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martedì 17 aprile 2012

... continua (E’ la voce di un violino)




 Ora Martin sono stanca di percorrere la via dei segni e dei colori. Fermiamoci un attimo , sediamo e riposiamo: senti? Il mio angelo suona una dolce musica, ascolta! 

E’ la voce di un violino:

Dentro la mia anima vive
un suono di violino.
Mi commuove, mi prende:
come farò a fartelo ascoltare?
La  musica che ho dentro
ha maschera di ferro
e chiodi aguzzi che feriscono.
Perciò vai pure via
se hai paura del dolore.
Io ho la mia musica ,
il suono di un violino
che vibra, dolce più del miele
più dell’amore che ti portai
quando ancora ero innocente.
Di un violino che mai seppi,
mai saprò suonare.
( mdm- poesie del tempo)


La musica è una bella strada da prendere per raggiungere un altrove felice, ma io non la conosco. So il sapore del silenzio, delle pause, della sorgente del suono. Perché a volte il linguaggio delle parole non basta, e allora bisogna fermarsi come stiamo facendo ora, amico mio, e lasciare posto alla musica che nasce quando la lingua si ferma e attende. E’ dal silenzio che ha origine e in profondo silenzio va ascoltata.
Il mio angelo suona, e si riempie l’anima mia.

      

  Un giorno .. ascoltando una musica

Sto ascoltando una musica. E, mentre ascolto, disegno il suo suono.
La mia mano non vuole un tracciato preciso, se ne va a spasso sul foglio bianco con la sua matita in mano. Sono felice, quando il segno corrisponde  al ritmo variabile delle pause e delle note.                                                                                                                          
 Non è troppo poco essere felici per questo?Nel cuore, mi pare davvero tanto.                          
Forse è la corrispondenza la vera fonte possibile di felicità.
Ora la musica si è fatta struggente, il violino pare piangere e vagare in cerca di un compagno di cui ha nostalgia.                                                                                                                                     
 Ecco, lo ha visto. E si è come risvegliato. No. Lo ha perso di nuovo, definitivamente.                                                                                                                                 
L a solitudine del suo pianto è infinita e dolcissima. Pudica nel suo leggerissimo sussurrare.                                                                                                                                                                           
Ma ecco che piangono con lui tutti gli altri violini indaffarati a consolarlo. Ed io non arrivo più a far corrispondere le mie parole al turbine della musica che va crescendo.
Già è finita. Già sono arrivati gli applausi,senza che io abbia finito la mia descrizione.       Dovrò trovare uno strumento più adatto, forse fissare i miei pensieri con un registratore. Per dare gli stessi tempi alle parole ed al suono.
Ora è tornata la musica e di nuovo disegno. Le linee adesso sono segni rapidi, quasi coltellate che ammazzano il bianco.                                                                                                         
Senza nessuna pietà, insisto con variazione soltanto. Ma la foga è la stessa, anzi un crescendo.                                                                                                                                         Poi l’apice, poi il silenzio.                                                                                                                 
Torna la calma e tornano le curve dolci su una pagina pazza. Scarabocchi irregolari che tuttavia contengono una periodicità non sempre evidente.                                                                       
Ma il tema c’è. Lento, lentissimo. Il segno si abbassa, è quasi una linea continua. Un tracciato piatto per una morte senza rumore.                                                                                                 
 Si rianima di colpo. Torna a cantare il suono di una tromba. Si svegliano tutte le altre. Io disegno cerchi su cerchi: fuochi di artificio …
Un attimo:mi sorprende il silenzio.
 Totale.

 ( da” giocando con le parole”-mdm)

 

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