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domenica 15 aprile 2012

CRONACA DI UN'ALIENAZIONE QUASI FELICE (LA MAGIA NEL TIRETTO) ...continua


Che alienazione significhi pure...saltare un fosso?
Magari cavalcando una  filastrocca … 

LA MAGIA NEL TIRETTO


In un tiretto, racchiusa c’è
una magia, che non so perché
è lì in prigione, con la sua innocenza,
e io la voglio per la mia partenza:
sì, oggi parto, io vado via
e porto con me la mia magia!

Sette son le notti e sette i giorni
di allontanamenti e di ritorni,
sette le valli e le colline
per dar ragione alle indovine:
m’hanno predetto che, un bel dì,
io non sarei più stata qui.
-Andrai lontano, andando piano..
camminerai, senza le gambe.-
Io mi son detta:- che indovine strambe!-
Ma non pensavo allora alle ali
che mi trasportano più dei pedali:
-non le vedete? -Le ho dentro il cuore,
e il loro battito non fa rumore,
o, se lo fa, è come un tamburo,
che del reale supera il muro,
e da dentro l’intricata foresta,
mi guida e dice-:balla, facciamo festa!
Allora, vado … Saluto tutti!
E la rima non la fo’ con “brutti”.
Io dico solo :-lasciatemi andare,
senza lutti , fino al mio mare!
Siate dunque felici per me,
se non lo siete, ormai: un,due,tre!-
Già non ci sto, è troppo tardi:
invece che lacrime, scoppiate i petardi!
Io parto, ma un bel dì tornerò
e  meraviglie vi racconterò.
Uh! Che colori! Che luce! Che armonia!
Io già me la godo, percorrendo questa via.
Eccomi finalmente trasformata
in ciò che sono da quando son nata,
in ciò che è la mia essenza vera
che non cambia con la primavera.
Ora sono oltre la mia apparenza,
ora sono in un’altra esistenza,
tra verdi prati e foreste incantate,
volo leggera con le ali fatate:
-mondo, bel mondo, che sempre mi aspetti,
dimmi, li perdoni i miei difetti?-
Risponde il mare, con la sua onda:
-vieni! Corri da noi! Torna feconda!
Piangono i fiumi, piange la terra,
quando non vieni, il cuor si rinserra,
piange la quercia e il pettirosso.
Dai! Corri da noi , salta quel fosso!-
Così compresi che per la Natura,
io ero una dolce e preziosa  creatura:
io, la figlia, lei,  mia mamma adorata:
-eccomi! – le dissi – sono tornata!-
Oplà! Il fosso ora ho saltato …
sono in un mondo tutto incantato.
-Che fai, qui, bell’angelo bianco?
Siedi e riposi perché sei stanco?
O aspetti qualcuno che ti è caro
e vuoi che il cammino non gli sia amaro?
Io son felice di entrare nel bosco,
ma nessun sentiero, per andare, conosco,
ho un po’ di paura e brividi dentro,
però non importa: io vado ed   entro!
Percorri anche tu, un po’ di strada con me?
Sorridi dolcemente, ho capito che,
sei lì da tempo, sempre in attesa,
pregando che io non mi fossi mai arresa,
al corso del tempo,della vita, e degli eventi .
Tu sai leggermi dentro e mille tormenti
hai visto strappare il mio cuore a pezzetti,
erano quadri bui, ora sono quadretti,
cuciti insieme han formato un ricamo
che, solo a guardarlo,io dico : sì amo.
Andiamo, ti seguo, è giunta l’ora di andare!
Un dì, io lo so, raggiungerò il mio mare.
Guarda: i raggi del sole, penetrando tra le fronde,
bucano il buio … sì, raggiungerò le onde!-

L’angelo va avanti e mi indica la via:
neanche un attimo penso sia follia
ficcarmi in mezzo ad una siepe di rovi:
ciò che è prezioso, so che non trovi
su molli prati, senza prima ferirti!
Però, bell’angelo, non esagerare!
Almeno dimmi: - dov’è che vuoi andare?-
-Non son io che vado, è apparenza! –
Risponde e ride con molta pazienza:
-Ma non ti accorgi che sei tu a cercare
cosa ti manca e vorresti amare?
Non eri tu che volevi incontrare
tutta la magia che c’è da qui al mare?
Ora procedi! Ora che sai, vai sola!
Porta con te questa mia piuma d’ala!
Va fiduciosa! Presto incontrerai,
chi ti è nel cuore e non hai visto mai:
c’è tutto un mondo pietrificato
per chi nella vita non ha mai amato,
ma non per te, bene mio prezioso!
Lo so ben io, che sono tuo sposo.
Apri il tuo cuore, fa scorrere il sangue:
vedi? Già intorno più non langue
questo bel mondo di strane creature
che riescono sempre a restare pure .
Oh! La purezza! … Sai tu cos’è?
E’ questa piuma che ora dono a te!-

Prendo la piuma e la poggio sul cuore:
vorrei riscaldarlo, ma di neve ha il calore.
Questo che vivo, forse è solo un sogno,
ma è di questo mondo che ora ho bisogno.
C’è un po’ di nebbia, là, sulla collina:
s’alzerà tra un po’, si farà mattina:
allora : son sola o in compagnia?
Io m’incammino sulla mia via!

Cammino vagando con i miei pensieri
dimenticando l’ora , il giorno ,  il mio ieri
e, mentre il bosco ,pian piano,  si fa chiaro,
mi dico: -è l’ora di  trovare un riparo!-
Il sole è alto e batte in testa,
in ogni rada della foresta .
Laggiù, di lontano, in fondo al sentiero,
sta fermo, in attesa,un bel forestiero:
no, non son sola, c’è sempre qualcuno .
No, non è solo, non lo è mai nessuno.

-Vienimi incontro ,tu di lontano!
Ti prego ,avvicinati! Dammi la mano!-
Ora, d’improvviso, un grande timore
rallenta i miei  passi e mi stringe il cuore.
-Ovunque tu voglia  e ovunque vada,
facciamo insieme un po’ di strada,
dimmi che, senza di me, nessun sentiero
percorreresti :dillo, dillo  davvero!
Ho lasciato dietro quel che conosco,
ora tutto è nuovo dentro il mio bosco .
Amo questo verde e l’allegria dei fiori,
ma nessun volto c’è che m’adori:
senza l’amore che vuoi che m’importi
conoscere il vero che c’è nelle mie sorti?
Io sono quella che il mio amore dipinge,
con la tavolozza dove il pennello intinge:
lui mi colora vincendo il grigio e il nero.
Vieni! Entriamo insieme nel sentiero!-

Ma dal ciel scende una rondinella,
mi danza  intorno volando : che bella!
Piovono su noi petali bianchi e rosa:
mi sento bella più che una sposa .
Quanto trasforma un atto gentile,
questa carezza che mi fa Aprile!
Quanto bene fa al corpo e al cuore
solo nel sentire un respiro d’amore!
-Rondinella, che porti la primavera,
vieni andiamo da quel forestiero! –
Anche i miei piedi ora hanno ali
e io cammino più che con i pedali:
son quelle ali che mi spuntano in cuore
ogni volta che vivo respiri d’amore.
Guardate: mi viene incontro correndo,
io e il forestiero  ora stiamo ridendo!
Faremo amicizia , dopo un abbraccio,
se non me lo dà lui:- sapete che faccio?-
Ma sarò io a stringerlo forte forte
di quell’abbraccio che vince la morte,
di quell’abbraccio che è pieno di vita,
come questa dolce stagione fiorita.
La rondinella continua a volteggiare,
tutto il tempo del mio veloce andare,
poi, quando infine ci abbracciamo felici,
come una quercia mette in terra radici,
se ne sta ferma a guardare per un’ora,
poi, calma, torna alla sua dimora .
Calma, e anche non vista e salutata:
Felicità, che mi rende così ingrata!
Io e il mio amico ,mano nella mano ,
cominciamo il cammino saltando un pantano:
cra ...cra- gracida impaurita una raganella,
pensa: -l’ho scampata per la mia buona stella !-
La stella di cui gracida è quella che, ogni sera,
Illumina il pantano come candela di cera,
candela che dà luce ma che non riscalda:
-Piacere: chi sei?.. Io mi chiamo Mafalda!-


La raganella Mafalda sa parlare:
ha imparato a farlo dal suo compare,
un pappagallino che viene dalle ombre,
da marzo a giugno e fino a dicembre,
a bere l’acqua del suo speciale pantano
perché ci trova un sapore molto strano:
gli ricorda tanto la sua terra africana
che gli è rimasta nel cuore, ma è lontana .
(L’hanno rapito certi tipi loschi e foschi
per farlo vivere nei nostri boschi,
ma il pappagallino disperato è morto
poi, nel mio bosco , un bel dì è risorto!).
Ora  chiacchiera e chiacchiera e mai smette:
capite perché Mafalda sa parolette
un po’ buffe, ma che parlano di un mondo
in cui il pappagallino tornerebbe giocondo?
-son l’ IO narrante , che vuoi che ti dica?
Pure a volerlo dire, non lo so mica!
Chi son io, non te lo so proprio dire !
Sono in cammino  per poterlo scoprire.
Con me c’è questo caro amichetto:
non so chi è, ma è un compagno perfetto:
non ti meravigliare, mia cara raganella!
La vita sorprende, perciò è tanto bella!
Ora, giacché parli il mio linguaggio:
-puoi  illuminarmi come un raggio
di sole estivo che splende sul mondo?
Cos’è che muove  questo girotondo
di  magia ed emozioni  in cui vive il bosco?
Dimmi, cos’è ?Forse, la causa conosco?-
La raganella che molto vede e sa,
anche se nessuno mai ci crederà …
(sempre pensando comodamente
quel che crede e dice tutta la gente,
e cioè che la volpe è furba, l’ape laboriosa,
la cicala canta sempre senza posa
e non pensa all’inverno che arriverà,
ma la formica ci sta sempre a pensà,
e poi che il re è il leone e non si discute
e tutte le paperelle  devono star mute,
il gufo è un gran saggio,perché la notte
porta consiglio, ma che belle frotte!
Io vi assicuro che la mia raganella
è davvero sapiente e non è una storiella)
… dunque dicevo che molto  vede e sa,
ma a dirla tutta non può parlà!
Non ha la licenza, non può nulla svelare,
del mistero del bosco  non può narrare,
può tutt’al più , fare allegorie
e indicare a chi ascolta tutte le vie
che porteranno alla conoscenza
che come il frutto vien dalla semenza.
Pensa e ripensa, allor sapete che fa?
Alza la testa e poi fa: - cra.. cra ..!-
-Mi prendi in giro? -Le dico io!
-Giuro, proprio no !Lo sa il buon Dio!
Torno a parlare la lingua mia,  così,
se non mi capisci, mi capirai un dì,
quando ogni lingua sarà tutta chiara
e  comunicare non sarà cosa rara,
d’altra parte solo con il mio cra..cra
posso raccontarti la magia che sta qua!

Dietro le mie spalle, ride forte forte,
Il mio amichetto (ho chiuso le porte
alla speranza di capirci qualcosa!)
-Ma perché ridi?Mi fai innervosire
la senti quella, che s’è messa a dire?
Io le avevo chiesto un chiarimento
e lei mi risponde con questo tormento
del suo  cra ..cra che manco mi piace,
ora, se davvero vuoi fare la pace,
smettila subito e presto andiam via :
con la ranocchia è tempo perso.
Uh! Che bel caldo e che cielo terso!
Non litighiamo! Dai! Chi ce lo fa fare?
Se ti va, ridi pure, ma non mi annoiare
dicendomi che ha pure molta ragione:
la raganella, per me è un’imbrogliona,
conoscerà pure la lingua umana,
ma per me rimane una rana strana,
chi fa la filosofa ,ma poi è reticente,
lo fa sempre per imbrogliar la gente,
 vorrà dire che cercheremo ancora,
fino al tramonto e poi all’aurora:
tu che mi dici, prosegui con me?
Scusa, se posso, il tuo nome qual è?-
Prima di ascoltare però la risposta:
Souspence! Pausa! Lo faccio apposta
per aumentare un po’ l’attenzione,
voglio sospendere la discussione !
Anche perché, il tramonto colora
di rosa e rosso, di giallo e d’oro,
spicchi di cielo tra monte e monte,
e che meraviglia,se vedeste la fonte !
Là dove l’acqua era azzurra e verde,
ora una nuvola rossa si perde,
donandole tutto il suo splendore.
E non mi dite che non fanno l’amore!
Silenzio e respiro, non roviniamo
questo incanto, noi che amiamo!
Ogni visione un po’ trascolora,
ma giù,lontano ,si scorge ancora
una collina che spunta tra le fronde
e, sulla collina , i sogni sono onde,
sono improvvise maree feconde
che hanno posato proprio lassù
quel che in realtà ora non c’è più:
ecco,la mia casa di quand’ero bambina,
io la sapeva distrutta e in rovina,
invece vedo salire alto in cielo,
un fil di fumo che come uno stelo
di grano verde con la sua spiga
al venticello dolcemente si piega:
cosa mai significherà, cosa vedrò?
-Fata Morgana!? … Io lì ci andrò! -
-Ma chi suona questo violino zigano?-
Da quella panchina s’è levato, piano,
un dolce suono, una melodia sottile,
che ben si sposa con il tepore di aprile .
Arriva a noi, poi si diffonde intorno
e al suonatore,infine fa ritorno ,
dopo aver sposato i colori della sera
di questa magica e profumata primavera.
Sì, pure colori e profumi paiono cantare ,
insieme a un violino che fa sognare .
-Grillo, grilletto! Sei tu il suonatore!
Che bene fa la tua musica al cuore !
No, ti prego, non ti fermare …
vicino a te mi voglio accucciare!-
E così,sul prato,io e il mio compagno,
accoccolati nella magia di un sogno,
ce ne stiamo insieme ad ascoltare
note che vanno da qui fino al mare.

Cade una lacrima dalla grande quercia:
triste ,ricorda la sua scoiattolina guercia
che,innamorata ,ascoltava una canzone
e per questo non fece molto attenzione
ad un ostacolo improvviso, un  rametto
che s’era spezzato e perciò(maledetto!)
si conficcò nel suo occhietto bello ,
e l’accecò e,  insieme a quello,
perse l’amor suo che era vanitoso
e di una guercia non volle esser sposo.
Piange la quercia, ma non lo sa,
che  la scoiattolina tornerà qua,
rimessa a nuovo e tutta perfetta .
Perché nella grotta c’è una maghetta
brava a guarire le distrazioni d’amore
solo con l’aiuto di qualche fiore.
Bello sapere che a volte  la vita
dà una speranza a chi è partita
per  rimediare  a una strana  sfortuna
che toglie le stelle, ma ti dà la luna!



Così pensando, guardo il cielo stellato:
che meraviglia è tutto il creato!
C’è pure una grande luna piena:
che magica notte,  dolce e serena!

-Allora- chiedo- il tuo nome me lo dici?-
Il mio amico inizia: ci sono giorni felici
In cui incontri chi dovevi incontrare..-
e poi inizia a raccontare dolcemente,
ma le parole scivolano dalla mia mente:
sto sprofondando nel mondo dei sogni
dove non ho più questi grandi bisogni
di avere certezze di parole e di fatti.
Son sogni belli, anche se un po’ matti,
che vengono a  prendermi e portarmi via
dentro una bolla di leggera magia .
E dove mi portano ,c’è pure il mio amico,
anche se non lo sa, perché non glielo dico.

Sopra due nuvole morbide e bianche
noi riposiamo le membra stanche
e navigando sulle onde del cielo
al grande mistero abbiamo rotto il velo:
bé!..Abbiamo solo allentato  una maglia,
ma ad attraversarlo, ora non si sbaglia,
e … curiosissimi di sbirciare che c’è
ci accingiamo attentamente a vedè :
numeri che vengono e che vanno,
disegni che in aria appesi stanno,
musiche mai prima d’ora ascoltate
che dall’arcobaleno paiono nate ,
carezze dolcissime come il miele
profumi intensi di mature mele,
leggiadri balli di bamboline in tutù..
poi ..poi .. non so dire di più..
delle meraviglie che ci sono lassù!
Anche perché, il sogno pure nasconde ,
del “ grande vero” le ragioni profonde.

Navighiamo nel bel cielo di aprile,
all’improvviso cadiamo in un cortile,
senza farci male , ( certo, è  un sogno!)
ma a dirvi dove, un po’ mi vergogno:
in un letamaio morbido e puzzolente!
Però questo sogno è davvero fetente!

Parla, anzi strilla, ora il mio amico:
quello che dice,proprio non ve lo dico,
è arrabbiato , perché suo malgrado,
viene con me, dovunque vado …
( so che dovrei scrivere “ vada”…
ma così fa rima, ed è sempre strada,
quella che insieme stiamo percorrendo,
anche se in cielo siamo andati volando).
Son comprensiva e lo rassicuro:
-guarda c’è un ruscello oltre quel muro!
Andiamo subito a farci un bel bagno!-
-OK!- Mi risponde- e come un ragno
di nuovo catturo la mia preda diletta,
calma e tranquilla e mai senza fretta,
perché già lo so che sempre verrà
dovunque il mio cuore mi porterà:
a me guida il cuore, e lui segue  me ,
ognuno sceglie chi vuole per suo re. 

Oh, che bel tuffo nell’acqua gelata!
E’proprio fredda e mi sono svegliata.
Il mio amico mi guarda intenerito,
però  rivorrebbe indietro il suo dito
che stringo forte e  non so perché:
sopra il suo cuore dormivo bene e…
stavo sognando un tuffo nel ruscello
esclamando felice : mamma mia che bello!
Però ad un tratto, si vede che nel sogno,
che non so nuotare  ( come mi vergogno!)
mi son ricordata e perciò ho  afferrato
quello che di lui ho per prima trovato.
Povero dito gliel’ho quasi stritolato !
Gli dò un bacino e pare quasi sgonfiato,
però lui gioca e vuole un bacio ancora,
io glielo dò e lui mi dice : mia tesora!
Poi cullandomi dolcemente tra le braccia
piano accarezza la mia bella faccia .
Il grillo suona ancora il suo violino…
mi lascio andare ad un altro pisolino.

Eccoci nel sogno e, asciugati anche i panni,
siamo pronti, più di prima, a combinar danni.
Torniamo nel cortile oltrepassando un roseto:
questo profumo rende l’animo quieto :
-ma questo cortile io già lo conosco !
È della casetta che ho vista nel bosco,
quella che sta sopra la sua bella collina
e in cui ho vissuto quand’ero bambina!-
Strabuzza gli occhi il mio caro amichetto,
mentre scappa via un tigrato micetto:
-Musino! Musino! Sei tu! Non scappare!
E ‘una grande emozione che mi fa urlare!-

-Fermati! Aspetta!- mi dice il mo amico:
-Non può vederti… non sai … ora ti dico,
anzi è meglio che tu incontra chi conosco:
 cioè ,la bella fatina, regina del  bosco.
Vieni! Non avere paura! Dammi la mano!
Ora la chiamiamo insieme ,piano piano,
lei ti è amica e ti saprà ben spiegare:
vieni! Ora è visibile e ti sta ad aspettare.

-No,non voglio!- D’impeto gli dico
-Anzi, veramente,  la maledico,
perché ormai  più non mi affianchi
e,ancora non vai e già mi manchi!-
-Zitta! Cosa dici? Devi molto soffrire ,
se hai pensato di  voler maledire ,
lei che ti pensa, lei che ti è vicina ,
lei che custodisce la tua casa in collina.
Non si ragiona così in questo mondo!
Qui si vive ognuno in un girotondo,
tutti la mano con affetto ci diamo,
e mai lasciamo solo chi amiamo .
Vedi? Si allarga soltanto il cerchio:
alla tua rabbia ora metti il coperchio,
io ti perdono e la fata non ti sente,
e tutte e due potete esser contente.
Chiamala! Sù, non essere invidiosa:
tu sei la mia creatura e lei la mia sposa,
insieme faremo un lungo cammino :
 vieni, sù!  Io ti sono vicino.

Mi faccio coraggio e la chiamo sottovoce:
-fata!! Fatina!!! Vieni qui sotto il noce!!-
-Raggiungimi tu!- dice una voce calda,
molto diversa dalla voce di Mafalda.
Fuori  casa c’è una scala di mattoni
( mille volte ho contato ,con i miei ruzzoloni,
quanti  gradini ha , quando ero piccina!)
Sul gradino più basso, se ne sta seduta,
una creatura mai uguale veduta,
nel suo volto gli anni non son segnati,
ma ha un  sorriso che rende beati:
-Vieni! Siedi qui! Fatti vedere mio bene!
Senza  di te ,questi anni: quante pene!
Non sentivi il mio cuor che ti chiamava
e la strada, ogni giorno ti indicava?
Bene mio! Dolce gioia! Mia creatura!
Quanti anni ti ho attesa tra queste mura!
-Me? Aspettavi davvero il mio arrivo?
A saperlo, molto prima venivo !
Ma non so nemmeno perché son qui,
pure se ci pensavo ogni notte e ogni dì .
Io sono venuta ,credo, a cercare ,
forse ,solo uno spicchio di mare!-
-Uno spicchio di mare o di muro,
non si cerca, lo si trova di sicuro!
Ora stiamo in silenzio perché
t’ho già detto il mistero qual è.
Questo sogno va  tutto goduto,
poi andrà via ,come è venuto.-


Così restiamo in silenzio perfetto
Io,la fatina e  il mio amico folletto.
In cielo appaiono le prime stelle ,
Io rivedo ogni cosa, pure le paparelle
gialle, in fila, dietro mamma oca,
anche  se la luce è diventata fioca.
Rivedo il mio cane pastore abruzzese,
I fiori bianchi in mezzo alla maggese,
i campi di grano che, quando vien la sera,
brillano di lucciole tutta la notte intera,
ascolto rumori di canti e le chiamate
agli animali e alle donne addormentate,
tenendo al seno i loro bimbi belli,
mentre nell’aia giocano allegri i fratelli
con le galline,pecorelle e maiali …
vedo tutti questi particolari uguali,
anche se nella mente erano annebbiati:
li avevo  persi , e ora li ho trovati.

-Oh!Perché niente per sempre dura?-
(E’ questo pensiero che mi fa paura)
La mia fatina ora sta svanendo,
i suoi contorni stanno scomparendo:
-Non te ne andare! –imploro- Mi punisci?
Perdonami ,se puoi!Perché mi lasci?-
-No, non ti sto lasciando! – mi dice
-Sei tu che ti stai svegliando: sii felice!-
Con te verrà il nostro amico comune,
ma se guardare saprai, vedrai le lune
dentro le quali io sarò ad illuminare
ogni tuo passo del tuo lungo andare.
-Mai più ascolterò la tua dolce voce?-
-Sempre, nel cuore, però sottovoce:
imparerai ad ascoltare dal vento
e dalle stelle del firmamento!-

Vorrei dirle - non son pronta,resta!-
Ma mi sveglio con un  mal di testa,
come dopo ogni forte emozione :
-grillo ora basta con la tua canzone!
Ho fame, sto senza mangiare
e  tu invece continui a cantare!
Mi dici dove trovo gli alimenti,
qualcosa da mettere sotto i denti?
Il dolore di testa mi passa solo
con un panino e un po’ di barolo-
-Barolo? Hic … chi l’ha nominato?-
Chiede il topino che si è ubriacato
(Si è dissetato alla borraccia
del cacciatore che, andando a caccia,
si è portato non l’acqua, ma il vino
e l’ha lasciato perché:-indovino?-
Perché è scappato per la paura
dell’orso che, nella foresta scura,
dritto , alto più di due metri,
gli ha solleticato pensieri tetri)
-hic .. il vinello ..hic! Buono …però
non so più camminare: bè !Ballerò!
Ballerò una tarantella napoletana!-
E io vedo  una grande pizza sana,
tutta fumante con la mozzarella,
magari con un po’ di mortadella.
Mi soccorre il mio amico folletto:
mi porta un profumato pacchetto
di pasticcini con frutta ,crema e panna
e allora :pancia mia ,fatti capanna!

Ora che la notte le sue stelle aduna,
io  guardo in cielo la mia dolce luna:
dove sei caro grande poeta Leopardi?
Cantala tu, e lascia che io la guardi !
Tu canta la mia luna, ed io l’imploro:
fatina mia in ciel ,quanto ti adoro!
Dove mi guidi, dove vuoi che vada?
Un raggio dal ciel mi indica la strada,
mi fa avanti proseguire , ma per poco,
verso una grotta con un lumicino fioco.
Io m’incammino e con me il mio amico,
mi viene dietro per un sentiero antico.

Ecco il lumicino che dà luce alla grotta,
io chiedo in ansia, con la voce rotta :
-chi c’è lì dentro? Chi conosce la luna?-
Mi risponde una maga: la Fortuna!
La Fortuna o il Destino, come ti pare :
io sono qui per rendere le linee chiare,
le linee della salute,della vita e dell’amore,
le linee che contano i battiti del cuore.
Vieni pure! Non aver paura! Ma vieni sola!
Lascia fuori il tuo amico che ti consola.
Qui non si entra mai  più di uno:
Il destino è singolare per ognuno.
Allora ,deciditi ad oltrepassare la soglia!
So che hai paura,ma so che ne hai voglia.
-Vai tranquilla!-mi dice il mio folletto-
Io resto fuori, resto qui e aspetto,
è giusto così, si tratta della tua vita :
conoscerai  la lunghezza  della salita ,
ma prima della salita dovrai arrivare
in  profondità … vai! Infine vedrai il mare!

-Entro ,mentre il mio cuore batte forte …
( si tratta della mia vita e della morte,
si tratta di cosa ha significato il tragitto
percorso fino qui, che mi pare sconfitto)
-Sconfitto è il tuo cammino, non il tuo cuore!-
La maga risponde al mio pensiero traditore
-Sconfitta non c’è per chi cerca la vita,
ma devi comprendere, prima della salita-
-maga , sai dirmi una parola, che sia di speranza:
una sola che fugga la desolata  latitanza
dell’indifferenza che come un’onda avanza?_
-Sciocca! Quanto ti pare poca cosa una parola!
Non sai quanto difficile sia dirne una sola!
Se infine aggiungi che vuoi pure sperare …
Basta! La dico, è l’unica,è un verbo: è “amare”
Ora sta a te, metterla nel cuore e nella mente,
tua e di chi, camminando, incontri indifferente
alla bellezza, al dolore, ai legami e all’amicizia,
ma tutto si riempie d’ infelice avarizia-
-maga cara- la prego- fatti guardare il volto!-
Lei  si gira un attimo ed ecco il velo ha tolto
e quel che vedo con gli occhi non lo dico
però dentro il cuor mio  lo benedico .

Uscendo dalla bocca della grotta
vedo sorgere un sole che non scotta,
sole rosso come fuoco senza  scintille,
velato da un grande volo di farfalle ..
-non era notte?- Chiedo sorpresa:
-l ’ora va via e alla vita è appesa!-
Mi dice il mio amico che aspetta:
più lesta  va se non si va di fretta!
Io  sono ancora presa dal “Destino”
e al suo motto taccio e m’ inchino.
-Folletto, stringi forte le mie dita-
gli dico soltanto:-Inizia la  salita!-

Ma guardo dietro, mi manca la forza
di staccarmi come tronco dalla scorza
o separare radici da fusto e  rami,
perché ancora sento forti legami
alla terra  che mi ha in sen nutrita,
ma devo andare, mi aspetta la salita.
-Guarda me!- dice il mio dolce amico
-Seppellisci ,dentro il tuo cuore, l’antico!
Vieni, andiamo, si alleggerirà il passo,
se penserai meno allo sconquasso
che provoca ogni grande e duro addio
dagli altri e ,soprattutto, dal nostro io.
-Ti guardo, ma non ti vedo, caro amico!
Di lacrime ho gli occhi pieni- io gli dico
-perché tanto dolore dà ,lasciare
una caverna per vedere il mare?

Senza risposta e senza più domande
ai dubbi abbiamo messo  le serrande,
rompe il silenzio solo il nostro respiro:
 del giorno nuovo è iniziato il giro.
Stiamo salendo già da qualche ora:
c’incanta un prato che Aprile infiora
di giallo e rosso, di bianco e di turchino,
bello è  vedere un prato Arlecchino
e se ci stesse pure Pulcinella
bello sarebbe ballar la tarantella:
non c’è Pulcinella, ma c’è un pulcino
e poi non c’è neanche Arlecchino!
Pio .. pio … pio … pigolando va,
chè mamma chioccia se ne sta a covà!
Un pulcino in mezzo al bosco: ma no!
Eppure c’è, e lo conosco un po’:
viene dall’aia che nel sogno ho visto,
e tutto è diventato fritto misto :
sogni, fantasie, simboli, speranze,
lacrime , carezze e un po’ di danze!
Bisogna che mi dia una calmata :
Ok, faccio subito una fermata.


Prendo delicatamente il mio pulcino
che tra le dita cresce e un gabbiano
mi diventa e vola via dalla mia mano :
-vola e va! Annuncia tu il mio arrivare!
Diglielo tu , dillo al mio azzurro mare !
Ancora un po’ di strada, ora mi aspetta,
prima di arrivare in cima alla collinetta.
Aspettami mio mare ( acque profonde!)
aspettami mia vita (  mie eterne onde)!
Ora il sole  picchia forte sulla testa :
siamo  usciti fuori dalla foresta,
siamo arrivati in cima alla collina
da dove il mare un poco s’indovina.
Che fatica è stata arrivare fin quassù!
Ma quant’è bella quella striscia di blu
che un po’ mostra e un po’ nasconde,
tra collina e collinetta ,le sue onde.
L’aria salmastra è già nel mio respiro
e tutta mi riempie mentre ammiro
la marina  che dannunzianamente
“tremola” e tremar fa la mia mente:
guarda amico mio! Sono arrivata!
Una discesa e poi sarò tornata
da lei che aspetta , aspetta e sa,
da lei che viene e eternamente va.
No, l’amico mio non mi risponde,
scomparso è ,all’apparir delle onde.
Tra erba e sabbia , pare abbia posato,
un quadernetto che avevo scordato,
dentro un cassetto, con la mia magia:
dovrò afferrarlo prima che voli via.
Ci sono disegnati :il sole e  una farfalla,
un’ala d’angelo e una rondinella,
un grilletto che suona il suo violino,
una ranocchia con un pappagallino,
una scoiattola  guercia innamorata
che con un fiore è stata salvata,
un ubriaco animalino ( un topino)
una casetta in cima alla collina ,
 una strega, una maga, una fatina,
un amico folletto, seduto accanto
a  chi ha lasciato, ma poi ha pianto.

In alto ,in cielo,un volo di gabbiano
va  verso il mare, che non è lontano.
( la magia nel tiretto-mdm)

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