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martedì 7 aprile 2015

..ed ecco il dolce Aprile

 
 
 
 
 


 

LA VOCE DEL VENTO


Solo un diverso modo di narrare,
di dire e fare in questa breve vita,
appena prima ancora sia finita,
appena dopo il pianto del vagare.


Sterile pianto, viene, da quell'alito
che vuol nutrirsi senza emettere aria,
e sa guardare solo il proprio anelito
ad un' Eterno sciocco, che non varia.

Ma vivi siamo sempre e sempre morti,
e i giorni corti sono sempre corti.

Ma parleremo come parla il vento,
come parlammo cento volte e cento.

 
DI STRADE STRETTE E CIME IRRAGGIUNGIBILI
(sestina lirica)https://youtu.be/uN6lZCZ8puw
 
Di strade strette e cime irraggiungibili,
  l'infanzia appare, come quadri amabili:
percorsi cari, fino sulle nuvole ...
piccola allora, piccola ero, e fragile.
  Ma quelle nuvole erano mie favole.
  Fatti di sassi, invece, avevo trottole.
 
Girano in cuore sogni come trottole,
pensieri ....paiono ora irraggiungibili,
con me portavo il mondo delle favole,
che i brutti eventi mutano in amabili,
ed ero magica, anche se un po' fragile,
e con la testa sempre tra la nuvole.
 
Immaginavo bolle d'aria o nuvole,
io ci viaggiavo dentro come in trottole,
la mia era lieve, e pure molto fragile,
mi portò in luoghi belli e irraggiungibili,
trovai amici tutti cari e amabili,
nei boschi dove nascono le favole.
 
Che tempi dolci, quelli delle favole!
Leggero il cuore, nuvola tra nuvole,
i gesti esterni caldi e sempre amabili,
placidi tutti, mica quasi trottole,
come oggi affranti, lesti e irraggiungibili,
ed era bello il viaggio, anche se fragile.
 
Crebbi e la bolla scoppiò...(troppo fragile!)
finì d'un tratto il tempo delle favole,
capii che i sogni sono irraggiungibili,
cadde tant'acqua a scroscio dalle nuvole,
scesero sassi a valle come trottole,
persi gli amici ch'erano sì amabili.
 
Ora vi penso amici...amici amabili:
apprezzavate pure il lato fragile
che avevo, cari, foste le mie trottole,
mi donavate il tempo delle favole.
Torna l'infanzia e torno tra le nuvole,
e più non credo i sogni irraggiungibili.
 
Favole e sogni sono irraggiungibili,
ma chi è fragile e vive sulle nuvole,
con le sue trottole, crea segni amabili.



PERDERMI
 Che, il mio,  sia un privilegio,
davvero inizio a crederlo,
quando ti guardo impaurita chiedendo...
- La mano ... la tua mano! -...
Tu, per me timoroso ...
- Oh! Di nuovo! No, resta! -
Quello che non ti dico
è che questa mia paura d’impazzire
si mescola ogni volta
al piacere inspiegabile
che provo nel perdermi,
perché il corpo che perdo
dilata il suo confine,
e lo sento nel mondo,
e oltre...e sono io il mondo.
Quello che non ti dico
è che in questi momenti
la mia vita è nel sogno,
che più della realtà
mi si impone e m’invade,
più di quello che tutti
intendiamo realtà.
Che ,il mio, sia un privilegio,
  davvero inizio a crederlo...
il mio sentirmi persa,
quasi in terra straniera,
questi sensi ovattati
che dici non capire,
che fuggo respirando
così profondamente,
per riacchiapparmi l’anima
che se ne vuole andare.
Ecco...inizio a pensare
che sia davvero un grande privilegio
  avere un corpo che ancora ricorda
  la sua materia prima,
così che lascia intanto
che il simile abbia il simile,
come la sua acqua, l'acqua...
e il ferro torni ferro,
la terra solo terra.
Ma prendi la mia mano,
abbracciami,
quando mi perdo...

ora mi perdo.






LASCIAMI PIANGERE

-Dimmi a che serve, a cosa serve piangere?-
tu mi dicesti andando via lontano...
ed io restai perduta e senza voce,...
e la mia croce porto, che fa adulti.
Ora non piango, e parlo pure piano,
mentre nel cuore serro forse insulti...
è quel dolore muto... è il mio non piangere!

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