L’aria in faccia
Cammino a passo svelto, oggi macinerò chilometri per
smaltire le calorie della cena di ieri sera con amici. Ho avuto ospiti e, come
sempre, non ho mangiato molto mentre ero in compagnia, sazia del piacere di
stare insieme, ma sparecchiando e sistemando la cucina, quando mi sono
ritrovata sola, ho cominciato a cercare possibili soddisfazioni e la gratificazione più alla mia portata mi veniva offerta dalla
gola, dal cibo: veleno per la mia emicrania, ma veleno con effetto il mattino dopo. Era necessario
un intervento d’urgenza, per placare la mia ansia.
Quando tutto è routine, non faccio respirare la mia ansia,
non le dò spazio, la soffoco. Però, appena apro una fessura e sbircio oltre il
quotidiano …allora devo correre a tappare il buco, in qualsiasi modo, perché la
diga non si rompa.
Così stamattina, dopo due caffè amari, una doccia infinita,
sono riuscita a mettermi in piedi e cammino.
Percorro un sentiero comodo, tra verdi alberi. Ho intenzione
di arrivare al paese di fronte e girare poi verso il bivio di Cappelle per
tornare: il tracciato dei miei passi faranno un largo cerchio, non ho voglia di
ritorni, circumcamminerò fino a tornare a casa dalle colline e non ripercorrendo
la valle.
foto di Azione Creativa
Oggi è tornato il sole, l’aria si è pulita con la pioggia di
ieri,conservando la freschezza del giorno precedente.
E’ magnifica quest’aria
sulla faccia. Mi ricorda le mie gioie infantili, il piacere intenso di sentirmi accarezzata dalla vita, quella sensazione profonda di dolcissimo privilegio che conservo ancora in me gelosamente.
Non sudo e non ho affanno, solo le gambe si stanno
stancando, non abituate a percorsi più lunghi di mezz’ora. Ma la testa diventa
sempre più leggera, a ogni mio passo scende l’amaro dello stomaco e del cuore fino
a terra e dagli occhi entra in me la natura con i suoi colori veri e animati, i
suoi rumori che accarezzano accompagnandomi come una musica.
E l’aria in faccia mi tiene svegli tutti i miei sensi.
Quest’aria è la mia religione, è mia madre, è il mio mondo,
la mia guida. Ha la vita dentro, è la vita.
Ora i miei pensieri vanno trasformandosi, non sono fatti più
di parole, ma di immagini, di emozioni, di suoni.
Sento i miei bisogni placati, se non soddisfatti.
Sono stanca, so di un’accorciatoia che mi permetterà di
tagliare un po’ il cerchio del mio cammino, senza tuttavia tornare indietro.
Prenderò quella.
foto di Azione Creativa
Per me che non ho
Dio:
Cos’è questa
preghiera
che dalla terra sale
e muove i fili d’erba
e incurva le colline
e poi raggiunge il
cielo,
e dà luce alla luna
e il petto infuoca al
sole,
che fa correre i
fiumi
in fondo fino al mare?
Per me che non ho
Dio:
Cos’è questa
preghiera
che scorre nelle vene
e pulsa dentro il cuore
che entra nella testa
e lì si assedia e
resta
a tormentarci i
giorni,
che dà luce ai miei
occhi
che solo se mi tocchi
mi scolorisce il viso
e bacio il tuo
sorriso.
Per me che non ho
Dio:
Cos’è questa
preghiera
che nasce dolcemente
ma poi crescendo urla
tremenda oltre i
confini
perché ha scoperto il
velo
che copre ogni dolore
che con la morte muore
quando non c’è più
fiato
nell’ora del commiato
Per me che non ho
Dio:
Cos’è questa
preghiera….
cos’è questo respiro
che dà vita alle cose
che fa vestir le
spose
che fa i silenzi
pieni
che chiede di sperare
che tanto mi fa
amare?
(Milvia Di Michele)
(Milvia Di Michele)
foto di Azione Creativa
Come la lucciola
Chiusa dentro il
barattolo
Morì per mio gioco
( troppo piccola ero
per capire)
Così il respiro
Che in dono volevo
darti
Svanì tra labbra
aperte
( troppo sciocca per
sapere)
Un bacio e poi
Nel mio respiro
Il tuo respiro e
Il mondo intero!
(Milvia Di Michele)
(Milvia Di Michele)
foto di Azione Creativa
....“ la felicità sta
cercando te”… un amico ha scritto, in risposta a un mio disegno intitolato
“ Cercando felicità”.
Capisco in questo momento la verità della sua frase, ma
Felicità sta arrivando tardi, o io l’ho scorta troppo recentemente.
Il mio corpo si è consumato e non è più la casa adatta per
accoglierla.
Avrei dovuto aprire gli occhi quando ero farfalla leggera,
appena nata dal bozzolo.
O quando ero frutto maturo. E tuttavia il mio cuore batte
come dentro una bimba, emozionandosi sempre.
-Felicità..mi vuoi ancora?
Certamente tu non guardi il mio vestito che non è più quello
della festa e del ballo.
Come gli animali, ami sempre perché non hai astruse
costruzioni:tu sei la vita, tu sei l’aria.
Cercavo l’amore dal cuore degli uomini, volevo dissetarmi con
gocce di gioia … e non vedevo la fonte, la cascata scintillante al sole, che
già di lontano apre i polmoni e la mente, ossigenando i corpi.
Ma pure il dolore ha la sua valenza, la sua dignità, e
bisogna pure lasciarsi attraversare dalla sofferenza, se non altro che per
capirla.
Capirla, comprenderla, accoglierla. Non tutto è serafico. Non
tutto è leggerezza
O meglio, alla leggerezza ci si arriva. Se ci si arriva.
-Felicità mi vuoi ancora?
-Anche se i miei passi sono più stanchi e se non gioco più
con l’aria, e rido meno quando m’accarezza?
Ma ci sono giorni ...ci sono giorni …
Ma come fanno, in quei giorni, a non vedere in me una
fanciulla serena, che respira all’unisono con le piante, con gli animali, con
le stelle?
-Sulle stelle non c’è aria.-
Ne siete sicuri?
Io arrivo con il mio pensiero fino alle stelle, nell’universo, sono io stessa universo.
Io arrivo con il mio pensiero fino alle stelle, nell’universo, sono io stessa universo.
E in me c’è l’acqua e la terra e il fuoco e …l’aria.
Ne siete sicuri?
Che sia un privilegio
inizio a sospettarlo,
perché quello che non
ti dico,
quando ti guardo
impaurita
chiedendoti:la
mano,dammi la mano!
e tu timoroso, per me:
oh! Di nuovo!
No,resta con me,
quello che non ti
dico
è che la mia paura
d’impazzire
si mescola ogni volta
all’inspiegabile
piacere
che provo nel
perdermi
perché il corpo che perdo
dilata il suo confine
e lo sento nel mondo
e oltre
e sono io il mondo.
Quello che non ti
dico
è che in quei momenti
la mia vita è il
sogno
che più della realtà
mi si impone e
m’invade,
più di ciò che tutti
intendiamo realtà.
Che sia un privilegio
davvero inizio a
sospettarlo ,
questo mio sentirmi
persa ,in terra
straniera
questi sensi ovattati
che dici di non capire
e che combatto respirando
a
lungo,profondamente,
quasi per
riacchiapparmi l’anima
che pare voglia
fuggire.
Sì,inizio a pensare
che deve essere un
privilegio
un corpo che non ha
dimenticato
la materia di cui è
impastato
e lascia ogni tanto
che il simile torni
al simile
così la sua
acqua all’acqua
e il ferro al ferro,
la terra alla terra
Però tu prendimi la
mano,
abbracciami forte
quando mi perdo..ora
che mi perdo
Sono quasi arrivata a casa, il circolo si sta chiudendo. Di
fronte a me mamma Maiella, con la sua cima larga e innevata, brilla alla luce
del sole.
La strada che mi resta va in discesa verso di lei, guardata al suo fianco dalla “Bella addormentata” che, distesa, con le mani sul ventre, aspetta lo scorrere del giorno, per godere infine al tramonto, quando l’amore la colorerà di rosa.
La strada che mi resta va in discesa verso di lei, guardata al suo fianco dalla “Bella addormentata” che, distesa, con le mani sul ventre, aspetta lo scorrere del giorno, per godere infine al tramonto, quando l’amore la colorerà di rosa.
"La bella addormentata" da casa mia-il Gran Sasso-Abruzzo)
Questa sera
Questa sera, così dolce
nel suo tramonto rosa,
mi dice parole d’amore.
E il mio desiderio fa nascere baci,
e calde carezze, e mute intese.
Sterile immaginazione!
Pure basterebbe un incontro:
-Dove sei? Vieni!-
( Milvia Di Michele)
Sembra un'introduzione a riflessioni più profonde, è un po un invito a. . . .? Attendo il seguito.
RispondiEliminapotrei continuare ...sì potrebbe essere un incipit
RispondiEliminaper ora ho inserito due poesie che hanno per tema l'aria..il respiro
RispondiEliminaAdesso sì che è completa !
RispondiElimina"...bisogna pure lasciarsi attraversare dalla sofferenza, se non altro che per capirla".
RispondiElimina....E per trasformarla in parole ci vuole una grande anima come la tua.
grazie ..figliola!
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