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sabato 21 aprile 2012

LE TESSITRICI ( Capitolo III)




Capitolo III




CLESSIDRA




(LA RONDINELLA CON L'ALA SPEZZATA, FORSE POTRA’ TORNARE A VOLARE , SE CURATA

E ANCHE UN PO’ AMATA)




immagine di Azione Creativa


Anna, prima di parlarle, aspettò che Simona sbrogliasse i pensieri che le si erano ingarbugliati dentro la testa. Si era avvicinata da un po’ di minuti, ma poteva aspettare che il suo sguardo riprendesse la cognizione del presente.
Per mettersi daccordo c’era tutto il tempo di cui avevano bisogno.
- Simona? La chiamò dolcemente, accorgendosi che, dopo essersi scrollata dagli occhi immagini alle altre invisibili,era finalmente tornata tra loro.
- Sì, dimmi!
- Ho bisogno del tuo aiuto, sai per Clessidra, ti sarai resa conto che è la più fragile di noi. Sono preoccupata per lei. Volevo chiederti …
E Simona interrompendola – Non mi meraviglia la sua debolezza, chiunque, al suo posto, si sentirebbe confusa. E Clessidra non è chiunque. Clessidra ci ha lasciato l’anima nella sua storia.
- Proprio una brutta storia! Ma sono dieci anni che la sorella è morta, dovrebbe farsene una ragione!
- Non è la morte della sorella che la devasta, è il modo. E poi, quella madre!
- Perché? Com’è accaduta? Non è stata una disgrazia?
- Stammi vicina, che non senta! Ti racconterò tutto, così capirai. Io sono del suo stesso paese e so come stanno le cose meglio di lei che le ha vissute.  





immagine di Azione Creativa



  
-Tu sai che la sorella morta era sua gemella. La disgrazia accadde proprio il giorno del loro diciottesimo compleanno. Avevano organizzato una bella festa con gli amici. Era estate e faceva caldo. Avevano pensato di festeggiare in spiaggia, con falò, musica, una torta e qualcosa da bere.
Non erano in tantissimi, il nostro è un piccolo paese di pescatori e i giovani vanno via presto, in cerca di un futuro. Pochi restano.                                                                                                                                                       Clessidra, delle due, era la meno appariscente. Bella, era bella uguale, ma più taciturna, più paurosa. Già allora, prima del fattaccio. Quando tutti vollero fare il bagno, nudi, come di solito si fa a quell’ora e a quell’età, non volle andare per non spogliarsi. Le era venuta vergogna del suo corpo quando, da piccola, quello zoticone di suo cugino Girolamo le aveva messo le mani sotto la gonna e si era messo a gridare pavoneggiandosi- Te l’ho toccata!Te l’ho toccata!                                 Ridendo  a crepapelle. E più lei piangeva, più rideva di gusto. Si era sentita mortificata, quasi fosse stata lei a provocarlo! Come se l’avesse meritato quello sporco addosso. Me lo raccontò l’anno scorso, quando le chiesi perché non salutava suo cugino. E lo raccontò solo a me che sa quanto le voglio bene.        Diventando rossa rossa e sudando freddo.




immagine di Azione Creativa



Quella notte, Clessidra rimase sola, accanto al falò, a suonare la chitarra.Da lontano sentiva le risate degli amici, e il suo cuore godeva lo stesso, anche senza partecipare.                                                                                                                                                                Ma presto le risate cambiarono, si fecero parole che chiamavano, voci sempre più forti; poi grida,urla strazianti. La sorella, la trovarono solo la mattina dopo, alla luce dell’alba nuova. Galleggiava ninnata dalle onde, come dentro una culla.     Morta, lei morta, e Clessidra condannata per sempre per essere sopravvissuta.    La madre non accettò mai che una delle due non ci fosse più.                                        E dentro di sé faceva ragionamenti orrendi - Perché la morte mi ha preso la più vispa? Perché la più coraggiosa? Dal giorno della disgrazia, la donna non fece altro che criticare Clessidra.Tutto ciò che faceva, le sembrava fatta male, ogni cosa che diceva, era considerata stupida.  E pensava- L’altra sì, l’altra avrebbe saputo dire e fare!
Un bel giorno Clessidra incontrò l’amore. Un amore giovane e puro, ricambiato e appassionato. Un amore da portare gioia.Non a Clessidra. Sua madre avrebbe riso sarcasticamente, lei ormai lo sapeva, sarebbe stata sprezzante e avrebbe distrutto questo dono prezioso del cielo.
Allora i giovani vollero difendere il loro sentimento, e lo nascosero. Pian piano cominciarono a fare progetti di dolci anni da passare insieme, di figli da far venire al mondo. E Clessidra in segreto prese a ricamarsi il corredo. Quando tutte le lenzuola furono pronte, e anche gli asciugamani e gli strofinacci e le sottovesti e le camicette e i fazzoletti e la bella coperta con gli angeli al centro di un cerchio di fiori, decisero di fare la “fuitina”. Una sera, prima del ritorno della mamma dai campi, fecero i bagagli e … ma sulla porta trovarono la madre dritta come un gendarme,silenziosa e altera, con lo sguardo gelido di chi non perdona. Clessidra sentì le sue gambe farsi molli, aveva il cuore in gola che non la faceva respirare. Sarebbe voluta morire. Ma non morì. Solo, dai suoi occhi svanì, insieme al sogno di diventare sposa, ogni gioia. Lo sposo la chiamava, la reclamava - Vieni via! Vieni con me! Ti farò felice.                         
 Ma Clessidra non poteva, gli occhi avevano perso la luce, vedevano senza emozionarsi, senza comunicare. La paura aveva vinto l’amore.


immagine di Azione Creativa




- E com’è riuscita a trovare il coraggio per lasciare la madre e venire con noi?- Chiese Anna
- Non è stata lei a lasciarla. Da quel disgraziato giorno è vissuta senza pretese, ha fatto sempre ogni cosa le fosse chiesto, fino a che l’ho trovata davanti casa mia, senza sapere che fare e dove andare: la madre l’aveva cacciata. Voglio sperare per qualche pentimento, perchè sapeva che ci avrei badato, che l’avrei presa con me. Per lei, io ci sarò sempre.
- Ma cosa volevi chiedermi?
- Niente. Non c’è bisogno di chiederti niente.
La giovane muta intanto prese a saltellare, roteando intorno e tra le due donne che, guardandola, finalmente risero un poco.





immagine di Azione Creativa









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