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giovedì 5 dicembre 2013

IN-VERSI-ONE...LEGGERA AL SAPOR DI FILASTROCCA



 

 



LA MAGIA NEL TIRETTO ... ovverossia " CERCANDO UNO SPICCHIO DI MARE"



disegno di Milvia


 





Dentro un tiretto, chiuso al buio, c’è
un mio quaderno magico... perché
è lì in prigione, pieno d' innocenza?
Lo porto insieme a me … forza, partenza!



disegno di Cecilia
















Sì, oggi parto, vado infine via...
ma con me porto un poco di magia.


Sette le notti e sette sono i giorni
di lontananze e teneri ritorni,
sette le valli, sette le colline,
danno ragione a sette indovine:
mi hanno predetto, come, un bel dì,
io non sarei rimasta ancora qui.
-Andrai lontano, però andando piano,
camminerai, ma senza le tue gambe...-
mi sono detta- Come sono strambe!
Ma non sapevo d'avere delle ali,
molto veloci... come due pedali!
Non le vedete? Sono dentro al cuore,
battono forte e fanno gran rumore,
se le ascoltate sembra di un tamburo
che, del reale, supera il suo muro,
(dall'intricata e magica foresta
mi guida e dice- Balla... sù! Fai festa!)
Allora vado via e saluto tutti,
vado... saluto i belli e pure i brutti.
Però vi prego - Fatemi ora andare,
senza aver lutti, fino al caro mare!
Siate felici dunque sol per me,
se non lo siete...amen!: un, due, tre!

Sono partita, ormai è troppo tardi,
non voglio pianti, meglio dei petardi!
Io vado... giuro, amici, tornerò,
di meraviglie vi racconterò.


Dio che colori e luce! Che armonia!
Come mi godo questa nuova via!
Eccomi dunque, sono trasformata
in quella bimba piccola ed amata,
in quella bimba tenera che spera
che per lei viva sempre Primavera.
Ora mi trovo sotto l'apparenza,
io sono giunta in quest'altra esistenza,
tra verdi prati e foreste incantate
volo leggera con ali fatate.
-Mondo, bel mondo caro che m'aspetti...
dimmi- perdoni tutti i miei difetti?
Risponde il mare... (voce sua dall'onda)
-Vieni qui! Corri! Torna a me feconda!
Piangono i fiumi, piange anche la terra,
quando non vieni, il mio cuore rinserra,
piange la quercia, piange il pettirosso...
corri, sù, salta questo fesso fosso!-
Così compresi, come per Natura,
ero la dolce sua cara creatura:
io la figlia, lei mamma mia adorata...
-Eccomi! – dissi – sono ritornata!-


Oplà!... Ci sono, il fosso ho saltato...
sono in un mondo tutto incantato.



                             disegno di Milvia
 
 


-Che fai seduto, bell'angelo bianco?
Siedi e riposi perché tu sei stanco?
O forse aspetti colui che t'è caro
e il suo cammino non vuoi che sia amaro?





 disegno di Milvia




Sono felice, è bello dentro il bosco,
però nessun sentiero qui conosco...
provo timore e brividi ho dentro,
ma non importa... voglio entrare ed entro!
Percorri dunque questa via con me?
Sorridi dolce... così dici che
sei lì da tempo, sempre nell' attesa,
pregando fosse breve la mia resa
al tempo scorso e perso, ai brutti eventi...
mi leggi dentro, e da mille tormenti
hai visto fare il mio cuore a pezzetti!
Avevo un quadro buio, ora ho quadretti...
cuciti insieme formano un ricamo
che se lo guardi comprendi quant'amo.
Andiamo, vieni!...Dobbiamo ora andare!
Voglio arrivare dove sta il  mare.
Guarda! quei raggi d'oro, tra le fronde,
bucano il buio... presto vedrò l' onde!

L’angelo s'alza e m'indica la via,
non un minuto penso sia follia
ficcarmi dentro una siepe di rovi:
(ciò ch' è prezioso sempre non lo trovi
su molli prati senza mai ferirti,

incontri prima duri sentieri irti).

Ma angelo bello... perché esagerare?
Almeno dimmi- Dove vuoi andare?-

- Son io che vado? Sbagli, è apparenza...-
risponde e ride con molta pazienza,
- ...ma non volevi, dimmi, ritrovare
cos' hai perduto e cerchi per amare?
Ma non dicevi - ... fammi regalare
 la magia bella che ci porta al mare?

Ora procedi! Fallo, ma da sola!
Ecco... ti dono questa piuma d’ala!
Vai fiduciosa! Presto incontrerai
chi ti è nel cuore, e visto non hai mai...
l'anima perde, chi, pietrificato,
nella sua vita non ha molto amato,
ma non tu, caro bene mio prezioso!
non tu, che hai  "Amore" come sposo.
Apri il tuo cuore, fa scorrere il sangue...
vedi? Qui dentro vive e più non langue
questo bel mondo, dove le creature
riescono sempre a rimanere pure .
Oh! La purezza! Dimmi... sai cos’è?
E’ questa piuma ...prendila con te!-

Poggio la piuma sopra il mio cuore,
vorrei scaldarla, di neve ha calore.
Questo che vivo è forse solo un sogno,
ma in sé contiene tutto il mio bisogno.
C’è un po' di nebbia verso la collina,
s’alzerà presto, verrà la mattina.
Allora... sono sola o in compagnia?
Io m’incammino dentro questa via.





Vado vagando, persa nei pensieri,
dimenticando l'ora, l'oggi, e ieri...
poi mentre il bosco, piano, si fa chiaro,
mi dico - cerco qualche buon riparo!
Il sole batte forte, alto in testa,
in ogni rada dentro la foresta .
Laggiù, lontano, in fondo al sentiero,
vedo in mia attesa, calmo, un forestiero:
non sono sola, c'è sempre qualcuno ,
non sono sola... non lo è mai nessuno.



                           disegno di Cecilia






-Vienimi incontro giovane lontano!
Avvicinati! Dammi la tua mano!
Ma d’improvviso cresce il mio timore,
rallento i passi e ho un groppo al cuore.
- Ovunque voglia e ovunque tu ora vada...
facciamo insieme un poco di strada? -
Dimmi che senza me nessun sentiero
percorreresti... dillo per davvero!
Ho posto dietro quello che conosco,
e tutto è nuovo dentro questo bosco,
pur se amo tanto il verde prato e i fiori,
nessuno amico trovo che m’adori.
- Senza l’amore... vuoi forse m'importi
conoscere il vero delle mie sorti?
Io sono quale amore mi dipinge,
nella sua tela dove il volto tinge...
lui mi colora, vince il grigio e il nero...
Vieni! Entriamo insieme nel sentiero!-


Dal cielo scende giù una rondinella,
mi vola intorno... par danzi - Che bella!
Piovono lievi petali di rosa,
mi pare quasi d'essere una sposa.
Quanto trasforma quest' atto gentile,
 questa carezza dolce d'Aprile!
Quanto fa bene al corpo mio e al cuore,
 avere solo bellezza ed amore!
La rondinella allieta il mio pensiero.
-Vieni... che andiamo dov'è il forestiero! –
Anche i miei piedi ora hanno le ali,
con loro corro come su pedali...
sono ali grandi, spuntano nel cuore,
quando viviamo delizie d'amore.
Guardate!...Viene verso me correndo,
io e il forestiero stiamo ora ridendo!
Faremo amicizia dopo un abbraccio,
se non lo dà - Sapete cosa faccio?
Ma lo darò io... forte... forte...forte
perché un abbraccio vince anche la morte,
perché un abbraccio ci porta la vita,
come fa questa stagione fiorita.
La rondinella resta a volteggiare,
per tutto il tempo che serve ad andare,
ma quando arriviamo e siamo felici...
come una pianta lei mette radici,
se ne sta ferma e guarda più di un’ora,
poi gira e torna nella sua dimora .
Calma, non vista e neanche salutata...
la felicità mi rende un'ingrata!

Con il mio amico, mano nella mano,
vado in cammino e salto un pantano.
- Cra - cra- !- gracida Mafa raganella,
Cra- L’ho scampata grazie alla mia stella !
-La stella, quella bella, che la sera,
lumina come fiaccola di cera...
fiaccola, luce dona...e non riscalda:
-Chi sei?- Piacere...chiamami Mafalda!

La raganella Mafa sa parlare,
l' ha imparato quando il suo compare,
un pappagallo, venne dalle ombre,
da marzo a giugno e poi fino a dicembre,
a bere l’acqua sporca del pantano,
per il sapore, dice, molto strano:
gli ricorda la terra sua africana
rimasta in cuore viva, ma lontana .
(L’hanno rapito certi tipi loschi 

e poi portato a vivere nei boschi,
ma il pappagallo ...povero!.. Ne è morto,
e nel mio bosco un giorno è poi risorto!)
Ora chiacchiera e chiacchiera e mai smette:
ecco perché Mafalda ha parolette
buffe e strambe, che vengono da un mondo,
che a raganella sembra sia giocondo!


-Son l’ IO narrante, cosa vuoi che dica?
Pure, volendo, forse saprei mica!
Chi sono, davvero non lo so dire!
sono in cammino e lo voglio scoprire.
Con me ora viene questo mio amichetto,
non so chi sia, ma è un compagno perfetto.
Non ti meravigliare raganella!
La vita ci sorprende, perciò è bella!
Visto che parli pure il mio linguaggio...
puoi illuminarmi come il sole... un raggio
di sole estivo d'oro sul mio mondo?
Cos’è che muove questo girotondo
di magia e vite dentro tutto il bosco?
Dimmi... che cosa? Questo non conosco!

La raganella molto vede e sa,
pur se nessuno mai ci crederà …
(sempre pensando, noi, comodamente,
quello che crede e dice tanta gente:
la volpe è furba, l’ape laboriosa,
e la cicala canta senza posa
e non sa che l'inverno arriverà,
ma la formica, lei, ci pensa già...
Poi che il leone è re e non si discute,
le paparelle devono star mute,
il gufo saggio, perché nella notte
porta consiglio... belle queste frotte!)
...Io vi assicuro, Mafa raganella
proprio è sapiente, mica è una storiella!
Dunque, dicevo, molto vede e sa,
ma, a dirla tutta ...poco può parlà!
Non ha licenza, nulla può svelare,
e nel mistero il bosco fa restare,
può solamente fare allegorie,
che se le ascolti t'indicano vie
che porteranno a quella conoscenza ,
che come frutto vien dalla semenza.
Pensa e ripensa, allora sai che fa?
Alza la testa e dice - cra... cra ...cra!


-Ma che mi prendi in giro? -Le dico io ...
-Giuro, no! Proprio no ! Lo sa Iddio!
Parlo di nuovo a modo mio e così,
se non capisci adesso, potrai un dì,
quando ogni lingua sarà tutta chiara...
comunicare è cosa molto rara!
Intanto, solo quando fo' "cra..cra"
posso narrare questa magia qua!
Dietro le spalle, ride molto forte
il mio amichetto ...pare malasorte!
-Ma perché ridi? E fammi innervosire!
La senti quella? Senti che sta a dire?
Le avevo chiesto solo un chiarimento
e lei risponde con questo tormento
del suo "cra - cra" che pure non mi piace!
Ma se davvero vuoi fare la pace,
smettila presto, andiamocene via ,
restare ancora qui, ormai è follia ,
con la ranocchia è solo tempo perso...
Uh! Che bel caldo...e che cielo terso!
Non litighiamo!...Chi ce lo fa fare?
Sì ridi, però smetti d'annoiare
dicendo queste cose ...che ha ragione,
la raganella reputo imbrogliona,
anche se parla come fosse umana,
sempre rimane una ranetta strana...
filosofeggia, però è reticente,
vuole imbrogliare certo molta gente!
Allora cerco e cerco... ancora e ancora,
fino al tramonto e fino poi all’aurora.
-Tu che mi dici... vuoi venir con me?
Scusa, se posso, il nome tuo qual è?





disegno di Milvia




Prima di dirvi qual'è la risposta:
Souspence! Pausa! Lo faccio apposta,
e così cresce un poco l’attenzione,
dunque sospendo questa discussione!

Anche perché il tramonto ora colora
di rosa e rosso e giallo caldo... e indora
spicchi di cielo dietro monte e monte...
che meraviglia! E guarda quella fonte!

Là dove l'acqua appare azzurra e verde,
ora una nube rossa ci si perde,
dandole grande e splendido splendore.
Credete pure... fanno ora l’amore!
Silenzio e pace, piano procediamo,
è un dolce incanto, non lo roviniamo!
Ogni visione adesso trascolora,
ma da lontano scorgo che c'è ancora
una collina, spunta tra le fronde...
sulla collina, sogni come onde
hanno innalzato, piano, fin lassù,
quello che adesso qui non trovo più.
Ecco la casa dov'ero bambina,
io la credevo tutta in rovina,
ed ora vedo salir su nel cielo,
un fil di fumo, sembra uno stelo
di grano verde quando ha la sua spiga,
(al venticello dondola e si piega):
cosa significa, cosa vedrò?
-Fata Morgana!? … Verso dove andrò?


Ma chi suona quel violino da zigano?
Da una panchina s’alza, piano piano,
un dolce suono, è musica sottile
che sposa il soffio tiepido d'aprile .
Arriva e vola e vaga tutt' intorno,
e al suonatore infine fa ritorno,
dopo aver resa magica la sera
di questa calda e bella Primavera.
Anche i profumi sembrano cantare
con il violino, insieme a far sognare .
Grillo, grilletto, caro suonatore!
Fa tanto bene, è musica del cuore!
No, no, ti prego, suona...Non lasciare!
A te vicino, fammi ora accucciare!
Così, sul prato, è dolce al mio compagno
accoccolarmi e ...nella magia e sogno,
restiamo insieme, zitti ad ascoltare,
note, che vanno lente fino al mare.



Una lacrima cade dalla quercia,
piange la sua scoiattola ora guercia...
ascoltava, rapita, una canzone,
perciò non fece minima attenzione
a un improvviso ostacolo, un rametto
spezzato e aguzzo il quale (maledetto!)
si ficcò dentro al suo occhietto bello ,
così l’accecò, e perse insieme a quello,
l’amore grande, ma anche vanitoso,
che d'una guercia schifò d'esser sposo.
Piange la quercia! Piange, ma non sa...
la scoiattola un dì ritornerà,
rimessa a nuovo e ancora più perfetta,
ché nella grotta vive una maghetta,
che sa curare i mali dell'amore
usando solo i petali d'un fiore.

Bello è vedere come, nella vita,
ha una speranza l'anima partita
per rimediare alla strana sfortuna,
che toglie stelle e dona poi la luna!
Così pensando, guardo il blu stellato...
che meraviglia  tutto il creato!
C’è pure questa grande luna piena...
magica notte, lucida e serena!


-Allora- chiedo- il nome tuo, mi dici?
E a me, l'amico - Sono dì felici,
quelli in cui incontri chi devi incontrare-
poi dolcemente inizia a mormorare,
ma le parole sfuggono i miei sogni,
addormentata sono e non bisogni
ho di certezze, prove e veri fatti.
Son sogni belli, pure se un po' matti:
sono venuti e mi portano via
dentro un leggero velo di magia .
Dove conduce viene anche il mio amico ...
che non lo sa, perché non glielo dico.


Sopra una nuvola morbida e bianca
noi riposiamo come foglia stanca
e, navigando nell'azzurro cielo,
al gran mistero abbiamo rotto il velo,
o forse solo tolto qualche maglia...
lo sguardo resta libero e non sbaglia!
Noi, con la nostra voglia di sapere,
attentamente stiamo lì a vedere :
vengono numeri e numeri vanno,
in aria segni appesi se ne stanno,
musiche prima d’ora mai ascoltate
da un arco in cielo paiono suonate,
carezze dolci come e più del miele ,
profumi intensi e dolci delle mele,
leggiadri balli (bambole in tutù)...
poi...poi ...poi... cosa dire non so più!
Anche perché il sogno ci nasconde,
del grande " Vero " vene più profonde.


E navighiamo lieti in ciel d' aprile,
quando d'un tratto, PUFF!... in un cortile,
senza gran danno ( certo, questo è un sogno!)
ma a dirvi dove un poco mi vergogno:
nel letamaio brutto e puzzolente!
Ma questo sogno è proprio impertinente!
Parla, anzi strilla, il caro e dolce amico,
quello che dice ... meglio se non dico,
sembra sclerare, perché, suo malgrado
mi segue sempre, quando me ne vado .
Io, comprensiva e calma rassicuro...
-Guarda! Un ruscello dopo questo muro!
Andiamo a farci subito un bel bagno!
-Ok!- Mi risponde- e come un furbo ragno,
ecco l'afferro...( preda mia diletta!)
calma e tranquilla e senza avere fretta,
perché so già che sempre a me verrà,
dovunque il cuore mio mi porterà:
me guida il cuore, e lui poi segue me ,
ognuno sceglie chi è che vuole re.

Oh, che bel tuffo nell'acqua gelata!
E' proprio fredda e mi sono svegliata.
l'amico guarda e ride intenerito,
però vorrebbe indietro ora il suo dito,
che stringo forte forte... ma perché!?
Sopra il suo cuore, stretto stretto a sé,
stavo sognando un tuffo nel ruscello,
tutta felice, esclamando - che bello!
Quando ad un tratto, mentre ero nel sogno,
non so nuotare ( come mi vergogno!)
ho ricordato e perciò ho afferrato
quello per prima subito trovato.
(Povero dito gliel’ho stritolato!)
Gli dò un bacino e un poco s'è sgonfiato,
però lui gioca e vuole un bacio ancora,
io glielo dò, lui dice - Mia tesora!
Poi cullandomi, dolce tra le braccia,
fa una carezza, piano, alla mia faccia.
Il grillo suona ancora il suo violino…
mi lascio andare a un altro pisolino.

Eccoci dentro il sogno e asciutti i panni,
noi siamo pronti ancora a fare danni,
oltre al cortile, dopo un bel roseto,
(....il suo profumo rende ognuno lieto!)
Questo cortile... però lo conosco!
E' della casa vista giù dal bosco,
sta sulla bella e verde mia collina,
dove ho vissuto quando ero bambina!-

 
 Strabuzza gli occhi il mio caro amichetto,
mentre via scappa un piccolo micetto...
-Muso! Musino! Vieni! Non scappare!
E' la mia grande gioia a farmi urlare!
-Fermati! Aspetta! (Dice ora il mio amico)
-Non può vederti… aspetta … ora ti dico,
anzi, no... meglio andar da chi conosco,
una fatina, regna qui nel bosco.
Sù! Non temere! Dammi la tua mano!
Che la chiamiamo insieme, piano piano,
è nostra amica e saprà ben spiegare...
vieni! Coraggio!... Senza titubare.



-No, no, non voglio! D’impeto gli dico,
lei, veramente, forte maledico,
ormai mi lasci e sento non m' affianchi ,
ancora parti, eppure già mi manchi!
Zitta! Ma cosa dici? ...Stai a soffrire,
perciò hai questa voglia a maledire
lei, che ti pensa tanto e ti è vicina ,
che custodisce casa tua in collina!
Non si ragiona così in questo mondo!
Qui vive e gioca ognuno a girotondo,
tutti una mano e affetto noi ci diamo,
e mai lasciamo solo chi amiamo .
Vedi? Si allarga solo il nostro cerchio!
Alla tua rabbia metti un bel coperchio...
io ti perdono e la fata non sente,
entrambe dunque siate pur contente.
Chiamala, forza! ... tenera invidiosa...
tu, mia creatura, accetta la mia sposa!
Faremo insieme uno strano cammino...
- Vieni, ti sono sempre più vicino.-
Prendo coraggio e chiamo sottovoce:
-Fata! Fatina!!! Vieni sotto il noce!
-Vieni tu!- (voce questa tanto calda,
ben diversa da quella di Mafalda.)


Fuori di casa, vedo, di mattoni,
la scala fatta a volte a ruzzoloni...
sopra il gradino basso, sta seduta
la bella fata ancora non veduta,
gli anni nel volto non sono segnati
e il suo sorriso rende tutti beati.
-Vieni qui! Siedi, vieni qui, mio bene!
Senza te... quanto tempo nelle pene!
Ma non sentivi il cuor mio che chiamava
mentre la strada sempre t'indicava?
Bene mio! Dolce amore! Mia creatura!...
Quanti anni attesa qui, tra queste mura!-
-Me? Tu aspettavi davvero il mio arrivo?
A saperlo, molto prima venivo!
Non so nemmeno perché sono qui,
ma ci pensavo sempre, notte e dì .
Sono venuta, credo, per cercare
di avere solo uno spicchio di mare!
-Un solo spicchio di mare o di muro,
non lo si cerca, è avuto di sicuro!
Ora restiamo in silenzio perché
t’ho già svelato il mistero qual è.
Questo bel sogno va tutto goduto,
dopo andrà via come prima è venuto.-
Così restiamo zitti ed è perfetto,
io, la fatina e l'amico folletto,
in cielo appaiono tremule stelle,
rivedo cose... vedo paparelle
in fila, gialle, dietro mamma oca,
ma c'è una luce pallida e un po' fioca.
E vedo il cane pastore abruzzese,
i fiori bianchi in mezzo alla maggese,
campi di grano biondo, dove a sera
brillano lucciole anche notte intera,
odo i rumori, i canti e le chiamate
agli animali e a donne addormentate,
tenendo al seno i loro bimbi belli,
mentre lì, all'aia, giocano i fratelli
con le galline, pecore e maiali …
particolari visti quasi uguali,
sono confusi, sono un po' annebbiati...
erano persi, e li ho ritrovati.





disegno di Cecilia



















Ah! Perché niente resta e niente dura?
(questo pensiero cresce e m'impaura)
La mia fatina dolce va svanendo,
i suoi contorni stanno scomparendo.
-Non te ne andare! –imploro- Mi punisci?
Perdono Fata !Perché ora mi lasci?
-No, non ti lascio, amore mio... – mi dice
-ti stai solo svegliando... sii felice!
Con te verrà l'amico a noi comune,
ma se guardar saprai, vedrai le lune
dentro le quali sarò a illuminare
ogni passo del lungo tuo cercare.
-Mai più ascolterò la tua cara voce?-
-Sempre nel cuore, però sottovoce:
imparerai la voce mia dal vento
e dalle stelle in tutto il firmamento!
Le vorrei dire - aspetta ancora, resta!
Però mi sveglio e ho grande mal di testa,
come mi viene dopo un' emozione.
-Grillo, ora basta!... Smetti la canzone!
Ho fame e niente porto da mangiare,
però tu invece insisti nel suonare!
Mi dici dove trovo gli alimenti,
qualcosa buona a mettere tra i denti?
Il mio dolor di testa passa solo
con un panino e un poco di barolo.-








disegno di Milvia


.-Barolo? Hic … perchè l’hai nominato?
Chiede il topino alticcio, anzi ubriacato,
(si è dissetato a quella sua borraccia
del cacciatore... quando egli va a caccia,
non porta però l’acqua, ma un buon vino,
e l' ha lasciato- Perché?...Indovino:
perché è scappato, tanta era la paura
dell’orso in quella sua boscaglia scura,
l'aveva scorto, dritto, alto due metri,
Dio... che pensieri brutti, neri e tetri)




acquerello di Milvia




-Hic ... il vinello ... Buono... hic... però,
camminar come faccio? Ballerò!
Ballerò un giorno...anche una settimana!
Però ora penso...- pizza... pizza sana!
Vieni fumante e pien di mozzarella,
con tanta buona e bella mortadella!
E mi soccorre ancora il mio folletto,
mi porta un buon goloso e gran pacchetto
di pasticcini : frutta ,crema e panna,
e allora ...pancia vuota, fai capanna!




Or che la notte mille stelle aduna,
io guardo in cielo dove c'è la luna:
caro mio dolce poeta Leopardi,
canta la luna, e lascia ch' io la guardi!
Canta la luna, quella che io imploro...
- bella fatina in ciel, quanto ti adoro!
Dove mi guidi, dove vuoi che vada?
Dal cielo un raggio m' indica la strada,
mi guida avanti ancora, ma per poco,
fino alla grotta dove il lume è fioco.
Io m’incammino e pure il dolce amico,
mi viene dietro lungo un corso antico.




disegno di Cecilia




















Ecco qui il lume, dà luce alla grotta,
io chiedo rauca ( la voce mia è rotta )
-Chi c’è lì dentro? Io cerco la mia luna!
Mi risponde una maga- la Fortuna!
La Fortuna o il Destino, se ti pare :
io qui rendo le linee sempre chiare,
della salute, vita, dell’amore,
o che contano i battiti del cuore.
Sù! Vieni, forza! Vieni, ma da sola!
Lascia l'amico fuori, se consola.
Qui, non si deve entrare più di uno,
il fato è singolare per ognuno.
Allora, forza! Traversa quella soglia!
La tua paura vinci, se ne hai voglia.
-Vai tranquilla!-mi dice il mio folletto-
Io resto fuori, resto qui e t'aspetto,
è giusto così, pensa alla tua vita,
conoscerai la lunga tua salita ,
ma prima devi molto faticare,
in profondità... dopo vedrai il mare!

Entro, ma il cuore in petto batte forte,
( si tratta della vita e della morte,
di quale senso ha questo mio tragitto
percorso fino qui, e pare sconfitto)
-Sconfitto è il tuo cammino, non il cuore!
La maga spiega al dubbio traditore,
-Non c’è sconfitta quando vuoi la vita,
devi capire, e poi c'è la salita-
Maga... sai una parola di speranza,
che, sola, fugga questa latitanza
indifferente a come l'onda avanza?
-Sciocca! Ti pare poco una parola!
Sapessi quanto è duro dirla sola!
Se aggiungi infine, pure per sperare …
Basta! La dico, è solo un verbo, è "amare" .
Mettila dentro il cuore tuo e alla mente,
di chi, per via, incontri indifferente
alla bellezza, ai sogni e l'amicizia,
e tutto è pieno d’algida avarizia-

-Maga mia cara- prego- dammi il volto!-
Un gesto ed ecco il velo suo ha tolto ,
quello che vedo ...meglio che non dico,
ma dentro il cuore sempre benedico .



Uscendo dalla bocca della grotta
scorgo, in cielo, un sole che non scotta...
sole rosso, di fuoco con scintille,
volo rosato in splendide farfalle.
-Non era notte?- Chiedo con sorpresa.
-L’ora s'invola,e vita porta appesa!
Dice l'amico caro che m'aspetta.
-Se ne va lesta, eppure non c'è fretta!
Io sono ancora presa dal "Destino"
e a tale motto taccio e poi m’ inchino.
-Folletto, stringi forte le mie dita!
Dico soltanto- Inizia la salita!
Mi guardo dietro... mi manca la forza
di staccare il mio tronco dalla scorza,
o separare foglie dai miei rami...
io sento ancora forti i miei legami
a quest'amata terra, ( mi ha nutrita),
ma devo andare, aspetta la salita.
-Guarda me!- dice il dolce e caro amico
-Nascondi dentro il cuore tuo l’antico!
Andiamo!... Sarà lieve ora il tuo passo,
se penserai meno allo sconquasso
che provoca sempre un duro addio
dagli altri, e ancor peggio dal tuo io.
-Ti guardo e non ti vedo, caro amico,
negli occhi ho troppe lacrime - gli dico,
-Ma perché soffro tanto nel lasciare
una caverna buia per il mare?





Senza risposte e senza più domande
ai dubbi abbiamo messo le serrande,
rompe il silenzio solo ogni respiro...
del giorno nuovo inizia un altro giro.
Stiamo salendo già da più di un'ora,
c’incanta un prato che l'Aprile infiora,
di giallo e rosso, bianco e di turchino:
bello è vedere un prato Arlecchino.
E se ci stesse pure Pulcinella,
sarebbe bello far la tarantella!
Non c'è Pulcinella... solo un pulcino,
che sta lì solo, senza il suo Arlecchino!

Pio ... pio …pio, pigolando se ne va,
chè mamma chioccia forse sta a covà!
Ma no!...Un pulcino nel bosco... no!
E' vero, e forse forse...chi è già so,
viene dall’aia grande in sogno visto,
e tutto è diventato fritto misto :
sogni, magia, simboli e speranze,
risa , carezze, lacrime e le danze!
Bisogna proprio darmi una calmata.
Ok... ora chiamo subito fermata.


Io prendo piano il mio caro pulcino,
che tra le dita cresce ed un gabbiano
diventa e vola e fugge dalla mano :
-Vola e va, annuncia il mio arrivare!
Diglielo, dillo, dillo al verde mare!
Ancora un po’ di strada ora mi aspetta,
per arrivare sulla collinetta.


 

Aspetta dolce mare ( acque profonde!)
Aspetta vita amata ( eterne onde!)

Il sole picchia forte sulla testa...
eccoci usciti fuor della foresta,
siamo arrivati in cima alla collina
da dove il mare un poco s’indovina.
Ma che fatica è stata fin quassù!
Oh! Quant’è bella quella striscia blu
che un poco mostra e un poco ci nasconde,
tra collinette e sabbia, le sue onde.
L’aria salmastra sento nel respiro,
tutta mi riempie mentre ora ammiro
questa marina, quadro dannunziano...
(..."tremola" come trema la mia mano.)
-Mio caro amico, sono qui arrivata!
Una discesa ancora e son tornata
da lei che aspetta, aspetta sempre e sa,
da lei che viene e resta, eppure va.-
No, il mio amico sta zitto e non risponde,
è già sparito, restano le mie onde.
Tra l'erba e sabbia, scorgo che ha lasciato
un quadernetto vecchio e stropicciato.
Son disegnati :il sole e una farfalla,
un'ala d'angelo e di rondinella,
un grillo quando suona il suo violino,
una ranocchia con un pappagallino,
una scoiattola guercia innamorata,
che con un fiore rosso si è salvata,
l'animalino brillo (il bel topino),
una casetta in cima alla collina,
la strana strega/maga e una fatina,
il mio folletto messosi accanto
a chi ha lasciato e molto poi ha pianto.

DISEGNO DI MILVIA DI MICHELE


In alto, in cielo, un volo di gabbiano
va verso il mare. Ormai non è lontano.


                     _____________FINE_____________



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                                      FATA VERDINA



Fata VERDINA chiese all’Indovina,
un po' di cielo solo d'ammirare,
un po’ di cielo solo da guardare,
dove si perde e fonde con il mare:
-Ma cosa vieni, fino qui, a cercare!-
Le disse Dora, madre dei colori,
prova a scavare dentro i nostri cuori,
veder potrai che lì, c'è sole e cielo!
Sugli occhi belli, steso hai un grigio velo!-
Quel giorno, Fata Verde, di collina,
bene ascoltò la cara sua indovina
così girando, pure piroettando,
blu con giallo, tuttora mescolando,
danzò un valzer magnifico viennese
fino a che giunse al bel caro paese,
dove vivi con anime innocenti,
e dopo in giro sparsero nei venti ,
la sua venuta come Primavera,
che avvenne quando infin scese la sera.
E poi il mattino fecero gran festa.
Tutto era verde dentro la foresta!
E dentro quella, c'è una fonte blù,
he ancora specchia il cielo che sta sù!
Dove la dolce stella del mattino,
brillando tutti i dì, fa un bell’inchino.


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BIANCA


 

Bianche e leggere sono le mie vesti:
di me che importa quel che infine resti!
Da un sogno nata o da spuma di mare,
il mio destino mi farà volare,
se pur non poggio i piedi miei per terra,
qualcuno sempre c’è che mi riafferra,
e stringe e stringe i veli fra le dita,
vuole coprire un rosso di ferita.
Sì sono sogno, bruma mattutina,
sono d'angelo piuma, son fatina
che t’accompagna al ciglio della strada,
che ti sostiene sempre ovunque vada.
Vedi? Sul bianco, spiccano i colori...
-bello è vedere nascerci su i fiori!-
Bianca è pure la nebbia che cancella,
dalla vita il dolore, e la fa bella.
Bianca è quella purezza restituita,
quando pensi che ormai sia già finita,
che procedendo, hai del tutto perso
l’azzurro cielo, ora non più terso.
Se aprire vorrai il cuore tuo al sogno,
del bianco della pace avrai bisogno,
del bianco puro e allegro della neve
che, coprendo il reale, scende lieve.
E bianca ancora è questa mia presenza,
che sa di latte e non puoi farne senza.
Bianco è infine l'abbraccio di colori,
tutti li ho in me, riunendone i cuori,
poi, si tuffano lieti nella panna ...

-Zitto! Ora stanno facendo la nanna.


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disegno di Elena


IL CERBIATTO



Viveva dentro un bosco,
( chi è, forse, conosco)
un giovane cerbiatto
che, senza molto tatto,
gli occhioni spalancò
e ai suoi così parlò.
-Voglio vedere il mondo,
faccio un bel girotondo,
ormai ho le corna a rami,
lascio tutti i legami,
in giro me ne andrò!
No, non mi fermerò.-
Mamma Natura disse:
da tempo me lo aspetto,
questo è il tuo difetto,
sei un bel birbantello,
ma un birbantello caro,
perciò non mi è amaro
un desiderio d’oro,
il mondo è il tuo tesoro.

A tutti i miei cerbiatti,
simpatici e un po’ matti,
con gli occhi grandi e puri,
dono giorni futuri.
Natura dare suole,
le viole e pure il sole.


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DOVE VANNO LE LUCCIOLE

Dove vanno le lucciole... chi sa?

Sanno solo che morte arriverà,
scappano perse dopo mietitura,
fuggono prese da una gran paura,
e se ne vanno senza lasciare scia...
vanno, ma pare quasi una magia,
perchè ogni estate sono ancora qua
dove l'olivo d'oro aspetta già.
L'olivo vive cento anni e altri cento,
sempre produce l'oro ed ha l'argento,
triste però nel buio e lungo inverno
vuole la lucciola con sè in eterno...
Questa la nostra storia : luce ed oro,
siamo legati, amico e mio tesoro,
sul pane stesi lacrima d'olivo,
me la donasti, pure se dormivo:
patto fedele, amici per la pelle...
da allora vivo tanto quelle stelle,
ma quando agosto viene e cadon giù,
muore una stella, ma non muori tu!
- Lucciola, lucciola!- piange l'olivo...
era d'autunno e notte, ed io morivo!


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HO VISTO TRE CAGNETTI

Ho visto tre cagnetti,
giocavano felici,
come dei veri amici,
saltavano nel pra'.
Ho visto tre cagnetti
in mezzo al grano verde,
alto che ci si perde,
chi è piccolo così.
Ho visto tre cagnetti,
forse erano monelli,
ma eran troppo belli,
e li ho lasciati far.
La lingua a penzolon ...
ma che bell'emozion!


 


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Filastrocca del mosaico


 

Ogni mio passo
ogni respiro
ogni mio gesto
fanno un giro
quando mi volto
guardo la strada
quello ch'è tolto
lascio che vada
son solo semi
non so guardarli
e dentro a rodermi
tutti i miei tarli
io guardo avanti
vedo i fiori
che dai semi
vengon poi fuori
macchie di rosso
bianco e di blu
dentro il mosaico:
quel che vuoi tu .


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NON SI PUO'

Non si può star sempre a letto
mentre scorrono le ore,
or davvero devi alzarti
in finestra ad affacciarti.
Non si può stare in finestra
sempre lì, fuori a guardare,
apri dunque il portoncino
ed inizia a camminare.
Non si può stare per strada
senza andar sulla collina,
sali su per la stradina
e vedrai giù,fino al mare.
Non si può stare in collina
senza andarsi poi a tuffare,
tanta strada c'è che vedi
e sai dove puoi arrivare.
Non si può nel mar nuotare
e scordare l’orizzonte,
guarda in alto verso il cielo
e sorridi al mondo intero.
Non si può guardar l’azzurro
senza mai notar le stelle,
guarda quante e ...ma che belle!
E poi inizia a immaginare:
altri mondi ben rotondi,
altre vite ed altri tempi….
Non si può più oltre andare
non ti resta che aspettare!



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                                                Si può


Sì, si può per strada andare,
solo per bighellonare,
e guardando qui e poi là,
pure mettersi a fischià.
Sì, si può rider da soli,
se non c’è chi ti consoli,
cancellando quei pensieri,
brutti brutti e neri neri.
Sì, si può non dar la mano
a chi fa troppo il villano,
però il calcio non lo dare
(se c’è chi ti sta a guardare!)
Sì, si può fermarsi presto,
anche se c’è chi è più lesto,
lascia pure che egli vada
tanto vede proprio "nada".
Sì, si può amare sì tanto,
ed avere mai un rimpianto,
e si può tanto sognare,
anzi, tu lo devi fare.
Infin si può, dire sì,
a chi a te va di sentì
ed il bello è che si può...
a chi vuoi , dire di no!


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                                            BUONA NOTTE


Buona notte e buona nanna
in un letto come panna,
in un letto in cui sognare
tutti quelli che vuoi amare...
e se c'è qualcuno in più,
lo saluti e fai cucù...
cucù settete, o bau bau,
io ti dico invece miao,
baci...baci...baci... baci...
ssttt!!! ssttt!!!Ora taci...
perchè il sonno è delicato,
non vuol esser strapazzato!



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MA COS'E' QUESTA RIMA!

Ma cos'è questa rima
che dice il dopo e il prima,
che rende tutto lieve
ed il concetto breve,
che si snobba un po'
e io dico, però:
ci sarà un motivo
se lo sposo è giulivo,
se mentre m'innamoro
un poco trascoloro,
e se sono invidioso
pure sono nervoso,
e se dopo la festa,
ho tanto mal di testa,
se resto silenziosa
la mente si riposa...
(L'armonia, se c'è
io la fo' da me!)
La rima è quella cosa
che lega senza posa
una o mille parole
che se restan da sole
non sono sorridenti
come per mal di denti,
non giocano con te,
e annoiano un po' me.


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TU NON SAI COSA M' HAI FATTO( il ciclo dei sogni)


Me ne stavo, assai felice,
io, credendomi un profumo,
che nell’aria va vagando,...
o color d’acqua marina,
quando il cielo sopra è bello.
Mi pareva di soffiare,
venticello tra le fronde,
e di nuvole vestita,
svolazzavo sulle onde….
Tu non sai cosa m’hai fatto!
M’hai gridato d’esser matta,
e pretendere l'irreale,
e di vivere molto male.
Il profumo, il mare e il vento,
hai gelato in un momento!
Ho cullato vanamente,
tra le braccia ancora calde,
i miei sogni resi ghiaccio.
Tu non sai cosa m’hai fatto!
Tre pozzanghere per terra,
un po’ sporche e marroncine,
son rimaste e niente più.
Tu non sai cosa m’hai fatto!...
Tu non sai cosa è successo!
E’ poi uscito il sole e piano,
l’acqua in cielo è evaporata,
l'ho un po’ pure respirata,
e magia! L’odore e il mare
son tornati in un momento,
festeggiando insieme al vento!
 


 


TRISTEZZA E FELICITA'


 

Felicità, alla Tristezza,
fece, un giorno, una carezza...
E Tristezza, a lei donò
un libretto sul comò...
Nel libretto c’era scritto
Stretto stretto e fitto fitto
Un amor finito male.
E Felicità - non vale!
Ma Tristezza disse allor.
Bello piangere d'amor!

 


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Filastrocca tenerella


 

Filastrocche tenerelle,
paroline tanto belle...
baci , abbracci e sorrisini
soprattutto a voi bambini,
risatine e risatone
e in salute stiam benone,
ci doniamo l'allegria
stretti stretti, in compagnia.
Ma se poi una lacrimuccia
scorgo in una bella faccia,
io mi siedo insieme a lei
e, contando fino al sei,
lascio evapori poi via
sopra i tetti di Pavia.
-Uh!- direte- perchè là?-
E' una rima..e che sarà...
se senza alcuna ragione
ce la scrivo!... Sta benone!
Filastrocca tenerella,
bella bella bella bella!


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Filastrocca dei numeri razionali


uno...sguardo birichino
due...bambini e un palloncino
tre...soldini per un bacio
quattro...topi mangian cacio
cinque...erano i vermicelli
sei...e non tutti eran fratelli
sette...scope per le streghe
otto...erano delle seghe
nove...e ora io non so volare
dieci...mi vò a sfracellare!
E mannaggia al numero nove
che rima con piove e piove!

 


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IL BACINO


 

E verrà un bell'angioletto
che, nascosto sotto il letto,
uscirà all'improvviso
per baciar questo bel viso:
angioletto pazzacchione
meglio era uno schiaffone,
il bacino inaspettato
quasi mi toglieva il fiato!
Ma ora sento sul mio viso...
bello bello, un gran sorriso.
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                                ACCHIAPPARELLO

Un bel bimbo un dì,
ecco che sparì ,
e di qua e di là,
tutti noi a cercà !
Cerca, e cerco io,
-Dove sei, fio mio!-
la mamma strillò .
-Sto sotto al comò!-
lui s'era nascosto ,
lo misero a posto,
di nuovo sparì ,
e arrivò fin qui .
-Qui dove?- chiedete-
-Qui dove vedete…
-Non vedete? Ma va!-
-E per questo è qua!
lo devi acchiappà!-

                  
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                                FILASTROCCA DI BUONORA





Filastrocca per ogni ora,
a chi si sveglia di buonora
e cantando nella doccia
pure batte un po'la coccia...
per questo non si scoraggia,
dice solo:  ops...mannaggia!-
Uscirà con un berretto ...
coprirà il bernoccoletto !


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TRAUNPO'

Traunpo’ disse: aspetto
E si mangiò il confetto
-Per ora non lo fo’ –
E poi si accomodò
Sopra un bel sofà
E trallallerolà
Ma venne la su’ moglie,
tornaron le su' voglie ...
S’alzò immantinente
Con aria indifferente
Dicendo- ma che fa?-
Se qui c’è da aspettà?-
E trallallerollero
e trallallerollà .







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                                    QUALCOSA DI BELLO



Qualcosa di bello
Il volo abbassò
Qualcosa di buono
Sul prato incontrò
Qualcosa di giusto
crebbe poi il suo fusto
E il fusto fè foglia
Finchè n’ebbe voglia
E poi mise fiori:
Stupendi colori!
Qualcosa di bello
Per aria volò
Qualcosa di bello
Il volo abbassò
Qualcosa di buono
Sul prato incontrò
Qualcosa di giusto
Poi crebbe il suo fusto
E il fusto fè foglia
Finchè n’ebbe voglia
E poi mise fiori:
-Stupendi colori!
Qualcosa di bello
E via al ritornello!


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