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domenica 22 maggio 2016

ADDIO MONTI




...che il buon Manzoni mi perdoni









ADDIO MONTI ( e che Manzoni mi perdoni!)

Lascio i miei monti, volti verso il cielo,
lascio i ricordi, e risa e giochi lieti,
ma valle e mare ora non anelo,
nel cuore porto, in pietre, i miei segreti.  
           
Il mare azzurro tremola lontano
e s'avvicina mentre più si avanza ...
scorgo le città sparse giù nel piano,
mi pesa l'aria come in chiusa stanza.

Come chi emigra e perde le radici
e si rattrista e pensa al suo paese
e, vagheggiando sta sui dì felici...

io m'allontano e penso ai miei  amici
e a chi una volta un fiore in volo prese:
sono i miei quadri senza le cornici.







"Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti." (A. MANZONI)

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