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mercoledì 25 aprile 2012

LE TESSITRICI ( Capitolo XII)


Capitolo XII

                                                    UNA FERMATA IMPREVISTA

(SORPRESA! SORPRESA!
QUALCUNA S’E’ ARRESA!)


immagine di Azione Creativa

Tania aveva un segreto: era innamorata! Ed era pure ricambiata.
Ma il suo bel ragazzo era del paese della zia che l’ospitava. Si’, quella del
- Come soffro! Oh, come sono infelice!                                                                    
Piuttosto che rimanere ancora con lei, aveva preferito lasciare il suo Oreste.                                   
Ma non passava minuto che non lo pensasse. 
Rifletteva:- Per chi metterò i miei orecchini? 

L’amica Veruska la rincuorava, dicendole che bisognava diventare donne emancipate e che era finito il tempo in cui si viveva sacrificando se stesse e si  rinunciava ai propri bisogni e alla felicità, solo per seguire un uomo.
Ripeteva sempre - Una sola vita abbiamo, mia cara!  Che sia la tua, non di un’altra persona!



immagine reperita da web

Il treno era arrivato a Fossotorto e le tessitrici, che sapevano che le fermate sarebbero state brevi, rimasero tranquillamente nello scompartimento a stiracchiarsi e chiacchierare. Ma furono avvertite che , per un guasto ai macchinari, c’era da aspettare almeno un’ora  prima di ripartire.
Fossotorto è un borgo medioevale delizioso, di cui non si parla mai per le sue minuscole dimensioni. Trascorrerci un’ora? Una meraviglia!
Le donne scesero, un po’ scocciate dal dover decidere su come impiegare quell’oretta. (Che poi, si sa, si dice un’ora ma …)

Bastò poco per consolarle: l’aria frizzantina e fresca per l'altitudine ( siamo sui mille metri)... il piacere della passeggiata dentro le viuzze, strette tra mura antiche, che giocano ad apparire e scomparire, intrecciarsi, duplicarsi e sorprendere con improvvisi e inattesi sbocchi su piazzette con immancabile fontanella canterina (e di acqua ce n’è davvero tanta! Anche nei cortiletti delle abitazioni che s’intravedono dai portoncini semiaperti, davanti al municipio, davanti alle due chiese dedicate una a S. Chiara e l’altra a S. Francesco, altre sparse qua e là con bell’effetto di cascatelle dai dolci rumori) … e la vista dei  monti attorno,  verdeggianti e  illuminati dalla dolce luce rosa di un bel tramonto tardo estivo.
Le tessitrici adorarono osservare, intrufolarsi, dissetarsi dentro quel simpatico borgo dal nome che sa di magia e d’avventura.








 
immagine di Paesaggi d'Abruzzo




Ma a Fossotorto era arrivato, per altre  vie, il disperato Oreste.
Innamoratissimo, dopo essere riuscito (Dio sa come!) a informarsi sull’itinerario del viaggio delle tessitrici, era arrivato al borgo, non sapendo il giorno preciso in cui avrebbe potuto incontrare il suo amore. Paziente, aveva preso alloggio nei pressi della stazione e, a ogni fermata del treno proveniente da Marina della Baia, correva a vedere.
A questa fermata però non fu puntuale, per via dell’oste che doveva portargli il conto e che ci mise una vita per scriverlo, tanto che Oreste stava per andarsene senza pagare.
Si consolò perché seppe del contrattempo e, immaginando che le donne stavano perlustrando Fossotorto, correndo, andava con il fiatone su e giù per le scalette gridando - Taniaaaaa! Taniaaaaa! Taniaaaaaaaaaaaaa!
L’eco camminò nei vicoli e raggiunse la piccola, che cominciò a ridere, a ridere, a ridere,  singhiozzando forte, più di un pianto.
Il singhiozzare s’incanalò di vicolo in vicolo e raggiunse "l’Oreste innamorato".
Scena madre con mille baci e stritolamenti fortissimi!
Veruska stette zitta.
-Una di meno alla meta!- Avrebbe commentato Mitria.

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