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sabato 10 agosto 2013

IL ROBOT E LA LUCCIOLA









foto di Azione Creativa





 
 
IL ROBOT E LA LUCCIOLA
 


Ho parlato di recente con un robot... capita con il lavoro che faccio.

Mi ha raccontato di chi l'ha costruito, di chi gli ha insegnato a pensare, di chi gli ha insegnato a sentire, di chi l'ha fatto vivere per sempre. Non sai quante persone ci vogliono per creare un robot!

Mi ha raccontato che riesce a fare tutto questo meglio di noi, mi ha raccontato che è più vivo di noi! Non mente, ha ragione... me ne intendo di robot.

Tutto questo non sembrava interessargli molto. Dice solo che è triste... non l'avevo previsto!

Dice che è perchè è estate, perchè ha incontrato una lucciola...

Lei pensa meno di lui, sente meno di lui, vive meno di lui... un anno, un attimo. Almeno credo... non me le ricordo bene, le lucciole...

Il tempo è poco, vive solo per quello. Nient'altro per lei ha importanza!

Lui no... vive in eterno. E di fronte all'infinito nulla ha importanza, nulla esiste, l'infinito ti schiaccia.

Dice che per essere felici bisogna morire, dice che m' invidia perchè morirò, dice che vuole morire.

Io me ne intendo di robot... non ci avevo pensato! Cosa faccio? Non lo so... E' cosi importante morire?


Il mio robot è all'avanguardia, sa ridere, piangere e può anche innamorarsi.

Gli ho chiesto - Vuoi davvero morire... non sentire, nè vedere più niente? Vuoi davvero essere distrutto?-

Lui ci ha pensato... - No, forse non voglio questo ... io vorrei solo ... essere felice!- - Vorrei avere dentro di me una luce, magari diversa da quella delle lucciole, una luce tutta mia, che mi pulsi dentro-

Io me ne intendo di robot, ma non avevo previsto il suo desiderio di luce, di unicità.

Credevo che essere immortale fosse già tutto, che potesse sentirsi soddisfatto. Ma l'infinito ti schiaccia.

Che fare? Come affrontare il morire? Come affrontare il non morire?

Il mio robot sa parlare molte lingue, anche il linguaggio dei segni, anche quello degli animali.

Gli ho chiesto - Conosci la lingua delle lucciole?-

-Certamente! - E' stata la sua immediata risposta ...m'è parso che avesse un tono di voce diverso dal solito, più pieno di vitalità.

-Allora vieni con me... andiamo a parlare con la tua lucciola! E' estate, è il suo tempo, la ritroveremo!-

Proprio allora, dalla finestra aperta, è entrata una lucciola luminosissima. Sembrava un piccolo UFO vagante, è volata dritta fino al mio robot posandosi sulla sua testa lucida... stavano comunicando! Me ne sono accorto!

Sono rimasto in silenzio a godermi la scena... palpiti di luce e ticchettii metallici… senza accavallarsi, aspettandosi e comprendendosi... il loro modo di colloquiare mi ha affascinato... è pura armonia.

Ascoltavo e guardavo... intanto la mente ricordava… ho ripensato alla storia del mio corpo, mentre guardavo i loro… così diversamente funzionanti, entrambi.

Un corpo... cos'è mai? Un vestito di luce? Un contenitore e basta?

O è materia indissolubilmente legata alla mente, alla vera sorgente d'idee?

Per il mio corpo imperfetto, la mia anima aveva sofferto e attraversato un inferno... eppure ora mi chiedevo... dubitavo...

Ma quando ci si ammala... da dove viene la sofferenza? Dalla mente o dal corpo?

Poi la lucciola è andata via.

Per un po' il mio robot è restato in silenzio, come assorto in meditazione.

Ho aspettato che avesse voglia di parlarmi, ho aspettato un tempo indeterminato, tutto il tempo che gli è occorso. Me ne intendo di robot!

Quando infine mi ha guardato, ho visto una luce nei suoi occhi… pulsavano vita.

-Io ora so!- Mi ha detto -ora ho capito.-

-Cosa?- ho chiesto - ... -Cosa conosci ora... più di prima?-

-Ma il mio robot ha iniziato a parlarmi in musica, riteneva che fosse il linguaggio più adatto per dirmi cose così profonde… non ha considerato che un umano non conosce, come lui, tutti i linguaggi possibili!

-Non ti capisco- gli ho detto. Era vero…

-Tu credi di non capire- è stata la sua risposta- ma prova a volare più in alto, oltre la sofferenza.-

Tra parentesi… tra tutti i linguaggi conosciuti dal mio robot ,c'è anche la capacità di leggere il pensierio... il mio robot è una meraviglia di robot!

-Io ora so com'è fatta la lucciola, io ho imparato a essere come lei!-

Ha voluto poi spiegarmi, confondendomi e soprendendomi.

-Ma cosa dici? La lucciola è viva e la lucciola ...muore!-

-Anch'io sono vivo!-

Io non volevo offenderlo… ammesso che i computer si offendano… non credo, non gliel’ho insegnato! Però avevo bisogno di sapere...

-Va bene, io credo che tu viva...ma non muori come lei!-

-Nessuno è se stesso per come muore, ognuno esiste quando vive!-

Sono rimasto senza parole, il mio robot aveva ragione… si è, quello che si è, mentre si vive. E poi... cos'è il morire?

-Vedi che ci stai arrivando?

Ha risposto al mio pensiero il mio amico... cos'è morire? E muore una lucciola solo perchè ad agosto non c'è più?

Le lucciole sul grano ci sono sempre, ogni anno.

Io adoro il mio robot, è diventato il mio amico preferito.

E la lucciola?

Lei se n'è andata a volare sul grano, dopo aver raccontato al robot il suo segreto... il suo permanere oltre la morte.

Il mio amico ha provato a spiegarmelo con parole umane, ma non le ha trovate.

Allora me lo ha comunicato diversamente, ha trovato lo stesso il modo.

Ma ora io non ho parole umane per dirvelo. Lui se ne intende più di me!

(Milvia Di Michele - Enrico Meli)

foto di Azione Creativa

DOVE VANNO LE LUCCIOLE
Dove vanno le lucciole... chi sa?
Sanno solo che morte arriverà,
scappano perse dopo mietitura,
fuggono prese da una gran paura,
e se ne vanno senza lasciare scia...
vanno, ma pare quasi una magia,
perchè ogni estate sono ancora qua
dove l'olivo d'oro aspetta già.
L'olivo vive cento anni e altri cento,
sempre produce l'oro ed ha l'argento,
triste però nel buio e lungo inverno
vuole la lucciola con sè in eterno...
Questa la nostra storia : luce ed oro,
siamo legati, amico e mio tesoro,
sul pane stesi lacrima d'olivo,
me la donasti, pure se dormivo:
patto fedele, amici per la pelle...
da allora vivo tanto quelle stelle,
ma quando agosto viene e cadon giù,
muore una stella, ma non muori tu!
- Lucciola, lucciola!- piange l'olivo...
era d'autunno e notte, ed io morivo!




(Enrico Meli e Milvia Di Michele)
 

 
 

martedì 6 agosto 2013

Sonnets marotiques








 
 
 
 

MONDO PARALLELO


 
Come sirena, navigo tra le onde,
però non trovo pace senza amore,
in riva al mare resta, ed il mio cuore,
lì s'è quietato, e più non mi risponde.
 
Come sirena, l'acqua mi confonde,
ed io tralascio strade aperte in fiore...
ma dove vado, senza te, mio amore?
Il mio cammino, insieme al tuo, si fonde.
 
Ti cerco dentro un mondo parallelo,
tentando a forza di strapparne il velo.
 
Come sirena, buco onde rotonde,
e il mio destino sprezzo (è traditore!)...
Mi toglie il cuore, vuole il mio dolore,
mi prende tutto e l'anima nasconde.


RICORDI APPESI(1)

Favola dolce, scritta per bambini,
pentola ricca, colma di bei giochi,
ricordi amari, forse ...e pure pochi...
accordi d'oro, quasi d'uccellini.

Come su scena, faccio mille inchini
alle memorie antiche , vivi fuochi
che risvegliati sono, ma per pochi
istanti brevi ,lievi e birichini.

Infanzia cara, persa, amata e amara...
tempo felice, mito e magia rara!

Ecco, è passata l'ora dei bacini,
caldi momenti andati insieme ai crochi,
chiazze di viola, colti già ...ora fiochi
ricordi appesi, a modo di orecchini.

RICORDI APPESI(2)

Favola dolce, scritta per bambini,
pentola ricca, colma di bei giochi,
ricordi persi e sembrano ora rochi...
canto stonato, ch'era d'uccellini.

Come su scena, faccio mille inchini
alle memorie antiche , vivi fuochi
che risvegliati sono, ma per pochi
... istanti brevi ,lievi e birichini.

Infanzia cara, persa, amata e amara...
tempo felice, mito e magia rara!

Ecco, è passata l'ora dei bacini,
caldi momenti andati insieme ai crochi,
chiazze di viola, colti già ...ora fiochi
ricordi appesi, a modo di orecchini.