Cerca nel blog

venerdì 6 dicembre 2013

IN-VERSIONE MALINCONICA

                                                                         
 
 
IL BACIO NELLO SQUARCIO DELLA MENTE

Fu solamente un attimo, un solo attimo...
e d'improvviso il cielo si squarciò,
apparve l'oltre...aprendomi il suo fiore,
trapassò il cuore, l'anima riempì,
l'anima e il cuore, quello mio e del mondo,
sentii la forza, sentii la bellezza...
e poi le fasce misero, a me misera,
dissero ...è bene, è lecito legarti,
e come un bimbo piccolo bendarti...
(come un lebbroso o un Cristo io pensai)
fu solamente un attimo,un solo attimo...
ma il tempo eterno, fermo, mi baciò.











  TU SOLAMENTE PIOGGIA
( metal poesia)
 

Tu solamente, pioggia m'accompagni.
Non è mio questo tempo, né la strada.
Aspetto tra figure senza senso.
Aspetto tra volumi evanescenti.
Aspetto. Guardo. Questo è il mio compito.
Aspettare. Guardare. O camminare.
Solo vivo tra morti o morto/vivo.
Non un passato, nè avrò mai futuro. ...
Cammino, corro. Invano. Niente cambia.
La stessissima cosa, stessissima.
 
Aspetto, guardo, corro... disperato.
Aspetto, guardo, corro... disperato.

   Sogni in metallo, squarci senza sangue.
Fiato senz'aria, cuore senza amore.
Giochi senza gioia, infinita noia.

Aspetto, guardo, corro... disperato.
Aspetto, guardo, corro... disperato.

   Senza qualche ragione, senza scopo.
Senza mistero, senza più domande.
Ammazzarsi sarebbe già qualcosa.
  
Aspetto, guardo, corro... disperato.
Aspetto, guardo, corro... disperato.

Tu solamente, pioggia m'accompagni.








MASCHERE

E' Carnevale! Maschere, con gli occhi
strappati, pare piangono coriandoli
che in aria fanno allegri scarabocchi.

  E ride un bimbo piccolo afferrandoli...
  da bocche aperte sgorgano, è un dolore
che le manine credono balocchi.

Domani, dentro maschere d'attore,
con sguardi morti e volti d'impassibili,
nasconderemo il vuoto di un amore.

E' Carnevale ... e risa grasse s'odono,
i nostri sensi i freni più non mordono.

Domani ancora cenere vien sparsa
su questa terra resa triste ed arsa.








 

DANZE CIRCOLARI

Tra due binari balla e soffia il Tempo:
danze di sempre, danze circolari.
Ha messo ancora il suo vestito bianco...
tesse e ricama giri, e passi spira.
Tesse e ricama un mondo di colori.
Tesse e ricama un mondo di figure.
Tesse e ricama, o siede sul suo trono?
E a noi dice parole come queste:
mai, sempre, adesso, e notte, e vien l'aurora,
ieri, domani, e morte ed il futuro.
Materia a destra, l'anima in là, pura,
con dentro noi tritati in queste mura:
siamo parole nate per l'azione,
con ali grandi pronte a volar via...
ma poi ci tiene, a terra, nostalgia!

 

 

D'OMBRE E LUCI

Sto qui che aspetto e cosa non so bene,
forse una rosa, o forse un complimento,
un segno sotto questa traccia scura
che la paura vinca e metta in luce,
questa paura dura che riduce
il mio sorriso all'ombra di me stessa,
o venga un soffio nato da un altrove
che la mia fiamma ingravidi ed accresca,...
che m'esca infine fuori questo amore...
e basterebbe, è vero, un solo fiore.

Ma d'ombre e luci è fatto ogni mio giorno,
d'ombre e di luci come fosse un quadro,
che mescolasse il sole con la notte,
che ridonasse vita a cose rotte...
così è volata via la nostalgia
d'una carezza o bacio sulla testa,
e m'incammino dentro un'altra via,
resta mistero quello che mi rende
il mio sorriso triste di bambina,
mi disse- tienlo stretto!-...un'indovina.

 

 
UN RITORNO
Di nuovo a farmi male. In un ritorno
 lacero il corpo e l'anima carezzo ...
 voglio placarla, è notte, ma il mio giorno
 quasi senza ragione va lontano,
 e se l'attendo forse attendo invano.


 Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
 e ho solo voglia di lasciarmi andare....
 Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
 ogni mio sogno messo lì a covare...
 io sono stanca sempre di aspettare.


 E' storia scritta, gira sempre intorno,
 ma cosa narra... credimi ho scordato,
 se la violenza annera ogni contorno,
 il mio cammino è lungo e lungo ho il fiato,
 io sto guarendo ... giorno dopo giorno!

 
UN RITORNO


  Di nuovo a farmi male. In un ritorno
lacero il corpo e l'anima carezzo ...
voglio placarla, è notte, ma il mio giorno
quasi senza ragione va lontano,
e se l'attendo forse attendo invano.

Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
e ho solo voglia di lasciarmi andare....
Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
ogni mio sogno messo lì a covare...
io sono stanca sempre di aspettare.

E' storia scritta in pagina di un giorno,
ma che cos'era...ormai già l'ho scordato,
e se la colpa annera ogni contorno,
il mio cammino è lungo e lungo ho il fiato,
so che guarisco ... giorno dopo giorno!


 

                                                                            C'E' POI ...


 C'è poi questa tristezza che mi prende
strani momenti quieti, in solitudine,
come sentissi voce che m'offende,
come volessi vinta l'inquietudine.
 
 L'anima cerca gioia e la pretende,
ma niente strappa a forza l'abitudine
di creare fantasmi e storie orrende
che m'affollano dentro a moltitudine.

Così mi sento ancora sola, ancora...
con dentro quasi voglia di morire,
cercando e mai trovando una dimora.

Così m'illudo e penso di partire
scoprendo, quando poi sorge l'aurora,
che questa è solo voglia di fuggire.
 
 
 

L'EDEN PERSO

Sopravvissuti tutti, con ferite,
andiamo sparsi e persi per il mondo,
le piume al vento d'angeli, smarrite,
ci consoliamo insieme in girotondo.

Memorie antiche in cuore mio venite,
del Paradiso segno tutto tondo,
perfetto fatto, l'anima lenite ...

poesia, canto, e musica confondo.

Un sogno caldo come fosse fuoco,
un sogno pare l'arte, e il suo creare
 si spegne  sempre un poco, a poco a poco.

Memoria in cuore portami lontano,
di un gran concerto ho solo un suono fioco,
s'espande e s'alza in cielo piano piano.








IL FAUT ALLER
 
 
Semplicemente è così ...il faut andare,
se non stai bene devi...devi farlo,
le cose cambiano, oltre vanno e lasciano
sparsi cadaveri, ieri tue farfalle.
Ieri....ma resti pure un passo indietro
con loro sparsa e questo tarlo duole,
il mondo intero è pieno di chi è solo.
La luna chiara ride e non rischiara,
la notte è fonda e vaga e ti confonde,
e cerchi una carezza ...una carezza.
Tu aspetta calma, l'ora va e insegue
la stella nuova e viva del mattino...
una carezza è brezza a te vicina,
è un dolce fiato e viene dal futuro,
è il tuo respiro, è battito di vita.
Semplicemente è così ...il faut andare.
 
 
RICORDO

E poi ci sono queste mie poesie,
che non hai letto e mai leggerai più.
Io ti ho lasciato credere
celassero sospiri
e imbarazzanti frasi appassionate.
Ma tu poi mi hai lasciato.
E mi manca il bussare alla finestra,
quando venivi a casa mia la sera,
per informarmi, certo,
perché le donne devono sapere.
Tu maschilista come sempre, pure...
pure portavi dentro casa il mondo,
e le pareti scure
diventavano chiare.
-Non lavare più i piatti! –
-Smetti, ascolta! -dicevi
- Devi, è molto importante! -
E parlavamo insieme ore ed ore
di tutto... lotte, sogni, sindacato,
economia, politica,
e infine, sempre di storie d’amore.
E si rideva... come si rideva!
Ora ci sono queste mie poesie
che non hai letto e mai leggerai più.
Perchè mi manca il modo,
mi manca come dartele,
e l’estate vicina,
rimpiangerò le sere
afose, sotto l'albero,
in cerchio con gli amici,
davanti casa mia.












D'OBLIO


Sorpresa lieta è riuscire a vedere
le strane strade fatte dalla sabbia,
e la rabbia ci scivola disciolta,
in quelle calde sere
d'ozio, che tutto annebbia e tutto ingabbia.
Mare quasi una favola.
Liscio come una tavola.

 

Degli interni paesaggi rovesciati
guardo il segno e la vita rubo e prendo,
serbando la sua immagine raccolta
negli occhi. Ma baciati
dall'onda, che li bagna e va morendo,
lascio i calchi ingannevoli,
fermi e pure mutevoli.


 
Io, su strade di sabbia, vado al  mare,
che d'amare mi parla ...come un dio,
che ha parole d'amore. E più d'oblio.


CON LEI RIDEVI

M-a ormai davvero non t'amo, non più,
I-l lungo inverno gelava il mio cuore,
L-'ho attraversato tutto, c'eri tu,
V-olevo prima solo un fiore... un fiore,
I-nvece neve e neve e nulla più.
A-maro amore lasciami l'odore
 
D-ella mia siepe. Rose rosse e, orsù,
I-nnamorata nuvola d'ardore,

M-eravigliose rose ...oh!Non godevi,
I-nvece gode chi con me ora c'è .
C-osì è la vita, ma non lo sapevi.
H-o nostalgia di te, che non vedevi,
E- ro al tuo fianco, sempre lì per te,

L-' altra era giovane, con lei ridevi...

E-con me, inverno freddo, e mi perdevi.









MONDO PARALLELO

Come sirena, navigo tra le onde,
però non trovo pace senza amore,
in riva al mare resta, ed il mio cuore,
lì s'è quietato, e più non mi risponde.

 

Come sirena, l'acqua mi confonde,
ed io tralascio strade aperte in fiore...
ma dove vado, senza te, mio amore?
Il mio cammino, insieme al tuo, si fonde.

 

Ti cerco dentro un mondo parallelo,
tentando a forza di strapparne il velo.

 

Come sirena, buco onde rotonde,
e il mio destino sprezzo (è traditore!)...
Mi toglie il cuore, vuole il mio dolore,
mi prende tutto e l'anima nasconde.




DANZE CIRCOLARI

Tra due binari balla e soffia il Tempo,

danze di sempre, danze circolari.
Ha messo adesso il suo vestito bianco,
tesse e ricama giri e passi spira.
Tesse e ricama un mondo di colori.
Tesse e ricama un mondo di figure.
Tesse e ricama o siede sul suo trono?
E a noi dice parole come queste:

 mai, sempre, adesso, e poi di nuovo...ancora,
 ieri, domani, e morte e anche futuro.
 Materia a destra, l'anima in là, pura,
 e dentro noi tritati dentro mura,
senza parola e senza essere azione,
 con ali grandi pronte a volar via,
pure ci tiene, a terra, nostalgia.


 

MIA MADRE
(versione originale...trent'anni prima, in versi liberi)

 

Oggi voglio dipingere te, madre,
ora che sono madre anch’io
e forse ho finalmente capito.
Il cordone non sanguina più,
sono io adesso a partorirti.
Sulla tela l’ovale del tuo volto.
Le tue rughe, il tuo sguardo,
i tuoi capelli grigi...
sono la tua storia,
ed io già la conosco
e mi pare di scriverla ogni giorno.
Come mi somigli madre!
Nel tuo viso i miei lineamenti,
come sarò o sono già stata...
il corso del tempo si confonde
e sei insieme la mia creatura
e la mia origine.
Per rappresentarti lascio da parte i colori:
solo segni, quasi per leggerti
come leggono le zingare la mano.
E nel disegnarti il carboncino si trasforma,
diventa dolce, non calca,
ma sfuma e vela,
e diventa una lunga carezza
che finalmente riesco a farti.

 

MIA MADRE ( glosa)

 


Madre mia, dammi il volto da dipingere,
ora che madre sono, e non più verde,
la storia tua mi sembrerà di scrivere.
-Guarda, il cordone più sangue non perde.-

 

Madre mia, dammi il volto da dipingere,
 
sguardo, capelli, rughe: la tua storia,
comprendo infine il modo tuo di fingere,
impressa dentro ho la tua memoria.

 

La storia tua mi sembrerà di scrivere,
nel viso tuo, la linea mia confusa,
ti sono figlia, e madre per rinascere,
la gatta che t'allatta e fa le fusa.

 
Ti vivo come origine e ti creo,
-guarda, il cordone più sangue non perde-
del tempo il corso gira a marameo,
brucia la legna secca, non più verde.


 
Ora che madre sono, e non più verde,
ti leggo come palmo della mano,
niente colori, segno che si perde,
carezza mia, si allunga da lontano.


 
 
DALLE FERITE

Dal marmo freddo nascono figure,
statue scolpite, vive, per ferite
inferte da un artista o dalla vita,
poi levigate piano con le dita,
con le carezze dolci di un amore.
Nel marmo freddo batte ora la vita.

Se questo credi, allora attendi passi

questa nuvola scura sulla testa,
e i colpi duri della scure addosso.
Quando sarai stremata ...che scoperta!
L'anima libera e la porta aperta.
Dalle ferite nasce la figura.







 


SOLE, SENZA SOLE
( terzina lirica con rima classica)

Potrei cercar parole come il sole,
o dolci come bimbi addormentati
o belle come fossero d'amore.

Potrei togliere forza al tuo dolore,
rubare odore e musica alle viole,
dentro conchiglie nascondere fiati.
...

Potrei sentir messaggi inascoltati,
così passare intere tutte le ore,
poi raccontarti magiche mie fole.

Noi siamo nati, amore, senza sole!
 

 

   

UN RITORNO
( in quinta rima)

Di nuovo a farmi male. In un ritorno,
lacero il corpo e l'anima accarezzo ,
voglio placarla, è notte, ma il mio giorno,
quasi senza ragione sta lontano,
e se l'attendo, forse attendo invano.

Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
o credo solo d'essere un po' stanca.

Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
ogni mio sogno messo lì a covare,
 io sono stanca sempre di aspettare.

E' storia scritta in pagina ora bianca,
ma che cos'era...ormai passato è il giorno!
la colpa, forse è d'essere un po' stanca.
Giro la ruota e torno a camminare,
 il mio cammino è lungo fino al mare.






Cos'è la poesia?


Cercare il senso o forse solo un fiato,
suppone cose, vite definite,
perciò cercare credo sia sbagliato,
suppone luoghi dove le ho smarrite.

Cercare dentro aperte vene vita,
(la linfa o sangue, tutto scorre uguale)
trovare solo inferta una ferita,
riderci tanto, pure se fa  male.

Cosa cerchiamo? Cosa? Solo ascolto!
Tra sassi e mare, amare, amare, amare.
E quel respiro dato che ci è tolto.

Cosa cerchiamo? Solo non star soli.
Tra sassi e mare, amare,amare, amare.
E una carezza calda che consoli.

Il confine ( pensando a Munch)

-Qual è dunque la strada?-
Chiese il giovane al vento.
- Vado verso il confine.-
Poi continuò a spiegare:
-Io non la voglio corta,
nè comoda, nè dritta,
una qualunque basta,
purchè mi porti lì.-
Il vento, senza voce,
parlò con il silenzio.
-Qual è la strada?- Urlò.
Si perse nelle valli,
l'inutile domanda.
Andò via dilatata
lì... oltre la frontiera.



 

 COME GRETEL 

Mi cerco dentro i vicoli dell' anima,
dove restano gli attimi miei persi ,
in scuri labirinti.
 Mille suoni rimbombano .
La loro eco conosco.
Una favola pare. Come al bosco,
sono Gretel che briciole raccoglie.
Foglie cadono a terra,
come pane si sbriciolano.
Forse sono i miei sogni,
semi dispersi, resti a me avanzati ,
e che fossero miei veri bisogni,
questo non lo sapevo.
Pure dentro cullavo.

Ma la tua voce, adesso mi richiama,
e mi cerca e mi vuole,
alla luce del sole.



 
 PRIMAVERA OLTRE L'ATTIMO
 
Era Primavera.
 E Primavera subito arrivò,
dimenticammo i giorni tristi e freddi.
Era trascorso il tempo, lungo o corto
fosse, quel tempo, corso in morte e vita.
Finito fu l'attimo,
il solo nostro attimo,
finito l'inverno.
Ed io mi chiesi, se avessi potuto
saperlo prima ma ...
Ma s'era perduta
tutta la memoria
delle mie parole,
dei miei pensieri.
Era Primavera.


Pensando a Natale


Sono terrigna, fatta d'acqua e terra,
però impastata anche d'aria leggera,
nascosto dentro me, mi brucia il fuoco,

e mi consuma come a tutti il tempo.

Natale arriva, ma non lo conosco,
questo Natale è plastica, è rifatto,
sembra d'amore vuoto e un poco stupido,
vorrei tornare lì dove s'è perso.

S'è perso dentro i cuori e s'è nascosto,
sta rintanato come per paura ,
arriverà, è già forse arrivato ,
rinchiuso sta, via mai più se n'è andato.

Il mio Natale voglio, è la Speranza,
se nasce un bimbo nasce una gran luce,
che mi perdoni il Padre se io penso,
che chi non crede è nell'amore immenso.

Sono terrigna, fatta d'acqua e terra,
però impastata anche d'aria leggera,
nascosto dentro me, mi brucia il fuoco,
e mi consuma, come a tutti il tempo.

 

 

VOGLIA D'ALTRO

Avere voglia d'altro, forse coccole ,
ma fare tutto come fosse niente,
e se l'ignoro cresce il mio bisogno,
e dentro il vuoto cade il sentimento.

Avere voglia d'altro, e non morire,
è come avere voglia dell' amore,
restare ferma, quasi per guardare,
l'acqua del fiume correre al suo mare.

Avere voglia d'altro e non capire
che tutto ho dentro qui nelle mie mani,
che il mio domani brilla tra le dita,
e che preziosa è questa mia vita.
 
 
E SE HO SVUOTATO L'ANIMA

E se ho svuotato l'anima dal pianto,
poco ora resta: un canto sottovoce,
la sfumatura lieve di un colore...
non un sol grido forte, una passione,
o dei singhiozzi, senza che si sappia
come e da dove nasca il movimento,
se sia tormento o solo un'emozione.
E se ho svuotato l'anima, la perdo


 
Le mie ceneri al mare


La veste toglierò,
le mie ceneri al mare.
Di me che ne sarà?
Le mie ceneri al mare.
La strada cambierà,
le mie ceneri al mare.
Sarà la mia avventura ,
le mie ceneri al mare.
Un po' paura avrò,
le mie ceneri al mare.
Il gabbiano verrà,
le mie ceneri al mare.
Lontana volerò,
le mie ceneri al mare.




Che fragile


Che fragile mi veda, caro amico,
niente vuol dire, credi, proprio niente,
trovare so una forza che non dico,
che scuote anche chi fa l' indifferente.

Che fragile mi senti, amico, pure
la mente mia sarà un vulcano vivo,
scintillerà, inventandosi avventure:
ricordi quando, morta mi sentivo?

Che fragile mi dici, amico caro,
io mi ribello, silenziosamente,
procedo avanti,(passo e passo amaro),
seguendo un sogno mio controcorrente.

Che fragile cammini tra la gente,
così cammina chi non vuol cascare,
tranquilla sto, non mi agito per niente,
non tremo, e mai vorrò farti tremare.

Vero è che resta, scura, la paura
di ferirmi, togliendo a questo cuore
tutti i suoi veli, senza più pudore.



Vero è, che fuggo, schiva, dal tuo mondo,
che mio non sento, quasi da straniera
in ombra sto, nascosta e forestiera.

Vero è, che dell'amore avrei bisogno,
per "scutularmi"questa timidezza,
magari di una semplice carezza.

Vero è , che la mia anima si è persa,
che per paura come un gatto scappo,
forse sto per scoppiare come tappo.
 
 
 
 
 
SCORRE IL TEMPO
 
Scorre il tempo crudele//che sopra mi cammina,
rughe come disegni//di fiele amari segni.
Perchè vai via Bellezza?//lasciami una carezza.
scorre il tempo crudele//la sera s' avvicina.

Scorre il tempo di miele//misteri vuol svelare,
profondamente dice//semina con l'incanto.
Vieni Saggezza mia! //alla mia mente accanto,
scorre il tempo di miele!//e chiede di sperare.

Fermo sta il tempo lento//dentro l'anima sta,
aspetta e sempre aspetta//un segno senza fretta.
Segno di tutti i segni//vita che vita ci dà.
vita dentro la vita//tempo che se ne va.

Scorre il tempo crudele//scorre quello di miele,
ignaro è il tempo eterno//di questo nostro inverno.
Mio e di tutti al mondo//come in un girotondo,
dal buio va alla luce//è il tempo che conduce.
 

LE SPINE E LA ROSA

Di notte, le spine nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:
passione con rossa follia.

Abbracciami forte, che sia
fuggita paura dal seno,
s'acquieta la mente mia
racchiusa nel nido sereno.


Tu, mio dolce-amaro veleno...
tu, ape di questo bel fiore...
Potessi io amarti di meno
senza sentirmi chi muore!

Di notte, le spine nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:
passione con rossa follia.


 

Credevo fosse calda malia
quest'ansia che a notte m'assale
suo nome però è gelosia
di un “atomo opaco del male”.


E penso e ripenso a che vale
cambiare l'amore in pazzia:
la vita è un gran Carnevale,
coriandoli sparsi per via.



Di notte, le spine nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:
passione con rossa follia



 

Torna l'alba e torna l'armonia
danza e gira il cerchio di ore,
lascia al buio, il dì, sua bugia
notte muore e ritorna l'amore.

 


Come rosa che apre il suo fiore
sopra ramo fiorito di verde
rido al corpo del dolce mio amore
nel suo volto il mio sguardo si perde.

 
Di notte, le spine nel cuore
tormentano l'anima mia,
rimbombano echi di ore:

passione con rossa follia.






VUOTO D'AMORE

Come macigno, il mio vuoto d'amore,
l'anima prende e in baratro sprofonda,
come metallo pesa sopra il cuore,
sarebbe bello fosse solo un'onda!

Come la giostra gira e segna le ore,
arriva l'alba dalla notte fonda,
di sale resta lacrima d'amore,
  amara scia, seppure non profonda.

Farsa o tragedia è questa nostra vita,
tu piangi e ridi - dimmi a cosa serve!
Abbiamo tutti dentro una ferita.

Gustati l'alba, che ora splende e ferve.
Presto! Fa presto! Che tra un po' è finita.
Dico a me stessa, senza più riserve!


 

IL SUONO DEL VIOLINO

Nella mia anima vive
il suono di un violino.
Mi commuove, mi prende:
come farlo sentire?
La musica che ho dentro
ha maschera di ferro

e chiodi che feriscono.
Perciò, vai pure via
se temi di soffrire.
Io ho con me questa musica,
il suono di un violino
che vibra. Un dolce miele
ho dentro, che ti diedi
ancora da innocente.
Ma il violino non so,
e mai saprò suonarlo.



            ORA CHE MORTA SONO...( calco o ricalco)

Quanto cara mi fu quell'aspra vita,
e il perso corpo, che lì dentro al mondo,
con l'ultimo respir lo sguardo cede.
Ma morendo e capendo," interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete"
io nel mio cuor mi sento; ecco mi pare
d'aver quasi paura. E quando il nulla...
fa me dormir tra le sue braccia, io il suo
infinito silenzio a poco a poco
vo similando: e mi trattien l'eterno,
nè la morta stagione o il presente
che vive, io sono in lui. Così, in questa
immensità s'annega l'esser mio;
e il naufragar m'è dolce in questo mare.






 

UN RITORNO

Di nuovo a farmi male. In un ritorno,
lacero il corpo e l'anima accarezzo ,
voglio placarla, è notte, ma il mio giorno,
quasi senza ragione va lontano,
e se l'attendo, forse attendo invano.

Cosa m'accade? Pago un caro prezzo,
o credo solo d'essere un po' stanca....
Cosa m'accade? Afferro il cuore e spezzo
ogni mio sogno messo lì a covare.
Io sono stanca sempre di aspettare.

E' storia scritta in pagina ora bianca,
Giro la ruota e torno a camminare.
la colpa, forse è d'essere un po' stanca.
Il mio cammino è lungo fino al mare,
e che cos'era...ormai la lascio andare!

 

 

Nessun commento:

Posta un commento