Saliamo !
La stanza dell’azzurro
L’azzurro è il colore dell’anima e del cielo, della libertà e
dell’infinito, della speranza serena :io sto cercando tra i miei scritti, ne
trovo e un po’ qua e là in forma di aria :
(filastrocche –mdm)
Ma io non sarò mai muta
poiché mille sono i linguaggi dell’anima
e perla preziosa è questa vita.
Dolci le parole dette e ascoltate,
ma pieno di sapore è anche guardare
e poter respirare
e aver voglia di ridere.
Calde le mie lacrime, quando sono triste,
pieni d’incanto i miei silenzi.
In me, il mondo esterno vive,
trasformato ogni volta.
E, nell’azzurro della sera,
più che la malinconia,
sarà l’attesa del domani
a far palpitare il mio cuore.
( da quadri –mdm)
Ma trovo l’azzurro, soprattutto
nell’acqua:
(Ascoltando Mozart)
Dita sul piano …
sgorgano note:
acqua di ruscello
che canta e ride
scendendo a valle.
Rallenta dolcemente,
trascina coinvolgendo.
Dice: venite,
seguitemi volando,
siate api sui fiori,
venite con me
..allegramente
Ed ora vi lascio,
su,andate da soli
e… niente paura
non cadrete,coraggio!
Ecco, vi riprendo
e son io che vi porto
e la mia voce non è un urlo,
ma quella di un bimbo
che saltella gioioso,
che trilla .
Poi di nuovo
si fa acqua trasparente,
gocce e rivoli d’argento,
e poi conca,
e poi canta
e scendendo si frantuma,
acquista un piglio sicuro,
ma è pur sempre armonia
e festa travolgente.
Dita sul piano …
sgorgano note:
acqua di ruscello
che canta e ride
scendendo a valle.
Rallenta dolcemente,
trascina coinvolgendo.
Dice: venite,
seguitemi volando,
siate api sui fiori,
venite con me
..allegramente
Ed ora vi lascio,
su,andate da soli
e… niente paura
non cadrete,coraggio!
Ecco, vi riprendo
e son io che vi porto
e la mia voce non è un urlo,
ma quella di un bimbo
che saltella gioioso,
che trilla .
Poi di nuovo
si fa acqua trasparente,
gocce e rivoli d’argento,
e poi conca,
e poi canta
e scendendo si frantuma,
acquista un piglio sicuro,
ma è pur sempre armonia
e festa travolgente.
E son io che vi porto,
su venite con me,
voi tutti altri strumenti,
seguite la scia dei miei tasti
che saltellando festosa
se ne va verso il mare
con i monti alle spalle
ma il sapore di neve
è rimasto nel suono
ed è festa,grande festa
e non si può non cantare
in pendenza di fretta
e rallentando in pianura
laggiù dove c’è il mare,
giù al mare:
eccolo…ecco..lo
su venite con me,
voi tutti altri strumenti,
seguite la scia dei miei tasti
che saltellando festosa
se ne va verso il mare
con i monti alle spalle
ma il sapore di neve
è rimasto nel suono
ed è festa,grande festa
e non si può non cantare
in pendenza di fretta
e rallentando in pianura
laggiù dove c’è il mare,
giù al mare:
eccolo…ecco..lo
(mdm)
Fammi foglia,
tu, mia rugiada.
Di brillanti e di luce mi
vestirò.
Smeraldo vivente,
t’innamorerò
e di te invidia avrà
il mattino che viene.
Fammi riva,
tu, mia fonte.
Conca sarò di cerchi d’acqua,
t’attenderò lontana,
perchè verrai.. oh! Sì verrai.
Oggi me ne andrò,
leggera ballando
per le vie del mondo.
Perché tu sei la mia pioggia
e bello è con te danzare.
Ti ricordi, chiedevo:
sai il colore dell’acqua?
E tacevamo complici
nel nostro acuto mistero.
Invano ho cercato
Azzurri e blu e verdi,
fantasmi in mia presenza,
mutevoli e confusi
in mille trasparenze,
nascosti dietro mura
di luccichii d’argento.
Non colori, ma disegni d’acqua,
i suoi lunghi cammini:
le gocce, i cerchi, le onde,
le curve serpeggianti,
le nuvole fumanti
al cielo e dal cielo in moto,
la neve sopra i monti …
a te m’hanno portata.
Tu mio inizio, tu fine.
(Poesia dell’acqua-mdm)
E, anche se l’acqua non è sempre
azzurra, e il suo linguaggio non parla sempre di vita, pure dall’acqua veniamo:
vero Martin?
L’acqua è una lacrima?
Tra nere
ciglia brillando,
mi sorprende la tua lacrima.
Assente ogni dolore.
Prezioso, il tuo universo,
improvvisamente mi si mostra.
Oh! E' per pochi questo incanto.
I deserti disseta
la tua goccia di vita
che chiede: io t'amo, tu mi ami?
Oh! E' per me questo incanto.
mi sorprende la tua lacrima.
Assente ogni dolore.
Prezioso, il tuo universo,
improvvisamente mi si mostra.
Oh! E' per pochi questo incanto.
I deserti disseta
la tua goccia di vita
che chiede: io t'amo, tu mi ami?
Oh! E' per me questo incanto.
( mdm)
L’acqua è anche la pioggia che consola, quando l’alienazione è
quasi pazzia:
Solo la pioggia
sa essermi compagna
Non è mia questa città,
né questo tempo.
Aspetto
tra figure e volumi
scorrenti senza senso.
Evanescenti.
Aspetto.
Questo è il mio compito.
Guardare.
O camminare.
Solo vivo tra morti
O solo morto tra vivi.
Non più nel passato.
Non ancora nel futuro.
Cammino, corro,
è sempre la stessa cosa
la stessa dannatissima cosa.
Sempre la stessa distanza
tra me e il reale,
tra il reale e me.
Sogni metallici, ferite indolori
Fiato senza respiro, cuore senza amore,
giochi senza gioco,
giochi senza gioia.
Aspetto, cammino, corro,
aspetto, cammino ,corro.
Senza affanno
Senza domani
Senza mistero
Senza domande.
Ammazzarsi sarebbe già qualcosa
Solo la pioggia sa essermi compagna
(mdm)
L’acqua accarezza…
Carezze
d’acqua
-Certo che
so che è sintomo di qualcosa! Certo che
significa che ho un problema!
Tutte queste
docce! E non fa neanche così caldo da giustificarle: non sudo quasi mai!
Almeno
cinque o sei volte al giorno , mi spoglio e m’infilo sotto la doccia.
Lascio che
l’acqua mi scorra addosso per lungo tempo.
Sì, adoro il
mio bagno schiuma, profumato e cremoso. Ma più ancora adoro l’acqua addosso.
Mentre me ne
sto sotto la sua pioggia, (è doccia, ma io immagino sia pioggia) penso che
forse non riuscirò a uscirne.
Passano i
minuti … molti! Mi chiedo: quando?
Poi
improvvisamente sono sazia e chiudo il rubinetto ed entro nell’accappatoio.
Carezze d’acqua!
Certo che ho
un problema, forse un disagio!
Se lei dice
così, avrà di sicuro ragione, caro il mio dottore!
Però:sa che
le dico? Non è che ne sia così convinta.
Un problema?
Io avrei un problema?...Mah!
Io so solo
che amo le carezze d’acqua.
Carezze che
scivolano sulla mia pelle, la assecondano tutta, senza mai violarla.
La lasciano
pulita e fresca, profumata di buono, rinnovata come fiorisse a Primavera.
Carezze che
hanno memorie belle: d’infanzia, di tuffi, di scoperte, di …
Sì, lo so
che lei mi sta aspettando al varco, che crede che io stia piangendo una
mancanza.
Ebbene sì,
qualcosa mi manca, non qualcuno.
Non un
amore, non un amante. Mi manca la mia innocenza.
Così, quando
torno nell’acqua, mi pare di recuperarla.
Non solo
perché mi toglie le impurità, non solo per questo.
Affogarmi,
berla, è come tornare dentro l’utero materno.
Allora è
come se tutto ricominciasse, almeno ho l’illusione che sia possibile.
L’acqua mi
accoglie, mi scalda, placa i miei sensi agitati, mi disinfetta ferite senza segni.
Mi han detto
che l’acqua ha memoria, però credo sia memoria d’antico, non che riguardi le
nostre brevi vite.
L’acqua non
sa niente del mio lerciume, dei miei rimorsi. Dentro di sé ha le nuvole, la
pioggia, la neve, i percorsi infiniti.
Dal cielo,
viene la mia acqua, dall’alto, per redimerci diventando fango, per noi che pure
siamo fango plasmato, ma che improvvisamente fiorisce come farfalla leggera.
Questo siamo, farfalle di fango.
Dal cielo,
fino a scorrere e penetrare dentro il seno della terra, a serpeggiarle dentro
fecondandola, a portare vita a ogni cosa da lei toccata.
Dal cielo,
fino al mare, l’azzurro mare, il meraviglioso mare, l’infinito mare … il nero
mare!
Dove si è
perso lui che mi amava.
Perché? Come
può accadere che qualcosa di meraviglioso si trasformi così crudelmente, da
ferire, strappare il cuore?
Che acqua è
questa che ci nutre e crea, che fa verdeggiare i campi, spuntare fiori, che in
sé accoglie tante forme di animali … che acqua è questa che ha … tolto poi il
respiro al mio amore?
Ora non
farei una doccia, ma ficcherei la testa dentro l’acqua, nel mare, in un lago,
nella vasca … non importa.
Vorrei
provare un po’ di quel che ha vissuto il mio amore, appena un po’, perché so
bene che l’istinto di sopravvivenza mi farebbe riemergere e respirare
profondamente per riacchiappare la mia anima e legarla a questo corpo che non
ha più carezze di lui… di lui...
Non avrò mai
più le sue carezze.
Per me ci
sono solo queste carezze d’acqua, morbide, sensuali, seduttrici, desiderate.
Ho un
problema? Un disagio?
No, non un
disagio. Io sto seccando, appassendo, come pianta dimenticata al sole, che
nessuno annaffia.
E non ho
voce per dire la mia sete, ho tolto l’audio alle mie emozioni, ho tolto i
battiti al mio cuore, ho cancellato i miei desideri.
Ma l’acqua
capisce e conosce quel che mi manca, dice tutto al posto mio.
Mi parla
d’amore, mi ricorda l’amore.
E lo dice
non alla mia testa, che non vuol ragionare o ricordare, lo dice alla mia pelle,
che ha le sue memorie. Come l’acqua.
Quest’acqua
che dovrebbe farmi inorridire e invece mi consola.
Che mistero
porta in sé, che chiavi!
Può aprire
le porte della vita e della morte, della gioia e dell’orrore.
Delicata e
impetuosa; chiara e trasparente, o melmosa e tetra.
Ghiaccio o
caldo vapore.
Sempre
innocente messaggera.
Dottore mio,
siamo partiti dalla doccia e arriviamo all’origine della vita.
Anche alla
sua fine. Arriviamo al divenire e all’eterno.
Un mio
problema? Un disagio?
No, non solo
un mio problema.
E’
l’esistenza in sé che vorrebbe un senso, come l’acqua che scorre giustamente
verso il mare.
O che sale,
giustamente verso il cielo, perché sa che tornerà alla terra.
Come l’acqua
che compie il suo ciclo, avendone memoria.
Di questo ha memoria, non degli inutili,
insignificanti incontri lungo il suo percorso circolare.
Questo
sento, quando sto sotto la doccia: la vita addosso.
La vita che
continua, nonostante la nostra ignoranza delle sue motivazioni.
E lentamente
mi ricarico, torno a essere viva io stessa, ricomincio anch’io il mio ciclo.
Portando con
me la mia acqua che di nuovo mi scorre e pulsa nelle vene, disseta il mio
deserto. Perché noi siamo terra, impastata con l’acqua.
Farfalle di
fango, con l’anima di fuoco, che volano il loro tempo in un cielo infinito.
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