E mi lascio abbracciare.
Rallento il respiro, le note mi penetrano il cuore, placano la mia anima, mi conducono dentro il mondo dei sogni.
Mi affido. Fonte e riva, questa musica tesse ricami attorno a me e dentro di me.
Anch’io mi sento suono e silenzio.
Dondolio magnifico. Culla dolce. Mi sdraio sulle onde e vado lontano, verso l’orizzonte.
Che pace!
Carezze musicali. I miei pensieri diventano dolci.Struggimento felice.
“ Chiaro di luna". Beethoven.
No, non è morto, è nella sua musica, è tra noi che sopravviviamo.
Non muore chi emoziona così. La sua magia vive.
Siediti accanto a me, restiamo in silenzio. Ascoltiamo.
Questa melodia sa dire cose belle, fa affiorare il meglio di noi.
Dimentichiamo quel che oggi abbiamo vissuto. Questa è la vera vita, questo momento breve e allo stesso tempo infinito.
-Senti? - La notte ha ritrovato la sua magia.
E la luna bianca entra e illumina la stanza, che si apre a paesaggi dipinti di nostalgia, evocanti l’infinito notturno.
Luna grande, a volte coperta da voli d’uccelli migranti, o da artigli di rami secchi e contorti. - Quali gli uni? Quali agli altri? -
O da nuvole bluastre, di evanescenze sfumate.
O da vapori, fantasmi stratificati in una notte che sa di mistero.
Stringi le mie dita tra le tue: vorrei che tu le suonassi, come tasti di un pianoforte.
A cercare melodie profonde, essenze vitali, intese.
Insieme restiamo incantati, persi, o forse in un porto sicuro. Non importa saperlo.
Stiamo bene noi due, e questa musica.
Non te lo dirò mai, ma starei bene anche da sola. Perché questo piacere, questo godimento non è mio e non è tuo, nasce dalla vita come da un’arpa pizzicata nel suo cuore.
Sì, lo so che è il suono di un pianoforte, morbido e dolce, cammina le vie della notte e del sogno. Del mistero.
Bella la luna! Dei colori di un angelo si è vestita, e gioca a nascondersi tra le ombre.
No, non gioca, la melodia lo rivela. Le scansa e le penetra perché di noi è innamorata, e vuole raggiungerci.
-Vedi? - Questa melodia sa dire davvero cose belle, che vedono più in là delle immagini e delle parole.
Che meraviglia questo tocco, queste modulazioni che variano, ma mantengono una delicatezza, che se io potessi averla, non chiederei altro, sarei sazia per sempre. L’anima mia sarebbe piena.
-Mi comprendi? - Certamente! E il merito non è mio.
E’ della musica. Accade se apriamo le porte e aspettiamo. Tranquilli e in silenzio.
Basta attendere. E arriverà dentro di noi la rivoluzione.
Oh! Niente di clamoroso, di eroico. Niente fracassi.
Lenta scende in noi e ci rimpasta, ci trasforma, ci lava gli occhi.
Come fa la poesia, come l’arte tutta.
Come le emozioni, quelle vere.
Ma sto parlando e pensando troppo. E sciupo l’attimo.
Sono gelosa di questo mio sentirmi persa nell’ascolto, soffro a staccarmene.
Resta qui con me, ma in silenzio.
Non sprechiamo questo dono.
Mi sento come conca, non d’acqua, ma di dolce e languida armonia.
E in mente ho il mare, la sua voce, i suoi ritorni.
Ma anche il signor Tempo, il Mistero. Che non sarà mai svelato dalle parole, ma che mi pare suggerito da questo “ Chiaro di luna”.
Il Tempo: il suo scorrere e il suo permanere.
Sento che il nostro esilio dalla bellezza e dalla felicità è reale solo nel divenire.
Se rallentiamo, si avvicinano di nuovo. Di fotogrammi, in visione accelerata, è composta la nostra vita. Se ci immergiamo nell’eterno, tutto torna.
La musica sa compiere il miracolo. L’attimo si ferma, riacquista la sua originale forma di scheggia di eternità, frantumata come immagine riflessa su acqua di fonte mossa da un venticello.
La musica trattiene il soffio del vento, lo incanta come un pifferaio magico, poi lo affoga.
Resta quel che dell’eterno c’è dato conoscere.
Come quest’attimo di felicità.
TANGO
Una carezza lungo la mia schiena,
le dita tue mi sfiorano, mi svegliano...
m'inarco, cerco, sento, mi emoziono,
e tu mi stringi così ch'io non fugga
e m'abbandoni piena di passione.
Sul collo tuo la bocca mia s'appoggia,
poi ti sussurro ...t'amo, sono tua,
questo momento è nostro, sono tua,
ma devo andare... tienimi, trattienimi,
chiedimi amore, dimmi di restare.
Una carezza lungo la mia schiena,
un esercizio, un ballo, o è poesia...
portami via...portami via...via...
e intanto penso...è solo fantasia,
è solo un vento caldo di follia .

IL SUONO DI UN VIOLINO
Nella mia anima vive
il suono di un violino.
Mi commuove, mi prende:
come farlo sentire?
La musica che ho dentro
ha maschera di ferro
e chiodi che feriscono.
Perciò vai pure via,
se temi di soffrire.
Io ho con me questa musica,
il suono di un violino
che vibra. Un dolce miele
ho dentro, con le spine
di rosa l'ho protetto.
Ma il violino non so
e non saprò mai suonarlo.
VIAGGIO MELODICO
Come partire è questa melodia,
un sottofondo magico al mio viaggio!
Ci vuol coraggio, o solo fantasia,
lasciarsi andare, appesa a questo raggio
di sogno d'oro, sogno che mi tendi
tu, che alla vita ridi e non t'arrendi.
Le note vanno come l'acqua al mare,
liquide e belle... sembrano danzare !
I BACI CHE MI HAI DATO
Poi d'improvviso, il gioco ecco si è rotto,
il carillon è muto , e ferma resta
la ballerina senza più ballare.
Pare sospeso il tempo e ghiaccio il sangue.
Cento anni...cento, devono passare?
Cent'anni sono già tutti passati,
sono volati, principe, volati!
Erano troppi i baci che mi hai dato.
ASCOLTANDO MOZART
e infine se ne va per la sua via.
ma maledissi dopo, mentre andai...
riempita di sospiri e bocche vuote.