Leggenda del precipizio e dell’angelo
Un tempo lontano, un angelo bianco
caduto dal cielo piangeva sull’orlo di un precipizio: voleva tornare su nel
cielo, ma cadendo aveva perso troppe piume e ora le sue ali non avevano più la
forza necessaria per tornare indietro, lassù, da dove era venuto.
L’angelo era costretto a restare
sulla terra, ma l’unico posto dove amava fermarsi, trovando un po’ di pace, era
vicino a un pauroso precipizio, perché immaginava che, buttandocisi, avrebbe
provato di nuovo la sensazione di volare.
Passò dieci anni seduto, a rimirare
la profondità dell’abisso, che si apriva ai suoi piedi, senza decidersi a fare
il volo.
Un giorno, una donna disperata, corse verso il precipizio e si buttò cadendo senza emettere neanche un urlo.
L’angelo volle salvarla e la seguì sperando di volare, non
solo ci riuscì, ma con sua sorpesa, ebbe anche la forza di tornare in alto.
Non sapeva che per un'azione salvifica compiuta, sarebbero rinate le piume perse, lo scoprì per caso.
La donna salvata però piangeva e non
si dava pace. Tutto il coraggio che aveva si era consumato con il suo gesto, ora
non le restava che rassegnarsi a rimanere per sempre disperata.
L’angelo, con le sue nuove piume avrebbe potuto tornare in cielo, ma non lo fece,baciò la donna, e andò a vivere con lei
per consolarla.
Cinquant’anni dopo, la donna che ormai
aveva risolto i suoi problemi ed era invecchiata felicemente, cadde per sbaglio
nel precipizio.
L’angelo fedele che lo seguiva si
buttò di nuovo per salvarla, ma precipitò inesorabilmente: per troppo tempo le
sue ali erano state ferme, ormai si erano atrofizzate.
Che storia triste!
Che storia dolce!
Qualcuno vide all’alba, uscire volando dal precipizio, un’anima luminosa di donna che portava tra le braccia un vecchio angelo bianco che non sapeva più volare.
Qualcuno vide all’alba, uscire volando dal precipizio, un’anima luminosa di donna che portava tra le braccia un vecchio angelo bianco che non sapeva più volare.
Da allora gli angeli, ogni cinquant’anni,
scendono dal cielo per
adorare il precipizio che rende il volo all’amore.
Un saggio disse però che quello non
era un precipizio, ma un ingresso, dove si entra per uscire rinnovati. Nessuno
sa dove sia, gli angeli,ogni anno al loro ritorno,buttavano una loro piuma in quel luogo del miracolo e, con il passare dei secoli
il precipizio si è andato riempiendo di piume bianche, infine si è richiuso.Allora gli angeli
non sono venuti più, e la vegetazione ha coperto ogni cosa.
(Milvia Di Michele)
Sarà per questo
che è con me l’angelo bianco? Per salvarmi?
Leggenda
dell’ombra che piangeva
C’era una
volta un’ombra che non apparteneva a nessun corpo reale. Ormai si avvicinava la
sera e presto sarebbe scomparsa assorbita dal buio.
Piangeva,
sentendo la fine giungere perchè non avendo un corpo cui attaccarsi, non le
restava che svanire.
Passò di lì
la Morte e le chiese se volesse accompagnarla, andava da una fanciulla
bellissima e aveva la falce in mano che brillava come fosse la luna.
L’ombra
disse di sì e le camminò accanto, fino a quando non giunsero alla casa della
giovane, solo allora si mise vicino alla falce d’argento e quando la Morte la usò
per falciare l’ anima della giovane, si frappose in modo tale da essere al suo
posto.
Quella volta
la Morte rise per aver sbagliato e, poiché ogni volta che la morte ride,
rinuncia a rapire un’anima, la poveretta si salvò.
La Morte
andò via, l’ombra si accoccolò ai piedi della ragazza, finalmente aveva un
corpo che gli dava forma.
Però l’ombra
si innamorò della ragazza, non aveva pace e avrebbe voluto trasformarsi nel
principe azzurro che lei sognava di incontrare, o avere almeno un corpo per baciarla.
Passò di
nuovo la morte e gli chiese se davvero voleva avere un corpo. L’ombra disse:
sì, qualsiasi corpo.
La morte la accontentò
e gli diede il suo.
L’ombra ebbe
finalmente il suo corpo. Si avvicinò alla giovane e la baciò a lungo e
dolcemente sulle labbra, mentre lei era ancora immersa nel sonno. Ma era il
bacio della morte.
Il Destino così
ebbe il suo compimento. L’ombra da allora se ne va vagando e piangendo su
questa terra, nuovamente sola.
Ma questa
storia ha anche un altro titolo: La leggenda dell’ Amore vincente
L’ombra
innamorata infatti è destinata alla felicità, come tutti coloro che vivono
nell’amore.
Ci sarà un
tempo in cui il suo vagare avrà fine, e l’ombra sarà assorbita dalla luce, e
raggiungerà il suo amore.
(Milvia Di Michele)
Nel mondo di Martin
Martin, sono arrivata, sono entrata nel tuo mondo. Eccomi,
finalmente!
In punta di piedi
ballai la mia vita,
ma gli altri pensarono
che avessi paura.
In punta di piedi
camminai la vita,
ma gli altri pensarono
che stessi danzando
(Milvia Di Michele)
Aprii i miei occhi ...
vidi Speranza,
con volto di bimba...
- E' finita - pensai,
sapendomi adulta.
Ma era Resurrezione,
e Primavera...
Come ogni giorno
Come ogni ora
Come ogni respiro
vidi Speranza,
con volto di bimba...
- E' finita - pensai,
sapendomi adulta.
Ma era Resurrezione,
e Primavera...
Come ogni giorno
Come ogni ora
Come ogni respiro
(Milvia Di Michele)
Ho sognato un posto
Dove io sedevo
Su un morbido cuscino
Gustando il mio the
Mentre tu
Bevevi la mia immagine
Il silenzio ci abbracciava
La mia anima era quieta
(Milvia Di Michele)
(Milvia Di Michele)
Nessun commento:
Posta un commento