PERDERMI
( IL PRIVILEGIO)
Che
il mio sia un privilegio,
davvero inizio a crederlo,
quando ti guardo impaurita chiedendo:
-
La mano ... la tua mano! -davvero inizio a crederlo,
quando ti guardo impaurita chiedendo:
Tu, per me timoroso:
- Oh! Di nuovo! No, resta! -
Quello che non ti dico
è che questa mia paura d’impazzire
si mescola ogni volta
al piacere inspiegabile
che provo nel perdermi,
perché il corpo che perdo
dilata il suo confine
e lo sento nel mondo,
e oltre, e sono io il mondo.
Quello che non ti dico
è che in questi momenti
la mia vita è nel sogno,
che più della realtà
mi s' impone e m’invade,
più di quello che tutti
intendiamo realtà.
Che il mio sia un privilegio,
davvero inizio a crederlo:
il mio sentirmi persa,
quasi in terra straniera,
questi sensi ovattati,
che dici non capire,
che fuggo respirando
così profondamente,
per riacchiapparmi l’anima,
che se ne vuole andare.
E inizio a pensare
che sia davvero un grande privilegio
avere un corpo che ancora ricorda
la sua materia prima,
così che lascia
che il simile torni al suo simile,
come l'acqua alla sua acqua
e il ferro al suo ferro,
e la terra alla terra.
Ma prendi la mia mano,
abbracciami,
quando mi perdo...
ora che io mi perdo.
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