Cerca nel blog

venerdì 20 aprile 2012

QUADRI ( poesie)




Nel silenzio della notte

Dal buio della memoria
affiorano antichi ricordi
che parevano dimenticati.
Fanno male, di nuovo, le ferite.
Sento freddo e vorrei riscaldarmi,
ma invano cerco un solo che non c’è.
Pure, nel silenzio della notte,
le mie pene sembrano irreali:
fantasmi, forse, o nere fantasie.
Basterebbe avere un po’ di luce
e il calore di un sole che non c’è,
ma che, volendo, mi potrei inventare!





Lo sposo

Carne mangia carne,
sangue mangia sangue,
grandi i cieli da guardare,
fresca l’acqua tra le rocce.

L’anima non si nutre di morte,
ma il corpo, suo sposo, la chiama
e lei, complice, inutilmente piange.

Carne mangia carne,
sangue mangia sangue,
morte mangia vita
e vita mangia morte.





Volti di bimbi senza sole


Volti di bimbi senza sole,
pallidi come perle,
con gli occhi grandi, pieni di stupore.
Volti di donne innamorate,
di giovani disperati,
di uomini cambiati.
Volti amati, accarezzati,
sognati.
Volti per specchiarci dentro,
e poi sentirsi riscaldati.
Volti pieni di rughe
di vecchi stanchi per un lungo cammino.
Volti che appartengono al passato,
volti che verranno.
Volti che chiedono o che danno.
Volti che riempiono le strade.





Occhi di bimba


Occhi di bimba si aprirono,
si chiusero occhi di donna.

Lunghi veli sopra il suo corpo,
camminò quasi danzando,
sempre cercando dov’era il mare.
-Ehi, voi! – (Dolce era la sua voce!)
- Ehi, voi! Aiutatemi a cercare!-

Un giorno incontrò un cavaliere
Sopra un veloce cavallo nero.
Vieni! – le disse- Salta su !
Ma la sua voce faceva paura.

E lui la portò, dove lei voleva,
posandola, infine, sulla riva.
-Eccolo, il mare!- Le disse indicandolo
-E adesso pagami! Regalami i tuoi veli! –

Lei sorrise appena spogliandosi,
poi, andando incontro alle desiderate onde,
si vestì tutta d’acqua e bianca spuma.
L’uomo rimase, incantato, a guardare.



E l’uomo camminò

E l’uomo camminò, e camminò, e camminò:
per sette giorni e per sette notti,
per sette valli e per sette monti.
La strada era lunga, e lunga, e lunga.
La fatica era tanta, e tanta, e tanta.
Ma l’uomo era giovane
E si teneva compagnia fischiando.

-Strega delle sette terre!
Strega dei sette mari!
Strega delle sette vite!
Strega delle sette morti! –

A lungo chiamò,
forte chiamò,
perché pensava di essere arrivato.
Ma non c’era voce che rispondesse.

-Non è questo il posto – si disse.

Allora riprese a camminare
E si teneva compagnia fischiando.

La strega lo vide andare via,
sparendo, a poco a poco, in lontananza.
 
 

Il confine ( pensando a Munch)

-Qual è la strada?-
Chiese il giovane al vento.
Voleva raggiungere il confine.
-Non la voglio corta,
né comoda, né dritta, –
Poi continuò a spiegare:
-ne voglio una qualunque,
purchè mi porti lì.-
Il vento era senza voce
e ci fu solo un grande silenzio.
-Qual è la strada?- Urlò.
Si perse nella vallata,
dilatata, la sua domanda.
Lontano arrivò, oltre la frontiera.

Nessun commento:

Posta un commento