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lunedì 16 aprile 2012

La stanza del bianco



Ritrovarsi, senza sapere come, nella stanza del bianco è un piacevole  stordimento.

La stanza del bianco


 

 

Bianco come il sogno che più mi manca.
Lieve piuma le mie carezze sul tuo volto.
Neve fresca la tua mano sulla pelle.
Ma nebbia nella mente è la tua assenza.
E sogno resta, il mio dolce sogno bianco.
( da quadri-mdm)




 BIANCA

Bianche e leggere sono le mie vesti:
di me che importa quel che infine resti!
Da un sogno nata o da spuma di mare,
il mio destino mi farà volare,
se pur non poggio i piedi miei per terra,

qualcuno sempre c’è che mi riafferra,
e stringe e stringe i veli fra le dita,
vuole coprire un rosso di ferita.
Sì sono sogno, bruma mattutina,
sono d'angelo piuma, son fatina
che t’accompagna al ciglio della strada,
che ti sostiene sempre ovunque vada.
Vedi? Sul bianco, spiccano i colori...
-bello è vedere nascerci su i fiori!-
Bianca è pure la nebbia che cancella,
dalla vita il dolore, e la fa bella.
Bianca è quella purezza restituita,
quando pensi che ormai sia già finita,
che procedendo, hai del tutto perso
l’azzurro cielo, ora non più terso.
Se aprire vorrai il cuore tuo al sogno,
del bianco della pace avrai bisogno,
del bianco puro e allegro della neve
che, coprendo il reale, scende lieve.
E bianca ancora è questa mia presenza,
che sa di latte e non puoi farne senza.
Bianco è infine l'abbraccio di colori,
tutti li ho in me, riunendone i cuori,
poi, si tuffano lieti nella panna ...

-Zitto! Ora stanno facendo la nanna.


 
 

Ecco il mio angelo! E’ tornato!


-Che fai, qui, bell’angelo bianco?
Siedi e riposi perché sei stanco?
O aspetti qualcuno che ti è caro
e vuoi che il cammino non gli sia amaro?
(da la magia nel tiretto)

 
Nella stanza del bianco mi rinnovo,si cancellano i segni del tempo, torna la mia innocenza ! Così diventa possibile aprire una pagina nuova  da colorare.


 
Bianco lunare...

 

Chiaro di luna

Si dilata una musica nella notte: voce di un pianoforte che si espande nell’aria come un’antica cantilena. Le sue note musicali sono onde di mare che mi cercano.
 Piangono la mia assenza. Scrutano dentro la nebbia del tempo perso, insistono non rassegnate. Mi raggiungono.
Come cerchi d’acqua dilatati, acqua calma di lago.
- Dov’eri? Dov’eri? - Mi chiedono.
- Dov’eri? -
E mi lascio abbracciare.
Rallento il respiro, le note mi penetrano il cuore, placano la mia anima, mi conducono dentro il mondo dei sogni.
Mi affido. Fonte e riva, questa musica tesse ricami attorno a me e dentro di me.
 Anch’io mi sento suono e silenzio. Dondolio magnifico.
Culla dolce. Mi sdraio sulle onde e vado lontano, verso l’orizzonte.
Che pace!

Carezze musicali. I miei pensieri diventano dolci.

Struggimento felice.

“ Chiaro di luna". Beethoven.

No, non è morto, è nella sua musica, è tra noi che sopravviviamo.
Non muore chi emoziona così. La sua magia vive.
Siediti accanto a me, restiamo in silenzio. Ascoltiamo.
Questa melodia sa dire cose belle, fa affiorare il meglio di noi.
Dimentichiamo quel che oggi abbiamo vissuto. Questa è la vera vita, questo momento breve e allo stesso tempo infinito.
-Senti? - La notte ha ritrovato la sua magia.
E la luna bianca entra e illumina la stanza, che si apre a paesaggi dipinti di nostalgia, evocanti l’infinito notturno.
Luna grande, a volte coperta da voli d’uccelli migranti, o da artigli di rami secchi e contorti. - Quali gli uni? Quali agli altri? -
O da nuvole bluastre, di evanescenze sfumate.
O da vapori, fantasmi stratificati in una notte che sa di mistero.
Stringi le mie dita tra le tue: vorrei che tu le suonassi, come tasti di un pianoforte.
A cercare melodie profonde, essenze vitali, intese.
Insieme restiamo incantati, persi, o forse in un porto sicuro. Non importa saperlo.
Stiamo bene noi due, e questa musica.
 Non te lo dirò mai, ma starei bene anche da sola. Perché questo piacere, questo godimento non è mio e non è tuo, nasce dalla vita come da un’arpa pizzicata nel suo cuore.
Sì, lo so che è il suono di un pianoforte, morbido e dolce, cammina le vie della notte e del sogno. Del mistero.
Bella la luna! Dei colori di un angelo si è vestita, e gioca a nascondersi tra le ombre.
No, non gioca, la melodia lo rivela. Le scansa e le penetra perché di noi è innamorata, e vuole raggiungerci.
-Vedi? - Questa melodia sa dire davvero cose belle, che vedono più in là delle immagini e delle parole.
Che meraviglia questo tocco, queste modulazioni che variano, ma mantengono una delicatezza, che se io potessi averla sempre, non chiederei altro, sarei sazia per sempre. L’anima mia sarebbe piena.
-Mi comprendi? - Certamente! E il merito non è mio.
E’ della musica. Accade se apriamo le porte e aspettiamo. Tranquilli e in silenzio.
Basta attendere. E arriverà dentro di noi la rivoluzione.
Oh! Niente di clamoroso, di eroico. Niente fracassi.
Lenta scende in noi e ci rimpasta, ci trasforma, ci lava gli occhi.
Come fa la poesia, come l’arte tutta.
Come le emozioni, quelle vere.
Ma sto parlando e pensando troppo. E sciupo l’attimo.
Sono gelosa di questo mio sentirmi persa nell’ascolto, soffro a staccarmene.
Resta qui con me, ma in silenzio.
 Non sprechiamo questo dono.
Mi sento come conca, non d’acqua, ma di dolce e languida armonia.
E in mente ho il mare, la sua voce, i suoi ritorni.
Ma anche il signor Tempo, il Mistero. Che non sarà mai svelato dalle parole, ma che mi pare suggerito da questo “ Chiaro di luna”.
Il Tempo: il suo scorrere e il suo permanere.
Sento che il nostro esilio dalla bellezza e dalla felicità è reale solo nel divenire.
Se rallentiamo, si avvicinano di nuovo. Di fotogrammi, in visione accelerata, è composta la nostra vita. Se ci immergiamo nell’eterno, tutto torna.
La musica sa compiere il miracolo. L’attimo si ferma, riacquista la sua originale forma di scheggia di eternità, frantumata come immagine riflessa su acqua di fonte mossa da un venticello.
La musica trattiene il soffio del vento, lo incanta come un pifferaio magico, poi lo affoga.
Resta quel che dell’eterno c’è dato conoscere.
Come quest’attimo di felicità.

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