L'INFINITO ( LEOPARDI)
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »
IL " FINITO"
Quanto cara mi fu quell'aspra vita,
e il perso corpo, che lì dentro al mondo,
con l'ultimo respir lo sguardo cede.
Ma morendo e capendo," interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete"
io nel mio cuor mi sento; ecco mi pare
d'aver quasi paura. E quando il nulla...
fa me dormir tra le sue braccia, io il suo
infinito silenzio a poco a poco
vo similando: e mi trattien l'eterno,
non la morta stagione o il presente
che vive, io sono in lui. Così, in questa
immensità s'annega l'esser mio;
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
ALLA SERA ( FOSCOLO)
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'immago a me sì cara, vieni,
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquiete
Tenebre, e lunghe, all'universo meni,
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure, onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »
IL " FINITO"
Quanto cara mi fu quell'aspra vita,
e il perso corpo, che lì dentro al mondo,
con l'ultimo respir lo sguardo cede.
Ma morendo e capendo," interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete"
io nel mio cuor mi sento; ecco mi pare
d'aver quasi paura. E quando il nulla...
fa me dormir tra le sue braccia, io il suo
infinito silenzio a poco a poco
vo similando: e mi trattien l'eterno,
non la morta stagione o il presente
che vive, io sono in lui. Così, in questa
immensità s'annega l'esser mio;
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
ALLA SERA ( FOSCOLO)
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'immago a me sì cara, vieni,
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquiete
Tenebre, e lunghe, all'universo meni,
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure, onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
A FACEBOK
Forse perchè della virtuale rete
tu sei l'icona a me sì caro vieni,
o Fesbu! E quando ti clicchegian liete
le donne estrose e i giovani "perbeni"
e quando dal dubbioso animo inquiete
musiche e lunghe a dei perversi meni,
sempre son collegata, e le segrete...
vie del mio post potentemente tieni.
Andar mi fai co' miei contatti all'orme
che vanno al nulla esterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le norme
delle buie onde, so che mi distrugge;
e mentre io guardo il tuo sito, dorme
quella forma mental, ch'entro mi mugge.
LA BALLATA DEL TORO ( E DEL TORERO CHE SI PENTI')
-M'ha fregato- disse (alla Corrida)
-ripetuti i miei sforzi li ho invano,
m'ha fregato e poi m' ha fatto l'ano
pezzettini di poca beltà.
Oh miserrima troia! I suoi dardi
per che mordi, appuntiti mi allega,
il torero il punton suo rinnega,
se col sangue mio non bagnerà .
Or per terra dell'arso tratturo
l'alabardo sferrato mi diede .
E son morto . E nessuno mi vede,
i coltelli non sono preghier .
-M'ha fregato- Voi donne frugali,
convincete, e ridite agli sposi,
ed ai figli in Corrida dubbiosi...
che non serve buiarmi il veder.
Perchè ignoti, che d'anima ladri,
qui feriscono in modo selvaggio?
Non la terra, un costume, un lignaggio,
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua vita è a ciascun condivisa.
E' tal dono che basta per lui.
Maledetto chi ammazza l'altrui,
chi il suo dono si appresta a rapir.
Sù codardi! Nessuno sia immune
da protesta, suonate la squilla!
Suoni in cuore e sia il cuore favilla
(.... e il torer la Corrida lasciò. )
Forse perchè della virtuale rete
tu sei l'icona a me sì caro vieni,
o Fesbu! E quando ti clicchegian liete
le donne estrose e i giovani "perbeni"
e quando dal dubbioso animo inquiete
musiche e lunghe a dei perversi meni,
sempre son collegata, e le segrete...
vie del mio post potentemente tieni.
Andar mi fai co' miei contatti all'orme
che vanno al nulla esterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le norme
delle buie onde, so che mi distrugge;
e mentre io guardo il tuo sito, dorme
quella forma mental, ch'entro mi mugge.
-M'ha fregato- disse (alla Corrida)
-ripetuti i miei sforzi li ho invano,
m'ha fregato e poi m' ha fatto l'ano
pezzettini di poca beltà.
Oh miserrima troia! I suoi dardi
per che mordi, appuntiti mi allega,
il torero il punton suo rinnega,
se col sangue mio non bagnerà .
Or per terra dell'arso tratturo
l'alabardo sferrato mi diede .
E son morto . E nessuno mi vede,
i coltelli non sono preghier .
-M'ha fregato- Voi donne frugali,
convincete, e ridite agli sposi,
ed ai figli in Corrida dubbiosi...
che non serve buiarmi il veder.
Perchè ignoti, che d'anima ladri,
qui feriscono in modo selvaggio?
Non la terra, un costume, un lignaggio,
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua vita è a ciascun condivisa.
E' tal dono che basta per lui.
Maledetto chi ammazza l'altrui,
chi il suo dono si appresta a rapir.
Sù codardi! Nessuno sia immune
da protesta, suonate la squilla!
Suoni in cuore e sia il cuore favilla
(.... e il torer la Corrida lasciò. )
Giuramento di Pontida
Giovanni Berchet
L'han giurato li ho visti in Pontida
convenuti dal monte e dal piano.
L'han giurato e si strinser la mano
cittadini di venti città
Oh spettacol di gioia! I Lombardi
son concordi, serrati a una Lega.
Lo straniero al pennon ch'ella spiega
col suo sangue la tinta darà.
Più sul cener dell'arso abituro
la lombarda scorata non siede.
Ella è sorta. Una patria ella chiede
ai fratelli, al marito guerrier.
L'han giurato. Voi donne frugali,
rispettate, contente agli sposi,
voi che i figli non guardan dubbiosi,
voi ne' forti spiraste il voler.
Perchè ignoti che qui non han padri
qui staran come in proprio retaggio?
Una terra, un costume, un linguaggio
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua patria a ciascun fu divisa.
E' tal dono che basta per lui.
Maledetto chi usurpa l'altrui,
chi il suo dono si lascia rapir.
Sù Lombardi! Ogni vostro Comune
ha una torre, ogni torre una squilla:
suoni a stormo. Chi ha un feudo una villa
co' suoi venga al Comun ch'ei giurò
Giovanni Berchet
L'han giurato li ho visti in Pontida
convenuti dal monte e dal piano.
L'han giurato e si strinser la mano
cittadini di venti città
Oh spettacol di gioia! I Lombardi
son concordi, serrati a una Lega.
Lo straniero al pennon ch'ella spiega
col suo sangue la tinta darà.
Più sul cener dell'arso abituro
la lombarda scorata non siede.
Ella è sorta. Una patria ella chiede
ai fratelli, al marito guerrier.
L'han giurato. Voi donne frugali,
rispettate, contente agli sposi,
voi che i figli non guardan dubbiosi,
voi ne' forti spiraste il voler.
Perchè ignoti che qui non han padri
qui staran come in proprio retaggio?
Una terra, un costume, un linguaggio
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua patria a ciascun fu divisa.
E' tal dono che basta per lui.
Maledetto chi usurpa l'altrui,
chi il suo dono si lascia rapir.
Sù Lombardi! Ogni vostro Comune
ha una torre, ogni torre una squilla:
suoni a stormo. Chi ha un feudo una villa
co' suoi venga al Comun ch'ei giurò
Calchi e ricalchi molto simpatici !
RispondiEliminaSei insuperabile Mil !