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domenica 13 maggio 2012

Dedicato a mia madre





immagine di Azione Creativa


Il quadro

Quel quadro!
L’acqua del mare riempiva quasi due terzi della grande tela rettangolare usata perpendicolarmente.
Trasparenze verdastre ne lasciavano intuire la profondità.
Pareva di sentirne la frescura. La sua immagine mi entrava, attraverso lo sguardo, fin dentro l’anima.
In alto, dello stesso colore, ma più leggero e luminoso, si apriva il cielo.
Mi godevo ogni pennellata dell’artista, scrutavo ogni sfumatura.
Lo avrei rubato. E non solo per la sua bellezza.
Sentiva che mi aderiva, che appagava i miei bisogni più veri.
Mi placava guardarlo, come un tempo mi placavano antiche ninna-nanne.
Era un abbraccio materno, protettivo, che tuttavia non mi teneva a forza.
Bastava spostare la direzione dei miei occhi dall’acqua all’aria, per assaporare una grande sensazione di libertà.
Sarà che sono innamorata del mare.
Pare aspettarmi quando gli vado incontro. Sempre.
Quel quadro!
Mi viene in mente inatteso, a un anno di distanza dall’averlo visto.
E scopro intatta la gioia allora provata.
Probabilmente dell’inizio del novecento, dipinto bene, con professionalità.
I suoi colori mi facevano pensare all’infanzia.
Non strettamente alla mia, non poteva perché l’ho vissuta tra valli e colline, lontane purtroppo dal mare.
Pure, il verde del grano a primavera, quando ancora il sole non l’ingiallisce e il vento ne muove gli steli, mi pare somigli un poco al suo colore.
Mi ricordava l’infanzia perché sapeva di buono, di desiderati ritorni, di fermata.
Benchè le onde fossero larghe e in movimento, mi raggiungeva una pace che andava oltre il tempo scandito, oltre le cose.
-Eccomi mare, abbracciami ancora. Sono tornata. E dolce è la tua carezza che mi bagna-

C’è da imparare dal mare!
Ma più che il desiderio di sapere, mi ha portata la necessità di riconquistarmi, di ritrovarre affetti ed emozioni creduti dimenticati.
Ieri hai abbracciato quell’uomo. E’ rientrato in te, rifiutando la sua esistenza. E tu gli hai aperto le misteriose porte dell’inizio e della fine.
Mi trovo disorientata, non riesco ad associarti sensazioni di paura e di morte.
Ma c’è chi viene da un altro viaggio, un lungo viaggio dentro la sofferenza.
E la tua acqua, per loro si fa nera.
Perché non sono solo il sole e il cielo a darle colore. Anche i nostri sentimenti.

Comincia la bella stagione.
Incontro qualcuno che, raccolto, lo sguardo su di te, cammina lentamente.
E i passi hanno un senso e vanno lontano.
Mi scuote la gioia di un bimbo che gioca con il suo cane.
Rido dentro con lui.
Ecco, mi riconosco.
In questa solitudine, ogni volta mi ritrovo.
Per poi perdermi di nuovo nell’altra grande solitudine della vita che corre e calpesta.
Né si può evitare di essere travolti.

Il mare  …
Ma so di parlare di te.
E’ presto per riuscire a farlo apertamente, spudoratamente.
Posso solo dire di alcune cose che ti somigliano, come nei sogni, quando la realtà assume volti diversi e veste, nascondendoli, i nostri segreti.
Per renderne accessibile l’espressione.
Mi sei mancata da pochi mesi, ma per me sei più viva di prima.
La tua presenza si è come dilatata, mi accompagna ovunque.
Così sei il mio mare e il mio celo, e pianta e terra ed erba.
Sei anche un po’ me stessa, la mia parte migliore.
E dimentico di averti così tardi capita.
Però mi fa impazzire la mia incomprensione di quello che  è accaduto.
Mare, dammi la rassegnazione.
Se puoi, addolcisci il mio dolore.
Ma non parlarmi più d’eterno.





torre di CERRANO ( Teramo- Abruzzo)

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