai svelato dalle parole, ma che mi pare
suggerito da questo “ Chiaro di luna”.
Il Tempo: il
suo scorrere e il suo permanere.
Sento che il
nostro esilio dalla bellezza e dalla felicità è reale solo nel divenire.
Se
rallentiamo, si avvicinano di nuovo. Di fotogrammi, in visione accelerata, è
composta la nostra vita. Se ci immergiamo nell’eterno, tutto torna.
La musica sa
compiere il miracolo. L’attimo si ferma, riacquista la sua originale forma di
scheggia di eternità, frantumata come immagine riflessa su acqua di fonte mossa
da un venticello.
La musica
trattiene il soffio del vento, lo incanta come un pifferaio magico, poi lo
affoga.
Resta quel
che dell’eterno c’è dato conoscere.
Come
quest’attimo di felicità.
...attimi di felicità...
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