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lunedì 3 novembre 2014

CHE ORA E'?

 

 
 
 
CHE ORA E'?

 

Siamo alle solite.
Chi guida non beve. E chi non beve guida. Io sono astemio.
Quindi, il solito sabato sera passato al pub, poi in discoteca e ancora al pub per tirare l’alba.

Ripartiamo alle cinque con quella nebbia che in pianura padana è immancabile, come l’erba nei campi, come l’aria nei polmoni. Una nebbia che non è proprio nebbia, ma foschia. La nebbia, quella vera, che ti fai male anche solo a camminarci in mezzo tanto è fitta, non la si vede più da anni ormai. Questa è foschia. Non fa paura.
I miei amici sono sbronzi che più di così non si può. Come sempre.
Marco dorme, ha bevuto meno delle altre volte ma, in compenso, ha fumato tanto; Emiliano canta e Ciro impreca e vorrebbe che Emiliano smettesse di cantare. Giorgia, come al solito è taciturna e guarda fuori dal finestrino qui, di fianco a me.
Giorgia è la ragazza del gruppo, esce sempre con noi, da un anno ormai. Ha avuto una storia con Roberto, un amico comune. Anche lui usciva con noi.
Poi lui se n’è andato, una notte, d’estate. Se n’è andato con una malattia. Lei è rimasta.

Quando Giorgia guarda fuori dal finestrino come ora, mi pare che veda cose che noi non riusciamo a vedere. Soprattutto se c’è nebbia come ora. Anzi, foschia.
A volte sospira come se il diaframma fosse incastrato e avesse bisogno di una spinta più forte per riempire i polmoni. In quei momenti i suoi occhi ci fanno sapere che lei non è qui ma altrove. Lei non ha bevuto, però ha fumato, tanto. Fuma perché, dice, il fumo le annebbia i pensieri, il ragionamento fine a se stesso e dalla nebbia artefatta di una canna escono sogni, quelli che da tempo non fa più. Altro che foschia !

Giorgia sospira, ma i miei occhi sono puntati sulla strada. Scherziamo ? Sono l’unico sobrio di questa banda di mentecatti e ho un compito ben preciso: riportare a casa tutti !
So che a quest’ora i riflessi sono annebbiati, non solo per il tempo atmosferico, ma per il lavoro dell’intera settimana, per i fumi di alcol che sprigionano i miei compagni di viaggio, per le luci e i rumori della discoteca. E perché, lo ammetto, sono stanco morto. Per questo non mi lascio distrarre dal ronfare di Marco, né dai canti goliardici di Emiliano, né dalle bestemmie di Ciro, né dai silenzi di Giorgia. Guardo la strada … e la foschia che pian piano si alza lasciando intravedere meglio l’oltre.

Sono stanco, veramente stanco; mi riporta alla realtà una domanda di Giorgia.
-Come ?- Faccio io. Distratto dai miei pensieri, non ho sentito cosa mi chiede.
-Ti ho chiesto che ora è- Ripete lei senza nessuna inclinazione vocale. Guardo l’orologio.
È un attimo.
Non capisco cosa stia succedendo ! Non capisco cosa sia successo !
Non mi rendo conto di niente. Mi ritrovo a testa in giù e un gran dolore al torace e alla testa. Cazzo ! Siamo andati a sbattere !
Sì, ma come ? Com’ è successo ? Com’è potuto accadere ?
Cerco di liberarmi dalla cintura, dall’airbag, dal quel groviglio in cui sono incastrato. Riesco ad uscire, Dio solo sa come !
Sento qualcuno gemere. Mi sembra Emiliano.
-EMILIANO !- Chiamo –Emiliano, rispondimi !- Non sento altro.
Chiamo tutti –MARCO ! GIORGIA ! CIRO ! Rispondetemi !-

Il cellulare ! Dov’è finito il mio cellulare ! Maledizione ! Devo chiamare i soccorsi ! Il cellulare ! Sarà rimasto da qualche parte ! Se almeno si vedesse qualcosa ! Ma a quest’ora del mattino, in pieno inverno, cosa vuoi che si veda !

-Che ora è?- Già, che ora è ?
Erano le cinque quando siamo partiti; non dev’essere molto di più.
Passerà qualcuno ? Vado a cercare aiuto … ma no, no non lascio i miei amici qui da soli … rientro tra le lamiere per cercare il cellulare … sì, mi sembra la soluzione migliore. Ma non vedo niente. Qua è tutto un casino !
Dio mio ! Inizio a disperarmi ! DIO MIO ! Mi dispero.
-Che ora è ?-
Mi risuona nella testa quella domanda. Non so che ore sono ! Qui è come se si fosse fermato tutto !
-Che ora è Davide ?-

NON LO SO ! NON LO SO !!!

Mi sembra di sentire una sirena lontano. Sì, è una sirena. Si sta avvicinando ! Finalmente !
Giro attorno alle lamiere contorte. Faccio mente locale. Dovrò dare spiegazioni, dire cos’è successo. Io non ho bevuto, ero sobrio alla guida signor maresciallo. Non ho nemmeno fumato. Ero in perfette condizioni !
Vedo qualcosa più distante da quell’ammasso di lamiere contorte che una volta era la mia auto e che ora … abbraccia un albero.
Non me ne ero accorto. CASPITA ! E’ enorme ! Un enorme platano oltre il fosso, con quei rami che si allargano verso la pianura e il cielo; quel tronco forte e robusto, chiaro anche se inumidito. E
noi siamo così piccoli. Resto sbalordito; quasi dimentico dell’accaduto poi mi riprendo, è un attimo, solo un attimo di distrazione e corro verso ciò che prima ha attirato la mia attenzione.
Vedo Ciro. Disteso sull’erba. A circa dieci metri dall’auto.

AIUTO ! AIUTO ! IL MIO AMICO E’ QUI, PRESTO, SBRIGATEVI !

L’ambulanza.
I Vigili del Fuoco. Questione di minuti. I Carabinieri.
-Che ora è ?- Ancora e ancora quella domanda ! –Che ora è ?
Le cinque...erano le cinque quando siamo saliti in macchina per tornare. Ora non so. Ma io non ho bevuto, sono sobrio, potete farmi gonfiare una mongolfiera, ma SONO SOBRIO ! Ritrovo tra fango ed erba il mio cellulare...cazzo! S'è rotto, è tutto sfracellato.

La sirena ora è più vicina...sempre più vicina … più di una sirena, forse due..in corsa affannosa verso noi...qualcuno avrà visto e avvisato. Eccoli...scendono in divisa a soccorrerci con barelle e attrezzature varie, sono in tre dall’ambulanza e si muovono con destrezza e velocità, non perdono tempo nemmeno a parlarmi, sanno cosa fare. Mio DIO!!! ....Piegati su Ciro fanno cenno che è finita, che non si può fare niente....scrivono qualcosa sul taccuino, poi gli chiudono gli occhi. E gli altri? E MARCO, EMILIANO...E GIORGIA?

I Vigili del fuoco tagliano lamiere, frantumano, scardinano. Sono veloci e precisi come un bisturi. Non c’è tempo !
-Che ora è ?- Mi guardo intorno ammutolito. Non so rispondere a questa domanda.
Come cani San Bernardo scavano con foga tra i rottami, mentre si fa più chiaro il giorno e più scuri i miei pensieri.
Uno ad uno li vedo estrarre i corpi insanguinati dei miei amici, penzoloni...manichini strappati a brandelli. Uno ad uno li vedo e m'accorgo che sono morti...Marco...Emiliano... Ecco anche Giorgia...GIORGIA che amo.
Mi avvicino a lei che pare sorridere mentre dalla tempia sinistra un rivolo di sangue di colore rosso carminio spicca netto sul suo viso bellissimo, ancora più bello, così bianco, così irreale.
Uno dei soccorritori urla... ECCOLO!!! ECCOLO!!! RIESCO A PRENDERLO!!! Ma non capisco...CHI C'E' ANCORA??? CIRO … MARCO...EMILIANO...GIORGIA...
Non c'era nessun altro con noi...con me...resto solo io...soltanto io ...SOLAMENTE IO!
E m'estraggono, mi liberano dai rottami...liberano quel che resta del mio corpo, ma io m'ero già liberato. Capisco ora perchè non m'abbiano chiesto niente, nè parlato.

SONO MORTO.

La foschia muta in nebbia facendosi beffa del giorno che spunta, sfuma la campagna e gli alberi e le persone...sagome nere sono gli uomini. E dalla nebbia, lentamente, scorgo con stupore uscire fuori ed avanzare verso di me ...CIRO, MARCO, EMILIANO, GIORGIA E...ROBERTO...
RIDIAMO, tremando...forse per questa umidità gelata che ci invade...poi ci stringiamo unendoci, senza riuscirci, ma attraversandoci l'un l'altro.

Giorgia chiede...che gioco è questo? Che ballo? E Roberto ...girandole attorno...SIAMO FANTASMI AMORE MIO!!!FANTASMI!!!

Roberto ora l'avrà per sempre, avrà con lui la ragazza che ho sempre amato, ma ormai non m'importa, non soffro più per questo.
Solo mi manca LA VITA...NON SONO PRONTO...NON SONO PRONTO...AD ESSERE NIENTE!
Chiedo a Roberto...COM'E' essere fantasmi?...COS'E' essere un fantasma?
E lui candidamente...NON LO SO...TUTTO CAMBIA...E FORSE NIENTE CAMBIA.
Poi mi pare di sentirlo ridere dicendo...FORSE PARLIAMO MENO.
Sono i miei amici, non mi abbandoneranno.Chiedo... mi aspettate un attimo? Soltanto un attimo?
-Non c'è fretta, vai, fa quel che senti - Roberto mi risponde.

Torno indietro facendomi coraggio, raggiungo il mio corpo...un medico lo sta esaminando disperando di salvarlo, dice a qualcuno..- C'è ancora battito, ma si sta dissanguando, una lamiera gli ha tranciato una gamba, è ancora là in mezzo alla ferraglia, non siamo riusciti a recuperarla ancora...-

Eccomi a brandelli, come dilaniato da cani feroci o da squali...è finita per sempre la mia festa!
In un attimo ripercorro la mia breve vita, e mi ricordo di averla vissuta tutta sulle mie gambe... camminando, ballando, nuotando...ed ora? Che vita sarebbe mai la mia? NON VOGLIO..NON VOGLIO VIVERE SENZA POTER CORRERE!
Mi ricordo di persone speciali che hanno saputo continuare anche dopo traumi simili, anzi hanno maturato una consapevolezza maggiore dell'importanza del corpo...saprò farlo io?....E' una prova che non sosterrò...perdo sangue da troppo tempo... inutilmente stanno cercando di tamponare la gamba restante all'altezza del ginocchio, ormai quasi non ne ho più, tra un po' sarà finito tutto.

Torno dai miei amici....-Voglio venire con voi- dico.
Ma provo angoscia...che faremo così da soli senza più vita?
Roberto sente il mio pensiero, il mio timore e mi consola...lui sa le cose.
-Soli???...Ma no! C'è tutto un popolo di fantasmi, alcuni sanno vederci, altri impareranno a farlo, altri ancora sapranno di esserlo solo dopo essere morti... ma noi abitiamo il mondo da sempre e per sempre.
Siamo un'onda di nebbia che si dilata nella pianura, tra gli alberi e le case, cerchiamo ancora di tenerci uniti primi di essere assorbiti dalla nuova dimensione ...ancora per poco saremo insieme, ma avverrà tra breve il passaggio, ci disperderemo per le vie del mondo come tutti gli altri fantasmi.




UN POPOLO DI FANTASMI VIVE TRA I "VIVI"...discreto, senza disturbare, perplesso per la nostra stupidità, pronto a condividere e ad alleggerire la nostra esistenza, se solo lo volessimo...se solo lasciassimo una porta aperta. Io sarò uno di loro, in un tempo che si è fermato , quietato e finalmente in pace... in eterno.
Intanto il medico, disperato per la sua impotenza a vincere la morte, annota ...

- ORA DEL DECESSO : 6,30

 
( Milvia Di Michele e Cecilia Bonazzi)

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A partire dal 6 novembre sarà disponibile “Horror Maximo Tales”, un libro pubblicato dalla casa editrice Eus Edizioni per la collana Spaghetti Horror (diretta da Gabriele "Pacio" Pacitto e Daniele Francardi).
 

2 commenti:

  1. E' una bellissima esperienza scrivere a 4 mani...dopo un pò ci si accorge di riuscire ad interpretare il pensiero dell'altro.
    Procediamo fino a quando sarà possibile
    Grazie.

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  2. ... una bellissima esperienza davvero, uno stimolo reciproco continuo che ci porta a viaggiare sempre più sulla stessa lunghezza d'onda. E inventando storie cresce anche la nostra buona amicizia.

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