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martedì 16 aprile 2019

MIA MADRE ( metrica ibrida)

https://www.facebook.com/letture.dirodolfo.1/videos/460632241344926/
https://www.facebook.com/letture.dirodolfo.1/videos/245948769479942

Sempre con un criterio di contaminazione, posto qui sotto la poesia a mia madre nelle due versioni che si alternano ( forse dovrebbero essere lette non da una sola persona, ma da due, come due sono gli stili )



MIA MADRE




(Oggi voglio dipingere te, madre,
ora che sono madre anch’io
e, forse, ho finalmente capito.
Il cordone non sanguina più:
sono io, adesso, a partorirti.)




Madre mia dammi il volto da dipingere,
ora che madre sono e non più verde,
la storia tua mi sembrerà di scrivere.
-Guarda!... Il cordone più sangue non perde.-




(Sulla tela l’ovale del tuo volto:
Le tue rughe, il tuo sguardo,
i tuoi capelli grigi, sono la tua storia,
ed io già la conosco
e mi pare di scriverla ogni giorno.)

 

Madre mia dammi il volto da dipingere,
sguardo, capelli, rughe: la tua storia,
comprendo infine il modo tuo di fingere,
impressa dentro ho la tua memoria.




(Come mi somigli madre:
nel tuo viso, i miei lineamenti,
come sarò, o sono già stata.
Il corso del tempo si confonde
e sei insieme, la mia creatura e la mia origine.)




La storia tua mi sembrerà di scrivere,
nel viso tuo, la linea mia confusa,
ti sono figlia e madre per rinascere,
la gatta che t'allatta e fa le fusa.




(Per rappresentarti lascio da parte i colori:
solo segni, quasi per leggerti
come leggono le zingare la mano.
E, nel disegnarti, il carboncino si trasforma,
diventa dolce, non calca,)




Ti vivo come origine e ti creo,
-guarda, il cordone più sangue non perde-
del tempo il corso gira a marameo,
brucia la legna secca, non la verde.




(...ma sfuma e vela,
e diventa una lunga carezza
che, finalmente, riesco a farti.) 




Ora che madre sono, e non più verde,
ti leggo come palmo della mano,
niente colori, segno che si perde,
la mia carezza cerca te, lontano.

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