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mercoledì 2 maggio 2012

LA MAGIA NEL TIRETTO ( versione non finale)


LA MAGIA NEL TIRETTO di Milvia Di Michele


( foto tratta da un album di  Azione Creativa )


In un tiretto, racchiusa c’è
una magia, che non so perché
è lì in prigione con la sua innocenza
ed io la voglio per la mia partenza:
sì, oggi parto, io vado via
e porto con me la mia magia!

Sette son le notti e sette i giorni
di allontanamenti e di ritorni,
sette le valli e le colline
per dar ragione alle indovine:
m’hanno predetto che, un bel dì,
io non sarei più stata qui.
-Andrai lontano, andando piano...
camminerai, senza le gambe...-
Io mi son detta- Che indovine strambe!
Ma non pensavo allora alle ali
che mi trasportano più dei pedali:
-Non le vedete? Le ho dentro il cuore,
e il loro battito non fa rumore,
o, se lo fa, è come un tamburo,
che del reale supera il muro,
e da dentro l’intricata foresta,
mi guida e dice- Balla, facciamo festa!
Allora, vado … Saluto tutti!
E la rima non la fo’ con “brutti”.
Io dico solo -Lasciatemi andare,
senza lutti , fino al mio mare!
Siate dunque felici per me,
se non lo siete, ormai: Un,due,tre!
Sono già via, ormai è troppo tardi:
 niente lacrime, scoppiate  petardi!
Io parto, ma un bel dì tornerò
e  meraviglie vi racconterò.
( foto tratta da un album di  Azione Creativa )



Che colori! Che luce! Quanta armonia!
Già me la godo, per questa via.
Eccomi finalmente trasformata
in ciò che sono da che son nata,
in ciò che è la mia essenza vera
che non cambia con la Primavera.
Ora son oltre la mia apparenza,
ora sono in un’altra esistenza,
tra verdi prati e foreste incantate,
volo leggera con ali fatate:
-Mondo, bel mondo, che sempre m'aspetti,
dimmi, perdoni i miei difetti?
Risponde il mare, con la sua onda:
-Vieni! Corri qui! Torna feconda!
Piangono i fiumi, piange la terra,
quando non vieni, il cuore si rinserra,
piangon la quercia e il pettirosso.
Dai! Corri a noi , salta quel fosso!-
Così compresi che per la Natura,
io ero una dolce e preziosa creatura:
io, la figlia, lei,  mamma mia adorata:
-eccomi! – dissi – sono tornata!-

Oplà! Il fosso ora ho saltato …
sono in un mondo tutto incantato.

-Che fai, qui, bell’angelo bianco?
Siedi e riposi perché sei stanco?
O aspetti qualcuno che ti è caro
e vuoi che il cammino non gli sia amaro?
Io son felice d' entrare nel bosco,
ma nessun sentiero, per andare, conosco,
ho un po’ di paura e brividi dentro,
però non importa: io vado ed entro!
Percorri anche tu, un po’ di strada con me?
Sorridi dolcemente, ho capito che,
sei lì da tempo, sempre in attesa,
pregando ch' io non mi fossi mai arresa,
al corso del tempo, della vita e degli eventi .
Tu sai leggermi dentro e da mille tormenti
hai visto strappare il mio cuore a pezzetti:
erano quadri bui, ora sono quadretti,
cuciti insieme han formato un ricamo
che, se lo guardi, t'accorgi quant'amo.
Andiamo, ti seguo, è l’ora di andare!
Un dì, io lo so, raggiungerò il mio mare.
Guarda: i raggi del sole, penetrando tra le fronde,
bucano il buio … sì, raggiungerò le onde!





( foto tratta da un album di  Azione Creativa )



L’angelo va avanti e m'indica la via:
neanche un attimo penso sia follia
ficcarmi dentro una siepe di rovi:
ciò che è prezioso, so che non trovi
su molli prati, senza prima ferirti!
Però, bell’angelo, non esagerare!
Almeno dimmi- Dov’è che vuoi andare?-


-Non son io che vado, è apparenza! –
Risponde e ride con molta pazienza.
-Ma non ti accorgi che sei  tu a cercare
cosa ti manca, ma vorresti amare?
Non eri tu, che volevi incontrare,
tutta la magia che c’è da qui al mare?
Ora procedi! Ora che sai, vai sola!
Porta con te questa mia piuma d’ala!
Vai fiduciosa! Presto incontrerai,
chi è nel tuo cuore e non hai visto mai:
c’è tutto un mondo  pietrificato
per chi nella vita non ha mai amato,
ma non per te, bene mio prezioso!
Lo so ben io, che sono tuo sposo.
Apri il tuo cuore, fa scorrere il sangue:
vedi? Già intorno or più non langue
questo bel mondo di strane creature
che riescono sempre a restare pure .
Oh! La purezza! … Sai tu cos’è?

E’ questa piuma che ora dono a te!-

Prendo la piuma e la poggio sul cuore: 
vorrei scaldarmi, ma di neve ha il calore.
Questo che vivo, forse è solo un sogno,
ma è di questo mondo che ora ho bisogno.
C’è un della nebbia, là, sulla collina:
s’alzerà presto, tra un po’ sarà mattina.
Allora... son sola o in compagnia?
Io m’incammino sulla mia via!
( foto tratta da un album di  Azione Creativa )


Cammino vagando con i miei pensieri
dimenticando l’ora, il giorno,  il mio ieri
e, mentre il bosco ,pian piano,  si fa chiaro,
mi dico -E' l’ora di  trovare un riparo!
Il sole è alto e batte in testa,
in ogni rada della foresta .
Laggiù, di lontano, in fondo al sentiero,
sta fermo, in attesa, un bel forestiero:
no, non son sola, c’è sempre qualcuno ,
no, non son sola, non lo è mai nessuno.
-Vienimi incontro ,tu di lontano!
Ti prego, avvicinati! Dammi la mano!
Ora, d’improvviso, un grande timore
rallenta i miei  passi e mi stringe il cuore.
-Ovunque tu voglia  e ovunque vada,
facciamo insieme un po’ di strada,
dimmi che, senza di me, nessun sentiero
percorreresti: dillo, dillo  davvero!
Ho lasciato dietro quel che conosco,
ora tutto è nuovo qui dentro il bosco .
Amo tanto il verde e l’allegria dei fiori,
ma nessun volto c’è che m’adori:
-Senza l’amore che vuoi che m’importi
conoscere il vero delle mie sorti?
Io son quella che il mio amore dipinge,
con la tavolozza dove il pennello intinge:
lui mi colora vincendo il grigio e il nero.
Vieni! Entriamo insieme nel sentiero!-

Ma dal ciel scende una rondinella,
mi danza  intorno volando - Che bella!
Piovono su noi petali bianchi e rosa:
mi sento bella più che una sposa .
Quanto trasforma un atto gentile,
questa carezza che mi fa Aprile!
Quanto fa bene al corpo e al cuore
solo  sentire un respiro d’amore!
-Rondinella, che porti la Primavera,
vieni andiamo da quel forestiero! –
Anche i miei piedi ora hanno ali
ed io cammino più che con pedali:
son quelle ali che spuntano in  cuore
quando viviamo respiri d’amore.
Guardate: mi viene incontro correndo,
io e il forestiero  ora stiamo ridendo!
Faremo amicizia, dopo un abbraccio,
se non me lo dà - Sapete che faccio?
Ma sarò io a stringerlo forte forte,
di quell’abbraccio che vince la morte,
di quell’abbraccio, che porta la vita,
come questa dolce stagione fiorita.
La rondinella continua a volteggiare,
tutto il tempo del mio dolce andare,
poi, quando infine ci abbracciamo felici,
come una quercia mette in terra radici,
se ne sta ferma a guardare per un’ora,
poi, calma, torna alla sua dimora .
Calma, e pure non vista e salutata:
Felicità, che mi rende sì ingrata!
Io e il mio amico, mano nella mano ,
iniziamo il cammino saltando un pantano.
-Cra -cra!- ... gracida una raganella,
pensa- L’ho scampata per la mia buona stella !
La stella di cui gracida è quella che, ogni sera,
Illumina il pantano come candela di cera,
candela che dà luce, ma non riscalda:
-Piacere: chi sei?...Io mi chiamo Mafalda!


( foto tratta da un album di  Azione Creativa )



La raganella Mafalda sa parlare,
ha imparato a farlo dal suo compare,
un pappagallino che viene dalle ombre,
da marzo a giugno, fino a dicembre,
a bere l’acqua del suo caro pantano
perché ci trova un sapore molto strano:
gli ricorda tanto la sua terra africana
rimastagli in cuore, e così lontana .
(L’hanno rapito certi tipi loschi e foschi
per farlo vivere nei nostri boschi,
ma il pappagallino disperato è morto
poi, nel mio bosco , un bel dì è risorto!)
Ora  chiacchiera e chiacchiera e mai smette:
capite perché Mafalda sa parolette
un po’ buffe, ma che parlano di un mondo
in cui il pappagallino tornerebbe giocondo?
-Son l’ IO narrante , che vuoi che ti dica?
Pure, a volerlo dire, non lo so mica!
Chi son io, proprio non te lo so dire!
Sono in cammino  per poterlo scoprire.
Con me c’è questo caro amichetto,
non so chi è, ma è un compagno perfetto.
Non ti meravigliare, mia cara raganella!
La vita sorprende, perciò è tanto bella!
Ora, giacché parli il mio linguaggio:
-Puoi  illuminarmi come un raggio
di sole estivo che splende sul mondo?
Cos’è che muove  questo girotondo
di  magia ed emozioni  in cui vive il bosco?
Dimmi, cos’è ?Forse, la causa conosco?
La raganella che molto vede e sa,
anche se nessuno mai ci crederà …
(sempre pensando comodamente
quel che crede e dice tutta la gente,
e cioè: la volpe è furba, l’ape laboriosa,
la cicala canta sempre senza posa
e non pensa all’inverno che arriverà,
ma la formica ci sta sempre a pensà;
e poi : il re è il leone e non si discute
e tutte le paperelle  devono star mute,
il gufo è un gran saggio, perché la notte
porta consiglio... ma che belle frotte!)
Io vi assicuro che la mia raganella
è davvero sapiente e non è una storiella
… dunque dicevo che molto  vede e sa,
ma a dirla tutta non può parlà!
Non ha la licenza, non può nulla svelare,
del mistero del bosco  non può narrare,
può tutt’al più , fare allegorie
e indicare a chi ascolta tutte le vie
che porteranno alla conoscenza
che come il frutto vien dalla semenza.
Pensa e ripensa, allor sapete che fa?
Alza la testa e poi fa - Cra.. cra !
-Mi prendi in giro? -Le dico io
-Giuro, proprio no !Lo sa il buon Dio!
Torno a parlare il linguaggio mio,  
così, se non capisci, mi capirai un dì,
quando ogni lingua sarà tutta chiara
e  comunicare non sarà cosa rara,
d’altra parte solo con il mio "Cra..Cra"
posso raccontarti la magia che sta qua!
Dietro le mie spalle, ride forte forte,
Il mio amichetto (ho chiuso le porte
alla speranza di capirci qualcosa!)
-Ma perché ridi? Mi fai innervosire!
La senti quella che s’è messa a dire?
Io le avevo chiesto un chiarimento
e lei risponde con questo tormento
del suo "cra cra" che manco mi piace!
Ora, se davvero vuoi fare la pace,
smettila subito e andiam presto via :
con la ranocchia è tempo perso.
Uh! Che bel caldo e che cielo terso!
Non litighiamo! Dai! Chi ce lo fa fare?
Se vuoi, ridi pure, ma non m'annoiare
dicendomi che ha tuttavia ragione:
la raganella, per me è un’imbrogliona,
conoscerà pure la lingua umana,
ma rimane una rana strana:
chi fa la filosofa, e poi è reticente,
vuol di sicuro imbrogliar la gente!
 Vorrà dire che cercheremo ancora,
fino al tramonto e poi all’aurora.
-Tu che mi dici, prosegui con me?
Scusa, se posso, il tuo nome qual è?
Prima di ascoltare però la risposta:
Souspence! Pausa! Lo faccio apposta
per aumentare un po’ l’attenzione,
voglio sospendere la discussione!
Anche perché, il tramonto colora
di rosa e rosso, di giallo e d’oro,
spicchi di cielo tra monte e monte,
e che meraviglia, se vedeste, la fonte !
Là dove l’acqua era azzurra e verde,
ora una nuvola rossa si perde,
donandole tutto il suo splendore.
E dite pure he fanno l’amore!

Silenzio e respiro, non roviniamo
questo incanto, noi che amiamo!
Ogni visione un po’ trascolora,
ma giù, lontano ,si scorge ancora
una collina che spunta tra le fronde
e, sulla collina , i sogni sono onde,
sono improvvise maree feconde
che hanno posato proprio lassù
quel che in realtà ora non c’è più:
ecco, la casa mia  da bambina,
io la sapeva distrutta e in rovina,
invece vedo salire, alto in cielo,
un fil di fumo che come uno stelo
di grano verde con la sua spiga
al venticello dolcemente si piega:
cosa mai significherà, cosa vedrò?
-Fata Morgana!? … Io lì ci andrò!


-Ma chi suona questo violino zigano?
Da quella panchina s’è levato, piano,
un dolce suono, una melodia sottile,
che ben si sposa con il tepore d'aprile .
Arriva a noi, poi si diffonde intorno
e, al suonatore, infine fa ritorno ,
dopo aver sposato i colori della sera
di questa magica e bella primavera.

Colori e profumi sembran cantare ,
insieme a un violino che fa sognare .
-Grillo, grilletto! Sei tu il suonatore!
Che bene fa la tua musica al cuore!
No, ti prego, non ti fermare,
vicino a te, mi voglio accucciare!
E così, sul prato, io e il mio compagno,
accoccolati nella magia di un sogno,
insieme restiamo ad ascoltare
note che vanno da qui fino al mare.
Cade una lacrima dalla grande quercia:
triste, ricorda una scoiattolina guercia
che, innamorata ,ascoltava una canzone
così rapita, che non fece attenzione
a un ostacolo improvviso, un rametto
che s’era spezzato e perciò (maledetto!)
si conficcò nel suo occhietto bello ,
e l’accecò, e perse insieme a quello,
l’amor suo ch' era troppo vanitoso
e d'una guercia non volle esser sposo.
Piange la quercia! Piange e non sa,
che la sua scoiattolina tornerà qua,
rimessa a nuovo e ancora perfetta,
perché nella grotta c’è una maghetta
brava a guarir distrazioni d’amore
solo con l’aiuto di qualche fiore.
Bello sapere che a volte  la vita
dà una speranza a chi è partita
per  rimediare una strana  sfortuna
che toglie le stelle, ma poi dà la luna!
Così pensando, guardo il cielo stellato:
che meraviglia è tutto il creato!
C’è pure una grande luna piena:
che magica notte,  dolce e serena!

-Allora- chiedo- il tuo nome mi dici?
Il mio amico inizia- Ci son giorni felici
in cui incontri chi dovevi incontrare...-
poi inizia, dolcemente, a pronunciare
parole che mi scivolano dalla mente:
sto sprofondando nel mondo dei sogni
dove non ho più i miei grandi bisogni
di avere certezze di parole e fatti.
Son sogni belli, anche se un po’ matti:
vengono a  prendermi per portarmi via
dentro una bolla di leggera magia .
E dove mi portano ,c’è pure il mio amico,
che non lo sa, perché non glielo dico.
( foto tratta da un album di  Azione Creativa )


Sopra due nuvole morbide e bianche
noi riposiamo le membra stanche
e, navigando sulle onde del cielo,
al grande mistero abbiam rotto il velo:
o abbiamo solo allentato una maglia,
ma ad attraversarlo, ora non si sbaglia,
e … curiosissimi di sbirciare che c’è
ci accingiamo attentamente a vedè :
numeri che vengono e poi se ne vanno,
disegni che in aria appesi stanno,
musiche prima d’ora mai ascoltate
che dall’arcobaleno paiono nate,
carezze dolcissime come il miele
profumi intensi di mature mele,
leggiadri balli di bamboline in tutù...
poi...poi ... non vi so dire di più!
Anche perché, il sogno nasconde ,
del “ grande vero” le ragioni profonde.
Navighiamo nel bel cielo d' aprile,
all’improvviso cadiamo in un cortile,
senza farci male ( certo, è  un sogno!)
ma a dirvi dove, un po’ mi vergogno:
in un letamaio morbido e puzzolente!
Però questo sogno è davvero fetente!
Parla, anzi strilla, ora il mio amico:
quello che dice, proprio non ve lo dico,
è arrabbiato, perché suo malgrado,
viene con me, dovunque vado …
( so che dovrei scrivere “ vada”…
ma così fa rima, ed è sempre strada,
quella che insieme stiamo percorrendo,
anche se in cielo siamo andati volando).
Son comprensiva e lo rassicuro:
-Guarda! C’è un ruscello oltre quel muro!
Andiamo subito a farci un bel bagno!
-OK!- Mi risponde- e come un ragno
di nuovo catturo la mia preda diletta,
calma e tranquilla e mai con la fretta,
perché già lo so che sempre verrà
dovunque il mio cuore mi porterà:
a me guida il cuore, e lui segue  me ,
ognuno sceglie chi vuole per suo re. 
Oh, che bel tuffo nell’acqua gelata!
E’ proprio fredda e mi sono svegliata.
Il mio amico mi guarda intenerito,
però  vorrebbe indietro il suo dito
che stringo forte e non so perché:
sopra il suo cuore dormivo bene e…
stavo sognando un tuffo nel ruscello
esclamando felice - Mamma mia, che bello!
Però ad un tratto, si vede che nel sogno,
che non so nuotare  ( come mi vergogno!)
mi son ricordata e perciò ho  afferrato
quel che di lui ho per prima trovato.
(Povero dito gliel’ho quasi stritolato!)
Gli do un bacino e pare quasi sgonfiato,
però lui gioca e vuole un bacio ancora,
io glielo do e lui mi dice - Mia tesora!
Poi cullandomi dolcemente tra le braccia
piano accarezza la mia bella faccia.
Il grillo suona ancora il suo violino…
mi lascio andare ad un altro pisolino.

Eccoci nel sogno e, asciugati i panni,
siam pronti, più di prima, a combinar danni.
Torniamo nel cortile passando un roseto,
il suo buon profumo fa l’animo quieto .
-Ma questo cortile io già lo conosco!
È della casetta vista prima nel bosco,
quella che sta sopra la sua bella collina,
dove ho vissuto quand’ero bambina!-
Strabuzza gli occhi il mio caro amichetto,
mentre scappa via un tigrato micetto
-Musino! Musino! Sei tu! Non scappare!
Grande è l'emozione che mi fa urlare!
-Fermati! Aspetta! Mi dice il mio amico
-Non può vederti… non sai … ora ti dico,
anzi meglio è che tu incontra chi conosco,
 cioè, la bella fatina, regina del  bosco.
Vieni! Non avere paura! Dammi la mano!
Ora la chiamiamo insieme, piano piano,
lei ti è amica e ti saprà ben spiegare.
Vieni! Ora è visibile e ti sta ad aspettare.
-No, non voglio!  D’impeto gli dico
-Anzi, veramente,  la maledico,
perché ormai  più non m' affianchi
e, ancora non vai e già mi manchi!
-Zitta! Cosa dici? Devi molto soffrire,
se hai pensato di  voler maledire ,
lei che ti pensa, lei che ti è vicina ,
che custodisce la tua casa in collina.
Non si ragiona così in questo mondo!
Qui si vive ognuno in un girotondo,
tutti la mano con affetto ci diamo,
e mai lasciamo solo chi amiamo .
Vedi? Si allarga soltanto il cerchio!
Alla tua rabbia, ora metti il coperchio,
io ti perdono e la fata non sente
e tutte e due potete esser contente.
Chiamala! Su, non essere invidiosa:
tu sei la mia creatura e lei la mia sposa,
insieme faremo un lungo cammino.
- Vieni, su!  Io ti sono vicino.-
Mi faccio coraggio e chiamo sottovoce:
-Fata! Fatina!!! Vieni qui sotto il noce!
-Raggiungimi tu!- Dice una voce calda,
molto diversa dalla voce di Mafalda.
Fuori di casa c’è una scala a mattoni
( mille volte ho contato, con i miei ruzzoloni,
quanti  gradini ha, quand' ero piccina!)
Sul gradino più basso, se ne sta seduta,
una creatura mai uguale veduta,
nel volto suo gli anni non son segnati,
ma ha un  sorriso che rende beati.
-Vieni! Siedi qui! Fatti vedere mio bene!
Senza  di te ,questi anni: quante pene!
Non sentivi il mio cuor che chiamava
e la strada, ogni giorno t' indicava?
Bene mio! Dolce gioia! Mia creatura!
Quanti anni ti ho attesa tra queste mura!
-Me? Aspettavi davvero il mio arrivo?
A saperlo, molto prima venivo!
Ma non so nemmeno perché son qui,
pure se ci pensavo ogni notte e ogni dì .
Io son venuta ,credo, a cercare ,
forse ,solo uno spicchio di mare!
-Uno spicchio di mare o di muro,
non si cerca, lo si trova di sicuro!
Ora restiamo in silenzio perché
t’ho già detto il mistero qual è.
Questo sogno va  tutto goduto,
poi andrà via ,come è venuto.-
Così ce ne stiamo in silenzio perfetto
Io, la fatina e  il mio amico folletto.
In cielo appaiono le prime stelle,
io rivedo ogni cosa, pure le paparelle
gialle, in fila, dietro mamma oca,
anche se la luce è diventata fioca.
Rivedo il mio cane pastore abruzzese,
I fiori bianchi in mezzo alla maggese,
i campi di grano che, quando vien la sera,
brillano di lucciole tutta la notte intera,
ascolto rumori di canti e le chiamate
agli animali e alle donne, addormentate
tenendo al seno i loro bimbi belli,
mentre nell’aia giocano allegri i fratelli
con le galline, pecorelle e maiali …
vedo tutti questi particolari uguali,
anche se nella mente erano annebbiati:
li avevo  persi , li ho ritrovati.
-Oh! Perché niente per sempre dura?
(E’ questo pensiero che mi fa paura)
La mia fatina ora sta svanendo,
i suoi contorni stanno scomparendo.
-Non te ne andare! –imploro- Mi punisci?
Perdonami ,se puoi! Perché mi lasci?
-No, non ti sto lasciando! – mi dice
-Ti stai solo svegliando: sii felice!
Verrà con te il nostro amico comune,
ma se guardare saprai, vedrai le lune
dentro le quali io sarò a illuminare
ogni passo del tuo lungo andare.
-Mai più ascolterò la tua dolce voce?-
-Sempre, nel cuore, però sottovoce:
imparerai ad ascoltare dal vento
e dalle stelle del firmamento!
Vorrei dirle - Non son pronta, resta!
Ma mi sveglio con un  gran mal di testa,
come dopo ogni forte emozione.
-Grillo, ora basta con la tua canzone!
Ho fame, e sto senza mangiare
e invece tu continui a cantare!
Mi dici dove trovo gli alimenti,
qualcosa da mettere sotto i denti?
Il dolore di testa mi passa solo
con un panino e un po’ di barolo.
-Barolo? Hic … chi l’ha nominato?
Chiede il topino che s' è ubriacato
(Si è dissetato alla borraccia
del cacciatore che, andando a caccia,
si è portato non l’acqua, ma il vino
e l’ha lasciato- Perché?...Indovino:
Perché è scappato per paura
dell’orso che, nella foresta scura,
dritto , alto più di due metri,
gli ha solleticato pensieri tetri)
-Hic .. il vinello ..hic! Buono …però
non so più camminare: Bè! Ballerò!
Ballerò una tarantella napoletana!
E io vedo  una grande pizza sana,
tutta fumante con la mozzarella,
magari con un po’ di mortadella.
Mi soccorre il mio amico folletto:
mi porta un profumato pacchetto
di pasticcini con frutta ,crema e panna
e allora :pancia mia ,fatti capanna!
Ora che la notte le sue stelle aduna,
io  guardo in cielo la mia dolce luna:
dove sei caro poeta Leopardi?
Cantala tu, e lascia ch' io la guardi!
Tu canta la mia luna, ed io l’imploro:
fatina mia in ciel ,quanto ti adoro!
Dove mi guidi, dove vuoi che vada?
Un raggio dal ciel m' indica la strada,
mi fa avanti proseguire , ma per poco,
verso una grotta con un lumicino fioco.
Io m’incammino e con me il mio amico,
mi viene dietro per un sentiero antico.

Ecco il lumicino che dà luce alla grotta,
io chiedo in ansia, con la voce rotta :
-Chi c’è lì dentro? Chi conosce la luna?
Mi risponde una maga- la Fortuna!
La Fortuna o il Destino, come ti pare :
io son qui per rendere le linee chiare,
le linee della salute, della vita e dell’amore,
le linee che contano i battiti del cuore.
Vieni pure! Non aver paura! Ma vieni sola!
Lascia fuori il tuo amico che ti consola.
Qui non si entra mai  più di uno:
Il destino è singolare per ognuno.
Allora ,deciditi a oltrepassar la soglia!
So che hai paura, ma so che ne hai voglia.
-Vai tranquilla!-mi dice il mio folletto-
Io resto fuori, resto qui e aspetto,
è giusto così, si tratta della tua vita:
conoscerai  la lunghezza  della salita ,
ma prima della salita dovrai arrivare
in  profondità . Vai! Infine vedrai il mare!
Entro ,mentre il cuore mi batte forte …
( si tratta della vita mia e della morte,
si tratta del senso del tragitto
percorso fin qui, e mi pare sconfitto)
-Sconfitto è il tuo cammino, non il cuore!
La maga risponde al pensiero mio traditore
-Sconfitta non c’è per chi cerca la vita,
ma devi comprendere, prima della salita-
-Maga , sai dirmi una parola di speranza:
una sola che fugga la desolata  latitanza
dell’indifferenza che come onda avanza?
-Sciocca! Ti pare poca cosa una parola!
Non sai quanto difficile sia dirne una sola!
Se infine aggiungi che vuoi pure sperare …
Basta! La dico, è un verbo solo: è “amare”
Ora sta a te, metterla in cuore e nella mente,
tua e di chi, camminando, incontri indifferente
alla bellezza, dolore, ai legami e all’amicizia,
ma tutto si riempie d’ infelice avarizia-
-Maga cara- la prego- fatti guardare il volto!-
Lei  si gira un attimo ed ecco il velo ha tolto
e quel che vedo con gli occhi non lo dico
però dentro il cuor mio lo benedico .
Uscendo dalla bocca della grotta
vedo sorgere un sole che non scotta,
sole rosso come fuoco con scintille,
velato da un gran volo di farfalle.
-Non era notte?- Chiedo sorpresa.
-L ’ora va via, se alla vita è appesa!
Mi dice l'amico mio che aspetta.
-Più lesta  va, se non si va di fretta!
Io  sono ancora presa dal “Destino”
e a tal motto taccio e poi m’ inchino.
-Folletto, stringi forte le mie dita!
gli dico soltanto-Inizia la  salita!
Mi guardo dietro: mi manca la forza
di staccarmi come tronco dalla scorza
o separare radici da fusto e  rami,
perché sento  ancora forti legami
alla terra  che mi ha in sen nutrita,
ma devo andare, mi aspetta la salita.
-Guarda me!- dice il mio dolce amico
-Seppellisci ,dentro il cuore tuo, l’antico!
Vieni, andiamo, s'alleggerirà il passo,
se penserai meno allo sconquasso
che provoca ogni grande e duro addio
dagli altri, ma soprattutto, dal tuo io.
-Ti guardo, ma non ti vedo, caro amico!
Di lacrime ho gli occhi pieni- io gli dico
-Perché tanto dolore dà ,lasciare
una caverna per vedere il mare?
Senza risposta e senza più domande
ai dubbi abbiamo messo  le serrande,
rompe il silenzio solo il nostro respiro:
 del giorno nuovo è iniziato il giro.
Stiamo salendo già da qualche ora,
c’incanta un prato che Aprile infiora
di giallo e rosso, di bianco e turchino:
bello è  vedere un prato Arlecchino
e, se ci stesse pure Pulcinella,
bello sarebbe ballar la tarantella.
Non c’è Pulcinella, ma c’è un pulcino,
e poi non c’è neanche Arlecchino!
Pio ... pio … pio … pigolando va,
chè mamma chioccia se ne sta a covà!
Un pulcino in mezzo al bosco... ma no!
Eppure c’è, e lo conosco un po’,
viene dall’aia che nel sogno ho visto,
e tutto è diventato fritto misto :
sogni, fantasie, simboli e speranze,
lacrime , carezze e un po’ di danze!
Bisogna che mi dia una calmata :
Ok, faccio subito una fermata.
Prendo delicatamente il mio pulcino
che tra le dita cresce e un gabbiano
diventa e vola via dalla mia mano :
-Vola e va! Annuncia tu il mio arrivare!
Diglielo tu , dillo al mio azzurro mare!
Ancora un po’ di strada, ora mi aspetta,
prima di arrivare sulla collinetta.
Aspettami mio mare ( acque profonde!)
aspettami mia vita (  mie eterne onde)!
Ora il sole  picchia forte sulla testa :
siamo  usciti fuori dalla foresta,
siamo arrivati in cima alla collina
da dove il mare un poco s’indovina.
Che fatica è stata arrivare fin quassù!
Ma quant’è bella quella striscia di blu
che un po’ mostra e un po’ nasconde,
tra collina e collinetta, le sue onde.
L’aria salmastra è già nel mio respiro
e tutta mi riempie mentre ammiro
la marina  che dannunzianamente
“tremola” e tremar fa la mia mente.
-Guarda amico mio! Sono arrivata!
Una discesa e poi sarò tornata
da lei che aspetta , aspetta e sa,
da lei che viene ed eternamente va.-
No, l’amico mio non mi risponde,
scomparso è ,all’apparir delle onde.
Tra erba e sabbia , pare abbia posato,
un quadernetto che avevo scordato,
dentro un cassetto, con la mia magia,
dovrò afferrarlo prima che voli via.
Ci sono disegnati :il sole e  una farfalla,
un’ala d’angelo e una rondinella,
un grilletto che suona il suo violino,
una ranocchia con un pappagallino,
una scoiattola  guercia innamorata
che con un fiore è stata salvata,
un ubriaco animalino ( un topino)
una casetta in cima alla collina ,
 una strega, una maga, una fatina,
un amico folletto, seduto accanto
a  chi ha lasciato, e per questo ha pianto.
In alto ,in cielo, un volo di gabbiano
va  verso il mare, che non è lontano.



disegno di Milvia Di Michele

( la magia nel tiretto-mdm) Fine

2 commenti:

  1. WOW!!!
    Sì, una metafora, come dicevi: ognuno ha le proprie metafore, il proprio destino, la propria strada...il proprio folletto, fatina, maga...e a volte ci si incrocia per un breve tratto da percorrere in compagnia.
    E dentro quel cassetto? quante cose se solo si trova il coraggio di aprirlo !!!
    Grazie !

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  2. Dentro quel cassetto alcune cose rischiano di ammuffire, ma forse no... aspettano ...aspettano... hanno vita ... ma aspettano...

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