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mercoledì 16 maggio 2012

L'aria in faccia


L’aria in faccia

Cammino a passo svelto, oggi macinerò chilometri per smaltire le calorie della cena di ieri sera con amici. Ho avuto ospiti e, come sempre, non ho mangiato molto mentre ero in compagnia, sazia del piacere di stare insieme, ma sparecchiando e sistemando la cucina, quando mi sono ritrovata sola, ho cominciato a cercare possibili soddisfazioni e la gratificazione più alla mia portata mi veniva offerta dalla gola, dal cibo: veleno per la mia emicrania, ma veleno con effetto il mattino dopo. Era necessario un intervento d’urgenza, per placare la mia ansia.
Quando tutto è routine, non faccio respirare la mia ansia, non le dò spazio, la soffoco. Però, appena apro una fessura e sbircio oltre il quotidiano …allora devo correre a tappare il buco, in qualsiasi modo, perché la diga non si rompa.
Così stamattina, dopo due caffè amari, una doccia infinita, sono riuscita a mettermi in piedi e cammino.
Percorro un sentiero comodo, tra verdi alberi. Ho intenzione di arrivare al paese di fronte e girare poi verso il bivio di Cappelle per tornare: il tracciato dei miei passi faranno un largo cerchio, non ho voglia di ritorni, circumcamminerò fino a tornare a casa dalle colline e non ripercorrendo la valle.


foto di Azione Creativa


Oggi è tornato il sole, l’aria si è pulita con la pioggia di ieri,conservando la freschezza del giorno precedente.
 E’ magnifica quest’aria sulla faccia. Mi ricorda le mie gioie infantili, il piacere intenso di sentirmi accarezzata dalla vita, quella sensazione profonda di dolcissimo privilegio che conservo ancora in me gelosamente.
Non sudo e non ho affanno, solo le gambe si stanno stancando, non abituate a percorsi più lunghi di mezz’ora. Ma la testa diventa sempre più leggera, a ogni mio passo scende l’amaro dello stomaco e del cuore fino a terra e dagli occhi entra in me la natura con i suoi colori veri e animati, i suoi rumori che accarezzano accompagnandomi come una musica.
E l’aria in faccia mi tiene svegli tutti i miei sensi.
Quest’aria è la mia religione, è mia madre, è il mio mondo, la mia guida. Ha la vita dentro, è la vita.
Ora i miei pensieri vanno trasformandosi, non sono fatti più di parole, ma di immagini, di emozioni, di suoni.
Sento i miei bisogni placati, se non soddisfatti.
Sono stanca, so di un’accorciatoia che mi permetterà di tagliare un po’ il cerchio del mio cammino, senza tuttavia tornare indietro.
 Prenderò quella.





foto di Azione Creativa





Per me che non ho Dio:
Cos’è questa preghiera
che dalla terra sale
e  muove i fili d’erba
e incurva le colline
e poi raggiunge il cielo,
e dà luce alla luna
e il petto infuoca al sole,
che fa correre i fiumi
in fondo fino al mare?

Per me che non ho Dio:
Cos’è questa preghiera
che scorre nelle vene
 e pulsa dentro il cuore
che  entra nella testa
e lì si assedia e resta
a tormentarci i giorni,
che dà luce ai miei occhi
che solo se mi tocchi
mi scolorisce il viso
e bacio il tuo sorriso.

Per me che non ho Dio:
Cos’è questa preghiera
che nasce dolcemente
ma poi crescendo urla
tremenda oltre i confini
perché ha scoperto il velo
che copre ogni dolore
che  con la morte muore
quando non c’è più fiato
nell’ora del commiato

Per me che non ho Dio:
Cos’è questa preghiera….
cos’è questo respiro
che dà vita alle cose
che fa vestir le spose
che fa i silenzi pieni
che chiede di sperare
che tanto mi fa amare?

(Milvia Di Michele)


foto di Azione Creativa



Come la lucciola
Chiusa dentro il barattolo
Morì per mio gioco
( troppo piccola ero per capire)

Così il respiro
Che in dono volevo darti
Svanì tra labbra aperte
( troppo sciocca per sapere)

Un bacio e poi
Nel mio respiro
Il tuo respiro e
Il mondo intero! 

(Milvia Di Michele) 



foto di Azione Creativa 





....“ la felicità sta cercando te”… un amico ha scritto, in risposta a un mio disegno intitolato “ Cercando felicità”.
Capisco in questo momento la verità della sua frase, ma Felicità sta arrivando tardi, o io l’ho scorta troppo recentemente.
Il mio corpo si è consumato e non è più la casa adatta per accoglierla.
Avrei dovuto aprire gli occhi quando ero farfalla leggera, appena nata dal bozzolo.
O quando ero frutto maturo. E tuttavia il mio cuore batte come dentro una bimba, emozionandosi sempre.
-Felicità..mi vuoi ancora?
Certamente tu non guardi il mio vestito che non è più quello della festa e del ballo.
Come gli animali, ami sempre perché non hai astruse costruzioni:tu sei la vita, tu sei l’aria.
Cercavo l’amore dal cuore degli uomini, volevo dissetarmi con gocce di gioia … e non vedevo la fonte, la cascata scintillante al sole, che già di lontano apre i polmoni e la mente, ossigenando i corpi.
Ma pure il dolore ha la sua valenza, la sua dignità, e bisogna pure lasciarsi attraversare dalla sofferenza, se non altro che per capirla.
Capirla, comprenderla, accoglierla. Non tutto è serafico. Non tutto è leggerezza
O meglio, alla leggerezza ci si arriva. Se ci si arriva.
-Felicità mi vuoi ancora?
-Anche se i miei passi sono più stanchi e se non gioco più con l’aria, e rido meno quando m’accarezza?
Ma ci sono giorni ...ci sono giorni …
Ma come fanno, in quei giorni, a non vedere in me una fanciulla serena, che respira all’unisono con le piante, con gli animali, con le stelle?
-Sulle stelle non c’è aria.-
Ne siete sicuri?
Io arrivo con il mio pensiero fino alle stelle, nell’universo, sono io stessa universo.
E in me c’è l’acqua e la terra e il fuoco e …l’aria.
Ne siete sicuri?




Che sia un privilegio
inizio a sospettarlo,
perché quello che non ti dico,
quando ti guardo impaurita
chiedendoti:la mano,dammi la mano!
e  tu timoroso, per me:
oh! Di nuovo! No,resta con me,
quello che non ti dico
è che la mia paura d’impazzire
si mescola ogni volta
all’inspiegabile piacere
che provo nel perdermi
perché il  corpo che perdo
dilata il suo confine
e lo sento nel mondo e oltre
e sono io il mondo.
Quello che non ti dico
 è che in quei momenti
la mia vita è il sogno
che più della realtà
mi si impone e m’invade,
più di ciò che tutti
intendiamo  realtà.
Che sia un privilegio
davvero inizio a sospettarlo ,
questo mio sentirmi
persa ,in terra straniera
questi sensi ovattati
che  dici di non capire
e che  combatto respirando
a lungo,profondamente,
quasi per riacchiapparmi l’anima
che pare voglia fuggire.
Sì,inizio a pensare
che deve essere un privilegio
un corpo che non ha dimenticato
la materia di cui è impastato
e lascia ogni tanto
che il simile torni al simile
così la sua acqua  all’acqua
e il ferro al ferro,
la terra alla terra
Però tu prendimi la mano,
abbracciami forte
quando mi perdo..ora che mi perdo




Sono quasi arrivata a casa, il circolo si sta chiudendo. Di fronte a me mamma Maiella, con la sua cima larga e innevata, brilla alla luce del sole.
La strada che mi resta va in discesa verso di lei, guardata al suo fianco dalla “Bella addormentata” che, distesa, con le mani sul ventre, aspetta lo scorrere del giorno, per godere infine al tramonto, quando l’amore la colorerà di rosa.





 "La bella addormentata" da casa mia-il Gran Sasso-Abruzzo)




Questa sera

Questa sera, così dolce
nel suo tramonto rosa,
mi dice parole d’amore.
E il mio desiderio fa nascere baci,
e calde carezze, e mute intese.
Sterile immaginazione!
Pure basterebbe un incontro:
-Dove sei? Vieni!-

( Milvia Di Michele)

6 commenti:

  1. Sembra un'introduzione a riflessioni più profonde, è un po un invito a. . . .? Attendo il seguito.

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  2. potrei continuare ...sì potrebbe essere un incipit

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  3. per ora ho inserito due poesie che hanno per tema l'aria..il respiro

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  4. "...bisogna pure lasciarsi attraversare dalla sofferenza, se non altro che per capirla".
    ....E per trasformarla in parole ci vuole una grande anima come la tua.

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