"Le mie parole, tutte le parole, sono strumenti, tasti per le dita... non le lasciamo come morte e sole, diamo l'ascolto, diamo loro vita! Nasce un'orchestra e musica diventa la storia scritta, chissà quando e dove : voce raccolta, perchè poi si senta ai misteriosi bordi dell'altrove.
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mercoledì 27 giugno 2012
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dedicato a un ..."compagno"
Dedicato
a un ... " compagno"
( Giovanni Ciancetta)
( Giovanni Ciancetta)
E
poi ci sono quelle poesie che non hai mai letto.
Ti
ho lasciato credere che celassero sospiri
e
imbarazzanti frasi d’amore.
Poi,
tu te ne sei andato.
Ora
mi manca il tuo bussare alla finestra,
quando
venivi da noi, la sera,
per
informarmi, dicevi,
perché
le donne devono sapere.
E
tu, maschilista come mai,
pure
mi portavi dentro casa il mondo,
e
le pareti della cucina diventavano chiare.
-Non
lavare i piatti! – dicevi
-Ascoltaci!
E’ importante. -
E
parlavamo di politica, di sindacato, di economia,
e
infine, sempre di storie d’amore.
E
si rideva … si rideva …
Ora
ci sono queste poesie che non hai mai letto,
e
mi manca la possibilità di dartele,
come
mi mancheranno, l’estate vicina,
le
sere calde, passate all’aperto,
sotto
l’albero, in cerchio, davanti casa mia.
sabato 23 giugno 2012
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disegno di Milvia |
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mercoledì 20 giugno 2012
IL NASCONDIGLIO
Il
nascondiglio di Milvia Di Michele
foto di " Viaggio nel mondo"
Me ne stavo
rannicchiata in quell’angolo scuro della cantina, nascosta tra un vecchio
armadio e sacchi pieni di non so più che cosa.
Avevano smesso di cercarmi.
Le loro voci, prima
affannate e lontane, adesso diventavano chiare.Avevano smesso di cercarmi.
Riuscivo a comprendere le parole, ascoltare i sospiri.
Probabilmente si
stava facendo buio e per questo tornavano a casa, disperati e rassegnati, non
immaginando quanto fossi vicina.
Non avevo più paura.
Li sentivo non arrabbiati con me, ma preoccupati per la mia sorte.Però non mi decidevo ad uscire dal mio riparo, diventato per me quasi una prigione.
Tutto per un gattino pieno di pulci!
...............
Mio padre, qualche ora prima, dopo avermelo visto di nuovo in braccio, aveva perso la pazienza e mi aveva lanciato il cappello.
-Massere!- era stata la sua minaccia, e non aveva aggiunto altro.
-Stasera!- E questa parola mi era cresciuta dentro, facendomi tremare.
Ero corsa da mia
madre che stava sistemando le fascine, attaccandomi alle sue gonne.
-Vattene, pi piacire!
La legna te po’ pizzicà!-
Povera mamma! Se solo
avesse immaginato il mio stato d’animo!
Mi ero sentita persa. Ero corsa
affannosamente verso la cantina, scendendo precipitosamente i gradini che
vi conducevano e scegliendo l’angolo più buio, quello che poteva nascondermi meglio
e mettermi in salvo.
...........
Rimasi a lungo,
immobile, finché, improvvisamente, provai la sensazione che il tempo si era fermato,
che avevo varcato i confini dello scorrere delle ore e dei fatti.
E finalmente non
avevo più paura, non solo per le voci che sentivo amiche, anche perché quel
luogo e quel momento mi erano diventati estranei.
Sentivo il cuore
battere, i pensieri scorrere, ma questi avvenimenti accadevano dentro il mio
corpo: la realtà esterna era sospesa, mi sentivo cosa viva in un mondo
inesistente.
Ma forse ero assente
anche a me stessa. I miei sensi sembravano essersi allontanati, come
appartenenti a qualcun altro.
Veramente presente
era solo la mia mente.
Avrei potuto restare
ferma all’infinito, lasciare il mio corpo come una casa disabitata, partire per
un lungo viaggio, senza attraversare alcuna terra, o mare, o cielo.
Stavo imparando il
gusto di camminarmi dentro, di conoscermi oltre l’apparenza, di scoprire la mia
anima.
Alcuni pensano che
sia un percorso pericoloso, una specie di malattia che può farci perdere. Però
mi piaceva.
..................
Altre immobilità
amavo e amo ancora. A volte rimango
fissa, lasciandomi penetrare dal mio ambiente. Di nuovo la natura diventa il mio
sangue e la mia carne, il mio respiro.
Sento gli alberi
crescermi dentro. Mi trasformo in vento e sole, terra scura, arata di
fresco.Il limite del mio corpo si sposta, scompare qualsiasi separazione tra il mio dentro e il fuori.
E mi ritrovo a non essere né l’uno, né l’altro, pur ben sapendo di esistere.
Riesco a perdermi
anche in altri ambienti, posti dove, immedesimarsi è proprio meno romantico,
dove non c’è bellezza e non c’è armonia. Nemmeno un po’ di pace.Luoghi affollati di
gente che grida, o magari ride, che corre affannata o s’incanta a
guardare.
Sempre, se voglio, il
mondo può venirmi dentro, ed io gli lascio il posto e vado via.Deve esistere un luogo, una vita parallela che, invisibile, pure ci circonda.
Un mondo senza confini, senza spazio, né tempo, che ci comprende sempre, perché già ci contiene in ogni nostra possibilità di essere.
A volte, mi pare di sentirne la presenza …
................
-Fia mì! … Core mì! …
duva stì!!!!-( figlia mia, cuore mio, dove sei?)
Il grido di mia madre bucò il mio silenzio.
Il grido di mia madre bucò il mio silenzio.
Mi chiamò con tale
forza da raggiungermi e obbligarmi a uscire, quasi partorendomi di
nuovo.
Balbettai – ecme!- (
eccomi)Tremavo. Vennero a prendermi e finalmente mi portarono via dal mio nascondiglio.
Avevo le gambe indolenzite e il viso tutto bagnato di lacrime.
Quanto mi
festeggiarono!
Mamma mi mise seduta
sulle sue gambe, fece portare la scatola di cartone, quella dove aveva riposto
le poche cose d’oro che possedeva, e cominciò a ornarmi con le sue
catenine.Le mie sorelle e i cugini mi stavano addosso, incuriositi e un po’ gelosi di tanta immeritata attenzione.
Dietro di me, la presenza di mio padre, come sempre, mi dava forza.
In cerchio, intorno,
gli altri si erano raccolti in più file.
Eravamo una famiglia numerosa, ventiquattro parenti sotto lo stesso tetto: zii, nonni, cugini…
Erano stati tutti a
cercarmi, avevano frugato con lunghe canne fin dentro il fosso.Eravamo una famiglia numerosa, ventiquattro parenti sotto lo stesso tetto: zii, nonni, cugini…
Che regalo prezioso avevo ricevuto!
……………
Ancora oggi, dopo
tanti anni, mi sorprendo a desiderare fughe e ripari.
Tuttavia mi trattengono i legami, la necessità della mia presenza.
Mi trattiene ancor
più la mancanza di un urlo che non potrà mai più raggiungermi, un grido che non
potrà più cercarmi.Tuttavia mi trattengono i legami, la necessità della mia presenza.
C’è un’altra voce ,ora ,che spesso mi vuole, mi lusinga: è la mia.
L’antico bisogno di chiusura non si è mai placato.
Appena posso, mi rintano e salgo strette scale a chiocciola impolverate, cunicoli lunghi e bui.
Fatico dentro labirinti familiari, dai percorsi sconosciuti, cambio direzioni, deviazioni: è sempre una grande avventura.
Il mio corpo pare in perfetta tranquillità, mentre mi rovisto dentro.
Più di una volta mi
sono inventata una chiamata inesistente per tornare alla luce, per
riconquistarmi i sensi e aprirmi la posta al reale.
Vale la pena
sempre.Ci sono affetti più forti di ogni paura, più caldi che qualsiasi nascondiglio.
martedì 19 giugno 2012
IL MIO LUOGO
Questo è il mio luogo, qui sono nata e vivo.
Per caso, per un semplice fottutissimo
caso. La mia goccia di energia poteva andare a finire ovunque, anche
evaporare semplicemente. Questo io lo so ...ma voi?
Voi che mi vedete qui radicata, che vi
aspettate comportamenti doc e dop...voi?
Io non so nemmeno cosa volevo o potrò
ancora diventare... ma voi credete tutti di conoscermi .
Già, perchè non v'importa granchè di me, di chi io sia davvero...non v'importa.
E perchè mai dovrebbe importarvi?
Io sono altro da voi...anzi io sono un
limite per voi.
E voi lo siete per me..limiti...siamo
limiti gli uni agli altri.
Questo siamo? Questo soltanto siamo?
Dunque essere soli
significa...significherebbe ...non avere limite, essere ...DIO!
Che sciocchezza!
Ma se escludiamo questa
unica risposta folle, la domanda resta nell'aria.
Chi sono? Chi siete? Cosa siamo gli uni
per gli altri?
Intanto abbastanza simili, poiché ci
comprendiamo ( più o meno) e comunichiamo.
Simili pure in quest'egoismo che ci fa
tener stretta la nostra identità, come fosse la cosa più preziosa. Ma è la cosa più preziosa!
Che tuttavia non esclude l'identità
degli altri, anzi, da queste viene rinforzata e arricchita come fiume
da affluenti.
E allora voi non siete altro che
portatori d'acqua per me, ed io sono il mio fiume.
Per voi, al contrario, io sono fonte e
voi siete il corso principale.
Così siamo acqua che scorre raccogliendo gocce, rivoli. A volte fango e detriti, altre ancora foglie secche e tronchi morti: cadaveri galleggianti in decomposizione viva.
Sì, siamo acqua che evapora, o che si gonfia con la pioggia.
E che cerca il suo mare.
Allora non è questo il mio luogo, non più di altri che incontro scorrendo via.
Il mio luogo è il mare.
Sì, siamo acqua che evapora, o che si gonfia con la pioggia.
E che cerca il suo mare.
Allora non è questo il mio luogo, non più di altri che incontro scorrendo via.
Il mio luogo è il mare.
Però accoglietemi quando passo
lambendo i vostri territori erbosi, quell'attimo soltanto sarete
parte di me ed io di voi, il mio luogo sarà il vostro,
come in questo momento che mi state leggendo, che io vi attraverso.
Come in altri momenti, quando in
qualche modo mi attraverserete.
(Milvia Di Michele)
foto di Paesaggi d'Abruzzo ( costa dei trabocchi)
Insieme assaggeremo il sapore di
sale del mare e ascolteremo parlare le onde, come solo loro sanno fare, con
quella voce che sa raccontare l'eterno.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
E non c'è tempo che sia mai il mio tempo, o luogo che mi possa imprigionare...
però mi chiedo perché, questo fuggire, ha così forte il sapore d'un ritorno.
(Milvia Di Michele)
MACCHIE
MACCHIE di Milvia Di Michele
foto di Azione Creativa
Macchie di colore sul bianco della
tela:
messaggi visivi alla mente e al cuore.
Nel colore il caldo e il freddo.
Nel colore i rumori,
le musicalità nascoste nell’aria,
perché tutto ha una voce e tutto si ascolta
e, nell’ascolto, muore.
Nel colore la realtà, quella vera,
quella che vive racchiusa dentro noi
e si proietta poi fuori
quasi come un’eco.
Nella mia tela di oggi metterei solo questo:
colori e segni misteriosi …
il Caos, l’inizio delle possibilità.
Perché io mi sento ancora
come al principio delle cose.
messaggi visivi alla mente e al cuore.
Nel colore il caldo e il freddo.
Nel colore i rumori,
le musicalità nascoste nell’aria,
perché tutto ha una voce e tutto si ascolta
e, nell’ascolto, muore.
Nel colore la realtà, quella vera,
quella che vive racchiusa dentro noi
e si proietta poi fuori
quasi come un’eco.
Nella mia tela di oggi metterei solo questo:
colori e segni misteriosi …
il Caos, l’inizio delle possibilità.
Perché io mi sento ancora
come al principio delle cose.
foto di Azione Creativa
( Milvia Di Michele da " Filastrocche")
Ogni
passo/ ogni respiro/ ogni gesto / fanno un giro/ quando mi volto/ e guardo la
strada/ quel che mi han tolto/ lascio che vada/ son solo semi/ non posso
guardarli/ con dentro a rodermi tutti i miei tarli/io guardo avanti e vedo i
fiori/ quel che dai miei semi vengono fuori/macchie di rosso, di bianco e
blu/un mosaico con dentro quel che vuoi tu!
sabato 16 giugno 2012
SENZA MOLTO VIAGGIARE
Senza molto viaggiare,
ho solcato notturni cieli scuri
e cavalcato mille bianche nuvole,
ho attraversato deserti infiniti
ed immense, verdissime vallate.
ho solcato notturni cieli scuri
e cavalcato mille bianche nuvole,
ho attraversato deserti infiniti
ed immense, verdissime vallate.
Senza molto viaggiare,
sono andata indietro nel tempo,
alla ricerca di antiche radici
e poi, volendo afferrare il futuro,
stringo ora solo l'aria tra le mani.
sono andata indietro nel tempo,
alla ricerca di antiche radici
e poi, volendo afferrare il futuro,
stringo ora solo l'aria tra le mani.
Senza molto viaggiare,
ho camminato su una scia di luce
riflessa in vasti mari disperati
che cercavano sempre il loro cielo.
Ma l’orizzonte era sempre lontano.
ho camminato su una scia di luce
riflessa in vasti mari disperati
che cercavano sempre il loro cielo.
Ma l’orizzonte era sempre lontano.
POI PIU' TREMULA AL VENTO ...
foto di Azione Creativa
POI PIU’ TREMULA AL VENTO…di Lorenzo Curti
Additavi paesaggi immacolati
deprivati di voci e di presenze
dove strati di pace a sovrapporsi
-come mani su mani di colore
su pareti annerite , deturpate
dall’ingiuria degli anni e degli eventi -
su colline flessuose, sempreverdi
s’intuivano netti da lontano.
T’aggrappavi in quel punto della sera
a spuntoni di morbido osservare
l’ammansirsi del giorno come fiera
che s’acquatta nel suo covo consueto
o al gancio d’un semplice ascoltare
riecheggiare nell’aria d’altri suoni
impigliarsi d’un flebile rumore
nella rete di spazio tesa in cielo.
Poi più tremula al vento tu d’un fiore
sussurravi qualcosa che sfuggiva
al suo atono cuore impreparato
a raccogliere accenti d’un amore
imprevisto, ramingo , raggelato
dalla strana ragione di vedere
d’ogni cosa perduta la bellezza
quando tempo di averla più non viene.
martedì 12 giugno 2012
INTERROGARSI
INTERROGARSI
Interrogarsi, leggere segnali,
decifrare messaggi sulla pelle
nostra o del mondo, (sempre è poi la stessa)...
e poi sfiorando quasi l'indistinta
presenza del mistero, immaginare
la fine, avendo la memoria vuota
del nostro primo vagito, dell'urlo
di vita data, vita tanto amata.
Interrogarsi, leggere segnali,
decifrare messaggi sulla pelle
nostra o del mondo, (sempre è poi la stessa)...
e poi sfiorando quasi l'indistinta
presenza del mistero, immaginare
la fine, avendo la memoria vuota
del nostro primo vagito, dell'urlo
di vita data, vita tanto amata.
Interrogarsi sempre, con urgenza,
conoscere com'è che siamo al mondo
e cosa il mondo sia, e cosa starci.
Che sia miele il sapore della vita
o fiele amaro o lettera soltanto,
la differenza è forse proprio niente,
a me non lascia alcun compensamento.
Resta questa follia di cercare
dentro il futuro e nel nostro passato,
avendo in cuore, meno nella mente,
in sensazione viva, lo scorrere del tempo .
conoscere com'è che siamo al mondo
e cosa il mondo sia, e cosa starci.
Che sia miele il sapore della vita
o fiele amaro o lettera soltanto,
la differenza è forse proprio niente,
a me non lascia alcun compensamento.
Resta questa follia di cercare
dentro il futuro e nel nostro passato,
avendo in cuore, meno nella mente,
in sensazione viva, lo scorrere del tempo .
sabato 9 giugno 2012
QUADRI 2
"Quadri
2" di Milvia Di Michele
![]() |
immagine di Azione Creativa (Kees Von Dongen) |
Successione
infinita di quadri,
ferma
è la materiache in apparenza cammina.
Tra una sequenza e l’altra,
misterioso, nasce il movimento.
La fine è il rallentamento totale.
Il quadro coglie l’eterno
della magnifica calma.
C’ingannano i sensi
le inutili accelerazioni.
Così fuggiamo dal nulla
riempiendo di palpiti caldi
questa pur bellissima vita.
Ma la mia mente va cercando
quadri , appesi alle pareti del tempo,
lungo labirinti sempre vuoti
che ingoiano figure e colori.
Dov’è la nostra opera?
Dove la nostra presenza?
-Muovi velocemente lo sguardo
prima
che la memoria svanisca!
Guarda!
Il passato vive ancora,mentre il presente va e muore.
DALLE FINESTRE APERTE
DALLE FINESTRE APERTE di Milvia Di Michele
immagine di Azione Creativa
DALLE FINESTRE
Dalle finestre aperte dei miei sensi,
affacciata, guardo l’universo.
Figura piana ai nostri occhi,
liscia come specchio,
che pure mostra immagini tridimensionali,
ognuna all’altra limite,
e i confini si perdono lontano.
La realtà pare una sola,
ed entra nella nostra mente,
e poi esce, colorandosi di noi
e dei nostri sentimenti.
Ma quante sconosciute dimensioni!
Sponde imprevedibili e distanti,
mi appaiono, talvolta, un po’ velate,
ma spesso, per non perdermi, negandole,
torno a toccare il mio specchio,
senza volerci più guardare dentro,
contentandomi, soltanto,
del freddo che mi dà alla mano.
venerdì 8 giugno 2012
QUADRI
"QUADRI" di Milvia Di Michele
Tutta la mia vita passerò
davanti ad una sola tela
perché non mi basterà il tempo
per fissare una sola forma,
né mi contenterò mai
di catturare solo il suo aspetto,
ma volendo rubarle l’anima,
tutta la mia vita passerò
davanti ad una sola tela.
davanti ad una sola tela
perché non mi basterà il tempo
per fissare una sola forma,
né mi contenterò mai
di catturare solo il suo aspetto,
ma volendo rubarle l’anima,
tutta la mia vita passerò
davanti ad una sola tela.
giovedì 7 giugno 2012
IL COLORE DELL'ACQUA
![]() |
foto di Azione Creativa |
Fammi
foglia,
tu,
mia rugiada.
Di
brillanti e di luce mi vestirò.
Smeraldo
vivente,
t’innamorerò
e
di te invidia avrà
il
mattino che viene.
Fammi
riva,
tu,
mia fonte.
Conca
sarò di cerchi d’acqua,
t’attenderò
lontana,
perchè
verrai.. oh! Sì verrai.
Oggi
me ne andrò,
leggera
ballando
per
le vie del mondo.
Perché
tu sei la mia pioggia
e
bella è con te la danza.
Ti
ricordi, chiedevo:
sai
il colore dell’acqua?
E
tacevamo complici
nel
nostro acuto mistero.
Invano
ho cercato
Azzurri
e blu e verdi,
fantasmi
in mia presenza,
mutevoli
e confusi
in
mille trasparenze,
nascosti
dietro mura
di
luccichii d’argento.
Non
colori, ma disegni d’acqua,
i
suoi lunghi cammini:
le
gocce, i cerchi, le onde,
le
curve serpeggianti,
le
nuvole fumanti
al
cielo e dal cielo in moto,
la
neve sopra i monti …
a
te m’hanno portata.
Tu
mio inizio, tu fine.
foto di Azione Creativa
mercoledì 6 giugno 2012
E l'uomo camminò...
E L'UOMO CAMMINO'
E
l’uomo camminò, e camminò, e camminò:
per
sette giorni e per sette notti,
per
sette valli e per sette monti.
La
strada era lunga, e lunga, e lunga.
La
fatica era tanta, e tanta, e tanta.
Ma
l’uomo era giovane
E
si teneva compagnia fischiando.
-Strega
delle sette terre!
Strega
dei sette mari!
Strega
delle sette vite!
Strega
delle sette morti! –
A
lungo chiamò,
forte
chiamò,
perché
pensava di essere arrivato.
Ma
non c’era voce che rispondesse.
-Non
è questo il posto – si disse.
Allora
riprese a camminare
E
si teneva compagnia fischiando.
La
strega lo vide andare via,
sparendo,
a poco a poco, in lontananza.
Cerca il tuo dono
poesia di Silvio D'Amico
immagine di Azione Creativa
Cerca il tuo dono
guarda bene negli angoli
rovista fino in fondo
e quando pensi che non c'è
... vedrai una luce guidare il tuo cuore.
Un dono ti sorriderà
e colori, parole e canzoni
insieme danzeranno per te.
Cogli il sapore sublime
e dipingi i tuoi quadri
componi musiche e poesie
Nello scrigno c'è il tuo destino
un sentiero pulito
ove troverai la via.
( Silvio D’Amico)
Quasi danzando
"Quasi danzando" di Milvia Di Michele
Occhi di bimba si aprirono,
si chiusero occhi di donna.
foto di Azione Creativa
Lunghi veli sopra il suo corpo,
camminò quasi danzando,
sempre cercando dov’era il mare.
-Ehi, voi! – (Dolce era la sua voce!)
- Ehi, voi! Aiutatemi a cercare!-
Un giorno incontrò un cavaliere
Sopra un veloce cavallo nero.
Vieni! – le disse- Salta su !-
Ma la sua voce faceva paura.
E lui la portò, dove lei voleva,
posandola, infine, sulla riva.
-Eccolo, il mare!- Le disse indicandolo
-E adesso pagami! Regalami i tuoi veli! –
Lei sorrise appena spogliandosi,
poi, andando incontro alle desiderate onde,
si vestì tutta d’acqua e bianca spuma.
L’uomo rimase, incantato, a guardare.
foto di Azione Creativa
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