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giovedì 26 settembre 2013

PRIMA E DOPO ( NERO E ROSSO)


In questo post metterò a confronto alcune poesie scritte trent'anni fa in forma libera con le stesse rivisitate quest'anno cercando  di usare una corretta forma metrica ( in glosa, sonetto o altro)
..altre le posterò solo rivisitate.










MACCHIE
 
Macchie di colore sul bianco della tela:
messaggi visivi alla mente e al cuore.
Nel colore il caldo e il freddo.
Nel colore i rumori,
le musicalità nascoste nell’aria,
perchè tutto ha una voce e tutto si ascolta
e, nell’ascolto, muore.
Nel colore la realtà, quella vera,
quella che vive racchiusa dentro noi
e si proietta poi fuori
 quasi come un’eco.
Nella mia tela di oggi metterei solo questo:
colori e segni misteriosi ….
Il Caos, l’inizio delle possibilità.
Perché io mi sento ancora
Come al principio delle cose.
 




Non metto rose


Su tela bianca, segni colorati... 

 agli occhi, cuore e all'anima mia parlano:
il caldo e il freddo sono imprigionati,
 come i rumori, e musica diventano...

 nascosta in bianca tavola, è una voce

 che dice e dice, e muore nell'ascolto
Sì, tutto parla, e pure tutto tace.
La realtà ha colore del mio volto,

 lei vive chiusa, dentro la mia pelle,

 e si proietta fuori, nelle cose,
dietro un'azzurra scia d'eco ribelle.
 Oggi non metto, in questa tela, rose.
 

 
 
 


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MIA MADRE

 

Oggi voglio dipingere te, madre,
ora che sono madre anch’io
e forse ho finalmente capito.
Il cordone non sanguina più,
sono io adesso a partorirti.
Sulla tela l’ovale del tuo volto.
Le tue rughe, il tuo sguardo,
i tuoi capelli grigi...
sono la tua storia,
ed io già la conosco
e mi pare di scriverla ogni giorno.
Come mi somigli madre!
Nel tuo viso i miei lineamenti,
come sarò o sono già stata...
il corso del tempo si confonde
e sei insieme la mia creatura
e la mia origine.
Per rappresentarti lascio da parte i colori:
solo segni, quasi per leggerti
come leggono le zingare la mano.
E nel disegnarti il carboncino si trasforma,
diventa dolce, non calca,
ma sfuma e vela,
e diventa una lunga carezza
che finalmente riesco a farti.

 

MIA MADRE ( glosa)

 


Madre mia, dammi il volto da dipingere,
ora che madre sono, e non più verde,
la storia tua mi sembrerà di scrivere.
-Guarda, il cordone più sangue non perde.-

 

Madre mia, dammi il volto da dipingere,
 
sguardo, capelli, rughe: la tua storia,
comprendo infine il modo tuo di fingere,
impressa dentro ho la tua memoria.

 

La storia tua mi sembrerà di scrivere,
nel viso tuo, la linea mia confusa,
ti sono figlia, e madre per rinascere,
la gatta che t'allatta e fa le fusa.

 
Ti vivo come origine e ti creo,
-guarda, il cordone più sangue non perde-
del tempo il corso gira a marameo,
brucia la legna secca, non più verde.


 
Ora che madre sono, e non più verde,
ti leggo come palmo della mano,
niente colori, segno che si perde,
carezza mia, si allunga da lontano.

 


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SENZA MOLTO VIAGGIARE

 
Senza molto viaggiare,
ho solcato notturni cieli scuri
e cavalcato mille bianche nuvole,
ho attraversato deserti infiniti
e immense, verdissime vallate.

 
Senza molto viaggiare,
sono andata indietro nel tempo,
alla ricerca di antiche radici
e poi, volendo afferrare il futuro,
stringo ,ora, solo aria tra le mani.


Senza molto viaggiare,
ho camminato su una lunga scia di luce
riflessa su vasti mari disperati
che cercavano di salire fino al cielo.
Ma l’orizzonte era sempre lontano.

 
 
 


SENZA MOLTO VIAGGIARE ( glosa) 


 (Sì, ho solcato scuri cieli a notte,
 ma devo dire, senza fare viaggio,
e cavalcando nuvole, a più frotte,
guardai soltanto tempo che fu saggio.


Attraversato terre ho talora,
(ma, devo dire, senza fare viaggio)
gira la giostra, mia era quell' ora,
andava verso dove c'era un raggio.

 
Sopra una scia, io ho camminato,
 (sì, ho solcato scuri cieli a notte)
riflessa in vasto mare disperato...
le scarpe, dicono, erano ali rotte.
 
 
(E cavalcando nuvole a più frotte)
 io sono andata indietro nei miei giorni,
 le vite sono àncore ridotte,
 porto non trova chi vuoi che ritorni.

  

E l’orizzonte sempre s'allontana,
 (guardai soltanto tempo che fu saggio),
se bevi troppo, solo a una fontana,
 corta è la via, e non arriva maggio. 






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Occhi di bimba


 
Occhi di bimba si aprirono,
si chiusero occhi di donna.

Lunghi veli sopra il suo corpo,
camminò quasi danzando,
sempre cercando dov’era il mare.

-Ehi, voi! – (Dolce era la sua voce!)
- Ehi, voi! Aiutatemi a cercare!-

Un giorno incontrò un cavaliere
sopra un veloce cavallo nero.
-Vieni! – le disse- Salta su !
Ma la sua voce faceva paura.

E lui la portò, dove lei voleva,
posandola, infine, sulla riva.

-Eccolo, il mare!- Le disse indicandolo
E adesso pagami! Regalami i tuoi veli! –


Lei sorrise appena spogliandosi,
poi, andando incontro alle desiderate onde,
si vestì tutta d’acqua e bianca spuma.

L’uomo rimase, incantato, a guardare.


 

 





LA GONNA BIANCA ( glosa)



 (Sopra il suo corpo lunga gonna bianca,
quasi una danza il suo cammino sembra,
sempre il suo mare cerca, e mai si stanca,
lei balla e gioca e muove belle membra.)

 
-Ehi, voi, chiama! – (voce d'oro canta)
- Ehi ...dite...voi! Dove trovo il mare?
(sempre il suo mare cerca e mai si stanca)
-Mi dannerò, dovrò poterlo amare.-

 
Un giorno incontra, nero, un cavaliere,
 (lei balla e gioca e muove belle membra)
sopra un cavallo, lei disse - Messere,
 portami al mare, cuore non rimembra.-

 
(Quasi una danza il suo cammino sembra)
 cuore non mente, forte è la paura,
ricorda il mare, nulla le mie membra.
-Vieni, – le disse- non è una tortura.

 
(Sopra il suo corpo, lunga gonna bianca),
ma la sua voce forte l'impaura,
e lui la porta a quello che le manca,
lì dal suo mare... dove l'amor dura.




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BIANCO
 
Bianco come il sogno che più mi manca.
 Lieve piuma le mie carezze sul tuo volto.
 Neve fresca la tua mano sulla pelle.
 Ma nebbia nella mente è la tua assenza.
 E sogno resta, il mio dolce sogno bianco.
 
 
SOGNO BIANCO( glosa)

(Mi manchi come bianco sogno tolto.

Le mie carezze sono lieve piuma,
neve fresca la mano tua sul volto,
la tua assenza nella mente è bruma.
E sogno resta il mio bel sogno bianco.)

Ti cerco dentro strade trasparenti,
nascosto dalle note, quasi avvolto
nel suono del silenzio dei conventi.
(Mi manchi come bianco sogno tolto.)

So che ci sei anche se non conosco
che il cuore tuo e, come al mare schiuma,
le nostre vite incrociano nel bosco.
(La tua assenza nella mente è bruma.)

Reale più di molti in ossa e pelle,
t'amo così: sì... e t'amo pure molto,
ombra che prendi luce dalle stelle!
( Neve fresca la mano tua sul volto.)

Ora che s'apre il bosco, a nuova luce
del sole caldo che tutto l'alluma,
 la strada trovo lì che a te conduce.
( Le mie carezze sono lieve piuma.)

Carezze mie rimangono lontano,
non dove sei, non dove aspetti stanco:
svanita è l'ombra ormai dalla mia mano.
( E sogno resta il mio bel sogno bianco.)
 




Danze circolari



Tra due binari balla e soffia  il Tempo,
danze di sempre, danze circolari.
Ha messo ancora il suo vestito bianco,
tesse e ricama giri e passi spira.
Tesse e ricama un mondo di colori.

 Tesse e ricama un mondo di figure.
 Tesse e ricama o siede sul suo trono?
E a noi parole dice come queste:
mai, sempre,adesso,e poi di nuovo...ancora:
ieri,domani, e morte, e poi futuro.
 Materia a destra, l'anima, in là, pura,
e dentro noi, tritati dentro mura,
non più parole e ancora senza azioni,
con ali grandi pronte a volar via,
pure ci tiene, alla terra, nostalgia.


 



DANZE CIRCOLARI

Tra due binari balla e soffia il Tempo,

danze di sempre, danze circolari.
Ha messo adesso il suo vestito bianco,
tesse e ricama giri e passi spira.
Tesse e ricama un mondo di colori.
Tesse e ricama un mondo di figure.
Tesse e ricama o siede sul suo trono?
E a noi dice parole come queste:
mai, sempre, adesso, e poi di nuovo...ancora,
ieri, domani, e morte e anche futuro.
Materia a destra, l'anima in là, pura,
e dentro noi tritati dentro mura,
senza parola e senza essere azione,
con ali grandi pronte a volar via,
pure ci tiene, a terra, nostalgia.

 

 
 
 




 
La mia solitudine

La mia solitudine orgogliosa
 sa di magnifici grandi alberi
 con mille foglie tremanti di luce,
 d’aria fresca sulle guance rosse,
 di silenzi gonfi di gioia,
 di brividi d’ansia.

La mia solitudine gelosa
 mi tiene prigioniera nel suo ventre
 e, quando ho provato a raccontarla,
 ha tolto alla mia voce il suono
 e spento il grido nella gola,
 di risa e pianto.

La mia solitudine bugiarda
 mi riempie di coccole e canzoni,
 mi promette voli azzurri e membra d’aria,
 intese assurde con anime mai nate,
 dolci abbracci di corpi ormai lasciati
 e mai dimenticati.

La mia solitudine illusa
 va scoprendo la sua inesistenza,
 perché, se piange il cuore, ride nuovamente,
 quando qualcuno silenzioso mi si nega,
 ma poi, alza lo sguardo, e il suo sorriso,
 al mio sorriso, tende.
 






LA MIA SOLITUDINE

(orgogliosa, gelosa, bugiarda e illusa)



Ha vasti prati questa solitudine,
ed è orgogliosa, magica e magnifica,
foglie sui rami tremano di luce,
e l'aria fresca arrossa le mie guance.
Tutto è silenzio, quasi di preghiera.

::::::

  Ma nel suo ventre, a volte, prigioniera,
quando è gelosa, vuole sia nascosta ...
inutilmente grido e cerco aiuto,
tolta è la voce mia, non ha più suono,
e spento l'urlo nato nella gola.

:::::::::

Poi mi lusinga in coccole e canzoni...
grande bugiarda gioca e si fa beffe
di me,  che cerco voli azzurri e pace,
intese assurde d'anime mai nate,
e abbracci dolci a corpi ormai lasciati .

::::::::

Vado scoprendo ormai l'inesistenza
sua, quando piango piano al tuo silenzio,
ma rido presto, s' alzi poi lo sguardo ,
e il tuo sorriso, al mio sorriso, tendi.
Illusa s'era d'essere mia amante .





DAVANTI A UN QUADRO IMMAGINARIO ...

E m’incanto a guardare ...
questo quadro pieno d'ombre e di luci,
d'azzurro intenso misto al nero e al giallo.
E mi parlano chiome grandi di alberi,
profili strani, sagome lontane,
e bolle bianche che vanno a velare
un paesaggio tra sogno e realtà.
Ma la bellezza fugge la sua tela,
non resta chiusa dentro una cornice...
come via vanno le dolci parole
d'una romantica poesia d’amore
o mille note languide e nostalgiche
di una canzone antica di zigani.
E' bello forse il volto dell' amante,
caro all'amore grande suo segreto?
 No, la bellezza è tutta nella vita
che scorre sempre nelle nostre vene.
E siamo tutti pittori e poeti,
noi musicisti e noi sempre gli amanti,
se, in tanti,c'incantiamo nel guardare
questo quadro pieno d'ombre e di luci.




DALLE FINESTRE APERTE ...

Dalle finestre aperte dei miei sensi
m'affaccio e guardo dentro l’universo.
Figura piana ai miei occhi, liscia come
specchio, che pure mostra vie profonde,
tridimensionali, ognuna all’altra limite
 ma i confini vagano lontano.
La realtà pare sia una sola, ed entra
nella mia mente e poi esce colorata 
di un po' di me e di forti sentimenti.
Ma quante sconosciute dimensioni!
E scorgo sponde inattese, distanti
che sono come delle ombre svelate...
spesso le nego, solo per non perdermi
e gli occhi stacco a forza dallo specchio,
senza volerci più guardare dentro,
contentandomi solo di toccarlo
e del suo freddo sopra la mia mano.






Quadri 2



Successione infinita di quadri,
ferma è la materia che,
in apparenza, cammina.
Tra una sequenza e l’altra,
misterioso, nasce il movimento.
La fine è il rallentamento totale.
Il quadro coglie l’eterno
della magnifica calma.
C’ingannano i sensi,
le inutili accelerazioni.
Così fuggiamo dal nulla,
riempiendo di palpiti caldi,
questa pur bellissima vita.
Ma la mia mente va cercando
quadri , appesi alle pareti del tempo,
lungo labirinti, sempre vuoti,
che ingoiano figure e colori.
Dov’è la nostra opera?
Dove la nostra presenza?
-Muovi velocemente lo sguardo,
prima che la memoria svanisca!
Guarda! Il passato vive ancora,
mentre il presente va, e muore.




QUADRI 2

Successione infinita //di quadri appesi a mura.
Ferma sta ogni materia //che tu vedi in cammino.
Tra una sequenza e l’altra, //misteriosa, la vita.
Dentro il quadro l’eterno, //la magnifica calma.
Ma, c'ingannano i sensi //morte accelerazioni.
Così, fuggiamo il nulla, // riempiendola di pàlpiti
questa nostra bellissima, //inspiegabile vita.
E noi guardiamo quadri, //appesi a
l nostro tempo,
in labirinti vuoti, //che ingoiano i colori.
Dov’è l'opera nostra? //Dove ogni nostra traccia?
-Muovi la mente e il cuore!// Fa che memoria resti!
Guarda! Il passato vive,//ancora vive, e l'oggi ...
l'oggi va via e ci muore.

 




LINGUAGGI DELL'ANIMA

Ma non sarò mai muta ...
mille linguaggi sa parlare l’anima
e perla rara è questa nostra vita. ...

Se le parole dette ci raccontano,
sa farlo anche il guardare,
e poter respirare,
e aver voglia di ridere!
Calde lacrime dicono tristezza,
incantano i silenzi.
Dentro la mente nostra vive il mondo,
trasformato ogni volta.
E nell’azzurra sera,
non la malinconia,
sarà l'incerta attesa
a fare palpitare
nuovamente il mio cuore.











RICORDO

E poi ci sono queste mie poesie,
che non hai letto e mai leggerai più.
Io ti ho lasciato credere
celassero sospiri
e imbarazzanti frasi appassionate.
Ma tu poi mi hai lasciato.
E mi manca il bussare alla finestra,
quando venivi a casa mia la sera,
per informarmi, certo,
perché le donne devono sapere.
Tu maschilista come sempre, pure...
pure portavi dentro casa il mondo,
e le pareti scure
diventavano chiare.
-Non lavare più i piatti! –
-Smetti, ascolta! -dicevi
- Devi, è molto importante! -
E parlavamo insieme ore ed ore
di tutto... lotte, sogni, sindacato,
economia, politica,
e infine, sempre di storie d’amore.
E si rideva... come si rideva!
Ora ci sono queste mie poesie
che non hai letto e mai leggerai più.
Perchè mi manca il modo,
mi manca come dartele,
e l’estate vicina,
rimpiangerò le sere
afose, sotto l'albero,
in cerchio con gli amici,
davanti casa mia.



 
Ma io non cerco Dio.

 
Vorrei avere occhi buoni per guardare
0ltre i cieli, entro i mari,
che attraversino amori,
che abbraccino dolori,
occhi che vedano oltre il mio confine.
Ma io non cerco Dio.

 Vorrei udire urla mai gridate
strazianti e soffocate,
lamenti a lungo spenti,
dolori mascherati,
dolci discorsi di amanti negati.
Ma io non cerco Dio.

 
Vorrei diventare aria da respirare,
brezza di mare, idea,
luce sulla marea,
onde di verde grano,
tornare alla natura e solo amare.
Ma io non cerco Dio.

 
Ma non c’è nessun Dio,
ed io non sto cercando.


 

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